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Autore: Marlene Ludovikovna    17/11/2013    8 recensioni
1943 - Parigi
Ester Stradsberg; the Swan. Giovane, bella e annoiata moglie di un ricco imprenditore. Ciò che più vuole é la libertà di disinteressarsi a tutto.
Hans Wesemann; the Hunter. Spietato Colonnello delle SS, la sua giacca e ornata da medaglie e i suoi occhi mostrano solo ghiaccio.
Emilie Kaltenbatch; the Hawk. Giovane pittrice pronta a tutto per sfondare e dagli istinti creativi repressi a causa della dittatura a cui sottostà il suo paese. Affascinante, crudele, ambiziosa e, per tutti, indimenticabile.
Jean Russeau; the Treacherous. Ricco, bello ed egocentrico è il re della vita mondana parigina. Ereditiere di un'immensa fortuna dedito al lusso e all'amore per se stesso.
Delle vite vissute a metà come se aspettassero di essere esaurite, così cariche di emozioni e prive di valori da essere memorabili. Anime distrutte al centro della ricchezza, della miseria e della follia. Vite distrutte dallo sfarzo del Terzo Reich.
Genere: Angst, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Storico
Capitoli:
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Spring: Part 5
 

L'auto nera fermò davanti ad un caffè con una grande svastica esposta sulla porta. 
Cose di questo genere facevano sorridere Hans, come se il resto degli esseri umani gli facesse un po' pietà. I nazisti avevano bisogno della svastica come gli ebrei della stella di Davide. 
Avevano tutti un marchio, un'etichetta che li spersonalizzava. 
Hans si immaginò le espressioni delle sue vittime precedenti nel momento in cui l'avevano sentito parlare. Dio, quanto avrebbe voluto vederle davvero!
Si immaginava il bel viso terrorizzato della ragazza, quello di lui, il battito cardiaco che aumentava, i respiri mozzati, il buio claustrofobico...
Heil Hitler! Urlò entrando. 
Tutti risposero prontamente con aria impettita.  
Si sedettero in un tavolo in un angolo tranquillo del locale. 
Gli altri ufficiali iniziarono a parlare e nonostante Hans fosse interessato alla conversazione, non riuscì a stare seduto. Non sapeva perché, ma non aveva proprio voglia.
Si accese una sigaretta e aspirò profondamente. Questo aiutò a rilassarlo. 
Poi sentì una voce provenire da dietro e chiamarlo in modo cordiale.
Si voltò subito. 
L'aveva già sentita quella voce armoniosa, leggiadra che sapeva di... Soldi. Fruscio di banconote e tintinnare di monete. 
Scusi, ha da accendere? Ripetè lei guardandolo con gentilezza e un leggero sorriso sul volto. Ogni cosa in lei sembrava voler essere desiderata; le labbra rosse, gli occhi luminosi e il viso genuino, puro. Il suo volto sembrava uscire da un ritratto, da un quadro senza tempo. Sarebbe potuto essere stato guardato cento, duecento volte, ma sarebbe sempre stato lì e lo scorrere del tempo non avrebbe mai potuto corrodere tanta bellezza. 
Hans ricambiò lo sguardo cordiale e prese i fiammiferi dalla tasca. 
Prego. Disse porgendole il pacchetto. 
Uh, danke. Rispose lei accendendosi la sigaretta. 
Le sue labbra si chiusero attorno alla sigaretta lasciando una piccola traccia di rossetto. 
Il colonnello Wesemann sorrise galantemente. Ho la sensazione di averla già vista, mia cara. Una bimba così carina non si scorda... 
La risata di lei era armoniosa, vivida. Una di quelle risate che avresti voluto ascoltare all'infinito. Come il suo nome, che solo dopo avrebbe pronunciato e che aveva già sentito uscire dalle sue labbra che si erano schiuse per lui solo due anni fa. Ester.
È un immenso piacere. Disse lui baciandole la mano. 
Il piacere è mio, mein Herr. 
La mano di Ester restò intrappolata nella sua presa per qualche secondo più del previsto, ma abbastanza perché lui potesse notare la fede che lei portava. Possibile che fosse sposata? Chissà quanti anni aveva... Era perfetta, la ragazza che la commissione avrebbe sicuramente fatto sposare ad una SS, il tipo di ragazza che avrebbe ottenuto l'approvazione da chiunque e non c'era alcun uomo in quella terra che non si sarebbe ucciso per accontentarla. 
Devo ricordarmi dove la ho già vista, mein fraulein. Commentò Hans scrutandola. 
Lei sbattè le palpebre ripetutamente, come un cerbiatto impaurito, solo che nel suo sguardo Hans non vide affatto terrore. Era completamente composta e posata e nulla avrebbe potuto distruggere il suo idillio personale. 
Posso avere l'onore di offrirle qualcosa da bere? Propose lui con fredda e composta galanteria. 
D'altronde una giovane signorina tutta sola... Non sta bene. 
Sarebbe un onore e un piacere sedere con un nostro eroe nazionale. 
E forse era così, perché il sorriso di lei era sincero nel mentre pronunciava quella frase banale e stucchevole che sembrava essere stata già sentita e già pronunciata. 
Anche Margeit voleva far pensare che fosse un onore vedermi seduto al suo tavolo. Ridacchiò Hans tra se e se. 
Mi aspettiqui che io vado a chiedere un tavolo. Disse lui, con un tono gentile, ma da cui si percepiva che non amava essere contraddetto. 
Ja mit Vergnügen! Rispose Ester con aria serena. 
Il colonnello Wesemann si mosse cercando un cameriere a cui chiedere se poteva essere dato loro un tavolo finché non trovò una ragazza mingherlina, con su gli abiti da cameriera. 
Il y a un table pour deux? Domandò. 
Oui, je le fais tout de suite mettre la table. Rispose la cameriera, mantenendo lo sguardo basso un po' intimorita. 
Eh bien, dépêchez-vous. Disse lui rigidamente, ma divertito dal timore della ragazza.
Oui, monsieur. Annuì la cameriera. 
Il modo in cui la sua famiglia gli aveva insegnato a muoversi nel mondo era quello, per questo da sempre Hans conservava una certa rigidità nei confronti di se stesso e degli altri. Non aveva detto alla cameriera di fare in fretta solo per puro sadismo, ma anche perché odiava l'inefficienza.
 Ester era ancora lì al bancone, che lo aspettava fissando il vuoto. 
Proprio mentre lui si stava avvicinando le porsero una domanda in francese a cui lei rispose con un veloce battito delle palpebre e uno sguardo desolato. 
La mademoiselle est en France récemment et ne connaît pas bien la langue. Intervenne lui in suo soccorso, ottenendo la reazione che si sarebbe aspettato da colui che aveva rivolto la parola a Ester. 
Il francese si mostrò leggermente infastidito e disse: Êtes-vous son mari? 
Est-ce moi ou vous êtes trop des faits qui affectent les autres? Hans rispose alla domanda, con una domanda che non voleva risposta che pose con tono mellifluo, ma aggressivo. 
Ester gli volse uno sguardo tra l'incuriosito e il preoccupato guardandolo dal basso all'alto. 
Herr Colonel, cosa voleva?
Nichts, è solo un impertinente francese, che vuole farci. Rispose riprendendo la solita cordiale e sicura formalità. Ora venga, Ester... Posso chiamarla Ester, vero? Disse lui toccandole la schiena con la mano, come se volesse guidarla o... Difenderla? 
Ja. Sie können mich anrufen, was Sie wollen, Sir. Rispose lei. 
Si sedettero al tavolo che avevano preparato nel frattempo e lui mise a posto la sedia per Ester poi si sedette. 
Aveva la compostezza di una persona sicura di se e che sapeva di essere in una posizione di superiorità. Questo lo si capiva dai suoi movimenti sicuri, dal modo in cui camminava e dal fatto che non mostrava alcun segno di nervosismo o di alun'altra emotività. 
So, mein Fräulein... Appena attaccò a parlare venne interrotto dal cameriere per l'ordinazione. 
Eh bien, pour moi un café et pour la mademoiselle... Si interruppe per rivolgersi a lei: Cosa prendi? 
Quello che prende lei, Herr Colonel. 
Deux cafès, alors. 
Gut, dov'eravamo rimasti? Domandò lui. 
Ester aggrottò un pochino le sopracciglia con aria pensosa per poi dire: In realtà non avevamo proprio iniziato alcun discorso. 
Delle leggere risate si aggiunsero agli altri rumori presenti nel locale.
Mi hanno parlato molto bene di lei e suo marito, sa che coincidenza, io vivo proprio lì vicino! Parlò Hans tanto per essere cordiale. 
Oh, che bello! Sta sera daremo una festa, nel caso avesse piacere di venire saremo onorati di ospitare un eroe nazionale. Disse sorridendo. 
Hans notò che a volte sembrava che stesse recitando quando parlava, eppure al tempo stesso era spontanea. Incredibile che fosse così, ma Ester riusciva a far combaciare perfettamente le due cose. 
E la sua voce alternava del trilli ad un tono quasi neutro nei momenti in cui il suo sguardo si scostava dall'interlocutore come se cercasse una via di fuga. 
Vennero portati rapidamente i due caffè. 
Mercì. Rispose Hans, imitato prontamente da Ester. 
Da quanto vive a Parigi, Ester? Domandò lui, notando per la seconda volta le sue difficoltà linguistiche. 
Da quasi un anno, ma non ho mai voglia di imparare il francese.... Insomma, il tedesco è la lingua del Führer e della gloriosa nazione germanica per cui non vedo il motivo di imparare il francese. Formulò la sua obbiezione quasi ironicamente, ma Hans ebbe la sensazione che non era quello il motivo per cui lei non sapeva la lingua. 
E come mai è così giovane e già sposata, mein lieber? Il tono della sua domanda, se mai ci fosse stata della sincera curiosità, non la mostrava. Era meccanico come tutto il resto della conversazione, ma a Ester non sembrava dare fastidio. 
Mi sono sposata molto giovane....
Quanti anni ha? 
Diciannove. Rispose lei, quasi vergognandosene.
Lui si mostrò meravigliato e lo era davvero. 
E quando si è sposata, mein Kind? 
Lei arrossì violentemente e disse: Mi sono sposata a diciassette anni. Lo hanno deciso i miei genitori e io amo mio marito. 
Il rossore delle guancie che si accostava a quello delle labbra e alla lucentezza degli occhi la faceva sembrare ancor più desiderabile. 
Diciannove anni. Per lui, che era più vicino ai quaranta che ai trenta, era del tutto una bambina. 
Una dolce piccola bambina indifesa... 
Hans le rivolse un sorriso forzato, pieno di autocontrollo. 
Ci sarò sta sera, mein Schatz. Annunciò lui alla fine di qualche minuto di silenzio. Sarà un piacere, sempre se a Herr Stradsberg possa andare bene. 
Sarebbe andato da Ester, quella sera, ma sapeva che non avrebbe agito. Non ancora. 
Sapeva che avrebbe sempre ottenuto ciò che voleva, e questa volta non sarebbe stata da meno. 



 
Angolo Autrice:
Alors, mi sta intrippando questa cosa di mettere i dialoghi in lingua AHHAHAAH.
Ebbene, in questo nuovo capitolo è avvenuto l'incontro tra Hans e Ester (jfdkfd) e ho voluto metterci il giusto tocco di angst as always.
Il prossimo capitolo credo proprio che sarà di Jean Russeau di cui non ho ancora scritto e non vorrei che poi si ingelosisse lolz.
Well, that's it. Se volete dirmi il vostro parere sullo svolgimento della vicenda mi farebbe molto piacere e grazie tantissimo a chi sta seguendo la storia! <3 
Un bacio e Auf Wiedersehen, 
Marlene xx
   
 
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