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Autore: hernoa everdeen    26/10/2013    10 recensioni
Plutarch ci si rivolge: “Siete pronti?”
Noi annuiamo in silenzio, troppo tesi per dire qualsiasi cosa.
Un istante dopo il televisore si accende e delle grida strazianti invadono la sala.
(...)Io sono sconcertata e furiosa. Sono consapevole che queste immagini sono destinate a me, con il solo scopo di ferirmi e spingermi a rinunciare a qualsiasi atto di ribellione verso Capitol City. Vogliono che mi arrenda, ma non sanno che adesso sono ancora più determinata ad agire.
Una nuova storia. Una storia diversa. Un seguito alternativo al secondo libro. Spero che vi piaccia!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Siamo in viaggio sull’ultimo hovercraft in partenza da Capitol City. Da quando ho ritrovato Peeta non l’ho più lasciato allontanarsi da me. Non che lui lo volesse, certo. Abbiamo parlato a lungo, e gli ho raccontato cos’è successo mentre lui era prigioniero. Continua a tenermi stretta la mano, non vuole più lasciarla andare, per paura di perdermi di nuovo, com’è successo nell’arena.
E io voglio solo che lui continui a stringermi le dita fra le sue.
Non ho mai sentito Peeta come lo sento ora. Percepisco le sue mani che mi stringono, il suo respiro caldo sul collo e le sue labbra che, di tanto in tanto, mi sfiorano i capelli. E il suo profumo.
Dio, come mo il suo profumo.
Sa di fresco, di fiori, di pane, di libertà.
È il profumo dell’amore. È il profumo di casa, della mia famiglia.
Queste sensazioni così nuove mi colpiscono nel profondo. Io ho bisogno di lui. Non me n’ero accorta prima, ma, adesso che ho aperto gli occhi, non li voglio chiudere mai più.
Il volo è breve, troppo per i miei gusti. Starei accoccolata a Peeta tutto il giorno, tutti i giorni per il resto della mia vita. Non sentirei nemmeno il bisogno di mangiare o bere. Ma siamo quasi arrivati al Distretto 13, dove ci aspetta Haymitch. Dovrebbero averlo già operato ormai.
Appena scendiamo la scala per uscire dal velivolo, ci dirigiamo correndo verso il livello dedicato ai feriti gravi. Faccio strada io, dato che, fino a poche ore fa, Peeta non sapeva nemmeno dell’esistenza di un tredicesimo Distretto. Scendiamo di corsa e raggiungiamo l’area che ci interessa. Appena varcata la soglia vedo mia madre uscire dalla sala operatoria. Incrocia il mio sguardo e annuisce.
“E’ andato tutto bene” dice, avvicinandosi a noi “Il proiettile è stato rimosso. Fortunatamente non aveva causato danni irreparabili.
Si riprenderà”
Con queste parole sento di essere guarita. Da tutto il dolore, l’astio, il desiderio di vendetta e la nostalgia delle persone che amo.
Peeta è vivo. Mia madre e Prim sono al sicuro. Haymitch guarirà.
Tutto ciò che desideravo si è avverato.
 
 
Dato che non ci è permesso visitare Haymitch finchè non riprenderà i sensi, decido di uscire all’aperto con Peeta. Passeggiare nei boschi gli piacerà. Ci teniamo sempre per mano. Siamo diventati persino più appiccicosi di Finnick ed Annie. Chi l’avrebbe mai detto?
Peeta è silenzioso mentre camminiamo, il silenzio intorno a noi è rotto solo dal cinguettio gioioso degli uccelli della foresta, che rappresenta alla perfezione il mio umore. Peeta però è taciturno, e non è una cosa da lui.
“Hey, che ti prende?” domando io.
“Ho rischiato di perderti così tante volte, Katniss. Non avrei dovuto permetterti di allontanarti con Johanna nell’arena. Non avrei dovuto permettere a nessuno di separarci. E voglio che questo non succeda mai più”
Si ferma, lasciando andare la mia mano e avvicinandosi ad un grande albero. Si china a raccogliere qualcosa da terra, poi torna a voltarsi verso di me.
In mano ha un fiore giallo, dalla sfumatura tendente all’arancione.
“Non mi è mai capitato di desiderare qualcosa quanto desidero te” sussurra a voce bassa. Poi, riprendendo la mia manoe  guardandomi dritta negli occhi, aggiunge “Io ti amo, Katniss Everdeen. Lo sapevo ancora prima di sfiorarti, lo sapevo sin da quando, da piccoli, a scuola, ti ho sentita cantare e lo so ora, vedendo che creatura meravigliosa sei diventata.
Non posso immaginarmi senza di te al mio fianco, e non voglio farlo. Ma una cosa voglio farla. Ora che è tutto finito.. Katniss” fa un sospiro “vuoi diventare mia moglie?”
Mi lascia senza parole. Come sempre e mi fa tornare alla mente una conversazione con Haymitch, durante il tour della vittoria. Dopo aver affrontato le folle adoranti di Capitol City ed essere tornati agli alloggi, ero stata io e suggerire una pubblica proposta di matrimonio. Peeta aveva accettato, ma poi era subito sparito nella sua camera, ed Haymitch mi aveva detto di lasciarlo in pace. “Credevo che lo volesse comunque” avevo detto io.
“Non così” aveva ribattuto Haymich “lui voleva che fosse vero”.*
Allora mi si era stretto il cuore al pensiero che quello era proprio l’ultima cosa che avrei voluto fare, ma ora le cose sono diverse. Ora ho capito che potrei perdere tutto in un attimo, che nulla è eterno, se non i sentimenti che provo. Ho imparato a vivere il momento. Peeta ha sofferto molto, ed io come lui. Voleva che quel matrimonio fosse vero.
Ed ora lo sarà.
“Sì” rispondo in un sussurro. “Con tutta me stessa”
Lui si avvicina ancora di più, e mi bacia di nuovo.
Ma questa volta è diverso. Questo è il bacio che mi rende per sempre sua.
Quando ci stacchiamo, avvolge al mio dito il gambo del fiore che ha colto. Il fiore simbolo della nostra promessa.
Il fiore che rappresenta la nostra felicità futura.
 
 
DIECI ANNI DOPO
Sono accucciata dietro al tronco di un grande albero. Il cervo a qualche metro da me non sente nemmeno arrivare la freccia che lo colpisce, uccidendolo all’istante. Per oggi può bastare. Il bottino della giornata è piuttosto ricco, e per qualche giorno non ci sarà bisogno di tornare a caccia. Il problema, ora, sarà trasportare a casa questo cervo bello paffuto!
“Ehi, Peeta!” chiamo.
Lui arriva in pochi secondi. Già, è a caccia con me. Vuole imparare, per potersene occupare quando non sarò più in grado di farlo.
“Caspita, hai preso un cervo! Erano mesi che non capitava!” esclama stupito.
Io fingo di essere offesa.
“Stai forse mettendo in dubbio le mie capacità di cacciatrice?” domando con tono irritato.
Lui si acciglia, guardandomi per un attimo, poi scoppiamo entrambi in una fragorosa risata. Mi si avvicina e posa le sue labbra sulla mia guancia. Sono passati anni, ma queste sue piccole attenzioni ancora mi danno i brividi.
Peeta si avvicina al cervo, caricandoselo in spalla, non senza fatica.
“Sicuro di farcela?” domando ridacchiando sotto i baffi mentre lo vedo avanzare incerto sotto il peso della bestia. “Vuoi che ti aiuti?”
“NO!” scatta subito lui. “Me la cavo da solo, non preoccuparti. Andiamo a casa ora. Devi riposare”
E così facciamo.
Camminiamo silenziosi finchè non scorgiamo il Distretto 12, dove siamo tornati a vivere circa un anno dopo la caduta di Capitol City, ora sotto la responsabile guida della Coin. È stata lei a provvedere alla ricostruzione dei distretti e di una rete stradale che li colleghi tutti fra loro. Ora non si sono più barriere tra noi e, anzi, capita spesso di viaggiare per i vari distretti. Peeta porta a tutti il pane, che scambia con altri viveri o utensili necessari. Da qualche tempo porta con sé anche parte delle prede cacciate nei boschi, soprattutto quando viaggia nel distretto della pesca, quello di Finnick, dove la carne non è mai molto diffusa.
Un momento.
Finnick!
Me l’ero scordata! Oggi pomeriggio vengono a casa nostra.
“Ehi, Peeta! Peeta!” lo chiamo allarmata. “Abbiamo per caso qualche dolce in casa? Mi ero scordata che oggi..”
“Finnick, Annie e la piccola vengono a trovarci. Lo so. Me ne sono ricordato, almeno io!
Stai perdendo colpi, eh?” dice sghignazzando.
“Come ti permetti??” grido io di rimando con finta indignazione. Stringo gli occhi a fessura. L’hai voluto tu, Mellark!” sibilo minacciosa, correndo verso di lui e atterrandolo.
Rotoliamo nell’erba ridendo come bambini, fino a che ci fermiamo e Peeta mi guarda negli occhi.
“Sei sempre bellissima, lo sai? Ora più che mai.”
Io accenno un sorriso. Non mi abituerò mai a questo sue modo di essere. Anche dopo tutto questo tempo, il modo in cui Peeta riesce a fare complimenti mi fa arrossire. Sembra così.. sincero. E, avendo imparato a conoscerlo, so che lo è davvero. Questo è uno dei tanti motivi per cui so di essermi innamorata di lui.
E qui, distesa in un prato fiorito, con i colori ed i profumi della primavera, il veto che soffia delicato accarezzandomi la pelle, sento di essere finalmente completa.
Sono felice.
 
 
È pomeriggio inoltrato, ormai. Peeta, Finnick ed io siamo seduti al grande tavolo della nostra cucina a gustare i deliziosi dolcetti preparati da mio marito.
Sembra ancora strano chiamarlo così.
Annie sta giocando con la loro dolce bambina di quattro anni, Rose, quando suona il campanello.
Ci guardiamo, ignorando chi possa essere. Peeta si alza e va ad aprire.
Sulla soglia c’è Haymitch. Gli anni sono passati anche per lui, ma nonostante tutto non è cambiato molto. Beve ancora troppo ed è scorbutico come sempre.
Il nostro Haymitch.
Peeta fa per abbracciarlo, felice di vederlo, ma l’altro si scansa.
“Così, avete organizzato una rimpatriata senza dirmi niente, eh?” ringhia.
“Zio Haymitch!” grida la piccola Rose, correndogli incontro.
“Dolcezza mia!” risponde lui spalancando le braccia e accogliendo la dolce bambina.
“Tesoro, è meglio che lo chiami nonno Haynitch. È un vecchietto, ormai” scherza Finnick.
“Questo vecchietto sarebbe ancora in grado di sfigurare quel tuo bel musino, Odair!
Guardati le spalle!” aggiunge Haymich sfidando il suo giovane amico e facendogli subito dopo l’occhiolino.
Siamo alle solite. Quei due sanno solo scherzare e fingere di essere rivali, ma in fondo si vogliono un gran bene.
Haymitch viene a sedersi al tavolo con noi e si rivolge a me e Peeta.
“Allora, piccioncini. Come stanno i futuri mamma e papà?” ci chiede.
Ebbene sì, sono incinta. Se me l’aveste detto dieci anni fa vi avrei sicuramente riso in faccia. Ma le mie priorità sono cambiate. Peeta desidera tanto dei bambini e, dopo averci riflettuto a lungo, sono arrivata a pensare che anche a me sarebbe piaciuto allargare la nostra famiglia ora che Panem è in pace da un decennio.
Devo ammettere che sono un po’ spaventata, ma accanto a Peeta posso affrontare qualsiasi cosa. E poi, so che ci saranno molte persone con noi.
Mia madre e Prim, che non vedono l’ora di scoprire se sarà maschio o femmina; Gale, che si è costruito una sua famiglia con una ragazza del Distretto 10 ed è andato a vivere lì (anche se nonostante la distanza ci teniamo ancora in contatto); Darius, che, come la ragazza dai capelli rossi, ha riacquistato la voce grazie ad una delle geniali invenzioni di Beetee** e da quel momento non passa giorno senza che ci telefoni; Madge, che vive sempre nel Distretto 12 ed è diventata il nostro nuovo sindaco, nonché una delle mie più care amiche.
Tutti loro ci saranno. Faranno parte del mio futuro. Mio e della mia famiglia.
Ora posso finalmente dirlo, mentre penso a loro, mentre guardo gli amici seduti al tavolo vicino a me e sfioro delicatamente il rigonfiamento sulla mia pancia.
Noi abbiamo vinto.
E non solo gli Hunger Games. Non solo la battaglia contro Snow e Capitol City.
Noi abbiamo vinto nella vita. E voglio passarla con le persone che amo, ridendo con loro, scherzando con loro, giocando con loro.
E questi sono gli unici giochi che vorrò fare da qui alla fine dei miei giorni.
 
Fine.
 
 
 
 
 
* Citazione dal secondo libro “La ragazza di fuoco”
** le prime righe del capitolo 16 (sempre del secondo libro) dicono testualmente “Una volta Haymitch mi ha detto che fanno qualcosa alla lingua dei senza-voce per impedire loro di parlare per sempre”.
Per questo è stato possibile “guarire” Darius e la ragazza dai capelli rossi. =)
 
 
Nota dell’autrice:
 
 
E anche la long fiction è terminata. Che senso di vuoto. Non credevo sarebbe stato così.
Comunque, senza lasciarsi andare ai sentimentalismi, spero che la storia sia piaciuta a tutti. Grazie, come sempre a chiunque si sia preso il disturbo di leggere questa storia. Grazie a chi ha recensito, perché mi ha aiutato a capire dove migliorare e grazie a voi che state leggendo.
Spero di scrivere presto qualcos’altro. Aspetterò di nuovo l’ispirazione, anche se forse qualche idea mi frulla già in testa.
Sarei contenta se mi scriveste un vostro parere, per l’ultima volta, su questa storia.
(momento di disperazione totale)
Ecco gli ultimi ringraziamenti:
A Triskell_, la mia dolce sorella di tastiera, perché mi è stata vicina. Sei una persona fantastica, e lo posso dire con certezza anche se non ci siamo mai viste dal vivo. =)
A Bellador, la futura sposa mia e di Peeta.. ahaha Non vedo l’ora!!! ;)
A POlicOlOr, la prima a recensirmi e a darmi il suo sostegno. Non ti dimenticherò!
Ad amolefossette, con i suoi commenti dolcissimi!
A MatitaGialla, per la sua stupenda recensione, la sua storia fantastica, che sto adorando e non vedo l’ora che continui!! (Ah, il liceo!) Sei bravissima!
A Piumadoro, per la recensione strappalacrime alla one shot che ho scritto sul film “Noi siamo infinito”. Non la dimenticherò mai.
E ad herm1998 , Little_Hutchers, Niallhugsme__ , martaj_99, GossipGirl88, jepsikat, kyana91,  Marymansi, Petniss e directioner ed eleferra93.
 
Vi mando un abbraccio forte, grazie a tutti.
Hernoa Everdeen
  
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