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Autore: Serendipity__    08/07/2016    6 recensioni
Ciò che succede a Las Vegas rimane a Las Vegas. Si dice spesso così, ma può valere anche per un matrimonio?
Se lo chiede la ventenne Beth Greene che in una notte di follia si ritrova sposata al rude, ma affascinante, Mr. Dixon.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Care fanciulle buongiorno!
Come prima cosa fatemi dire che sono stata entusiasta di vedere che l'idea di questa storia sia stata accolta così bene! Come vi ho già detto non vuole avere nessuna pretesa, se non quella di essere piacevole e rendere l'umore della sottoscritta un pò più spensierato mentre la scrive! (Perchè diciamo che quando scrivo i capitoli di "Alone", per esempio, certe volte finisco che mi angoscio davvero da sola! XD).
Come seconda cosa vi annuncio che sono stata in vacanza per una settimana! Ecco perchè sono sparita e non ho risposto alle vostre recensioni! XD
Solo che il mio compagno - e non posso dargli torto - mi ha minacciato di buttare il pc in mare se osavo anche solo accenderlo (perchè io in realtà l'avevo portato!!!!!!!!!). Eh eh eh... vi da un'idea di come impieghi il mio tempo libero non appena ne ho un pò a disposizione!
Per cui recupererò con le recensioni e finirò anche di scrivere quel benedetto capitolo di Alone, che mi manca davvero poco! E speriamo che la vostra pazienza sia ripagata dal suo contenuto...
Ma adesso la finisco di blaterare e vi lascio alla lettura.
Buon weekend, baci.
Serena







JUST MARRIED




- Tuo padre e Shawn lo uccideranno.
- E poi uccideranno te.
- E poi uccideranno anche voi due, visto che eravate qui con me e me lo avete lasciato fare.
Le sue migliori amiche, Carolyn e Darla, le avevano rivolto uno sguardo colpevole, prima di spostarlo sui due uomini che occupavano un tavolo non molto distante dal loro.
- Quindi, sarebbe quello il tizio che ci ha fatto i tatuaggi?
Come per lei, anche nella testa delle sue amiche c'erano degli enormi buchi neri.
- Sì, è il fratello. Si chiama Merle. E' suo lo studio dove siamo finite.
Si era sentita arrossire paurosamente nel dirlo, perchè le erano tornate in mente le esatte parole con cui Mr. Dixon - anzi, Daryl, perchè così si chiamava suo... marito! - glielo aveva presentato.
"Lui è Merle, mio fratello. E' lui che ti ha fatto il tatuaggio che hai sul fianco. Questo almeno te lo ricordi?"
Ma lei non si ricordava nemmeno di quello!
Di tutta quella storia aveva ben chiara una cosa soltanto: l'attrazione irresistibile che aveva provato non appena i suoi occhi si erano posati su Daryl.
Dio, mio padre e mio fratello mi uccideranno davvero! Sono ufficialmente sposata con un perfetto sconosciuto!
Mentre Carolyn e Darla avevano ripreso a chiedersi come diavolo avrebbero fatto a risolvere tutto quel casino senza doverlo dire a casa, Beth aveva avuto la malaugurata idea di incrociare lo sguardo di due occhi intensamente azzurri, rimanendoci incatenata come se non esistesse nientaltro al mondo che valesse la pena guardare.
I suoi neuroni si erano azzerati di colpo, lasciando vivo soltanto un desiderio: alzarsi per raggiungerlo e scoprire tutto di lui.
Perchè quella rimaneva la verità più sconvolgente: l'ultima cosa che voleva, nonostante la parola "disastro" campeggiasse a lettere cubitali su tutta quella storia, era che Daryl Dixon scomparisse dalla sua vita come se non fosse mai esistito.


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- Sei sicuro che il matrimonio sia proprio valido?
- Sì. Esse - i! E se me lo chiedi un'altra volta, penso che ti aprirò la testa in due per ficcarci meglio dentro il concetto!
- Siamo su di giri, eh?
- Cristo, mi sembri più coglione del solito! E non ne ho affatto bisogno, sai? Sono già abbastanza nella merda così!
- Oh, puoi dirlo forte, fratellino. Perchè se la bambolina stesse guardando me, come se fossi il suo gelato preferito tutto da leccare, sta sicuro che mi ci sentirei anch'io!
Con uno sforzo disumano, Daryl era riuscito a distogliere lo sguardo da quegli occhi azzurri che riuscivano a rimescolargli tutti gli organi interni, per riportarlo su suo fratello e lanciargli un'occhiata che se fosse stata un'arma, lo avrebbe ucciso seduta stante.
- Sei un fottuto pervertito! E se soltanto provi a toccarla con un dito, ti stacco le palle e te le faccio ingoiare, capito?
Per tutta risposta Merle gli era scoppiato a ridere in faccia, più divertito che mai, attirando non solo gli sguardi delle tre ragazze, ma anche quello degli altri clienti presenti nella tavola calda.
- Ehi, sei sposato solo da ventiquattrore, però ti sei già calato bene nei panni del maritino geloso.
- Merle, sul serio, la mia pazienza sta toccando paurosamente il limite. Potrei dimenticarmi che scorre il mio stesso sangue nelle tue vene.
- Ooohhh, questa sì che è una minaccia degna di Iceman.
Se anche lo aveva detto ridendo, Merle aveva dato segno di aver capito che era meglio non superarlo il limite però, oppure sarebbe finita a botte tra di loro. Non sarebbe stata la prima volta, nè l'ultima, però sarebbe stata decisamente dolorosa visto il pessimo umore di suo fratello.
- A proposito... hai intenzione di dirle la verità su come sono andate le cose o continuerai con la tua recita da quattro soldi?
Quella domanda lo aveva colpito come un pugno nello stomaco.
Cazzo, in tanti anni passati a destreggiarsi tra mille casini anche più grandi, quella ragazzina era stato il suo primo, vero errore.
La sua proverbiale freddezza era andata letteralmente a farsi fottere nel momento in cui aveva posato lo sguardo sulla piccola Beth Greene.
I suoi occhi, innocenti e intriganti nello stesso tempo, avevano risvegliato dentro di lui tutta una serie di istinti - e tra i più forti proprio protezione e possesso - mandandandolo in totale corto circuito.
"Iceman" si era sciolto davanti a quella ragazzina con la stessa velocità di un cubetto di ghiaccio immerso in un liquido bollente.
Bollente.
Era la parola giusta per descrivere come si era sentito nel momento in cui l'aveva baciata la prima volta. E poi la seconda, la terza, la quarta, la quinta....
Cazzo! Era un miracolo che non si fosse spinto oltre con lei!
- Ehi, Iceman, mi sa che è meglio se torni coi piedi per terra!
- Piantala di chiamarmi così!
Quel coglione di suo fratello si stava proprio divertendo alle sue spalle e iniziava ad avere davvero una gran voglia di sfogarsi su di lui a suon di cazzotti!
- Forse non hai tutti i torti. Sembri più un orsacchiotto in amore questa mattina...
Ora lo ammazzo!
Ma non poteva farlo, non in quella tavola calda piena di testimoni ... e soprattutto non davanti a lei!
Non aveva nessuna intenzione di mostrarle di che pasta fosse fatto realmente.
E per il solo fatto di averlo pensato anche un solo attimo, di voler essere diverso da com'era sempre stato, si era sentito sprofondare ancora di più nella merda. Era stato davvero l'errore più grande della sua vita quello che aveva fatto la sera prima.
D'altronde era stata anche l'unica maniera per impedirle di fare una cazzata più grande, dal momento che era capitata nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Daryl Dixon, detto Iceman nel giro delle corse clandestine di cui ormai era il re indiscusso da svariati anni lì a Las Vegas, si era a quel punto alzato, rivolgendo al fratello il solo saluto che gli potesse riservare, cioè un dito medio ben piantato davanti al naso.
- Certo, ho capito. Ti voglio bene anch'io fratellino! 
Ovviamente Merle non si era esentato dallo sfotterlo sino alla fine, guadagnandosi così un'altra occhiata omicida e in aggiunta, anche l'altro dito medio.




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- Sta venendo qui, Beth!
- E pare anche incavolato più di prima! Mi sa che suo fratello non gli è stato d'aiuto.
- Oddio, oddio! Che cavolo faccio, ragazze?
Alla fine, dopo tanto parlare, non erano comunque giunte a niente di concreto, se non per il fatto che fossero state tutte dell'idea che quel casino enorme avrebbe avuto un'unica conclusione: la loro morte certa nel momento in cui lo avrebbero saputo i familiari di Beth!
- Digli di no!
- Digli di sì!
Ecco, come sempre, Carolyn e Darla erano all'opposto!
- Ragazze, così non mi aiutate!
Ma ormai, suo marito, le aveva raggiunte al tavolo, azzittendole di colpo con quella sua aria a metà tra il pericoloso e il terribilmente sexy.
Perchè, almeno su una cosa erano state tutte d'accordo: Daryl Dixon era uno strafigo pazzesco!
Alto, muscoloso, capelli lunghi e ribelli, occhi azzurro ghiaccio e un'aria da maschio Alpha che avrebbe fatto venire le palpitazioni a qualsiasi essere di genere femminile.
E infatti così era stato nel momento in cui le loro strade si erano incrociate!
- Allora? Hai riflettuto sulla mia proposta?
- Ecco... ehm... pensato ci ho pensato...
Impappinarsi non era tipico di lei, almeno non di solito, però sotto lo sguardo di quegli occhi che sembravano passarla ai raggi laser, convincendola che riuscissero a scorgere anche i suoi pensieri più intimi, si sentiva tornare indietro a quando era solamente una quattordicenne timida e impacciata con i ragazzi!
- E quindi? Guarda che la mia proposta ha una scadenza ben precisa! Cioè esattamente tra due minuti, ossia quando varcherò quella soglia e me ne andrò per la mia strada, buttandomi alle spalle tutta questa storia!
Ecco, se poi lui dava di nuovo voce a quel suo modo di fare rude ed incazzoso, chissà perchè, a lei invece di provocarle una reazione avversa, le faceva vibrare corde profonde che la inducevano a credere di aver trovato la sua perfetta controparte.
Luce e tenebra, Yin e Yang, ordine e caos, fuoco e acqua.
Forse aveva letto troppi libri, e alcuni anche troppo romantici, eppure nel pensare a lei e Mr. Dixon, era la teoria degli opposti che le veniva in mente.
Opposti ma complementari, come le due metà di un cerchio pronte a combaciare perfettamente.
Sì, forse aveva decisamente letto troppo... ma soprattutto bevuto troppo la sera prima! Probabilmente gli effetti non li aveva ancora smaltiti del tutto, ed ecco perchè si ritrovava a fare quei pensieri assurdi!
- Eh no, Mr. Dixon! Non credo proprio che se ne possa fregare così di tutta questa "storia"! Le ricordo, che lei c'è dentro tanto quanto Beth! La colpa è anche sua, quindi!
La giusta reazione inviperita, l'aveva avuta Darla, che da sempre, tra loro tre, era quella con i piedi saldamente ancorati a terra. Niente voli di fantasia, o sogni ad occhi aperti per lei, ma solo solide certezze!
- Ragazzina, ho forse parlato con te?
Ritrovarsi quegli occhi puntati addosso non era affatto una passeggiata, e la dimostrazione pratica era stata che anche Darla aveva subito il loro magnetismo, perchè di colpo era arrossita mostrando un momento di incertezza mai visto prima.
- No, però...
- E allora, restane fuori.
Semplice e categorico.
Come solo un uomo sicuro di sè - perchè Mr. Dixon lo era davvero un uomo fatto e finito con i suoi trentasei anni di vita - poteva essere.
E probabilmente lei stava per prendere la decisione più sbagliata della sua vita, anzi la seconda dopo quella di essersi ubriacata in quella maniera indecente, però una parte di lei era convinta invece che non ce ne fosse un'altra migliore.
Probabilmente era la parte attratta irresistibilmente dal suo affascinante - e nuovo di zecca - marito, però era quella che aveva appena vinto la battaglia svoltasi dentro di lei sin da quando aveva messo piede in quella tavola calda, insieme a tutti gli altri, per mettere qualcosa nello stomaco e ragionare sulla situazione.
Da una parte lei e le sue amiche, dall'altra Mr. Dixon e suo fratello, nonchè artefice dei loro tatuaggi e perciò causa del loro incontro. Qualcosa, infatti, dopo quel bacio irruente che si erano scambiati di nuovo nella sua stanza, lei e Daryl si erano detti.
O perlomeno, lui aveva parlato e lei aveva ascoltato, perchè a quanto pareva il meno ubriaco tra loro due, era stato proprio lui. Le aveva raccontato, per esempio, che era stato nello studio del fratello che si erano incrociati. Lei per farsi tatuare, lui perchè aspettava dei tizi con cui si era dato appuntamento lì.
A quanto pareva, aveva fumato dell'erba anche lei, offerta gentilmente da quel "coglione senza cervello" di suo fratello, come l'aveva definito lui stesso. Ne aveva fumata un pò anche lui, scolandosi insieme qualche birra. Mentre glielo raccontava, lei veramente aveva pensato che non sembrava il tipo da non reggere un pò di erba e birra, però come diceva sempre suo padre, non bisognava giudicare qualcuno solo dalle apparenze.
A quel punto, anche per lui i ricordi si erano fatti un pò confusi, perchè le aveva accennato ad una rissa scoppiata con i tizi che aspettava e che nel frattempo erano arrivati, proprio perchè uno di loro aveva iniziato a farle proposte indecenti. Ma da quello a come poi erano finiti davanti ad un funzionario governativo per sposarsi, anche lui non aveva saputo dirglielo.
Dal momento che lei aveva brancolato nel buio più assoluto, non aveva potuto fare altro che dargli il beneficio del dubbio che le cose, almeno in parte, fossero andate così.
- Credo abbia ragione, invece, Darla.
- Scusa?!
Ritornando al presente, Beth si era rivolta all'amica esponendo ciò che aveva avuto in mente, solo che era partita male ed era corsa subito ai ripari.
- No, non hai capito. Non che non ti devi impicciare, ma che è vero che il problema, alla fine, è soltanto mio e... suo. Non vostro.
Aveva guardato negli occhi le sue migliori amiche, sperando che capissero quanto fosse convinta di quello che stava per dire.
- Carol, tu ti sposi tra cinque giorni. Devi andare a casa e pensare al tuo matrimonio. E tu, Darla, devi aiutarla a non perdere la testa.
In automatico era venuto da sorridere a tutte e tre, perchè si conoscevano troppo bene e sapevano che Carolyn sarebbe andata nel panico più assoluto, e che quindi, almeno una di loro due doveva essere lì ad impedirglielo.
- E' dannatamente vero, Beth. Ma è altrettanto vero che anche tu hai bisogno di noi.
Era vero, anche lei era in una situazione difficile, però... c'era Mr. Dixon con lei, no? Era l'altra metà di quel casino - e del cerchio - e sembrava intenzionato a risolvere anche lui quella faccenda piuttosto in fretta.
- Oh, cazzo! Non starete per mettervi a piangere, ora, vero?
Ecco, appunto, dava proprio l'impressione di uno che sapesse stare a galla anche se sbattuto nel lato alto della piscina! Niente panico, solo un concentrato di determinazione e nervi saldi! Giusto quello che le serviva, no?
- No. Per quel che mi riguarda, ho smesso di piangere all'età di dieci anni. Dopo che ho dato un pugno sul naso a Jeremy Stalton, facendogli passare per sempre la voglia di chiamarmi Darlina la gallina!
Beth e Carolyn se lo ricordavano bene quel momento epico, perchè erano state presenti. E a giudicare da come Darla stava guardando Mr. Dixon, sembrava pronta ad una replica anche con lui, nonostante fosse stato molto più minaccioso di Jeremy Stalton.
- Ehi, mi sa che state dando spettacolo. Almeno non fatelo gratis, facciamogli pagare il biglietto a questi guardoni!
La voce fuori campo era stata quella di Merle, che si era avvicinato per gustarsi meglio la scena, ma soprattutto la faccia del fratello alle prese con quella  bambolina che sembrava davvero mandarlo fuori di testa.
- Merle, stanne fuori!
- Ma sa dire soltanto quello, per caso, Mr. Dixon?
Darla, che veramente da dopo quel pugno non si era fatta mettere i piedi in testa più da nessuno, si era beccata in risposta un'occhiata di quelle che sembravano poter incenerire qualcuno seduta stante.
- Sapete cosa vi dico? I due minuti sono passati da un pezzo, perciò io me ne vado.
E l'attimo dopo, Mr. Dixon stava dando le spalle a tutti loro, lei compresa, diretto verso l'uscita.
- Guarda, bambolina, che fa sul serio. Se non lo becchi ora, non lo rivedi più.
Visto che a dirglielo era stato niente di meno che suo fratello, qualcuno che si presupponeva dovesse conoscerlo bene, Beth era stata costretta ad agire molto in fretta.
- Okay,  va bene.
Aveva tirato un grosso respiro e poi si era buttata definitivamente verso l'ignoto.
- Ragazze, vi voglio bene e se voi ne volete davvero a me, dovete fare come vi dico. Carolyn, dirai a mio padre che mi hai chiesto di farti un'enorme piacere: rimanere a Las Vegas con le tue cugine! Inventati che sono due inaffidabili o qualsiasi altra cavolata per cui abbia un senso che io sia rimasta a sorvegliarle!
Carolyn aveva fatto per parlare, ma lei non le aveva lasciato il tempo.
- Questo mi concederà il tempo per cercare un avvocato e presentare domanda di divorzio! Solo che per farlo ho bisogno anche di lui, lo capite vero?
Era chiaro anche a loro, perchè Carol aveva richiuso la bocca, mentre anche Darla annuiva rassegnata.
- Okay, quindi posso contare su di voi?
Tutte e due avevano di nuovo annuito, sollevandole almeno in parte il morale.
- Bambolina, guarda che questo è il rumore della sua moto. Dieci secondi e sgomma via.
Era vero, nel locale era appena risuonato un rombare cupo e profondo.
- Okay, okay. Allora ci sentiamo non appena siete arrivate! Quando avrete informato papà fatemelo sapere, così lo chiamerò subito dopo. Meglio metterlo davanti al fatto compiuto che non sarò tornata con voi!
Lo sguardo terrorizzato di Carolyn le aveva suggerito che Hershel Greene avrebbe fatto fuoco e fiamme quando non l'avrebbe vista scendere dall'aereo insieme a loro, ma del resto sarebbe sempre stato meglio che dovergli raccontare tutta la verità sulla loro notte di follia! Se fosse riuscita a risolvere la cosa, ne avrebbe potuto parlare con i suoi familiari a divorzio avvenuto! Okay, sarebbe stata lo stesso una tragedia per loro, ma almeno già con un lieto fine!
- Carol, non fare quella faccia! So che sarete bravissime a mentire! Tutte e due.
Intanto, però, aveva preso ad indietreggiare tra i tavoli, con addosso lo sguardo dei presenti sempre più incuriositi, come se stessero davvero assistendo ad uno spettacolo.
- Certo, come no! Beth, questa volta ci devi più della vita! Sappilo!
Il rombo di fuori si era fatto più forte, segno che suo marito era davvero pronto a schizzare via. Così, anche lei era schizzata, lanciandosi verso la porta senza più voltarsi indietro. Una volta sul marciapiede, aveva visto Mr. Dixon a cavallo della sua moto, pronto a partire.
- Ehi! Ehi!
Era corsa verso di lui, sbracciandosi forse anche in maniera troppo esagerata, dal momento che molti automobilisti avevano rallentato per guardarla.
- Mr. Dixon!
Che poi, perchè continuava a dargli del lei, quando si erano baciati in quella maniera intima e sconvolgente?
- Daryl, aspetta!
Aveva alzato la voce per farsi sentire e ce l'aveva fatta, dal momento che si era voltato finalmente dalla sua parte. Quando erano stati uno di fronte all'altro, lo aveva visto sollevare la visiera oscurata per poterla fissare dritta negli occhi.
- Questo vuol dire che ti sei finalmente decisa, ragazzina?
Si era decisa?
- Sì.
- E quindi?
- E quindi mi fermo. Cerchiamo un avvocato, come hai suggerito, e divorziamo.
Gli occhi azzurri di Daryl si erano assottigliati, trasmettendole una sensazione completamente diversa da quella che si era aspettata.
Sembrava... contrariato! O forse era lei che voleva vederla così?
- Okay. Allora salta su. Credo di conoscere già chi ci può aiutare.
Le aveva teso l'altro casco, quello che 
presupponeva avesse portato apposta per lei, sfilandoselo dal braccio. Solo che aveva esitato un attimo nel prenderlo, dandogli modo di capire che forse c'era un ulteriore problema.
- Non dirmi che hai paura di andare in moto!
In effetti... ci era andata una volta soltanto, con un suo compagno del college, e non era stata una bella esperienza.
- Potrei prendere un taxi.
Ma Daryl, per tutta risposta, aveva spento la moto, per poi metterla sul cavalletto e scendere, sfilandosi a sua volta il casco.
- Non se ne parla nemmeno! Tu devi venire in moto con me.
Non era stato un vero e proprio ordine, le era sembrato più come se ci fosse stata dietro una questione di... principio! Sì, ecco, nel sottolineare quel "devi" c'era come l'idea che non fosse possibile che lei non volesse andare in moto proprio con lui!
- E' che una volta ho provato... ma non è stata una bella esperienza.
Lui l'aveva guardata di nuovo come se avesse appena pronunciato l'impronunciabile.
- Con me sarà diverso.
Semplice e categorico.
Lo aveva pensato di nuovo, perchè erano due aggettivi che sembravano davvero calzargli a pennello.
- Ti aiuto a mettere il casco.
Ecco, un "no" come risposta, pareva proprio non essere contemplato da lui riguardo alla questione "andare in moto".
- Posso almeno chiederti da quanto tempo guidi la moto?
Aveva deciso di fidarsi un'altra volta del suo istinto, che vedeva nella sicurezza di Daryl la prova che forse non avrebbe rischiato la vita su quel bolide tirato a lucido.
- Da un sacco di tempo.
- Ma di preciso?
Solo che non c'era stata risposta alla sua domanda, perchè lui nel frattempo le aveva infilato il casco e abbassato la visiera, come a dire "o ti fidi, o ti fidi".
Semplice e categorico.
Come il suo rimontare in sella, facendole poi cenno di salire dietro di lui. Per un attimo non si era sentita abbastanza coraggiosa, un pò perchè aveva davvero paura di riprovare l'esperienza di andare in moto, un pò perchè stava per rimanere del tutto sola con lui.
Però, in fondo, c'era già stata da sola con lui, no? Ed era stata anche completamente fuori di sè, ma lui non se ne era approfittato! O forse, sì?
Oddio! Non aveva nemmeno messo in discussione l'idea che lui potesse averle mentito sul quel particolare! E quel pensiero l'aveva fulminata, facendole fare un passo indietro, mentre risollevava la visiera di colpo, ottenendo che Daryl facesse lo stesso.
- Qual'è il problema, adesso?
Lo sguardo che le aveva rivolto era stato a metà tra lo spazientito e l'incazzoso.
- Mi hai detto davvero la verità sul fatto che...
E non arrossire di imbarazzo le era stato proprio impossibile.
- ... non siamo stati insieme?
Ti prego, dimmi di sì!
E aveva realizzato che voleva fosse un "sì" non perchè preoccupata del fatto che se no sarebbe stata a letto con un perfetto sconosciuto, ma perchè non voleva pensare che avrebbe voluto dire non avere nessun ricordo della loro prima volta insieme.
Prima volta?
Quindi se c'era stata, voleva che ce ne fosse una seconda! E se non ci fosse stata, sarebbe stata contenta perchè aveva la possibilità di poterla vivere da sobria e ricordasela!
In ogni caso, significava che desiderava fare l'amore con lui!
- Sì, te lo ripeto: non - siamo - stati - insieme.
Lo aveva scandito bene, ma soprattutto l'aveva fissata in una maniera che l'aveva fatta andare letteralmente a fuoco! Il suo sguardo le aveva detto di nuovo, come era successo appena qualche ora prima nella sua stanza d'albergo, che nonostante lo avesse desiderato molto, però non l'aveva fatto.
- Ora, possiamo andare?
Si era riabbassato la visiera, dando gas e facendo rombare il motore, tanto che aveva sentito il petto vibrarle.
O era il cuore che stava per saltarle fuori da tanto stava battendo forte?
E ancora non era stato niente, rispetto alle capriole che aveva preso a fare quando si era decisa a salire sulla moto dietro di lui. Allora sì, che aveva pensato di rimanerci secca!
Perchè la moto li aveva costretti ad un contatto molto - troppo! - ravvicinato: il suo petto si era spalmato sulla schiena muscolosa e le cosce si erano strette intorno ai fianchi snelli.
Come ciliegina sulla torta, aveva dovuto anche circondargli la vita con le braccia per tenersi salda sulla sella, ritrovandosi sotto le mani i muscoli sodi dell'addome, che le avevano evocato immediatamente un'immagine di lui a torso nudo in grado di procurarle davvero un infarto.
Beth, è un perfetto sconosciuto! Concentrati solo su questo!
Più facile a dirsi, che non a farsi! Perchè non appena la moto si era messa in movimento, lei era stata costretta ad aggrapparsi ancora di più a lui, dal momento che nel giro di un secondo la sua guida li aveva portati a zigzare nel traffico come se fossero stati la pallina impazzita di un flipper!
Non ne uscirò viva!
Ma non era stato più il pensiero di morire spiaccicata sull'asfalto a farle paura, quanto più la sensazione che quella corsa in moto con lui si stesse rivelando una delle esperienze più emozionanti provate in vita sua.
 





* Spazietto autrice che pone una domanda alle sue lettrici *


Siete d'accordo con me che Mr. Dixon - alias Norman Reedus - sia uno strafigo? A volte mi sento proprio una fangirl fatta e finita, ma che ci posso fare? E' stato amore a prima vista con lui e da lì non mi sono più schiodata! XD
Spero tanto che almeno voi mi possiate capire! ^-^
Ancora grazie per essere passate anche da questa storia.
Bacioni
Serena
  
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