TeenAgers
Tutti i personaggi di questa storia appartengono ad
Angele87. Fatti ed eventi sono puramente immaginari, l’autrice, quindi, non si
assume nessuna responsabilità di omonimie e
somiglianza di avvenimenti.
“Ringrazio tutta quella gente meravigliosa che mi ha
ispirato personaggi altrettanto stupendi, e una riconoscenza, ancora più
particolare, a tutti coloro che me ne hanno suggeriti
degli altri drasticamente negativi.”
Un grazie enorme a quelle grandi persone che sono le
mie amiche, le prime a cui ho parlato di questo
progetto.
AngéleJ
Il leggero
vento fresco di fine estate mi accarezza con trasporto le mie gote rosa. Quella
brezza frizzante e terribilmente rilassante, porta con sé l’odore del mare.
Se solo chiudessi gli occhi potrei
rivedere il lungo litorale della mia cittadina natale. Se mi concentrassi
meglio potrei scorgere una coppia di amanti
abbracciata, potrei risentire il rilassante scroscio delle onde, la bellissima
sensazione della sabbia umida sotto i piedi nudi.
L’emozione di
quella giornata incredibile la porto ancora
segretamente custodita nel mio cuore. In un posticino remoto e invalicabile
della mia anima, nascosto in uno scrigno segreto, così che nessuno me lo possa
rubare.
Sono passati
quasi 10 anni da quel bellissimo girono di fine
estate.
Da
quel periodo della vita in cui non si sa nulla né di sé, né degli altri. Da quell’ intervallo
della vita in cui tutto ti sembra ingiusto e avverso. Da quel
momento della tua crescita in cui vorresti correre a nasconderti e non uscire più
fino alla fine del mondo. Da quell’attimo magnifico che ti regala le
sensazioni più belle, dalla difficile parte di vita chiamata adolescenza.
Mi volto con
sicurezza avvicinandomi, silenziosamente, all’elegante culla bianca un po’ più
lontana dalla finestra.
Il vento
fresco non disturba il sonno del mio bambino.
Mi appoggio
con dolcezza al bordo morbido del piccolo letto e osservò
quella creatura dormire.
Il pancino
soffice, fasciato dalla leggera tutina di colore blue, si alza ed abbassa ad un
ritmo regolare. I piccoli pugni rosa sono stretti e tenuti con fermezza contro
il petto.
Scosto il
leggero velo che lo ricopre e con titubanza gli accarezzo la testolina piccola
e priva, quasi, di capelli.
-Cosa sogniamo, piccolo principe mio?- gli sussurro consapevole di
non poter ricevere alcuna risposta.
Il bambino si
sposta di lato cercando nel sonno qualcosa o semplicemente qualcuno.
Sorrido, anche
suo padre si comporta nella stessa, identica maniera.
-Che
cerchi?- continuo accarezzandogli la guancia. Come per rispondermi, apre i suoi
bellissimi occhioni nocciola striati da intensissimi tratti verdi. Non piange, si limita a scrutarmi con quelle pozze espressive
ereditate da suo padre.
Gli faccio un piccola linguaccia ottenendo come risultato un suo sorriso
sdentato. Alza una manina verso i miei capelli ricci e bruni. Semplicemente li
adora.
-Vuoi
tirarmi i capelli?- gli chiedo
prendendolo in braccio senza più resistere. Si accoccola contro una mia spalla.
Lo sente
ridere ancora mentre con una mano cerco di afferrare il leggero lenzuolo di
lino. Glielo sistemo addosso coprendolo ben bene.
Mi avvicino
alla finestra sedendomi sulla comoda sedia a dondolo.
-Sai che
dovresti dormire?-gli chiedo cullandolo con calma. Lui ride ancora, afferrando
una ciocca di capelli. –Ahia!- esclamo togliendogliela. –Così mi fai male…-
Per tutta
risposate ride ancora facendo dei piccoli versi eccitati.
-Non è questo lo spirito d’avere alle 21, 30 della sera…- gli sussurro
sfiorandogli con le dita il nasino.
-Dormi?-
gli chiedo ancora
dopo averlo cullato per un paio di minuti. I suoi occhi dolci ed espressivi
sono ancora svegli e pimpanti. –Evidentemente no…- dico in un soffio,
sospirando.
So come farlo
dormire. Adora il suono della mia voce mentre gli racconto le favole.
-Vuoi che ti
racconti una storia?-
Ride.
Lo guardo
contenta rispondendomi da sola. –Lo prenderò come un sì.-
Lo accoccolo meglio tra le mie braccia. –Questa non è una
fiaba. Non è una fantasia. Non è una storia immaginaria. Questa
è solo la vicenda di me e tuo padre. La storia di come io e lui ci siamo innamorati.-
-Elizabeth!-
la voce imperiosa ed antipatica del mio capo mi risvegliò dallo
strano trance in cui ero accidentalmente caduta. Mi riscossi un attimo prima di posare i mie occhi verdi su di lui.
-Mi dica,
John…- gli dissi continuando a sistemare i CDs nei
ripiani rossi.
-Sei un po’
distratta in questo periodo.- mi rispose indicandomi
una ragazza, appena entrata, che curiosava tra gli scaffali. –Ricordi il nostro motto, vero?- mi chiese.
Sospirai. Come
avrei mai potuto dimenticarlo. Quando ancora non
lavoravo lì lo trovavo divertente.
-Se l’aiuto non c’è, il prezzo è fai da
te!- recitai con un sorriso falso.
John allargò
le sue labbra in un sorriso. –Esattamente, Lily.- mi spinse con poca grazia
verso la ragazza. –Fai il tuo dovere…- mi disse in un
soffio tornando ad occuparsi del suo dannato computer.
Osservai la
ragazza per un paio di minuti. Mi mostrava le spalle, ma quei capelli tanto
lisci e perfetti li avrei riconosciuti tra mille. Quel
coloro tanto biondo e particolare si individuava
facilmente.
Lara
McHintash.
La
ragazza più antipatica ed odiosa che mai avrei potuto incontrare. La più popolare. La più carina. La
più perfetta. La più stronza di tutte.
Avrei tanto
voluto voltarmi e scomparire per non dovermi abbassare a servirla. Ma lei in
quel momento era una cliente e come tale avrei dovuto
rispettarla fino alla fine.
Sospirai
prima di avvicinarmi e chiederle: -Hai
bisogno di una mano?-
Si voltò con
un sorriso dolce quanto falso, stampato sulle belle labbra rosee. I suoi occhi
azzurri si fissarono nei miei verdi. Ci irrigidimmo
entrambe.
-Elizabeth…-
mi disse ritrovando la sua adorabile falsità.
Le sorrisi.
-Lara.- sillabai portandomi le mani nelle
tasche dei jeans scuri.
-Lavori qui? Da quando?- mi domandò ancora.
-Da
quasi un anno.- fui telegrafica.
–Hai bisogno di una mano?-
Lara incassò
il colpo ravvivandosi i capelli, come faceva sempre ogni volta che
s’innervosiva. Mi poggiò una mano sulla spalla. –Axios festeggia il compleanno
tra un po’.-
Sentire il
nome del mio migliore amico trattenersi sulle sue labbra mi fece correre dei
brividi su per la schiena. –Sì, lo so.- risposi con
astio inumidendomi la bocca.
-Vorrei
comprargli un CD.- continuò
osservando qualche copertina. –Mi consiglieresti?-
Mi trattenni a
stento dallo scoppiare a ridere. Lei voleva
che io le consigliassi un CD per il
mio migliore amico?Come poteva mai pensare che le dessi dei consigli giusti… avrei rischiato di farle fare una bella figura.
-So che tu lo conosci molto meglio di me.-
In effetti. 17
anni di amicizia non sono niente rispetto a tre anni
di flirt.
Sospirai
abbandonando ogni mia idea di vendetta e le sorrisi.
Axios l’avrebbe saputo e non ci avrebbe sprecato nulla ad arrabbiarsi con me,
se il regalo non gli fosse piaciuto.
-Certo.-
iniziai. –Seguimi. Celine Dion e Chrisitna Aguilera non sono proprio il suo
genere.-
Il primo chap è corto.
Ma è giusto che sia così. Quando
una storia è nuova è meglio iniziare con chap brevi e di facile comprensione. Fatemi
sapere se l’inizio vi ha intrigato, o disgustato, o appassionato, o deluso.
Grazie.
AngéleJ