Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: EcateC    23/12/2015    7 recensioni
Tom Riddle è il classico uomo che piace alle donne. È bello, è carismatico e sa di potere, all'apparenza non potrebbe essere più perfetto. Ma attenzione però, il serpente più velenoso si nasconde proprio tra i fiori più belli. L'hanno imparato a loro spese sette protagoniste, alcune innocenti e altre colpevoli, rappresentanti ognuna una qualità importante per lo stesso Tom.
Se volete scoprire chi sono, e soprattutto se volete sapere chi è la sua preferita, questa storia fa al caso vostro.
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa, Tom O. Riddle
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Le sette fiamme di Tom Riddle




Myrtle Elizabeth Warren è stata probabilmente la strega più matura e intelligente che la Hogwarts degli anni passati avesse mai conosciuto.

Come ogni persona dalle eccellenti capacità intellettuali, era canzonata e fatta oggetto delle più numerose e banali prese in giro, ma come ogni persona d'intelletto, cercava di reagire con indifferenza, convinta che mostrarsi ferita sarebbe stato solo un mezzo per affilare le lame dei suoi stupidi carnefici.

Meglio piangere e soffrire in solitudine, lontana da occhietti indiscreti e cravattine verdi-argento. Non che ogni parola la ferisse, ormai i vari “Mirtilla”, “Mirtillo”, “Mirtilla che mangia i mirtilli” erano diventati di una banalità imbarazzante, tanto inflazionati da parere insignificanti. La studentessa arrivò perfino a chiedersi che cosa ci fosse di così divertente per continuare a ripeterli ogni giorno, ancora, dopo quasi sei anni.

Eppure Walburga Black, l'oca con la pelliccia firmata, sembrava non stancarsene mai. Anche Olive Hornby non scherzava, però quest'ultima puntava di più sull'argomento 'occhiali', come se l'astigmatismo fosse chissà quale fenomeno paranormale.

I Serpeverde, insomma, erano degli idioti.

Ma non degli idioti per modo di dire, erano proprio scemi... Dei mentecatti, per essere gentili.

Tra loro c'era chi aveva manie di grandezza, prendiamo ad esempio Cygnus Black e Abraxas Malfoy che, oltre a compiacersi del loro denaro e del loro nome, sapevano fare ben poco; c'era chi si sentiva una vera e propria regina mancata, come la bella Druella- non parlo con i mezzosangue- Rosier; c'era chi era semplicemente perfido, come Dolores Umbridge, e infine c'erano le vittime della situazione, come la timida Elieen Prince e Alphard Black, che si erano ritrovati in quel Casato tra capo e collo.

Esisteva solo un soggetto che Myrtle non riusciva proprio a comprendere, un ragazzo riservato e imperscrutabile che si faceva beffa di tutte le sue categorie mentali: Tom Riddle.

Quel sedicenne era una vera e propria sfida per la sua testa, perché era diverso da tutti gli altri, pur non facendo niente per sembrarlo. Manteneva un profilo basso, aveva modi garbati ma allo stesso tempo freddi e distaccati, come se fossero il frutto di un calcolo ben ponderato. Niente in lui era spontaneo, di questo Myrtle era sicura.

Ciò che però la lasciava più perplessa era il comportamento incomprensibile degli altri Serpeverde, che non solo lo trattavano come se fosse un Purosangue loro pari, ma lo stimavano pure, sempre alla ricerca del suo consenso come se fosse una sorta di maschio alfa.

Eppure Tom era un Mezzosangue esattamente come lei, ma nessuno pareva farci caso. Perfino l'estremismo di Walburga Black si quietava davanti a lui, anzi, spariva, dato che ne era- notoriamente accertato- innamorata cotta.

...Solo perché è bello, pensava Myrtle, sprezzante.

Come poi molte altre ochette, Walburga non era certo un caso isolato.

In effetti Tom era interessante, niente da dire. Diciamo pure bello, anzi bellissimo, di quelle bellezze diverse e non convenzionali, prive di occhi azzurri o muscoli scolpiti.

A Myrtle, però, Riddle non piaceva affatto. Tutto quello che poteva provare per lui era un senso di inquietudine misto a impotenza, nulla che si avvicinasse a sentimenti romantici.

O almeno questo si era sempre sforzata di pensare.

In realtà è difficile essere indifferenti a uno come Tom Riddle, perfino per una ragazza profonda come era lei. Perché oltre a questa bellezza magnetica, Tom aveva anche molto altro, era carismatico, brillante, molto più sveglio e maturo dei suoi coetanei, tutte qualità che cozzavano inesorabilmente con il suo status di ragazzo orfano e praticamente nullatenente.

Dove trovava tutta quella sicurezza in se stesso? Dove aveva imparato ad essere così garbato e signorile?

No, c'era qualcosa che non quadrava, e Myrtle sembrava l'unica persona della scuola ad essersene accorta. Giusto il professor Silente aveva mantenuto una certa obiettività nei suoi confronti, ma il resto del corpo insegnanti pareva abbagliato dalle sue mirabolanti capacità da studente modello.

Certo, Tom era bravo, ma lo era anche Myrtle. A dire il vero Hogwarts pullulava di ragazzi studiosi e ben educati, ma Tom era lodato e apprezzato come se fosse un caso più unico che raro, come se tutti sentissero la necessità di farselo amico, insegnanti compresi.

Perché lui aveva dei privilegi che a lei non erano riconosciuti? Perché lei non era invitata a quelle buffonate del LumaClub come lui?

No, non era giusto.

Insomma Riddle non le piaceva affatto, e Myrtle non faceva niente per nasconderglielo.

Anche quella sera di inizio novembre, quando lei era di ronda per i controlli che le erano stati assegnati in qualità di Prefetto, Tom si impicciò e le fece saltare i nervi, tanto per cambiare.

Myrtle infatti si stava trascinando per i corridoi del secondo piano con andatura annoiata e una torcia in mano, ignorando ben bene tutte le lamentele dei ritratti dormiglioni.

Quella sera era il turno dei Corvonero, e come sempre il suo compagno Prefetto aveva scaricato tutto il lavoro su di lei.

Non che fosse niente di troppo impegnativo, doveva solo accertarsi che tutti gli studenti -in particolar modo i primini, il cui entusiasmo di dormire fuori casa era pressoché incontenibile- fossero a letto o perlomeno chiusi in camera.

Myrtle quindi camminava lentamente, dietro di lei era tutto buio e non volava una mosca, tanto che quasi si convinse di tornare indietro.

A un certo punto, però, sentì uno strano rumore. Si fermò immediatamente e si guardò intorno per accertarsi che non fosse uno scherzo di qualche stupido bambino, ma intorno a lei non c'era proprio nessuno, era sola in mezzo al buio.

Avanzò lentamente, e il rumore si ripresentò. Sembrava un sibilo strascicato, appena udibile.

-C'è qualcuno?!- domandò a voce alta, spaventata -Guarda che se è uno scherzo non è affatto divertente, dopo riderò io quando finirai nell'ufficio del preside Dipett!-

Senza rendersene conto, aveva le mani che le tremavano.

Calma, Myrtle, è solo uno scherzo, sono quelli del primo anno che fanno gli stupidi, non c'è niente da temere, respira”

Infine un tonfo secco, proveniente da dentro le mura, la fece gridare di paura e cadere a terra per lo spavento. La torcia si ruppe rovinosamente in mille pezzi, tutto si fece buio e lei perse gli occhiali. Col cuore a mille e la pelle d'oca per il gelo del pavimento, Myrtle cominciò a cercare a tentoni la bacchetta o perlomeno gli occhiali, ma non sentiva altro che le fughe dei piastrelloni cementati e il pietrisco umido della roccia. Sarebbe probabilmente morta di infarto se non fosse spuntato lui, con la bacchetta illuminata da una parte e i suoi occhiali dall'altra.

-Hai perso qualcosa?- le domandò Tom Riddle serenamente, con un sorriso palesemente divertito. La luce della sua bacchetta gli illuminava parzialmente il volto e donava ai suoi occhi scuri un inquietante luccichio rosso, ma Myrtle non ci fece neanche caso

-TU!- gli puntò il dito contro, la voce più gracchiante del solito -Tu! Piccolo serpente che non sei altro! Dovevo aspettarmelo!-

Si alzò goffamente e gli strappò letteralmente gli occhiali di mano.

-Mio Dio, Riddle, ti diverti a spaventarmi!?-

Tom strinse le labbra per trattenere un sorriso colpevole.

-Andiamo, ti recupero da terra e questo è il ringraziamento?-

-Sei tu che mi hai fatto cadere- rimbeccò Myrtle, con le labbra arricciate dal nervosismo -Non sono stupida, tu giochi tanto a fare il perbenista e il santarellino, ma in realtà sei più subdolo di una sirena! Quei sibili...-

-Quali sibili, Myrtle?-

La ragazza si sentì arrossire.

-Ho sentito dei sibili nel muro...-

-Sibili nel muro? Ma davvero?- ridacchiò Tom con una dolcezza pungente, avanzando di qualche passo verso di lei -Sicura di stare bene?-

-Io sto meravigliosamente! Se c'è qualcuno che non è posto quello sei tu!-

-La vuoi smettere di attaccarmi?-

-NO!-

Il mago le fece un sorriso abbacinante e lei maledì se stessa e la sua ineluttabile prevedibilità. Tom le piaceva esattamente come piaceva a quelle stupidotte delle sue coetanee, non poteva farci niente.

-Sei molto più carina senza occhiali- asserì dolcemente, sfiorandole le guance bollenti con un dito -Dovresti indossarli meno spesso-

-Se anche fosse, non sono affari tuoi- gli rispose imbarazzata, arretrando di parecchi passi -Io amo i miei occhiali e continuerò a metterli anche da morta-

-Vedremo...-

-Ora se vuoi scusarmi, ho due piani interi da controllare-

-Dai, Myrtle, aspetta un momento-

Senza spiegarsi bene il motivo, la ragazza si fermò all'istante. Aveva la pelle d'oca e le guance roventi e, per quanto fosse impossibile, sentiva freddo e caldo insieme.

-Che cosa vuoi, Riddle?- cercò di rispondergli con tono scocciato -Guarda che non è giornata-

Tom le fece segno di avvicinarsi, ma lei scosse la testa e arrossì più di prima.

Allora lui le si avvicinò, talmente tanto da farla sussultare dalla sorpresa.

Mirtilla non aveva mai baciato un ragazzo né intendeva farlo, ma in quel momento, quando le labbra di Tom sfiorarono appena le sue, si ritrovò con il gli occhi chiusi e il viso rivolto verso l'alto.

-Domani alle tre ti aspetto nel bagno del ragazze, quello del primo piano che non frequenta nessuno- le sussurrò dolcemente, vicino all'orecchio -Inventati una scusa, Myrtle, lo so che sei intelligente-

La Corvonero annuì, priva della forza di aggiungere altro.





Il giorno dopo, alle ore quattro e trentacinque minuti, la giovane Myrtle Elizabeth Warren fu trovata morta, riversa supina nel pavimento del bagno più squallido del castello.

Aveva gli occhi spalancati per la sorpresa e gli occhiali tondi ancora bene appoggiati sul naso. Non sembrava affatto triste, a dire il vero.

Oggi il suo fantasma, che si trova a vagare senza pace nel limbo del castello di Hogwarts, afferma ai curiosi di essere finita lì per “Nascondermi a piangere, dato che Olive Hornby mi prendeva in giro per via degli occhiali.”

Sicuramente è un'ottima scusa, dopotutto lei fu davvero intelligente, tanto da percepire il seme della crudeltà nel giovane più insospettabile della scuola.

E fu anche di parola, porta ancora gli occhiali.








Note

Ciao a tutti! :)

Comincio una nuova raccolta che ha come filo conduttore il nostro caro Tom Riddle... Le protagoniste che ci saranno, hanno (secondo me) svolto tutte un ruolo importante nella sua vita, alcune sono scontate, altre un po' meno (tipo lei, Mirtilla). I capitoli saranno sette e anche se ho messo raccolta di One-shot, sappiate che le storie sono tutte collegate fra loro, compresa la vita dei personaggi.

Rispetto a questo capitolo, ho cercato di mantenere Mirtilla IC, rendendola suscettibile e polemica proprio come la conosciamo, anche se per me in lei c'è molto di più di ciò che appare.... Ah, i sibili nel muro si riferiscono al Basilisco che si aggira nelle 'tubature' (non chiedetemi come può un basilisco scorrazzare indisturbato nelle tubature di Hogwarts, non l'ho mai capito ^^”).

Spero che mi lascerete un parere.

Ne approfitto con l'augurarvi Buon Natale,

Ecate





   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: EcateC