Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Thalassa_    08/09/2017    4 recensioni
Questa è una storia da tempo sepolta.
È una storia di grandi amicizie, di fragorose risate, di amori impossibili, di eroi e di codardi, di promesse mantenute e di promesse infrante.
È la storia di un tempo sepolto, un tempo in cui pensavano di essere forti e invincibili, protetti dalle mura di Hogwarts, da Silente, dal loro coraggio e dalla loro bontà. Un tempo in cui sembrava che l’estate non dovesse mai finire.
Questa è una storia da tempo sepolta, e i suoi protagonisti sono sepolti con lei.
Ed è una storia che comincia così:
C’erano una volta quattro Malandrini…

Un viaggio insieme ai protagonisti della vecchia generazione, da quando ricevono la lettera per Hogwarts seguendo tutta la loro crescita.
Genere: Commedia, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora, Ted/Andromeda
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo VII - I Malandrini di Hogwarts
 
8 settembre 1972
Ore 18:00
Scale
 
“Pomona, dobbiamo assolutamente prendere provvedimenti riguardo a quei quattro, stanno diventando ingestibili”.
“Sono della tua Casa, Minerva, che provvedimenti dovrei prendere io?”
“Mi rifiuto di togliere loro tutti i punti che si meriterebbero, o la clessidra di Grifondoro sarebbe presto vuota!”
“Di che parlate, mie care?”
“Dei malandrini, Filius…”
“Ah, sapeste cos’hanno combinato ieri a Incantesimi! E siamo solo all’inizio dell’anno! Ma bisogna ammettere che hanno talento da vendere, questo sì…”
 
Dormitorio di Grifondoro
Ore 18:05
 
“Ehi, ragazzi, indovinate? La vecchia Minerva parlava di noi, sulle scale. Pare che nel corpo insegnanti siamo noti come ‘i Malandrini’!” esclamò Sirius, entrando in camera con aria trionfante, trafelato per la corsa.
“I Malandrini? Mi piace! Ha il giusto spirito piratesco!” rispose James, entusiasta.
“Sarà così che i posteri si ricorderanno di noi e delle nostre imprese, allora: i Malandrini di Hogwarts” commentò Remus, agitando pomposamente la piuma con cui stava scrivendo. Peter applaudì. “Certo che sentire i professori lamentarsi di noi già alla seconda settimana…” aggiunse sospirando.
“Siamo noi quattro i Malandrini, vero? Tutti e quattro?” proruppe ansiosamente Peter. James alzò gli occhi al cielo e gli scompigliò i capelli, sbuffando.
“Certo, Peter, tutti e quattro” rispose in tono petulante “quante volte dobbiamo ripetertelo ancora?”
A Remus scappò un sorriso nel vedere Peter guardarsi i piedi, imbarazzato. Nonostante fosse passato un anno, anche lui a volte faticava ancora a credere di essere davvero parte di qualcosa. Durante l’estate aveva quasi temuto che i suoi amici si sarebbero dimenticati di lui e aveva mandato loro così tante lettere che sua mamma si era convinta fossero destinate alla sua innamorata.
Era bello essere di nuovo a Hogwarts, insieme ai suoi amici.
“Sapete, credo che Remus abbia ragione” intervenne Sirius con voce grave. “È solo la seconda settimana di scuola: non pensate che dovremmo darci una calmata e mettere la testa a posto?”
Li guardò uno a uno, serissimo. Una frazione di secondo dopo, scoppiò a ridere.
“Ci ero proprio cascato!” ammise candidamente Peter, ridacchiando.
“Già, sembravi proprio Remus” convenne James, ghignando nella sua direzione.
“Io non parlo così” protestò Remus, offeso.
“Se sei un vero Malandrino, Remus” lo sfidò Sirius “allora trova un modo di insegnare un po’ di umiltà a quel Corvonero odioso, Johnson”.
Remus si mordicchiò un labbro, cercando di non ridere. L’idea che James desse lezioni di umiltà a chiunque, anche a uno come Johnson, era semplicemente ridicola. Per di più non gli andava di prendersela con lui: non era il massimo della simpatia, ma aveva prestato a Remus gli appunti di Storia della Magia quando era stato assente per “andare a trovare sua mamma” l’anno precedente.
“Non saprei” mormorò, indeciso. Peter, che fremeva già per mettersi all’opera, si sgonfiò come un palloncino.
“Peccato” sospirò James, buttandosi sul letto. “Ci voleva proprio una delle tue idee, Remus…”
Remus non riusciva a sopportare la delusione negli occhi dei suoi amici. Dopotutto, uno scherzetto innocente che male avrebbe potuto fargli?
“Ho un’idea” annunciò, attirando immediatamente a sé sguardi carichi di aspettativa. “Statemi bene a sentire, il piano è questo…”
 
Dormitorio di Grifondoro
Ore 23:30
 
James sussultò nel sentirsi afferrare il piede all’improvviso e il suo primo istinto fu di ritrarsi. Dobbiamo pensare a un altro segnale, si ripromise, questa storia di Sirius che mi afferra i piedi mi fa prendere un colpo ogni volta.
Si alzò a sedere sul letto a baldacchino cercando di fare il minor rumore possibile e si sporse per prendere il suo fidato Mantello, appallottolato sotto le lenzuola ai piedi del letto. Il leggero russare proveniente dal letto di Peter era un suono confortante; Remus, invece, si girava e rigirava nel sonno.
“James, ti vuoi muovere?” gli sibilò contro Sirius.
“Sto cercando un Mantello Invisibile al buio” sussurrò di rimando James. “Non è proprio l’operazione più immediata del mondo!”
“Allora avresti potuto tenerlo sotto il cuscino, idiota!” ribatté Sirius, nel momento esatto in cui la mano di James strinse finalmente il tessuto serico del Mantello. Si alzò, si infilò le scarpe e uscì dalla stanza in punta di piedi, tendendo l’orecchio per controllare il respiro leggero e regolare di Remus. Trattenne persino il respiro, ma tutti i suoi tentativi di risultare silenzioso erano goffi e rumorosi in confronto al passo felpato di Sirius.
Quando finalmente ebbero raggiunto la Sala Comune di Grifondoro, entrambi protetti dal Mantello, James poté riprendere la loro conversazione sottovoce.
“Come fai a muoverti in quel modo? Non ti ho nemmeno sentito arrivare di fianco al mio letto, e io ero sveglio”.
“Anche tu avresti imparato a camminare così, se fossi cresciuto con mia madre e l’avessi mai sentita urlare” rispose Sirius.
Attraversarono il ritratto della Signora Grassa e si inoltrarono per i corridoi bui, attenti a non fare troppo rumore e a non calpestarsi i piedi a vicenda.
“Non posso credere che lo stiamo facendo davvero” commentò James in tono depresso. “Voglio dire, abbiamo un Mantello dell’Invisibilità e lo usiamo per andare in biblioteca! E non è nemmeno la Sezione Proibita!”
“Non abbiamo motivo di andare nella Sezione Proibita” gli ricordò Sirius. “Ti prometto che useremo questo Mantello per cause ben più degne dei Malandrini, ma non stasera. Non potevamo certo presentarci in biblioteca alla luce del giorno senza attirare i sospetti di Remus, e – “
Sirius si interruppe all’improvviso, smettendo anche di camminare. James lottò per non inciampare e alzò lo sguardo. In fondo al corridoio, alla luce di una bacchetta, si stagliava la figura gobba della custode. James trattenne il respiro, non osando muovere un muscolo. La vecchia strega lanciò uno sguardo vacuo al corridoio che doveva apparirle deserto e passò proprio di fianco a James e Sirius, che si schiacciarono quanto più possibile contro il muro. Il gomito di James diede un colpo contro il muro che risuonò con un sonoro tum e gli guadagnò un’occhiataccia da parte di Sirius, ma la custode proseguì senza notare nulla. Quando fu ormai lontana, si concessero un sospiro di sollievo.
“Ci è mancato poco” osservò Sirius.
“Non ci avrebbe visto neanche senza Mantello dell’Invisibilità, orba com’è” replicò James, sentendosi molto più sicuro ora che il pericolo si era allontanato.
“E anche decisamente sorda” aggiunse Sirius, lanciandogli un’occhiata obliqua, “come abbia fatto a non sentire il fracasso che hai fatto, proprio non lo so!”
Un quarto d’ora più tardi erano in biblioteca, intenti a sfogliare un pesante tomo di Difesa Contro le Arti Oscure. James sfogliò le pagine freneticamente fino a trovare il capitolo sui Lupi Mannari. Terminata la lettura, presero un altro libro e poi un altro ancora e un altro ancora, finché non furono certi di aver trovato tutte le informazioni possibili relative alla licantropia. Dopo aver rimesso a posto l’ultimo volume, si guardarono a lungo negli occhi, in silenzio.
“Penso non ci siano dubbi” disse infine Sirius.
“Già” mormorò James “eppure sembra così assurdo…”
Sirius annuì gravemente.
“Tutto quello che dicono questi libri…” James rabbrividì. La descrizione che i libri facevano dei Lupi Mannari era spaventosa, e quanto di più lontano potesse immaginarsi dall’espressione placida e innocua di Remus. “Insomma, Remus non farebbe male a una mosca” sbottò.
“Quando è in forma umana” lo contraddisse Sirius. James lo guardò come se non fosse in grado di riconoscerlo.
Fin da quando avevano iniziato ad avere i primi sospetti su Remus, lui e Sirius si erano trovati sulla stessa lunghezza d’onda, come sempre. Avevano contato i giorni, consultato il calendario e formulato teorie su teorie. Era stato Sirius il primo a sostenere che Remus mentisse – per James l’idea era semplicemente inconciliabile con l’immagine di Remus, sempre onesto – e poi era stato James a rendersi conto che ogni volta che spariva a trovare sua mamma, nel cielo brillava la luna piena. Insieme avevano formulato teorie su teorie, arrivando infine a quella che sembrava ormai un’innegabile verità: Remus era un Lupo Mannaro.
In tutto quel tempo, nonostante l’orrore che suscitava in loro l’idea che il loro amico si trasformasse in una creatura mostruosa e dotata di istinti omicidi, l’idea che questo potesse intaccare la loro amicizia non aveva mai sfiorato James. Non riusciva a pensare a Remus come a un essere pericoloso, era semplicemente una vittima della situazione. Non l’avrebbe mai accusato di qualcosa che non poteva controllare. Per tutto questo tempo era stato convinto che Sirius la pensasse esattamente come lui, come era sempre stato, ma se si fosse sbagliato? Se passare l’estate a casa, circondato dalle nefaste idee dei suoi genitori, gli avesse fatto cambiare idea? I Lupi Mannari erano Creature Oscure, come indicava chiaramente ogni libro che avevano consultato.
James strinse il pugno con rabbia, conficcandosi le unghie nel palmo. “Se hai intenzione di abbandonare Remus, dillo chiaramente” lo accusò, dimenticando di tenere la voce bassa, “io di certo non lo farò!”
Lo sguardo di Sirius rimase cupo e impenetrabile.
“Non si sceglie di essere morsi da un Lupo Mannaro” rispose “esattamente come non si sceglie in che famiglia nascere”.
James gli rivolse un gran sorriso e gli tirò una pacca sulla schiena. “Gli amici però si scelgono, e questo vale sia per te che per lui”. Anche Sirius sorrise.
“Secondo il calendario lunare, dobbiamo solo aspettare un paio di settimane per avere la conferma definitiva” disse. “Dobbiamo mettere Remus alle strette, dimostrando che sappiamo già tutto, altrimenti non lo ammetterà mai”.
“Già” convenne James. “A quanto pare è parecchio bravo a mentire, l’avresti mai detto? Per non parlare del piano che ha tirato fuori stasera! Che mente malefica si nasconde dietro quell’apparenza da bravo ragazzo. Come direbbe mia madre, credo che abbiamo una pessima influenza su di lui”.
Sirius sogghignò. “Sai quale sarà la parte più difficile di tutto questo?” domandò.
“Parlarne con Remus?” rispose James, perplesso. Aveva pensato diverse volte a come iniziare il discorso, ma non era mai stato bravo in questo genere di cose e non poteva certo sbucare fuori all’improvviso, chiedendo: “Ehi, Remus, scriveresti il tema sui Lupi Mannari al posto mio, raccontando la tua esperienza personale?”
“No” rispose Sirius, con un ghigno. “Parlarne con Peter”.
 
 
Aula vuota di Trasfigurazione
Ore 23:30
 
Per un attimo fu come se tutti e tre fossero paralizzati, incapaci di muovere un muscolo, incapaci perfino di respirare; anche l’aria della stanza era immobile.
Andromeda sentì il sangue affluirle al volto per la rabbia e l’umiliazione; fu lei a rompere l’immobilità e voltarsi di scatto per uscire dalla porta lasciata aperta alle sue spalle, da cui era entrata pochi secondi prima per trovarsi di fronte a uno spettacolo quanto mai sgradito. Narcissa si sciolse dall’abbraccio di Lucius e si protese verso di lei, stringendole un braccio per impedirle di andarsene. Lucius sembrava seccato dall’interruzione e non smise un secondo di accarezzare i capelli di Narcissa.
“Lasciami, Cissy!” urlò Andromeda, liberandosi dalla presa della sorella con uno strattone.
“Dromeda, ascolta, ti prego, lasciami spiegare…” sussurrò sua sorella, con gli occhi pieni di lacrime.
“Non c’è niente da spiegare, Cissy, è tutto perfettamente chiaro!” sibilò, gli occhi ridotti a due fessure, e corse via. Cissy fece per inseguirla, ma Lucius la fermò posandole una mano sulla spalla.
“Sarebbe successo prima o poi, Cissy” le disse, guardandola dritto negli occhi e prendendole il mento tra le mani. “Lasciala sfogare, le passerà presto. Sono sicuro di non esserle mai interessato veramente”.
Narcissa annuì tra i singhiozzi, nascondendo il bel volto sul petto dell’amato.
“Voglio molto bene a mia sorella, Lucius” sussurrò.
“Lo so” rispose semplicemente lui, accarezzandole la testa.
 
Andromeda, intanto, continuava la sua corsa a perdifiato verso il dormitorio. La sua testa era in subbuglio, e non sapeva neanche lei quali emozioni provava, o avrebbe dovuto provare.
La prima e la più forte era il tradimento: lei e Cissy non avevano mai avuto segreti l’una per l’altra, prima d’allora. Perché sua sorella non si era confidata con lei? Per quanto pensava di riuscire a mantenere il segreto, e da quanto andava avanti quella storia?
Poi rabbia e risentimento: cos’aveva Cissy più di lei? Possibile che fosse stata surclassata non solo da Bella, ma anche dalla piccola di casa Black? Inaccettabile.
Che umiliazione quando la cosa sarebbe stata risaputa a scuola; e cosa avrebbero detto i suoi genitori? Poteva immaginare il volto raggiante e pieno di orgoglio di sua madre quando avrebbe ricevuto un gufo da Cissy… Del rifiuto di Lucius in sé non le importava molto, non era mai stato il suo tipo, anzi a pensarci bene provava anche un certo sollievo. Sollievo e una strana sensazione di libertà…
Di colpo, le venne un’idea.
Mentre entrava nel dormitorio deserto e si sdraiava sul lussuoso letto a baldacchino, sul suo volto non c’era più traccia di dolore o d’indignazione, ma aleggiava uno strano sorriso di trionfo e negli occhi le brillava una luce pericolosa.
 


N.d.A.
Eccomi tornata! Scusate se ci ho messo tanto. Come vedete, oltre ai nostri soliti protagonisti seguiremo per un po’ anche le vicende di Andromeda Black, al suo settimo anno a Hogwarts. Come sempre, un enorme grazie a chi legge e sappiate che sono ben contenta di sentire la vostra sincera opinione sul capitolo!
P.S. Un bonus a chi ha notato il passo “felpato” di Sirius xD
 Thalassa_
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Thalassa_