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Autore: Nene_92    05/10/2016    10 recensioni
Gli studi sono conclusi e i MAGO terminati.
Come se la caveranno i protagonisti nella vita di tutti i giorni?
(Piccola raccolta di One shot sui personaggi della storia principale "Grimm | Jager der Dunkelheit" che fa parte della serie "Grimm")
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Cross-over, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'Grimm'
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3

- Page, Micah e Brian -





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Fine luglio 2021, Casa Price




"Allora? Com'è andata?"
Domandò Brian a bruciapelo, osservando di sottecchi Micah che continuava a fissare perfettamente immobile il foglio appena arrivato da Hogwarts.
Da quando aveva ricevuto la busta contenente i risultati dei MAGO, l'ex capitano dei Corvonero non aveva più detto una parola.
Cosa strana, visto che per tutta mattina sia il chitarrista che Page non avevano fatto altro che ascoltare le sue elucubrazioni sullo svolgimento degli esami.
"Diciamo che non sono andato male." Fu la risposta criptica.
La ragazza, con uno sbuffo, gli strappò il foglio di mano. "Fa vedere!" Rimase un attimo in silenzio prima di esclamare "Sette Eccezionale e tre Oltre ogni Previsione! Alla faccia del 'non male'!" Lo prese in giro mentre Brian iniziava a ridere.

"Cosa pensi di fare adesso?" Domandò dopo un po' Page. "Proverai ad entrare all'Accademia di Medimagia? Con questi voti saresti accettato di sicuro!"
Ma Micah fece un segno di diniego con la testa. "In realtà non lo so... credo di averne abbastanza della magia dopo quest'anno."
Davanti alle facce perplesse dei due Corvonero, si spiegò meglio "In realtà stavo pensando di iscrivermi alla Facoltà di Medicina babbana e poi prendere la specializzazione in pediatria infantile." Ammise alla fine "Però non ne sono sicuro..."
"Sarebbero un bel po' di anni di studio in più." Commentò Brian. "Ma se è quello che vuoi fare, allora fallo."
"E' che in realtà non lo so neanche io... per tutta la vita ho avuto sempre qualcun altro che ha deciso per me... e adesso che sono libero di scegliere... mi sento... strano." Cercò di spiegarsi Micah, mentre Page gli prendeva la mano per accarezzargliela.
"Lo sai che qualsiasi cosa scieglierai io ti appoggerò sempre... e anche questo rompiscatole qua di fianco!" Aggiunse allungando l'altra mano per sfregarla in maniera giocosa sui ricci di Brian.

"Il rompiscatole di fianco ha appena avuto l'idea del secolo!" Esclamò il diretto interessato all'improvviso "Perchè non ti prendi un anno sabbatico durante il quale decidi cosa fare? Visto che vorrei fare anche io un percorso di Medimagia, se alla fine vorrai restare nel mondo magico potremo svolgere il percorso insieme... se invece deciderai di fare il medico alla babbana... beh non ti libererai del rompiscatole comunque!"




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4 anni dopo



Page si sfregò ripetutamente le mani sulla giacca, in preda ad un forte tic nervoso.
Era terribilmente emozionata quel giorno. Da quei risultati, sarebbe dipeso tutto il suo futuro.
Sgomitando per riuscire ad aprirsi un varco nella folla che assediava il corridoio, avanzò fino ai tabelloni appesi al muro e iniziò a cercare febbrilmente il suo nome.
Se ci fosse stato, allora avrebbe significato che ce l'aveva fatta davvero.
Dopo qualche minuto di agonia - con la sua fortuna aveva beccato proprio il tabellone contenenti i cognomi delle ultime lettere dell'alfabeto - finalmentè trovò il gruppo A-C.
Ed eccolo lì, il suo nome completo.

Page Raegar Anderson.

Il volto dell'ex Corvonero si aprì in un sorriso di pura gioia.

Erano stati quattro anni di quasi solo studio, dedizione e impegno costante.
Ma ne era valsa assolutamente la pena: dopo il massimo dei voti ottenuti ai MAGO e tre anni di Accademia ce l'aveva fatta.

Era diventata un'Auror.

Saltellando per la gioia - e non facendo neanche più caso alle persone che si trovavano di fianco a lei - iniziò ad aprirsi nuovamente un varco tra la folla.
Quando raggiunse l'ingresso del Ministero potè finalmente smaterializzarsi al San Mungo.

E fu davanti all'angolo bar che lo trovò, intento a chiaccherare con Brian e Anastasia.
Non ebbero bisogno di parlarsi per capire.
Micah, con un sorriso a trentadue denti, allargò le braccia e lei, presa dall'entusiasmo, gli si lanciò addosso, sentendo a malapena le congratulazioni degli altri due guaritori. Era troppo impegnata a volteggiare per aria e a baciare il suo ragazzo.

Certo che se solo cinque anni prima le avessero detto che tutto ciò un giorno sarebbe successo, non ci avrebbe mai creduto. Non poteva essere più felice di così.

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"Page!"
Alla voce familiare che la chiamava, la ragazza arrestò i suoi passi.
Si trovava nell'ampio corridoio che conduceva ai vari uffici degli Auror, pronta a prendere servizio.
"Ciao Elly!" La salutò allegra "Non è che mi sai dire dove trovo la squadra 171? Mi hanno assegnato a loro ma mi sono persa..." Ammise in imbarazzo. "A quanto pare dovrò sostituire un componente della squadra che sta per prendere il congedo per maternità, ma non so più dove cercare!"
Una risata cristallina della ragazza la lasciò per un attimo perplessa.
"Ma certo! Ti accompagno volentieri." Commentò l'ex Caposcuola. "Tanto stavo andando proprio là."

Solo quando Page Anderson si ritrovò a fare il colloquio con Hansel Grimm, capì il perchè di quella risata.
Non era finita in una squadra qualunque. Avrebbe sostituito temporaneamente Eleonore.


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"Sei sicuro che possa piacerle?" Chiese Micah per l'ennesima volta.
Brian roteò gli occhi. "Sarà la centesima volta che me lo chiedi amico! Datti una calmata!"
"Sì ma voglio che tutto sia perfetto!"
"Anche questo lo so già."
"Brian, per favore! Sii un po' collaborativo!"
Il chitarrista sbuffò esasperato. "Ho rinunciato alla mia pausa pranzo per aiutarti... con che coraggio puoi dire che non sono collaborativo?"
"Scusa, hai ragione... è solo che..."
"Sei nervoso per stasera. Lo so.... Senti: prendi questo." Disse cacciandogli una scatoletta in mano. "Vai alla cassa, paga e non voltarti indietro. Niente repliche. Scommetto cinquanta galeoni che sarà un successo."
"Ma..."
"V.A.I-A.L.L.A-C.A.S.S.A" Gli ordinò Brian quasi spintonandolo.




Page si guardò attorno meravigliata.
Micah le aveva fatto trovare una scatola contenente un abito elegante blu scuro sul letto e un biglietto - rivelatosi essere poi una passaporta - in cui la informava che quella sera avrebbero cenato fuori.
Ma di sicuro non pensava che "fuori" significasse quel posto.
Erano effettivamente all'aperto, sotto un gazebo illuminato da migliaia di piccole lucciole fatate.
E il ragazzo era di fronte a lei, in ginocchio.
"Mi vuoi sposare?"
Non doveva neanche pensarla la risposta. "Sì."





La mattina
dopo il chitarrista  si era completamente scordato della scommessa, perciò rimase spiazzato quando Micah gli mise sotto al naso un sacchetto strapieno di monete.
"
E questi cosa sarebbero?" Domandò interrogativo.
"Avevi ragione. E' stato un successo."
Brian lo fissò stralunato per qualche secondo. Era ovvio che sarebbe stato un successo, indipendentemente dall'anello. Di sicuro il merito non era suo. Ma il volto si allargò in un ampio sorriso, felice per l'amico. "Facciamo così... tienti i soldi. Ma voglio che, quando sarà il momento, tu faccia altrettanto per me."
"Neanche da chiedere! A proposito... vuoi farmi da testimone?"
"No, non voglio."
Micah, di fronte alla serietà del ragazzo, spalancò gli occhi incredulo. Prima di vederne il sorrisetto ironico.
"Ahahah! Vedessi che faccia hai fatto! E' stato troppo divertente!... Ma certo! Saresti perso senza di me!"

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Micah stava leggendo la cartella di un paziente quando venne interrotto da un Brian esagitato.
"Buongiorno anche a te." Esclamò pacato, cercando di capire il perchè di tutta quella allegria.
Il chitarrista tentennò per un momento ma senza abbandonare mai il sorriso, prima di chiedergli "Ti ricordi la promessa che mi hai fatto tempo fa?"
Il purosangue alzò un sopracciglio scettico "Quale delle tante?"
"Ieri sera ho chiesto a Caroline di sposarmi!" Sputò fuori Brian tutto d'un fiato. "Volevo solo sapere se tu e Page siete ancora disponibili a farmi da testimoni!"


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"Non mi sento tanto bene."
"Micah per l'amor di Morgana! Sei un medimago, ripigliati!" Esclamò Brian ridendo, mentre dava dei piccoli schiaffi sul volto dell'amico.
"Non ce la faccio."
L'altro roteò gli occhi al cielo sbuffando.

Ma perchè proprio in quel momento doveva venirgli un attacco di panico?

"Oh andiamo! L'hai già fatto milioni di volte!" Provò nuovamente a convincerlo.
"Lo so... ma per gli altri, mai per me stesso!"
Brian stava per aggiungere qualcos'altro, ma venne interrotto da un urlo beduino femminile. "MICAH EMMANUEL PRICE SE NON VIENI SUBITO QUI APPENA HO FINITO DI PARTORIRE TI AMMAZZO! A COSTO DI FAR DIVENTARE SUBITO ORFANA NOSTRA FIGLIA!" Esclamò Page con il viso rosso per lo sforzo.
A quelle parole, Micah si nascose dietro a Brian, mentre sembrava diventare di colpo piccolo piccolo.
E il suo amico capì che c'era un unico modo per farlo reagire. "Ok Page. Lasciamolo qua. Vengo io con te in sala parto." Affermò impugnando i manici della carrozzina dove la ragazza era stata temporaneamente adagiata e iniziando a dirigersi verso la meta."Tanto dovrò essere comunque presente, tantovale farlo per bene."
Come da previsione, questo riscosse immediatamente Micah: sbattè un paio di volte le palpebre prima di mettersi ad urlare in mezzo al corridoio: "TU NON GUARDERAI MAI MIA MOGLIE LI' SOTTO!"
Nonostante la situazione, sia Page che Brian scoppiarono a ridere.

"Bene allora muovi il culo."
"E cerca di non svenire!"



Qualche ora dopo, Caroline Hunt - spingendo una carrozzina contenente il piccolo James Randy, nato da due mesi - attraversò velocemente i corridoi del San Mungo fino a raggiungere il reparto maternità.
Lì, seguendo le indicazioni di una curatrice, si recò nella camera dove era ricoverata la "Signora Price". E all'interno trovò i tre Corvonero.
Page, stesa sul letto, teneva tra le braccia un piccolo fagotto rosa che si era appena addormentato.
Micah le osservava in silenzio, incantato da quello che riteneva essere lo spettacolo più bello al quale avesse mai assistito.
Brian invece era rintanato in un angolo, mentre cercava di non essere di troppo in quel perfetto quadretto familiare. Fu il primo a notare la presenza della moglie. Silenziosamente, le si avvicinò e la attirò a se, depositandole un leggero bacio a fior di labbra, attirando così l'attenzione dei due neo genitori.
"Complimenti, è bellissima." Sussurrò Caroline, avvicinandosi piano alla bambina per non svegliarla.
"Ah bene, sei qui anche tu. Ti stavamo aspettando." La salutò Page con un enorme sorriso. "Allora... chi dei due vuole prendere per primo in braccio la piccola
Sarah Natalie Price, la vostra figlioccia?"



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"Sarah aspetta!" La ragazza, con un groppo in gola, si girò verso Jon, il suo fratellino. Poi spalancò le braccia per stringerlo in un ultimo abbraccio. Non l'avrebbe rivisto fino a Natale.
Più o meno la stessa cosa che stava facendo James con sua sorella Elena.
"Perchè non posso venire anche io?"

Davanti a quella domanda, Page roteò gli occhi. Era da quando era arrivata al lettera alla sorella maggiore che il suo ultimo genito chiedeva in continuazione la stessa cosa.
Brian invece si attivò per staccare
dal figlio la sua piccola principessa, che pur di non mollare la presa sul fratello si era attaccata come una ventosa ai suoi ricci.
Nonostante il dolore causato dalla forte presa, gli occhi azzurri di James brillarono per il divertimento. Sarebbero passati tre mesi prima di poterla rivedere di nuovo. "Ti scriverò ogni giorno, promesso. Ma adesso devo proprio andare." Provò a convincerla.

Ci volle del bello e del buono per staccare i due figli minori dai rispettivi fratelli, ma sia Sarah che James riuscirono a salire sul treno prima che partisse.

Page, arpionando la mano di Jon per evitare che scappasse, si avvicinò al marito che le avvolse le spalle con il braccio. Avevano entrambi gli occhi lucidi.
"Se la cavarenno."  Affermò l'uomo. "Come ce la siamo cavata noi."
"Io sono curioso di sapere dove verranno smistati." Commentò Brian, stringendo tra braccia la figlioletta, che non aveva smesso di piangere da quando il treno era scomparso all'orizzonte.
"Allora stasera tu e Caroline siete invitati a cena da noi. Così aspetteremo insieme la notizia. Come abbiamo fatto sempre."


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Note di chiusura:

Sarah, per chi non lo ricordasse, è il nome della sorella di Page, sacrificatasi per salvarla quando erano piccole. Natalie è il nome della mamma che Micah ha perso quando era piccolo.
Il nome completo del piccolo Jon è Jonathan Joseph Price: per quanto possa ricordare i nomi di due personaggi che avevo all'inizio della storia, questo è il nome del padre di Micah. Che poi i due coniugi abbiano voluto ricordare in questo modo anche i due compagni di scuola persi, sta a voi deciderlo ;)



  
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