Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Stephaniee    31/10/2018    2 recensioni
Kat Spencer.
Schietta, sveglia. Esteticamente nulla di particolare. Capelli nocciola, occhi marroni. Qualche lentiggine sul naso. A renderla attraente è il suo modo essere. Fidanzata con Frederik, troppo impegnato a giocare a calcio con gli amici per avere cura della loro relazione.
Luke Piterson.
Alto, capelli scuri occhi verde scuro. Sveglio e acuto.
Innamorato perdutamente di Val, la sua fidanzata storica. Fidanzato modello che asseconda con amore ogni richiesta della sua ragazza.
Due mondi completamente distanti che si scontrano. Il risultato di questo scontro cambierà la loro vita per sempre.
Genere: Malinconico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico, Universitario
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Primo ed ultimo la Trilogia'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Chapter twenty
the Last Ending (for now)

un grazie speciale va ad Alessandra_F7 e ineedofthem per essere state così presenti a tutti i capitoli della storia. Grazie di cuore.

 

“It means you have a choice. You have a choice to make. I'm in love with you. I've been in love with you for, ever. I'm a little late, I know I'm a little late in telling you that. I, I just, I just want you to take your time, you know. Take all the time you need, because you have a choice to make. And when I had a choice to make, I chose wrong. Goodnight.

 

Primo luglio. Sarei stata la penultima del primo luglio.

 

Peccato che in quel momento non me ne fregava proprio niente, mancava ancora una lunga settimana al mio fatidico orale e avevo deciso di prendermi un giorno di pausa dallo studio per riprendermi.

Se la separazione con Frederik si era dimostrata in un certo senso facile, quella con Luke era stata molto sofferta e ancora non avevo metabolizzato. Nel giro di una settimana mi aveva baciato, mi aveva consolato, aveva baciato Val davanti a me (nonostante lei sia la sua fidanzata e io non dovrei stupirmi di ciò) e io avevo deciso che non ci sarebbe stato nessun noi. Nessun Luke e Kat.

 

Erano state ventiquattro ore molto difficili. Avevo terminato le lacrime da piangere e ormai mi aggiravo in catalessi per casa quasi da un giorno e mezzo. Lui non mi aveva scritto, non mi aveva chiamato e non aveva nemmeno risposto sul gruppo. Il Suo orale si sarebbe tenuto

tre giorni prima del mio, martedì 28 giugno. Forse era per questo motivo che non si faceva sentire, dopotutto oggi era venerdì: aveva il week end per preparasi al suo orale più lunedì, quattro giorni contro i miei sette.

Lo stavo davvero giustificando? Mi presi a schiaffi da sola. Non potevo giustificare più il suo atteggiamento, ero stata molto paziente e tutto sommato rispettosa di lui, della sua storia e del suo volere. Perchè parliamoci chiaro, di ragazze che ci provano con ragazzi fidanzati è veramente pieno, ma quando succede viceversa e nascono dei sentimenti è un’altra storia. Io lo amo.

 

Evidentemente però lui ama ancora Val.

 

Il mio cellulare inizio a vibrare come un pazzo. Emma.

Emma era eccitata per il mio esame e non vedeva l’ora di venirmi a sentire. L’avevo aggiornata su tutta la questione ed era rimasta veramente scioccata dalla mia decisione, ma ancora di più dal comportamento di Luke.

“Buongiorno Maturandaaa” la sua voce squillante mi provocò un sorriso. Il primo di oggi.

“Buongiorno”

“Be’ la voce mi sembra già migliorata rispetto a ieri… Come stai oggi?

“Sto… apaticamente meglio. Ho finito le lacrime e ora il mondo mi scorre attorno e io non sento più niente”

“Sembri già arrivata alla fase dell’accettazione. Adesso sto andando a lavorare, volevo assicurarmi che tu stessi un po’ meglio. Nel pomeriggio allora esci con i tuoi compagni? Ci sarà anche lui?”

la mia dolce Emma, una cosa era certe avrei sempre potuto contare su di lei.

“In realtà credo che lui non ci sarà. Ci vediamo per un ripasso ma siamo solo in cinque me compresa.”

“Ho capito… Ci sentiamo allora domani tesoro! Buona giornata”

“Buon lavoro Emma, grazie mille davvero”

 

 

 

 

La telefonata di Emma mi aveva sollevato un po’ il morale, dovevo ripigliarmi da quella situazione. Con passo spedito arrivai in camera, mi fermai di fronte allo specchio. Ok avevo i capelli sporchi, i pantaloncini del pigiama storti e la maglietta oversize un po’ dentro e un po’ fuori dai pantaloni: uno sgorbio. Recuperai un completino di cambio e mi lanciai in bagno per una lunga opera di restauro. Un’ora dopo almeno ero pulita e profumata, sapevo che Luke non ci sarebbe stato quindi non persi molto tempo a scegliere i vestiti, faceva caldo e mi misi la mia ultima corta di jeans che si chiudeva sulla schiena con un fiocco. Era una della mie preferite, mia mamma aveva reso la gonna un pantalone solo per farmela mettere.

 

Avevo deciso di recarmi al bar vicino a scuola prima degli altri, pertanto mi trovavo sopra all’autobus e stavo ascoltando la musica, la canzone che random mi era capitata mi aveva scosso il cuore...

 

Com'è serio quel ragazzo infondo alla classe all'ultimo banco
quante domande durante l'ultima ora dell'ultimo anno
lui sta pensando che fuori c'è un mondo che aspetta soltanto di essere cambiato
è preoccupato pensa agli amici che ha accanto "che fine faranno?"
Un po' gira la testa se pensa che questa è la fine di giri di giostra
tanti sogni però alla domanda "che farò da grande?" non ha una risposta
in città c'è già chi sa dimostrarmi come si può fallire

tra un rimorso, un rimpianto, rischiando ogni santo giorno d'impazzire
io non voglio fuggire piuttosto soffrire
si è detto fissando se stesso allo specchio quando l'ha vista ridere in cortile
ed è stato un lampo soltanto uno sguardo un istante perfetto hai capito? ...”

 

L’autobus si ferma rumorosamente di fronte alla mia fermata per poco non mi dimentico di scendere. Mi avvio al bar molto pensierosa,

faccio un cenno con la mano alla proprietaria e mi avvio al solito tavolo.

“Ciao cara”

“Salve” rispondo sfoderando il mio sorriso migliore

“cosa ti porto?”

“per il momento un thè al limone andrà benissimo” rispondo con le mani già nella mia borsa mentre recupero la mia tesina e i miei appunti.

“va bene cara… aspetti i tuoi amici?”

“si dobbiamo studiare”

“poco fa era qui un vostro compagno, quel bel ragazzo con gli occhi verdi”

Luke.

“si?” fingo disinteresse “è andato via da molto?”

“non lo hai incrociato per qualche minuto”

“pazienza”

 

come sempre, due rette parallele io e lui che non sono destinate ad incontrarsi.

 

 

Da poco ero stata raggiunta anche da Mood, Julie, Rory e Ana. Ognuno esponeva la sua tesina, concordavamo sugli argomenti da trattare nei dieci minuti, cosa era più importante sottolineare e cosa no. Più sistemo la mia tesina e più da una parte mi sento preparata a quello che accadrà esattamente tra sette giorni.

Eppure non potevo fare a meno di pensare a lui. Per un secondo mi tornò alla mente il nostro risveglio in Spagna, e lui scombussolato la mattina… e i suoi occhiali

“Kat” Mood mi riportò sulla terra.

“Mmh?”

“Ci sei? Sei con noi?”

“Sisi! Certo! Stavo solo pensando a come organizzare il Welfare State in inglese.” Che bugiarda.

“Va bene, farò finta di crederci” Andrew mi sorrise, sapeva che stavo pensando a lui.

 

Il ripasso procedette molto bene, a fine giornata Andrew ed io accompagnammo Julie a prendere il suo treno, mentre poi Mood accompagnò me a casa. Mi raccontò che la loro frequentazione stava procedendo molto bene, l’aveva presentata a casa non più come semplice compagna di scuola e sembravano davvero molto felici insieme. Io non potevo che essere felice per loro, anche se allo stesso tempo volevo anche io essere felice.

Una volta arrivata a casa preparai una cena leggera per me ed i miei genitori, sarebbero tornati tardi a causa del lavoro e volevo fargli trovare una gustosa pasta fredda al loro rientro: pesto, mozzarella e pomodorini. Inviai un messaggino ad Emma, dove le raccontavo del pomeriggio passato a studiare, e che fortunatamente Luke non si era presentato.

Mentre preparavo da mangiare, lasciai la tv su un canale a caso e mi trovai di fronte a “La verità è che non gli piaci abbastanza” la vita sapeva essere veramente ironica a volte.

 

Un saggio una volta mi ha detto che se un uomo vuole stare con una donna farà in modo che succeda a qualunque costo.”

 

Brava Kat, hai scelto il film giusto da masochista quale sei.

 

 

28 giugno. 8.57.

Me lo immaginavo agitato, teso e preoccupato. Ma sapevo anche che carismatico come era, non si sarebbe lasciato prendere dal panico, avrebbe sorriso da psicopatico come sempre e avrebbe fronteggiato la commissione a testa alta. Mood mi aveva praticamente obbligato ad andare a vedere il suo orale, sostenendo che “mi aveva sostenuto durante l’anno e toccava a me fare lo stesso, lasciando da parte i sentimenti” e comunque io volevo vederlo. Volevo guardarlo in faccia, negli occhi, e capire se provasse ancora qualcosa per me.

Mi ero fatta i capelli quella mattina, dei meravigliosi boccoli cadevano sulle mie spalle e avevo deciso di mettermi solo un filo di mascara.

Avevo optato per una tutina verde militare non troppo corta con la maniche a tre quarti con i miei immancabili anfibi neri e lo zainetto, mi guardai allo specchio e dovetti ammettere che ero soddisfatta, mi vedevo carina.

 

Andrew sarebbe passato a prendermi tra poco e avremmo incontrato Julie al bar, prima di entrare nell’istituto. Ero veramente agitata e lui lo sapeva, guardavo fuori dal finestrino mentre pensavo a lui. Chissà come stava. Mi sentivo triste, questo momento avrei voluto condividerlo con lui, stargli a fianco, sentirlo ripetere, tranquillizzarlo… Ma tutto questo lo stava facendo Val.

Sospirai e mentre mi voltavo verso Mood.

“Andrà bene, lo sai è bravo. E poi ha preso buoni voti nelle prove.”

“Lo so. Ha preso 14/15 nella prima prova” sorrisi con orgoglio “Eppure era una capra in letteratura”

“Ha avuto te come insegnante, Kat. Tu sei stata bravissima con lui”

Non risposi e continuai a sorridere al ricordo di me e Luke che studiavamo al destino letteratura il giorno che aveva ammesso di provare qualcosa per me.

Davanti a scuola il sorriso scomparve.

 

Luke era appoggiato alla sua macchina e guardava terra con di fronte, appiccicata, una Val che gli teneva il viso tra le mani.

La voglia che avevo di corrergli incontro e rassicurarlo era impossibile da trattenere. Mi dovetti sforzare molto per arrivare da Julie mostrando indifferenza verso la scena.

Kat lo ha scelto lui. Non puoi farci niente.

Ci stavamo avvicinando alla coppietta. Mi sudavano le mani, ero imbarazzata, colpevole e allo stesso tempo gelosa e preoccupata. Mio dio che garbuglio di emozioni.

“Ciao maturando! Sei pronto?” Mood cercò di smorzare la tensione della situazione

“Ciao, mi sto cagando addosso” rispose Piterson abbozzando un sorriso

“Tesoro, sei pronto non devi preoccuparti. Andrà bene” lo rassicurò Val accarezzandolo.

Bruciavo dentro.

Luke aveva posato il suo sguardo su di me, mi era mancato tanto. Gli sorrisi per incoraggiarlo, lui ricambiò il sorriso.

 

 

 

 

Camminavo su e giù per il corridoio. Val si limava le unghie. Mentre Io avevo fatto almeno dieci chilometri in tre metri di corridoio.

Mood e Julie cercavano di ascoltare l’orale mentre io uscivo letteralmente di testa. Era dentro da troppo tempo. Se si fosse impanicato?

Oddio. Non ci potevo pensare.

Furono i venti minuti più lunghi della mia vita. E poi uscì. Bello come il sole, la camicia bianca a cui aveva slacciato i primi bottini, forse durante l’esame, il suo viso era più rilassato, decisamente più rilassato. Stava venendo verso di me.

Mi ritrovai nelle sue braccia, lo sentivo rilassarsi al contatto con il mio corpo. Mi era praticamente appiccicato addosso. Il mio muro era crollato miseramente, le lacrime avevano cominciato a scendermi incontrollate.

“non sparire mai più” un sussurro al mio orecchio mi fece aprire gli occhi.

Val ci stava fissando e non era per niente contenta.

E nemmeno io lo ero, o meglio, ero al settimo cielo per avere Luke spalmato addosso, con il suo profumo buonissimo che mi era mancato da morire. Ma la situazione non era cambiata di una virgola e la dimostrazione ce l’avevo davanti agli occhi.

Mi staccai controvoglia da Luke “dobbiamo parlare” sussurrai “o più tardi, domani comunque al più presto.” conclusi e mi allontanai. Fu dura lasciarlo lì.

Ma non potevo averlo, non così.

O tutto o niente.

 

 

Mi trovavo all’uscita della scuola appoggiata al muro. 13:34.

Dopo essere scappata da quella situazione ero stata in bagno un quarto d’ora a sistemarmi la faccia per il trucco sbavato, e per non vedere Luke e Val che se ne andavano via insieme. Julie mi aveva fatto ridere ed eravamo andate al bar con Andrew a bere un caffè mentre aspettavamo segni di vita da Luke per il pranzo. Dopotutto, eravamo andati lì per lui.

Piterson invece, si era volatilizzato con una Val furente dopo l’esame, e solo un’ora dopo mi era arrivato un messaggio da parte sua che mi chiedeva se ero ancora nei pressi dell’istituto.

Così mi trovavo lì davanti, con Julie e Mood che ci aspettavano al bar affamati come non mai.

 

Una macchina molto famigliare stava entrando nel posteggio. Era arrivato. Istintivamente mi trovai a cercare un finestrino di una macchina per specchiarmi: ero un po’ uno schifo con le ciglia appiccicate per il pianto, ma ormai...

Luke stava avanzando verso di me sembrava provato, aveva pianto e si vedeva, la camicia era ormai stropicciata e aveva un aria vissuta.

 

“Vuoi andare altrove?” chiesi, sembrava agitato.

“Direi che qui è perfetto. Dove tutto è iniziato.” rispose lui “Ti ascolto Kat”

Okay Kat. Forza e coraggio.

“Bene. Ecco, da dove posso cominciare Luke? Ho pensato diverse volte nell’ultimo periodo a questo momento ma adesso che mi ci trovo, nonostante ci sia tanto da dire, non mi viene in mente niente. Mi sento così stupida, solo qualche giorno fa avevo deciso, che avrei deciso io per te. Ecco perché sono sparita, ma nemmeno tu ti sei fatto sentire. Prima mi dici che ti piaccio, ma continui a stare con Val. Mi chiedi di aspettare dopo la fine della maturità ma un giorno baci me, il giorno dopo baci lei… E non capisco di cosa mi sto stupendo perché dopotutto baci la tua fidanzata, quella che non dovresti aver voglia di baciare sono io. Però non posso fare a meno di soffrire ogni volta. Quindi è adesso o mai più, scegli adesso perché non so se dopo questi ultimi due anni posso ancora soffrire così per amore.”

 

Sembravo una pazza isterica, avevo camminato e gesticolato tutto il tempo e non avevo nemmeno notato Mood e Julie arrivare verso di noi. Ma sembrava non essersene accorto nemmeno Luke che si era avvicinato verso di me e sorrideva, anzi rideva.

Sta ridendo? Ma con che coraggio?

 

“Non potevi aspettare nemmeno un minuto dopo la fine della maturità vero? Subito, appena ho messo piede fuori dall’aula ho cercato te. Quando ho saltato il pranzo dopo la terza prova, l’ho fatto per una buona causa. Ho detto a Val che dovevamo parlare. Ci siamo lasciati ufficialmente quel giorno. Non mi sono fatto sentire perché non è stato facile, ho pianto e non ho paura di ammetterlo, cazzo chiudevo una storia di tre anni per colpa di una piccola mina vagante e dovevo anche preparare l’orale. Non ti ho contattata perché tu non sei la mia ruota di scorta, avevo bisogno di chiudere questo dannato esame per poter mettere ordine. Non è mai facile chiudere una storia perché non rinnegherò mai di averla amata, oggi era qui perché questo percorso bene o male lo ha iniziato insieme a me e ci teneva a vederne la fine. Le ho detto però che purtroppo qualcuno è riuscito ad entrarmi nel cuore spaccando tutto: le ho detto di te.

 

Era vicino, vicinissimo i miei occhi erano incastrati nel suo sguardo. Il suo sguardo, quello che da mesi a questa parte mi faceva sciogliere con niente, lo sguardo che nel bene o nel male mi aveva fatto innamorare di lui.

 

 

“Sei terribile! Non avrei pensato di essere la tua ruota di scorta! Mi hai fatto penare tutta questa settimana! Avevo aspettato abbastanza una tua decisione...” cominciai mentre cercavo di allontanarmi da lui.

Avevo sentito che aveva ammesso di provare amore per me. Lo avevo sentito benissimo.

“E’ incredibile che tu di tutto il mio discorso abbia sentito solo questo! Appunto per quello non sarebbe stato un problema aspettare una settimana in più!. Adesso sono single, per modo di dire...”

“Non ho sentito solo quello. Ho sentito anche il resto” il mio sguardo si posò sui suoi occhi verdi, luminosi e felici...

“Quindi cosa hai da dire di fronte alla mia dichiarazione?” continuò lui incatenandomi con le braccia posando la sua fronte sulla mia.

“Che forse le storie più irragionevoli sono quelle che hanno più ragione di esistere”

 

Le sua labbra erano sulle mie non come l’ultima volta, esplorò subito la mia bocca prepotentemente, stringendomi a lui e io mi sentivo come non ero mai stata prima, pensavo e mi chiedevo se era giusto, ero assalita dai dubbi. Ma poi sentii in lontananza il suo cuore battere velocemente, era un suono magico, un suono dolce in grado di tranquillizzarmi.
Ora sentivo anche il mio cuore a mille, li sentivo battere insieme mentre lo nostre labbra giocavano l’una con l’altra insaziabili.
La mia testa si chiedeva in continuazione se era questo l’amore, ma nè il mio cuore nè quel bacio dettero una risposta.








 
*Spazio per Steph*
Eccoci qui. Ecco la bomba.
Questo è effettivamente l'ultimo capitolo (per adesso). Dopo ci sarà L'epilogo e devo ancora decidere se farvi conoscere la seconda parte della storia oppure lasciarvi immaginare il loro futuro.
Fatemi sapere anche voi cosa preferite :)
Stpeh.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Stephaniee