Anime & Manga > Yuri on Ice
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Autore: lily winterwood    18/01/2017    3 recensioni
[Kimi No Na Wa/Your Name!AU |Victuuri |Traduzione by Class Of 13]
Per qualche strana, inspiegabile, fantastica ragione, Yūri Katsuki e Viktor Nikiforov si stanno scambiando di posto.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Minako, Victor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Yuuri Katsuki
Note: AU, Cross-over, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4: in questa città e in questa notte.



Sono le cinque del pomeriggio del giorno dopo, quando arrivano all'aeroporto di Fukuoka. Yuri trova immediatamente il più vicino hotspot Wi-Fi per mandare messaggi a delle persone - o meglio, solo ad Otabek, se la rapida occhiata di Viktor al cellulare del ragazzo  è indicatrice di qualcosa.

Il treno per Hasetsu li lascia nel cuore di una città che sta lottando per tornare in piedi. Grandi porzioni della città sono ancora in ricostruzione, in particolar modo le zone più vicine all'oceano. Anche se ci sono parti della cittadina che sono rimaste per lo più indenni dal peggio del terremoto e dello tsunami, ci sono anche delle parti che non sono altro che mastodontiche pile di macerie, minacciose nel cielo invernale che si sta velocemente oscurando.
Chiamano un taxi per raggiungere il loro hotel. Mentre Yuri e Christophe guardano in alto e parlando delle possibilità per la cena, Viktor guarda lo sfarfallio delle luci che oltrepassano. Piccoli cumuli di neve sporca macchiano il suolo e ricoprono le macerie di case e negozi. Le persone che tornano lentamente in questa città si affrettano anch'esse nel gelo, i cappotti stretti a loro e le maschere che ne coprono i volti.

Yuri li trascina in un ristornante non appena hanno fatto il check-in. Il posto che ha scelto a quanto pare ha riaperto da poco e c'è una clientela niente male al suo interno quando entrano e trovano il loro tavolo. La cameriera arrossisce anche solo quando Viktor guarda nella sua direzione e getta praticamente loro i menù nella sua corsa per ritirarsi in cucina.

Viktor sorride un po' alla scena e poi apre il menù. Ha dato loro quelli in inglese. cosa che sta a significare che probabilmente il posto è principalmente meta di turisti. Ma nota che il katsudon è presente al suo interno e la decisione è presa. Ricorda l'appunto che Yūri aveva lasciato sulla sua prima ciotola di katsudon. Mi dispiace, ma non è quello autentico, i supermercati russi non hanno il panko! Era stato comunque delizioso, perciò è eccitato all'idea di provare quello vero.

Non lo delude. "Vkusno!", esclama Viktor non appena dà il primo morso. Yuri lo guarda alzando gli occhi al cielo e Christophe ride sopra la sua stessa ciotola.
«Non sapevo avessi un tale debole per questo piatto», commenta Christophe, passando la lingua sulle sue bacchette in una maniera che era sicuramente considerata oscena in qualunque paese le usasse come posate. «Ma, in effetti, lo hai cucinato per me l'ultima volta che sono stato a San Pietroburgo».

Il cuore di Viktor perde un battito. Doveva essere successo durante quello scambio a luglio. Al tempo aveva rimproverato Yūri per la cosa, perché si era svegliato con dieci nuovi selfie di Christophe in una stanza d'albergo a San Pietroburgo seguiti da emoji ammiccanti. Sorride al ricordo, adesso.

«Sono contenta che ci sia al meno una persona a questo mondo che apprezzi la mia cucina», dice tornando al katsudon davanti a sé.
Colei che gestisce il locale in persona si presenta al loro tavolo mentre stanno per finire. «Avevo sentito qualcosa riguardo tre ospiti stranieri molto avvenenti nel mio ristorante, e volevo vedere di persona», dice, e Viktor non è sicuro di perché senta una strana sensazione che lo trascina verso di lei, ma lo fa comunque.

«Il Katsudon era divino!», dice. «Sono sicuro che sia esattamente questo il cibo degli dei».

La gestrice sbatte gli occhi e successivamente rimane a bocca aperta. Lo ha chiaramente riconosciuto. «Viktor Nikiforov!», sussulta per poi voltarsi e vedere anche Christophe e Yuri. «Christophe Giacometti! Yuri Plisetsky! Cosa— come— è un tale onore!».

Viktor sorride. «Lieto di conoscerla», offre tendendo una mano. Lei la scuote con vigore, gli occhi che brillano.
«Minako Okukawa! Io — Wow. Sono senza parole. Viktor Nikiforov, ad Hasetsu!». Poi una strana tristezza sembra passarle sul volto e Viktor semplicemente sa.

«Lei conosceva Yūri Katsuki, vero?», chiede piano.

Minako annuisce. Viktor gesticola verso il posto vuoto di fronte a sé e lei lo occupa con un veloce cenno di ringraziamento.

«Viktor qui sta cercando di trovarlo», dice Yuri senza preamboli, guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Viktor. «Cosa c'é? È la verità».

Minako serra le labbra. «Beh, è morto», fa notare con schiettezza.

«Lo so», replica Viktor, anche se lo addolora dirlo.
«Allora è un bene che tu mi abbia trovata», dice Minako. «Ero un'amica di famiglia dei Katsuki. Lo tsunami non è stato clemente con loro, temo. Loro...», si interruppe, le mani che stringevano il tavolo. «Toshio Katsuki era l'unico sopravvissuto della famiglia dopo il disastro», continua dopo un momento, la voce debole. «Ha lasciato Hasetsu, però. Troppi ricordi perduti. Io ho mantenuto i cimeli di famiglia che era riuscito a salvare, ma...», si interrompe nuovamente, gli occhi lucidi nella luce soffusa del ristorante.

«Aspetta». Christophe si acciglia improvvisamente. «Minako Okukawa! Sapevo che il tuo nome suonava familiare! Non hai vinto il Benois de la Danse? Cosa ci fai a gestire un ristorante?».
«Ho perso il mio vecchio appartamento e il mio studio di danza», risponde. «Ma il mio vecchio snack bar era stato danneggiato solo superficialmente, perciò ho pensato di ristrutturarlo in un vero e proprio ristorante». Fa una pausa. «I Katsuki conducevano un centro termale in città, lo Yu-Topia Katsuki. Alcuni dei cimeli che Toshio mi ha dato prima di andarsene erano le ricette dei piatti preferiti della famiglia, incluso il piatto preferito di Yūri, il katsudon». Ride appena guardando la ciotola di Viktor ormai vuota. «Probabilmente sarebbe stato commosso di sentire che ti piace così tanto. Ti ammirava davvero, Viktor».

Il groppo nella sua gola è tornato. Viktor riesce a sentire le lacrime minacciarlo di offuscargli la visuale, perciò si affretta con tutta la discrezione di cui è capace.

«Mi dispiace che mi ci sia voluto così tanto tempo per trovarlo», dice piano. Lo stesso sorriso di Minako è bagnato dalle lacrime.

«Se vuoi rendergli omaggio posso portarti a fargli visita domani» , offre lei.

Viktor annuisce. «Mi piacerebbe», concorda.

Viktor si sta dando una ripulita per la notte nel bagno della loro camera d'albergo quando sente Christophe e Yuri fare il suo nome.

«... Quello con cui comunque Viktor aveva uno strano accordo, perciò dovresti dividerlo con lui», sta dicendo Yuri mentre Viktor preme il suo orecchio contro il sottilissimo muro tra il bagno e la camera da letto. Sono leggermente attutite, ma riesce ad afferrare gran parte delle parole di Yuri. «Inoltre russi come una motocicletta di merda, perciò ti voglio il più lontano possibile da me».
La risposta di Christophe è ancora più attutita a causa della distanza, perciò Viktor deve sforzarsi un po' per capire ciò che sta dicendo. «Non sono nemmeno sicuro che l'accordo valga ancora. Si sta comportando in maniera un tantino diversa dalla Coppa di Cina».

«Vorrai dire che è tornato alla normalità», dice Yuri.

«Non so se debba necessariamente piacermi», risponde Christophe. «È molto più simpatico quando è più rilassato».

«Sì, magari al prezzo di sembrare fottutamente ridicolo», taglia corto Yuri. Viktor si stizzisce un po' nel sentirlo. I video che Yuri stesso ha girato mostrano chiaramente come il modo di pattinare di Yūri, perfino nel corpo di Viktor, non era ridicolo.

«Sei soltanto arrabbiato per via del fatto che si stia finalmente prendendo il tempo per smettere di essere una qualche specie di robot che pattina per vincere medaglie d'oro», dice Christophe. «Fidati, è da un po' ormai che competo contro di lui. Riesco a distinguere quando il suo atteggiamento amichevole è quello che mostra alle telecamere e quando invece è veramente amichevole, e questo anno passato è stato maggiormente quest'ultimo, per una volta nella sua vita».

C'è una lunga pausa nella quale Viktor riesce ad udire dei passi, come se Yuri o Christophe stessero facendo avanti e dietro sul pavimento.

Alla fine Yuri prende di nuovo la parola. «Pensi che questa improvvisa e folle idea di andare a visitare la città natale del Cotoletto sia parte di ciò?».

«Forse», risponde Christophe. «In primo luogo sembrava sorpreso di sapere che Yuuri Katsuki era morto. Ha addirittura provato a chiamarlo e a mandargli dei messaggi, come se fino ad allora avesse comunicato con Yūri oltre la tomba o qualcosa del genere».

Yuri sbuffa. «Forse si è imbattuto in un catfish».

Christophe emette un suono che Viktor non riesce a sentire bene ma che suona un po' come una risatina. «Catfish o no, chiunque abbia incontrato lo ha davvero cambiato. Voglio dire, mi piaceva perfino prima di tutto questo, in quella maniera in cui ti piace qualcuno di assolutamente irraggiungibile, sai?».

«... Vai avanti», dice Yuri, e Viktor riesce quasi ad immaginare il più giovane con le braccia e le gambe incrociate, un'espressione scettica ma intrigata sul suo volto.

«Ma è sempre stato come se stesse osservando noi altri dalla cima del podio come se esistessimo al di fuori di una specie di bolla di ghiaccio al di fuori di lui», continua Christophe. «Cosa che, come immagino saprai, va bene per creare del buon materiale per un rivale, ma non per un amico».

«Sì, sì,», dice Yuri. «Ma che cosa ha a che vedere con Cotoletto?».
«Hai visto com'erano al banchetto», dice Christophe. «Ed è per questo che sono sinceramente sorpreso che Viktor non avesse saputo che Yūri era morto fino alla Coppa di Cina. Basandoci sul modo in cui su comportava quando io ero in visita a San Pietroburgo, penseresti che abbia superato qualsivoglia cotta si fosse preso quella notte».

Yuri sbuffa. «Immagino di no».

Viktor si allontana poi dal muro nel momento in cui Yuri e Christophe spostano la discussione su qualcosa riguardante l'Hasetsu Castle. Poggiandosi pesantemente contro il piano del lavandino guarda lo specchio e nota, per la prima volta dopo tanto tempo, le ombre sotto i suoi occhi e il leggero diradamento dei suoi capelli.

Si getta altra acqua sul viso, cercando di far svanire l'immagine, e successivamente poggia la fronte contro il freddo vetro dello specchio.


Domani, si dice. Domani rivedrò Yūri.


Il cimitero di Hasetsu è situato sul tranquillo fianco di una collina, molto più nell'entroterra e rimasto per lo più indenne dal disastro di Aprile. Un paio di lapidi sono crepate e molte altre sembrano essere state erette di recente. Minako si fa strada tra i silenziosi monoliti di pietra, i tre pattinatori che la seguono subito dietro.

Alla fine si fermano in un angolo davvero tranquillo della collina, sotto l'ombra di un piccolo albero di cipresso. Minako si inginocchia davanti alla pietra, tira fuori un piccolo spazzolino e comincia a pulirla.

«Lascia che sia io a farlo», dice piano Viktor. Minako cede lo spazzolino, e Viktor le si inginocchia accanto, pulendo la patina di sporco che si è posata leggera sul marmo gelido. Non riconosce gran parte dei nomi sulla pietra eccetto uno.
Le sue dita ripercorrono i kanji del nome di Yūri e per un breve istante deve ricordarsi come si fa a respirare nuovamente. Minako gli prende lo spazzolino e Viktor, impotente, la guarda finire di fare pulizia.

Dopodiché la vede accendere le bacchette di incenso nei contenitori alla base. Christophe fa un passo avanti con un bouquet di rose blu tra le sue braccia. Minako le posa nel vaso anch'esso situato ai piedi della tomba e fa un passo indietro, gli occhi tenuti bassi in preghiera.

Più Viktor rimane inginocchiato presso la tomba con il cuore che scalpita nel suo petto, più l'incenso gli fa pizzicare gli occhi. Misura il trascorrere del tempo con ogni battito, cercando di afferrare quel calore che lo aveva bruciato a Barcellona. Era venuto lì per connettersi con Yūri, perciò come poteva non sentire nulla qui?
Chiude gli occhi e il rumore sibilante delle lame sul ghiaccio riempie spontaneo le sue orecchie. Con gli occhi della mente coglie improvvisamente un fotogramma di Yūri, al centro del ghiaccio in una pista che non gli è familiare, lo sguardo rivolto verso il cielo mentre comincia una routine familiare...

«Viktor?», domanda Minako. Viktor apre gli occhi. Il nome di Yūri sulla lapide è la prima cosa che vede.

«Minako-san», dice piano Viktor mentre si rimette in piedi. «Che cimeli hai di Yūri?».



 


Dopo aver lasciato il cimitero, Minako li porta al suo nuovo appartamento. Mentre Yuri e Christophe guardano una specie di strano gioco in televisione, lei porta Viktor in disparte presso una stanza piccola e poco illuminata dove una foto della famiglia Katsuki giace su un tavolino.
Accanto ad essa c'è la foto di un'altra famiglia, questa composta da una giovane coppia con tre bambine. Tutti troppo giovani per essere morti, pensa Viktor mentre osserva il tavolo.

Minako tira fuori uno scatolo dall'angolo della stanza. Al suo interno vi sono dei poster di Yūri, alcuni dei quali danneggiati dall'acqua. E poi c'è un paio di occhiali semi-distrutti dalla montatura blu, la fotografia di uno Yūri più giovane con un cucciolo di barboncino e - Viktor inspira bruscamente - un familiare paio di pattini scheggiati.
«Posso?», domanda gesticolando verso i pattini. Minako annuisce.

«Probabilmente avrebbe voluto che li avessi tu», dice. «Ha sempre desiderato competere sul tuo stesso ghiaccio. Eri l'ispirazione che lo aveva spinto a lavorare con la stessa durezza che lo ha portato a diventare il miglior pattinatore del Giappone».

I pattini sono un peso familiare nelle mani di Viktor. Sono anche un po' più piccoli di quello che ricorda, ma in effetti l'ultima volta che li aveva visti era stato nel corpo di Yūri. Sorride.

«Sono onorato», dice, e Minako ricambia il sorriso.

Viktor stringe i pattini a sé per tutto il tragitto di ritorno all'hotel. Yuri e Christophe gli rivolgono delle bizzarre occhiate, ma non dicono nulla al riguardo. Prendono qualcosa per il pranzo ad un Ramen-ya e successivamente Christophe si defila dal gruppo per andare a fare un po' di turismo. Yuri e Viktor tornano all'hotel, poi, e, mentre Yuri fa un po' di zapping, Viktor manda un messaggio a Minako.

Yūri pattinava in qualche pista qui ad Hasetsu?
Riceve risposta nel giro di un'ora. Sì. L'Ice Castle Hasetsu. Però è stato severamente danneggiato durante il disastro. Hanno finito di ricostruirlo a novembre e adesso è chiamato Katsuki Yūri Memorial Rink.

Viktor dà un'occhiata alle indicazioni per la pista e poi volge lo sguardo a Yuri, che pare essersi sintonizzato su qualche show animato su un uomo a cui piace dare pugni alle cose.

Qual è l'orario migliore per pattinare lì? Domanda a Minako.
Attorno a quest'ora è generalmente il momento di calma pomeridiana, risponde. Perché?
C'è qualcosa che ho bisogno di fare.

Yuri volge lo sguardo a Viktor dal letto su cui si è buttato. «Oh no», dice. «Hai in mente qualcosa».

«Cosa te lo fa dire?», domanda Viktor, attraversando di già la stanza verso il punto in cui giacciono i pattini di Yūri, le protezioni delle lame che brillano appena nella luce del pomeriggio che filtra dalla finestra.

«Vengo con te», insiste Yuri.

«No, invece», replica Viktor.

«Perché no?», domanda il ragazzo.

«Non capiresti», risponde Viktor.

«Mettimi alla prova».
Viktor scuote la testa e si volta verso la porta. «Quando torna Christophe digli che sono andato a fare una passeggiata e che non tornerò in tempo per cena».

«Chi porta dei pattini con se per una passeggiata?», lo sbeffeggia Yuri, voltandosi verso la televisione con una sorta di sbuffo rassegnato. «Va bene, hai vinto. Ma farai meglio a tenere il telefono con te. Ti ammazzo se ti succede qualcosa solo perché sei stato stupido».

Viktor ride. «Se lo dici tu», risponde per poi andarsene.
Chiama un taxi per raggiungere la pista. Si tratta di una delle poche costruzioni che sono state ricostruite nella parte distrutta della città, probabilmente perché la gente di Hasetsu era stata così entusiasta di renderlo un memoriale per un eroe cittadino che era perito nel disastro. Da qui riesce a sentire l'odore del sale della brezza marina e a vedere il luccicare dell'oceano oltre i cumuli di macerie che un tempo potevano essere stati un ponte che attraversava la baia. Delle nuvole stanno cominciando ad affacciarsi per coprire il sole del pomeriggio; l'odore della pioggia è forte nell'aria.

Viktor entra nell'edificio e paga la tassa pubblica all'adolescente brufoloso dietro il bancone. Tutto attorno alla lobby ristrutturata sono disposti poster e fotografie di Yūri Katsuki, così come un'intera teca di medaglie e trofei leggermente danneggiati dall'acqua. Probabilmente donati da Minako, comprende Viktor con un fitta di dolore alle interiora. Cammina oltre.
Il ghiaccio è, come Minako ha promesso, completamente vuoto per via della moria del pomeriggio. La superficie era anche stata rifatta da poco, con giusto un paio di graffi su di essa. Viktor allaccia i pattini di Yūri, stringendo la mandibola quando nota che sono un po' stretti sui suoi piedi. Dopo aver poggiato le protezioni sul sedile accanto a sé, si dirige sul ghiaccio. Dopo aver fatto un giro per abituarsi ancora una volta ai pattini di Yūri, si dirige verso il centro della pista.

La musica gli soggiunge dalla memoria. Si tratta di una richiesta disperata di vicinanza che non sapeva avrebbe mai avuto risposta fino a che non aveva incontrato Yūri. Yūri che, nell'infinita stranezza del cosmo, è venuto da lui con un anno di anticipo e troppo tardi, eppure. Le loro linee temporali erano sempre state fuori fase. E toccava a Viktor sistemare ciò nell'unica maniera in cui era capace.
Perciò volge lo sguardo al cielo, posa una mano di fianco alla sua testa e comincia il programma.

Al primo impatto è come arrancare nel buio. I pattini di Yūri premono troppo stretti sulle sue dita e per un momento tutto ciò che riempie il suo mondo è il bianco rovente del dolore. Ma continua a pattinare, preparandosi per il primo quadruplo. La musica pulsa attraverso di lui mentre atterra sul quadruplo Lutz e sente il suo cuore accelerare in risposta.

C'è qualcosa che lo sta chiamando. Quella speranza bruciante è tornata in lui; deve solo continuare a pattinare, continuare a portarla fuori. Lo sa, adesso più che mai, che deve ancora essere un pezzo dell'anima di Yūri dentro di lui. Se fosse anche solo lontanamente possibile ripristinare anche soltanto quel pezzo di Yūri, se fosse anche solo lontanamente possibile avere un'ultima possibilità per sistemare le cose, allora Viktor—

Sa che cadrà sul quadruplo flip prima ancora che le sue lame abbiano lasciato il suolo. Il mondo sembra distorcersi mentre vola attraversando l'aria, ruotando una, due, tre, quattro —

Il freddo del ghiaccio gli corre incontro all'istante e Viktor chiude gli occhi preparandosi ad un impatto che non giunge mai.


 


Note della traduttrice a.k.a gli scleri di Class Of 13

Viktor è un folle e io lo amo profondamente (anche se lui ama Yuuri, ma vbb). Come potete vedere i primi feelsoni iniziano a farsi strada nella trama e sono certa che non ho bisogno di dirvi il nome della canzone su cui Viktor pattina alla fine, no? C'è un solo pezzo in Yuri!!! On ICE che è una disperata preghiera di un amante. :"
Ad ogni modo: folle è bello, altrimenti Your Name non avrebbe senso, ma soprattutto spero voi abbiate notato come il famigerato filo rosso del destino non è una così semplice da gestire: sarebbe molto bello se a due persone bastasse essere predestinate, per stare insieme, ma zio Shinkai (così come l'autrice della fanfiction originale) ci ricorda con una certa mancanza di tatto come tale filo esista solo se due persone si impegnano per crearlo (dopotutto se Viktor non tenesse davvero a Yuuri non sarebbe andato fino ad Hasetsu, no? :P). So brace yourselves, perché hard feels are coming. Lettori avvisati, mezzi salvati.
Inoltre ci tenevo di cuore a ringraziare tutti coloro che seguono silenziosamente e non questa storia e tutti coloro che l'hanno inserita tra le preferite/ricordate. Siete la gioia di ogni ficwriter, specialmente quando lasciate qualche commento. <3
Al prossimo aggiornamento! 
Ja ne~
   
 
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