Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Ellery    16/10/2016    2 recensioni
Dei passi, appena oltre la soglia della propria stanza, lo indussero a rannicchiarsi sotto le coperte, tirando il lenzuolo sin sul viso. Strinse il libro al petto, modulando un respiro pesante e ritmico. Chiuse gli occhi quando sentì la porta cigolare sui cardini e l’ombra di una figura – contornata solo dal bagliore di una lanterna – scivolare verso di lui.
«Sei ancora sveglio» la voce profonda dell’uomo gli provocò un leggero sussulto, obbligandolo a sollevarsi su un gomito. Lo sguardo azzurro incrociò quello del genitore, condito di una nota preoccupata.

Le ff partecipano alla Erwin Week (dal 10 al 16 ottobre 2016)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hanji, Zoe, Irvin, Smith, Mike, Zakarius, Nile, Dawk
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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VII. Afterlife


Levi impallidì nel vedere l’uomo fermo al bancone che una zelante collega si stava affrettando a servire.

«Prendo io l’ordinazione» disse, allontanando prontamente la ragazza e sostituendosi a lei.

Sfoderò un leggero sorriso, avvicinandosi al registratore di cassa.

«Come posso aiutarla?» chiese, studiando le fattezze del cliente: alto – un metro e ottantotto centimetri, per la precisione -  dai capelli biondi corti e penetranti occhi azzurri. Le spalle larghe erano avvolte da un cappotto nero, mentre dalla mano sinistra pendeva inerte un ombrello scuro, ancora gocciolante. La sua attenzione indugiò sulla mano destra, intenta a stringere un cellulare d’ultima generazione: non avrebbe dovuto stupirsene troppo, ma trovava quel dettaglio quasi insolito. Era abituato, ormai, ad una manica vuota.

«Un Caramel Frappuccino e una mini donut integrale ai mirtilli» una carta di credito comparve immediatamente sul bancone «Le serve un documento?»

«No, non si preoccupi» passò rapidamente la carta nel lettore, battendo il totale e strappando velocemente lo scontrino «è la prima volta che viene qui?» chiese, scoccando una occhiata all’orologio a muro. Erano quasi le sei del pomeriggio: ancora qualche minuto ed il suo turno sarebbe finito. Non doveva fare altro che guadagnare un po’ di tempo. Ignorò lo sbuffare di una signora in coda: ci avrebbero pensato le colleghe a servirla.

«Sono solo di passaggio. In viaggio di affari»

«Capisco… di cosa si occupa? Se non sono indiscreto.» Naturalmente, era indiscreto e se ne rendeva conto perfettamente. L’uomo, tuttavia, non sembrava infastidito da quella curiosità.

«Sono dirigente di una importante azienda informatica.»

«La Microsoft?»

«Beh, no…»

Rivolse uno sguardo all’Iphone che l’altro stringeva nella destra: ultimo modello, presentato soltanto qualche giorno prima nei principali Apple Store della città.
«Mh… la Apple?»

«Indovinato» un sorriso indulgente gli cadde addosso, sufficiente a provocargli una punta di fastidio: ad Erwin era stata concessa una vita decisamente migliore della sua, un semplice commesso di Starbucks, sottopagato e costretto ad orari impossibili. Il Soldato più forte dell’Umanità obbligato a servire ai tavoli, a sorbirsi vecchie signore con manie di protagonismo o aspiranti scrittori troppo intenti a sfruttare il WiFi gratuito per ricordarsi di ordinare. Ah, era tutto così ingiusto! Perché non poteva essere ricco e famoso, almeno per una volta? Ricco, soprattutto. Lo stipendio gli bastava a malapena per coprire l’affitto del bilocale, che condivideva con un inquilino dedito al “giardinaggio illecito da balcone”. Ogni giorno si svegliava pregando che i vicini di casa non riconoscessero le piantine che crescevano rigogliose sul loro terrazzo. In caso contrario, avrebbe trascorso uno spiacevole pomeriggio in questura a spiegare che non ne faceva assolutamente uso.

«Beh, deve essere… un lavoro importante…» che diamine stava dicendo? Ovvio che lo fosse! Non era certo paragonabile al suo sparecchiare i tavoli. E pensare che aveva sempre desiderato una sala da the. Si era immaginato di costruire, al termine della battaglia per la libertà, un piccolo locale ai margini della capitale: un posticino grazioso e tranquillo, dove avrebbe sfornato dolci al miele e lasciato decantare centinaia di gusti di the pregiatissimo, per veri intenditori. Mai si sarebbe sognato, tuttavia, che quella piccola ambizione si sarebbe trasformata in un incubo, durante la sua “seconda chance”.

Era strano, tuttavia: perché lui aveva immediatamente riconosciuto Erwin, mentre l’altro non aveva fatto cenno di rammentare alcunché? Che non fosse lui? Impossibile. Che si fosse dimenticato tutto quanto? Facile. Lui stesso aveva faticato a recuperare quei ricordi, che erano pian piano affiorati nella memoria durante la crescita. Eppure, a trentacinque anni, poteva ben dire d’avere un piano completo della situazione: rammentava quasi tutto – eccetto qualche dettagli di poca importanza – e certo non si era scordato i volti dei vecchi amici. Nonostante ciò, Erwin non sembrava averlo riconosciuto; che non fosse ancora in grado di ricordare?

«Posso accompagnarla? Ho finito il turno di lavoro e…» la sua mente elaborò una semplice scusa affrettata «E vorrei saperne di più sul nuovo Iphone»

«Perché? Te lo puoi permettere?»

Erwin aveva davvero risposto così? No, forse era stata la sua immaginazione: il volto squadrato era completato da un sorriso comprensivo ed indulgente: «Certamente, mi farebbe piacere avere un po’ di compagnia. La aspetto fuori»

Levi raccolse quella replica come se fosse l’unica possibile e si affrettò a slacciarsi il grembiule.

«Io stacco! A domani!» salutò frettolosamente le colleghe, sgusciando lesto oltre il bancone. Recuperò un vecchio ombrello malconcio, spicciandosi all’esterno. Aveva smesso di piovere ed Erwin ne aveva approfittato per divorare la ciambellina ai mirtilli; ora stava indugiando sulla cannuccia del frappuccino.

«Erwin» si avvicinò al biondo, squadrandolo dal basso «Non ti ricordi di me?» una leggera speranza nella voce. Possibile che l’altro si fosse scordato tutto quanto?

«Si, hai un’aria vagamente familiare.» un piccolo sogghigno «Mi chiedevo dove fossi finito, sai?»

«Cioè?»

«Credi davvero che sia un caso che mi trovi qui? E che sia entrato proprio nello Starbucks dove lavori?» una domanda sarcastica «essere un dirigente della Apple ha moltissimi vantaggi, tra cui avere accesso alle principali piattaforme internet per le ricerche avanzate. Ci ho messo… parecchio per rintracciarti, ma alla fine, eccoti!»

«Perché non mi hai detto subito che eri tu?»

«Volevo vedere se mi riconoscevi, se avevi memoria della vita precedente e… per evitare che ti mettessi a sproloquiare di giganti cannibali e manovre tridimensionali»

Levi montò una piccola espressione offesa:
«Mi credi così stupido?» domandò, sbuffando fiato nell’aria fredda della sera. L’autunno stava ormai calando e le giornate si erano notevolmente accorciate. Il buio si stava già insinuando tra le vie, interrotto soltanto dagli aloni di luce dei lampioni.

«Solo un po’ ingenuo» fu la risposta, mentre riprendevano a percorrere la strada «Sai, questa cosa della seconda possibilità è… strana, inaspettata! Non credo di meritarmela, non dopo…»

«Oh, finiscila!» lo interruppe, sollevando prontamente una mano «Non intendo ascoltare oltre le tue lagne su quanto successo. È passato, no? Potresti anche lasciartelo alle spalle e non pensarci troppo. Magari anche gli altri avranno avuto una nuova chance. Chissà, magari Quattrocchi è più vicina di quello che pensiamo! Forse dorme sotto un ponte, perché è una maleodorante senzatetto» quel pensiero lo fece stare stranamente bene: era gradevole, sotto sotto, pensare che essere un commesso sottopagato e sfruttato non fosse la peggiore delle reincarnazioni.

«Hanji? Oh, ti sbagli! È proprio da lei che sono iniziate le mie ricerche: tre anni fa l’ho incontrata ad un summit sullo sviluppo ecosostenibile delle nuove tecnologie. Ti farà piacere sapere che è una importante ricercatrice del campo: collabora con le principali associazioni per la salvaguardia del pianeta e…»

«Insomma, un’altra che ha fatto carriera…»

«è decisamente un pezzo grosso, sì. Ho scoperto che anche lei possedeva dei ricordi ed insieme abbiamo ricostruito quasi tutto il passato. Purtroppo, non abbiamo trovato una spiegazione logica a questa seconda vita, ma sono sicuro che presto districheremo ogni dubbio»

«Fantastico…» il suo entusiasmo si era smorzato: possibile che l’unico ad essere relegato da Starbucks fosse proprio lui? «Chi altri hai trovato?»

«Beh, Mike allena la squadra di Football della Queen’s University. Nile non ha abbandonato il suo lavoro da poliziotto ed ora è commissario della capitale. Nanaba è insegnante.»

«Li hai incontrati tutti?»

«No, naturalmente» il Frappuccino era quasi finito «Di molti ho controllato semplicemente il profilo, l’attività lavorativa e l’indirizzo. So dove vivono, ma… temo di non potermi affatto presentare. Non vorrei sconvolgere la loro vita, nel caso non ricordassero nulla»

«Capisco. E gli altri?»

«Ti ricordi la tua vecchia squadra? Petra fa la dentista, mentre Auruo è uno stilista. Sapevi che il marchio “Page Atelier” è suo? Lo gestisce insieme ad Erd. Di Gunther, invece, non ho notizie»

«E i mocciosi?»

«Eren ha rilevato la pompa di benzina dei suoi genitori. Armin, dopo aver superato il corso di Biologia Marina, ha trovato lavoro in un importante acquario. Mikasa dirige una palestra per amanti del fitness.» una pausa e una occhiata alla vicina pensilina «Sai tra quanto passa il cinquantadue?»

«Tra una decina di minuti, temo. Gli altri?»

«Non ho notizie di Historia, né di… come si chiamava la ragazza-titano?»

«Annie?»

«No, quella è addetta alla riscossione crediti insoluti. L’altra…»

«Ymir?»

«Già. Jean cognome-impronunciabile è un impiegato della motorizzazione, mentre Berthold ha aperto una toelettatura per cani: “Da Cannella”. Reiner viaggia per il mondo, in solitaria. Pare abbia comprato una barca e solchi gli oceani alla ricerca di sé stesso. Detto così sembra una sciocchezza, ma i suoi libri sono in testa alle classifiche di Amazon»

Una coppia di fari spuntò nel buio. Erwin sollevò un braccio, mentre l’autobus frenava dolcemente fino ad accostare.

«è stato un piacere rivederti » le porte si aprirono ed una mano si tese nel nulla.

Levi la strinse con cautela:
«Ci rincontreremo?»

«Naturalmente»

«Quando?»

«Presto»

L’ultima cosa che vide fu il sorriso sicuro del comandante, oltre i finestrini appannati per l’umidità.
 

***


Quattro mesi dopo
 
Levi scivolò nell’androne del palazzo, controllando la cassetta delle lettere. Recuperò le bollette da pagare, oltre alla rivista “Metallari per sempre”, a cui era abbonato il nuovo coinquilino. Era passato dalla coltivazione illegale di piante da balcone, alla batteria suonata fino alle due di notte: quasi rimpiangeva le rigogliose frasche che adornavano il terrazzo.
Le sue dita incontrarono, tuttavia, un cartoncino colorato. Lo controllò alla fioca luce della lampada del corridoio.
«Una cartolina?» aggrottò la fronte al notare la lunga spiaggia e le onde cavalcate da incauti surfisti. La ruotò, leggendo velocemente il retro:


Caro Levi,
sono passati quasi quattro mesi dal nostro incontro. Ti avevo promesso che ci saremmo rivisti presto, anche se non presto quanto speravo.
Hanji e Mike hanno accettato di venire da me il prossimo fine settimana. Nanaba ci raggiungerà domenica mattina. Nile non ha risposto, ma so che non ne sentirai la mancanza.
Sarai dei nostri? Aspetto tue notizie!
 
Erwin
 
Ps. Mi sono permesso di prenotare a nome tuo due biglietti aerei: riceverai la comunicazione per mail (Non temere, pago io).
 
Levi richiuse frettolosamente la cassetta delle lettere e si affrettò a salire le scale, senza celare un raro e sincero sorriso.
 
 

Angolino: Ce l'ho fatta! *_* sono riuscita a finire la Erwin Week.
Un infinito grazie a Shige per avermi aiutato nella correzione e rilettura dei capitoli!
Ed un altrettanto infinito ringraziamento a voi, che siete giunti a leggere fin qui.
AL solito, se ci dovessero essere correzioni o cose da sistemare, fatemelo sapere *_*
ancora mille grazie

E'ry
  
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