Film > Pirati dei caraibi
Segui la storia  |       
Autore: Taitou    08/02/2015    3 recensioni
Una ragazzina di nome Ethel, guardando fuori dalla finestra dell'orfanotrofio di cui si sente prigioniera, pensa alla fuga, a sua madre, e a suo padre di cui non sa quasi niente, se non che ha regalato un ciondolo con una pietra di giada a sua madre, quindici anni prima.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 3
 
 
L’emozione di Ethel fu indescrivibile. Il cuore rischiava di esploderle quando salì sulla Perla Nera per la prima volta. Era la più bella tra le tre navi su cui era stata fino a quel momento. Cominciò a correre di qua e di là, facendo innervosire Jack e Gibbs.
-Ma è bellissima! – esclamò Ethel dopo aver finito il quinto sopralluogo della Perla.
Jack sorrise. –Ed è anche la più potente, la più veloce… -
-La più modesta… - ironizzò Gibbs a bassa voce.
Jack tacque di botto, poi accompagnò Ethel alla sua cabina.
-Quando partiamo? – chiese Ethel impaziente.
-Tra due giorni. Domani sera dobbiamo riprovare ad arruolare una ciurma, comprendi? –
Ethel annuì. –E dove andiamo? – chiese, sempre più curiosa.
-In un posto pericoloso –
-Interessante. Dove sarebbe questo posto pericoloso? –
-Piuttosto lontano. Ma il pericolo sta nell’arrivarci. –
Ethel lo guardò senza capire.
-Ora ti lascio sola. Dovrai riprenderti da Tortuga –
-Può darsi – disse Ethel, pensando che comunque erano ancora ancorati lì. Forse era Jack ad aver bisogno di riprendersi, pensò. Dopotutto lei aveva avuto due anni, lui giusto qualche ora. Jack stava uscendo quando si fermò, si voltò e le lanciò il ciondolo. Ethel lo prese al volo.
-Ethel… Emma è davvero…? –
Ethel sospirò. –Sì –
Né Ethel né Jack chiusero occhio per il resto della notte. Ethel era troppo emozionata, aveva finalmente ritrovato suo padre, e ora era sulla sua nave!
Jack invece era sconvolto e triste. Si ricordava bene di Emma, era stata una sua grande amica, ma anche qualcosa di più. Poi lui era partito, ma non immaginava certo che Emma fosse incinta! Anche se forse, in effetti, sarebbe partito comunque… e ora all’improvviso compariva questa Ethel dal nulla che gli diceva di essere sua figlia e che Emma era morta. Gli ci volle tutto quel che rimaneva della notte, e anche un po’ della mattina, per rendersene conto seriamente. Gli sembrava di vivere in un sogno.
Non riuscendo a dormire Ethel decise di andare a vedere l’alba a prua.  Si sedette sul parapetto, lasciando le gambe a dondolare verso l’oceano, e si perse a fissare i raggi del sole che spuntavano all’orizzonte.
-Ohi! Scendi da lì, Ethel! –
Ethel si voltò e vide Jack che le veniva incontro. Scese dal parapetto e tornò sul ponte della nave, che ora vedeva meglio, grazie ai primi raggi di sole.
-Guarda che non cado! – disse, però allegramente.
-Non si può mai sapere… metti che qualcuno decida di prenderci a cannonate! –
-Perché dovrebbero prenderci a cannonate?! Non abbiamo ancora fatto niente! –
-Gioia, tu non hai ancora fatto niente. Il sottoscritto va per mare da molti anni e si è fatto parecchi nemici nel corso della sua carriera… -
-Debiti? – lo interruppe Ethel con un mezzo sorriso.
-E tu come lo sai? –
-Chiedendo informazioni… un uomo mi ha detto che non restituisci mai i soldi! – e scoppiò a ridere.
-Può essere successo che mi sia trovato momentaneamente senza soldi, e che si siano quindi diffuse voci non vere – Jack sembrava quasi ferito nell’orgoglio.
-Comunque – riprese Ethel tornando seria –puoi spiegarmi meglio dove andiamo? –
-C’è un tesoro che permette a chi lo possiede di andare per mare in eterno. E in più accumuleresti ricchezze inestimabili… l’unico problema è il modo in cui bisogna recarsi al luogo in cui è nascosto. –
-Cioè? –
-Sai cos’è una tromba marina? –
-Ehm… più o meno… -
-Una volta ogni dieci anni una di queste trombe d’acqua apre l’accesso per il tesoro. E’ questo il pericolo. Per trovarlo dobbiamo gettarci con la Perla dentro questo fenomeno. –
-Cosa?! Stai scherzando?! – chiese Ethel spaventata.
-No gioia, mai stato più serio –
-Secondo me moriremo tutti. E’ solo una leggenda! –
-Non sai che le leggende hanno sempre un fondo di verità? –
-Quand’è che dovrebbe comparire questa tromba d’acqua? –
-Tra tre mesi. Abbiamo tutto il tempo di trovare il posto giusto. –
-Perché, non sai dove comparirà? –
-Certo che lo so, ma è piuttosto lontano, quindi è un bene avere tre mesi per raggiungerlo –
Ethel sperò con tutto il suo cuore che quella storia fosse totalmente una leggenda, e che quindi non sarebbe nemmeno comparsa la tromba marina. Gettarcisi dentro le sembrava una follia. Com’era possibile che Jack volesse farlo davvero?
Ethel tornò in cabina, terrorizzata, anche se non era sicura di cosa fosse una tromba d’acqua. Voleva vederci chiaro. Silenziosa, uscì dalla cabina e si diresse verso quella del capitano. Spinse la porta e si avviò verso a un tavolo disordinatissimo con sopra tante cose che le sembrava impossibile stesse ancora in piedi. C’erano molte bottiglie di rum, e quando si avvicinò Ethel scoprì che erano tutte vuote. Poi notò le carte nautiche. Erano bellissime. Prese una sedia lì vicino e si sedette, continuando a osservare le carte. Erano molto dettagliate. Ne trovò una con l’Inghilterra e seguì col dito la distanza che aveva percorso per arrivare ai Caraibi.
-Incredibile… - mormorò sovrappensiero. Poi passò agli attrezzi. Tra tutti la bussola era quella che l’appassionava di più. Le piaceva l’idea di un ago che ovunque tu fossi punta sempre nella stessa direzione. L’aprì. L’ago era impazzito. Girava e rigirava senza fermarsi mai se non pochi istanti e sempre in direzioni diverse. ‘E’ rotta… ’
Pensò Ethel. ‘Forse è meglio dirglielo, o ci perderemo subito… ’ poi riprese a cercare la tromba d’acqua. C’erano alcuni grossi libri. Ne prese uno e cominciò a sfogliarlo. Niente. Poi passò agli altri. Fortunatamente Jack doveva avere qualcos’altro di più importante da fare, perché non si fece vivo per tutto il pomeriggio. Quando era quasi ora di cena Ethel uscì e tornò sul ponte. Non aveva trovato niente.
Jack ricomparve magicamente di fianco a lei, che si prese uno spavento e sussultò.
-Perché sei comparso così all’improvviso? –
-Volevo solo dirti che scendiamo a Tortuga a mangiare –
-Oh, va bene… -
Appena arrivati davanti all’osteria, Jack disse:
-Mastro Gibbs, tu precedici pure. Noi dobbiamo andare a prendere una cosa. –
-Cosa? –chiesero in coro Ethel e Gibbs.
Jack prese Ethel per mano e la condusse per le vie di Tortuga finché non trovarono un negozietto piccolo e dall’aria piuttosto squallida.
-Dove stiamo andando? – chiese Ethel esasperata.
-A comprarti una pistola –
-Una pistola? –
-Certo, e fidati, ti tornerà molto utile, comprendi? –
Dopo aver preso una pistola in un negozietto piccolo e squallido con un uomo dietro il bancone dall’aria particolarmente truce, tornarono a mangiare da Gibbs.
-Però dovrai insegnarmi a usarla, questa pistola – disse Ethel mentre entravano nel locale.
Fu una serata molto strana. Ethel, Jack e Gibbs mangiarono in una locanda molto affollata, ma che secondo Jack serviva ottimo rum. Poi cominciarono ad arruolare la ciurma. Molti di quelli che si presentavano erano ubriachi, ma evidentemente questo dettaglio non costituiva un problema, perché tanti venivano presi comunque.
Tornarono alla Perla a notte fonda.
-Domani partiremo all’alba – decise Jack.
Poi Ethel andò nella sua cabina e finalmente si addormentò.
All’alba del mattino dopo fu svegliata dai rumori che venivano dal ponte di coperta. Corse subito a vedere e sorrise, nel constatare che dovevano ancora partire. Finalmente lasciava Tortuga. Jack le si avvicinò.
-Volevi che ti insegnassi a usare la pistola? –
-Sì! Quando iniziamo? –
-Questo pomeriggio. Prima dobbiamo uscire dal porto e stabilire la rotta –
Ethel annuì contenta.
Ethel si rese conto che trovare una rotta non era così facile come aveva sempre immaginato. Qualche volta aveva provato a inventare viaggi, ma le sue rotte erano sempre state più semplici. In più, sapeva che la bussola era rotta, quindi non poteva nemmeno fare affidamento su quello.
Stava proprio pensando alla bussola quando Jack l’aprì e cominciò a fissare l’ago. Voleva dirgli che la bussola era rotta, ma così avrebbe dovuto ammettere di essere entrata di nascosto nella sua cabina, così tacque, pensando che se ne sarebbe accorto comunque. Fu con grande sorpresa di Ethel, dunque, che la bussola si stabilizzò in una direzione precisa. Sebbene fossero in una cabina di una nave, Ethel guardò nella direzione indicata dalla bussola e restò quasi accecata. La bussola indicava il sole che era appena sorto.
-Ma una bussola non dovrebbe indicare il Nord? – si decise a chiedere alla fine.
-Questa è una bussola un po’ speciale… - rispose Jack evasivo.
Ethel preferì non approfondire. Non voleva nemmeno immaginare dove sarebbero finiti seguendo una bussola che non sempre funzionava e che, nei rari casi in cui si poteva usare, indicava l’Est.
Quando ebbero trovato la rotta, Jack andò sul ponte a preparare la partenza. La ciurma era molto indaffarata, tutti correvano dappertutto a sistemare le vele e le cime. Jack prese il timone, e Ethel osservò con felicità che Tortuga si allontanava sempre di più. Presto furono in mare aperto, diretti verso una pazzia.
Quel pomeriggio, come Jack le aveva detto, cominciarono a usare le pistole.
-Allora, tienila con la mano morbida ma non troppo, se sbagli ti si potrebbe rompere il polso –
-Cosa? – chiese Ethel preoccupata.
-Tranquilla, non preoccuparti... ora con il pollice devi abbassare questo cosino di ferro qua dietro, poi miri e ora… spara! –
-Ma a cosa posso sparare? –
Jack rimase per un attimo pensieroso, poi sorrise e uscì, tornando poco dopo con in mano una gabbia. Dentro di essa c’era una scimmietta.
-Puoi sparare a questa! – esclamò Jack tutto contento.
-A una scimmia? Ma poverina! –
-Non ti devi preoccupare… è una scimmia non-morta! –
Ethel però non era ancora convinta, anzi, era piuttosto scioccata. Ma la stava prendendo in giro? Jack prese la sua pistola e sparò per primo alla scimmia, che rimase in vita.
Ethel era sconcertata. Una scimmia non-morta?
-Avanti, spara! - la incitò Jack, così Ethel cominciò a fare pratica sulla scimmia. Quando le aveva sparato già quattro o cinque volte, le venne un dubbio.
-Ma… non è che anche se non può morire prova dolore? –
-Non ne ho la più pallida idea, ma spero di sì –
-Sei crudele! –
-Quella scimmia mi ha rubato il cappello! –
-Ma se ce l’hai in testa! –
-Me lo sono dovuto riprendere con molta fatica… l’aveva gettato in mare! –
Ethel evitò di fare altre domande. Continuò a sparare alla scimmia, anche se si
sentiva un po’ in colpa. 
Dopo alcuni giorni di allenamento Ethel aveva migliorato molto la sua mira.
La Perla Nera scivolava tranquilla sul mare. Era un tardo pomeriggio, e a est le nuvole si stavano addensando. Gibbs aveva più volte cercato di convincere il capitano a cambiare rotta, ma non c’era stato verso. Jack voleva arrivare il prima possibile alla meta, anche a costo di passare in mezzo a una tempesta.
Ethel dal canto suo era un po’ preoccupata, ma pensava che avrebbero potuto farcela.
Non ci volle molto perché cominciasse la tempesta. Era arrivata senza preavviso, neanche un po’ di vento, niente. Semplicemente, a un certo punto, si erano ritrovati all’inferno. Le onde erano altissime, il vento faceva schioccare le vele, e la pioggia cadeva a fiumi, producendo sul mare un boato assordante. La ciurma non riusciva più nemmeno a sentire gli ordini gridati da Jack.
Ethel si sentiva travolta dal caos. Era completamente fradicia, per l’effetto combinato della pioggia e delle onde che si abbattevano sul ponte. Non sapeva cosa fare. Così rimase ferma a fissare l’andirivieni dei marinai che cercavano di mantenere, impresa non facile dato che la Perla veniva sballottata dalle onde in ogni direzione. Incredibilmente, Ethel non aveva paura. Aveva avuto paura a Londra, durante la traversata dall’Inghilterra ai Caraibi, aveva avuto paura a Tortuga e perfino di conoscere Jack. Ma, in quel momento, era sì travolta dagli eventi e dalla situazione, ma non era spaventata.
Sorrise tra sé e sé mentre si spostava le ciocche di capelli fradici e si toglieva l’acqua dagli occhi. Poi Ethel si mise a correre e raggiunse la prua. Era impressionante. L’albero di bompresso fendeva l’acqua e la Perla rimbalzava sulle onde. La prua veniva continuamente sollevata in aria per poi ricadere con un tonfo sul mare.
-Ethel! Torna subito in cabina! – le ordinò Jack urlando appena la vide, e Ethel udì a stento le sue parole.
-No! E’ bellissimo qua! – disse lei di rimando, sempre urlando per sovrastare il rumore della tempesta.
-E’ pericoloso! – disse di nuovo Jack.
-Ma no… - disse Ethel che però non fece in tempo a finire la frase. La prua si alzò all’improvviso, e Ethel, impreparata, sentì i piedi staccarsi dal suolo e venne scagliata in aria. In quel momento ebbe davvero paura. L’aria le mancava e allo stomaco aveva un fastidioso senso di vuoto.
Però, per fortuna, durò poco. Atterrò in malo modo sul legno bagnato e scivoloso, ma confortante, della Perla. Tirò un sospiro di sollievo: aveva davvero temuto di cadere in mare. Poi guardò Jack.
-Ehm… mi sa che alla fine ci vado, in cabina… - così dicendo si alzò e corse sbandando sotto coperta.
Il vento si stava ingrossando, e la nave ondeggiava paurosamente. Ethel passò il resto della notte a cercare di distinguere qualcosa nel buio attraverso l’oblò. Furono speranze vane. Tra la pioggia e le onde che vi si abbattevano, era già tanto riuscire a vedere i fulmini.
 
 ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Okay, allora… cosa dire? Questo è il nuovo capitolo. Avrete già capito che io ad aggiornare sono una tartaruga, ma vi chiedo scusa comunque per l’attesa. Spero che la storia piaccia, e mi raccomando di recensire! ;) credo di aver detto tutto, quindi alla prossima!
Taitou
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Pirati dei caraibi / Vai alla pagina dell'autore: Taitou