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Autore: SweetPaperella    07/07/2019    4 recensioni
{CaptainSwan e outlawQueen AU}
Regina ha 38 anni ed è un famoso avvocato di Storybrooke, vive con la sua migliore amica Emma e il figlio di quest’ultima, Henry, che considera come suo. Non ha avuto un’infanzia facile e si nasconde dietro la maschera di “regina cattiva” per non soffrire. Ma se un un nuovo caso, quello di Robin Hood, scombinasse tutte le sue certezze e l’uomo riuscisse a vederle dentro come nessuno mai?
Emma, 18 anni e con un figlio di 4, lavora in un pub per mantenersi e non sa ancora cosa fare della sua vita. Può l’incontro con un ragazzo dagli occhi azzurri come il mare aprirla nuovamente all’amore? E Robin Hood il famigerato fuorilegge che è entrato nella vita di Regina, come può aiutarla a capire quale sia il suo futuro?
Incontri, scontri, un caso da seguire, nuovi amori e scomodi segreti del passato.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo venticinque 



Nelle ore successive, a parte aver dormito ancora, grazie ad altri sonniferi che le hanno dato, visto il suo stato d’animo; Emma è stata sottoposta anche a degli accertamenti per stabilire se avesse anche qualcosa a livello fisico, visto il dolore alla schiena. Per fortuna però, non è nulla di grave, solo una forte indolenzimento, dovuto alla botta subita, ne avrà ancora per qualche giorno probabilmente, come i lividi che ha sul corpo. 
David e Regina non l’hanno mai lasciata un attimo da sola, ed la ragazza ha apprezzato tanto la loro vicinanza, la loro costante presenza. È bello riaverli di nuovo accanto, poterli abbracciare. Non hanno ancora avuto modo di chiarire, di chiedersi scusa a vicenda, ma non è il momento adatto per ciò, ci sarà tempo. Ora, Emma ha solo bisogno di sapere che loro ci sono. 
Ma senza dubbio la ragazza ha voluto parlare con Robin. Sembra che sia l’unico di cui si fidi ciecamente. A parte il suo piccolo Henry, che è venuto a farle visita durante la mattinata ed è stato ore abbracciato a lei, prima ovviamente di essere accertato che stesse bene ed Emma l’ha rincuorato che sta lì solo perché ha preso una botta alla schiena, ma che non è nulla e nelle prossime ore, se starà ancora meglio, la dimetteranno. Il piccolo Henry non ci ha creduto molto, ha visto la sua mamma turbata e scossa, ma il semplice fatto che possa abbracciarla di nuovo per lui é già sufficiente. Ha sentito terribilmente la sua mancanza. 
Ciò che è certo, che sicuramente la ragazza sta facendo di tutto per dimenticare e cercare di ricominciare, infatti quando Robin torna a trovarla, ricorda all’uomo della loro missione. 
«Quando staremo meglio entrambi, partirà la nostra operazione. Tu piuttosto come stai?» le chiede, sa che sta facendo di tutto per nascondere il suo malessere agli altri, ma con lui che sa che cosa ha passato, non può fingere. Lo vede dal suo sguardo che non l’ha ancora superato. Cosa che è evidente per tutti a dire il vero, i suoi occhi verdi non sono più luminosi come lo potevano essere prima di quella tragedia. 
«Sto cercando di andare avanti, ma non ci riesco... La verità è che non so più nemmeno se sono portata per fare lo sceriffo. Io... Ho messo a repentaglio la mia vita, la tua, quella di Belle e il suo bambino, per cercare di liberarci, per non parlare del fatto che sono venuta a salvarti da sola, senza pensare alle conseguenze.» è la prima volta che esterna nero su bianco i suoi pensieri e si stupisce davvero che lo stia facendo con l’uomo. Forse davvero le ore che hanno passato insieme a vivere lo stesso dolore, li ha fatti avvicinare.
«Emma sai che non è vero, se non fosse per te adesso Pan sarebbe lontano chissà dove, invece è in galera e ci marcirà per sempre.» le dice dolce e comprensivo, capisce il suo punto di vista, ma non può rinunciare al suo lavoro, ora è sconvolta, ed è normale che voglia mollare tutto, ma non può farlo seriamente, non può farsi schiacciare dalla paura. 
«Dovresti avercela con me Robin, non rassicurarmi.» risponde di rimando, convinta di ciò che sta dicendo. Ha sbagliato tutto. 
«Ne hai parlato con Regina?» chiede a quel punto l’uomo.
Emma scuote la testa e abbassa gli occhi.
«Io... io non riesco a parlare di ciò che è successo con loro. Mi sento uno schifo solo a pensarci... Mi faccio schifo io stessa in questo momento, l’essermi fatta la doccia non ha cancellato la sensazione di... Io, mi sento sporca dentro.» non sa nemmeno lei spiegare come si sente, ciò che prova. Sa solo che è una sensazione bruttissima, si è lavata a lungo, ma comunque non è riuscita a lavarsi di dosso il malessere fisico che avverte e che prova, non è riuscita a togliersi di dosso la sensazione di essere sporca. Come ha detto a Robin, si sente sporca dentro. 
«Mi sono sempre sentita spazzatura, ho combattuto per anni con questa sensazione e quando finalmente stavo riuscendo a vedermi con occhi diversi, ad aprirmi all’amore... Io mi sento di nuovo come spazzatura. Non riesco nemmeno a guardare Killian negli occhi... Lo evito da quando mi sono risvegliata e questo mi fa rabbia, ma allo stesso tempo non riesco a sbloccarmi... Io... Non so che devo fare Robin.» ancora una volta si ritrova a piangere e non è da lei essere così debole, davvero non riesce a riconoscersi. Non ha mai pianto così tanto in vita sua.
L’uomo le si avvicina lentamente e l’abbraccia forte, non le chiede il permesso perché ha capito che Emma si fida di lui, è l’unico con cui si è aperta completamente. L’unico di cui davvero si fidi in un momento delicato come questo.
«Datti tempo Emma, vedrai che presto tutto tornerà a posto. Sei più forte di quello che credi e noi ti vogliamo bene esattamente per questo.»
La ragazza annuisce e si lascia stringere tra le sue braccia. 
Intanto, Regina ha assistito a tutta la conversazione tra i due e il cuore le si è spezzato in mille pezzi. Un conto è sapere che la propria figlia sta male, un altro è sentirglielo dire così apertamente e sentire rivelato come si sente. Vuole lasciare il suo lavoro, vuole rinunciare al suo sogno perché si sente responsabile di ciò che è accaduto. Non sopporta il fatto che si senta così, perché non è assolutamente colpa sua ciò che è accaduto, il fatto che sia stata impulsiva non vuol dire che non sarà capace di essere un buon sceriffo. E poi, si sente davvero messa in gabbia, perché non sa come aiutarla e vorrebbe tanto che quella sensazione di sporcizia che sente dentro passasse. Proprio ora che a poco a poco, stava riuscendo a fidarsi di nuovo, ad amare. 
Non sa se ciò che ha pensato per aiutarla sia la soluzione migliore, ma ci deve provare a ogni costo, lo deve per il bene di sua figlia. Senza fare rumore, per non farsi accorgere dai due, si allontana per andare a parlare con David e Killian. 
Il primo è subito d’accordo con Regina, per l’idea che ha avuto per far sì che la loro bambina torni a credere nelle sue potenzialità. 
Killian, è d’accordo anche lui, ma sta anche pensando a qualcosa che li consenta di far capire a Emma che lui l’ama esattamente come prima, che ciò che è successo non influenza il loro rapporto, che niente tra loro cambierà mai. Le vuole far capire che l’ama e che l’amerà sempre, ma soprattutto che è disposto a starle vicino e a rispettare i suoi tempi, anche se ci vorrà una vita intera. Lui vuole essere al suo fianco, comunque e per sempre. 
Robin decide di restare accanto a lei fino a che non si è calmata del tutto, ed è anche felice che si sia aperta, ciò che è importante sicuramente è parlarne con qualcuno. 
Si allontana da lei, solo quando lo chiamano per fare gli ultimi controlli prima di essere dimesso. E non vede l’ora di tornare a casa e riabbracciare il suo piccolo Roland, il quale non è venuto a trovarlo in ospedale, ma solo per non farlo preoccupare, ma tanto ben presto lo rivedrà e gli spiegherà ogni cosa e lo stringerà forte a se, per non lasciarlo più. 
Ma tanto non lascia sola Emma, perché in stanza sono giunti nuovamente tutti quanti, che non la lasciano davvero mai sola. Soprattutto Regina e David, i quali per una volta vogliono cercare di stare accanto alla loro bambina. 
Prima di rientrare in camera però, i due adulti hanno chiamato August Booth, affinché venisse a parlare con Emma della sua decisione di lasciare il lavoro. 
«Emma... Ascolta, tra qualche ora ti dimettono, che ne dici se torni a casa con me?» le chiede Regina, pensando che forse sia la soluzione migliore visto il suo stato d’animo. 
«No. Non è per te, Regina... Ma, voglio poter stare con Killian sulla Jolly Roger.» non è perché non vuole stare vicino a Regina, anzi... Ma vuole semplicemente dimostrare a sé stessa che può superare questo brutto momento e ricominciare, se vuole farlo deve tornare alla sua vita di sempre, ora la sua vita è accanto a Killian. 
Il ragazzo a quella rivelazione alza lo sguardo verso di lei davvero incredulo, non avrebbe mai creduto che Emma volesse tornare con lui sulla nave, anzi ha creduto fortemente che accettasse la proposta di sua madre di tornare a casa. Se ne stupisce, ma capisce anche che la ragazza sta cercando di sbloccassi e non sa sé questa è la soluzione giusta. 
«Ma se non...» prova a dire David, sta per dire “non riesci nemmeno a guardarlo negli occhi” il che è vero, ma parlare con Robin in un certo senso le ha fatto bene e vuole provare a fare nuovamente un primo passo verso il suo meraviglioso fidanzato. 
«...Non riesco nemmeno a guardarlo negli occhi, si lo so. E voglio rimediare.» dice rivolto a suo padre per poi spostare lo sguardo verso il suo pirata. Lui la sta guardando a sua volta e lei gli fa segno di avvicinarsi a lei e chiede ai due se possono lasciarli soli. 
David non è molto convinto che sia la soluzione più adatta, ma Regina lo trascina fuori dalla camera, non vuole ostacolare Emma, non vuole che si blocchi di nuovo, bisogna far sì che continui la sua vita e non farla vivere sotto una campana di vetro. Se si sente di voler parlare con Killian, é giusto che rispettino la sua decisione, anche perché lui è il suo ragazzo ed é giusto che i due si parlino.
Una volta che sono fuori dalla camera, Killian si avvicina lentamente ad Emma, ma rimane comunque distante, in certo sul da farsi e se è il caso che si sieda al bordo del letto, accanto a lei. Anche perché oltre ad avergli fatto cenno di avvicinarsi, ancora non si sono guardati dritto negli occhi.
«Guarda che puoi sederti accanto a me, non ti mangio mica» gli dice a quel punto Emma, ironizzando sulla cosa. Ma trova che il suo comportamento sia estremamente dolce. Solo che non vuole nemmeno essere trattata come se fosse di cristallo e potesse rompersi da un momento all’altro.
Il pirata allora, si siede finalmente accanto a lei e subito prova una sensazione di benessere, avverte il suo profumo invadergli le narici e si sente di nuovo a casa. É di nuovo accanto alla sua Emma.
«Io... Volevo chiederti scusa. Scusa se ti ho evitato, scusa se sto continuando a farlo in un certo senso... Se non vorrai stare più con me per qualche ragione, lo capisco.» tutte le sue insicurezze tornano a farsi spazio in lei, ma diversamente da prima, ora alza gli occhi sul suo fidanzato. I suoi occhi verdi si perdono completamente in quelli azzurri di lui, in quei meravigliosi pozzi azzurri come il mare.
«Love, per quale motivo dovrei lasciarti me lo spieghi?» perdendosi a sua volta nei suoi smeraldi verdi.
«Per quello che ho successo, si insomma... Pan, lui... Lo sai. E ora non so quanto mi ci vorrà per fidarmi nuovamente, non che non mi fidi di te, so che tu non mi faresti mai del male... Il punto è che io in questo momento non mi fido più di me stessa, ho paura di tutto e non è da me... Credo di avere solo bisogno di tempo, ma se tu non vorrai aspettarmi, lo capisco. Perché dovresti stare con una donna che...» dice riabbassando, ora guarda le sue mani, con le quali sta giocando nervosamente.
Killian non le da nemmeno il terminare la frase, che con la mano raggiunge il suo mento per guardarla nuovamente negli occhi e interrompere quel fiume in piena di parole, parole totalmente inutili, perché lui non ha intenzione di lasciarla, né ora né mai. Anche se dovrà aspettarla tutta la vita, dovrà pazientare tutta la vita che lei si sblocchi di nuovo. Se pur ovviamente spera che ciò avvenga molto prima, per il suo bene, perché prima di tutto viene la sua felicità. 
«Ti rendi conto che stai dicendo una marea di cavolate vero? Emma, io ti amo. Ti amo come non ho mai amato nessuno nella mia vita. Ti amo come non avrei mai creduto di poter amare. E sono qui, love, sono qui e non vado da nessuna parte, nemmeno quando mi manderai via a calci. Io sono qui. Sempre e comunque. Ti è chiaro il concetto adesso?» le dice aprendole completamente il suo cuore, nella speranza che lei capisca che lui l’ama più di ogni altra cosa al mondo, che ciò che accaduto con quel mostro di Pan, non cambierà ciò che c’è tra loro. 
«Io l’unica cosa che voglio è vederti tornare a sorridere come prima, love. E tu non hai colpa, non è tua la colpa di ciò che è successo.» facendole capire ulteriormente, se mai non fosse stato chiaro con la dichiarazione di prima, che niente cambierà tra loro.
Emma ha gli occhi lucidi, ma stavolta e per la prima volta da diverse ore, per l’emozione e la gioia. Senza pensarci troppo gli getta le braccia al collo e lo stringe in un lungo abbraccio. 
Non riesce ancora ad andare oltre, per quanto vorrebbe baciarlo e sentire il calore del suo corpo addosso al suo, ma quel momento così dolce e intimo, è la prova che insieme, possono affrontare qualsiasi cosa e ancora una volta si ritrova a pensare a quanto sia stata fortunata ad averlo nella sua vita. Pensa davvero che non si merita uno come lui. Lei, chiusa nel suo guscio protettivo ancora una volta, lei che ha alzato nuovamente muri per proteggersi. Lui pronto ancora una volta a buttarli giù, con dolcezza, amore e pazienza. 
Rimangono abbracciati, fino a che non è Booth a fare il suo ingresso nella stanza della ragazza, bussando e chiedendo il permesso per entrare.
Emma gli fa segno di sì e si allontana da Killian, ora non ha più paura di guardarlo negli occhi e gli dà un leggero bacio sulla guancia, prima di vederlo alzare dal letto e lasciarla sola con il suo capo. Non ne capisce il motivo a dire il vero, ma lo lascia comunque fare.
Killian prima di uscire le lancia un altro sguardo e le sorride dolce, Emma ricambia regalandogli a sua volta un bellissimo sorriso, il primo che fa da quando è uscita viva dall’incubo.
Booth le si avvicina e subito prontamente le chiede come si sente.
«Ottimo, sono felice che stai meglio, noi ti aspettiamo di nuovo in centrale.» le risponde non appena lei gli dice che si sente molto meglio e che presto verrà dimessa.
«Ecco in tal proposito, io... Io non so se tornerò in centrale, mi dispiace.» gliel’ha detto, ha abbassato lo sguardo per tornare a guardare le sue mani, ma è riuscita a dirglielo. Ha trovato il coraggio per farlo, anche se non credeva davvero di riuscire a parlarne, non ancora. Ma ormai ha preso praticamente la sua decisione.
«Come sarebbe a dire? Perché vuoi lasciare Emma?»
«Me lo sta chiedendo davvero? Io... Ho messo a repentaglio la mia vita, quella di Robin, Belle e il suo bambino. Quale agente sarebbe così stupida da andare da sola, senza esperienza nel covo del nemico? Non credo di essere portata per tale mestiere se sono stata così ingenua e impulsiva.» Ammette, ora ha nuovamente gli occhi lucidi, il suo lavoro le piace e tanto anche, non vorrebbe mai rinunciarci, ma forse, é anche giusto che si faccia da parte se è in grado solo di mettere in pericolo le persone invece di salvarle.
«É vero, sei stata impulsiva e non ti nego che vorrei tanto farti una lavata di testa, Emma. Ma sei giovane e ancora inesperta su alcuni punti di vista, ma non per questo non si adatta a fare questo mestiere, mettitelo bene in testa.» le dice duramente, ma mantenendo tutta la sua dolcezza che lo contraddistingue. Nei confronti di Emma poi ha sempre avuto una particolare dolcezza, ha voluto seguirla lui, passo dopo passo e addestrarla per diventare un buon agente e ci è riuscito. Ha intuito, determinazione, coraggio e può diventare davvero un ottimo sceriffo, se solo ci credesse anche lei.
«Tu hai intuito Emma, sei in gamba, determinata, coraggiosa e potresti diventare un ottimo sceriffo se solo credessi di più nelle tue capacità. Hai agito di istituto e sei stata molto impulsiva, ma la tua determinazione e il tuo coraggio, hanno salvato anche Robin e Belle. Non ti sei mai persa d’animo, nonostante ciò che anche tu hai subito e ci hai dato anche la dritta su come catturare Pan. Emma... Tu sei stata quella che si può definire una “salvatrice”. Lo penso io, come lo pensano i tuoi genitori, Robin e Belle.» da modo ai suoi pensieri di venire fuori, per far capire alla ragazza che può davvero fare quel lavoro, ciò che ha fatto sicuramente non è giustificabile, ma ha saputo anche mantenere un sangue freddo che in pochi sarebbero riusciti a mantenere.
«Ma ho comunque sbagliato, chi altro commetterebbe uno sbaglio così grossolano... E poi é stata solo fortuna con Pan.»
«Chi altro commetterebbe uno sbaglio così grossolano? Io. Ho fatto anche peggio di te quando  ero un giovane allievo sceriffo. Ero davanti alla prima azione seria, il criminale mi ha puntato la pistola addosso e io ho avuto paura e sono rimasta paralizzato, un mio collega per spostarmi si è preso la pallottola destinata a me ed é morto...» non ha mai raccontato a nessuno questo episodio della sua vita, a parte a sua moglie Elsa, ora invece é pronto per parlarne con Emma, per farle capire che tutti nella vita commettono errori e che anche lui ne ha commessi. Continua a parlare quando vede che ha completamente l’attenzione della ragazza e che é anche piuttosto sorpresa di sentire la sua storia: «Volevo lasciare, mi sentivo uno schifo, ma poi il mio sceriffo mi fece cambiare idea, credendo in me. Emma, come lui ha creduto in me, nelle mie potenzialità: io credo nelle tue. Non aver paura di trasformarti in un cigno. Non sei il brutto anatroccolo della storia, tu sei un meraviglioso cigno.» ora le sta parlando come un padre, con le stesse parole che direbbe alla sua meravigliosa bambina; e spera tanto che possano arrivare al cuore di Emma.
«Grazie sceriffo.»
«Credo che sia giunto il momento di darmi del tu, non trovi? E appena ti sarai rimessa del tutto ti aspetto in ufficio. Graham andrà via tra un po’ lo sai, io ho bisogno di un nuovo collaboratore in gamba e fidato e ho scelto te.» gli dice ancora con un sorriso.
Emma sorride a sua volta e non può non annuire. É ancora incerta sul fatto che può farcela, probabilmente dovrà ancora lavorare su se stessa per riacquistare forza e lucidità, ma vuole provarci. Le parole di Booth, sulla sua storia personale, ma soprattutto il suo modo così protettivo e attento di dirle che è un meraviglioso cigno, le hanno fatto molto piacere, facendole capire che non è tutto perduto. Proprio come la storia del brutto anatroccolo. In effetti lei ci si rispecchia molto, abbandonata alla nascita, è cresciuta sola, derisa e cacciata perché diversa dagli altri, ha poi trovato una famiglia che l’ama, un uomo meraviglioso che l’accetta per ciò che è, il lavoro dei suoi sogni... Forse non è davvero un brutto anatroccolo, ed é ora di accorgersi che può diventare un meraviglioso cigno. In fondo il suo cognome é proprio Swan e le piace. Molto.
Non sarà facile, per niente. Ma ci vuole provare. Può rialzarsi.
Lo ringrazia ancora una volta e lo saluta, decisamente più di buon umore. 
É riuscita a chiarire con Killian, ha parlato con Booth del suo lavoro. 
Sì, può tornare decisamente a vivere.
 
SPAZIO AUTRICE: Ciao a tutti, alla fine sono riuscita a postare. In realtà non ero sicura di riuscire perché avrei dovuto andare in gita con amici, ma alla fine ho rimandato, perché troppo cotta dagli ultimi avvenimenti della mia vita. É stata una settimana intensa ed emozionante e ora, che finalmente mi sto rilassando (dopo aver dormito davvero poco e male) sono distrutta per fare ogni cosa. Quindi, mi dedico a postare la storia qui su Efp e non perdere l’appuntamento settimanale. Ma veniamo al capitolo, che cosa dire... Emma é devastata e nonostante abbia fatto dei passi avanti, con Killian abbracciandolo e parlando con lui, non sarà ancora semplice per lei, soprattutto quando tornerà a casa. Ora in ospedale vuole riprendere in mano la sua vita, ma sarà davvero così semplice farlo? Si sente talmente triste che ha pensato di lasciare il suo lavoro, penso che se non ci fosse stato Booth, con la sua storia, a dirle che non è il brutto anatroccolo della storia, lei avrebbe sicuramente lasciato, non sentendosi adatta a lavorare come sceriffo. Ho voluto anche qui riprendere un piccolo collegamento con la serie, facendo capire ad Emma che è un cigno, grazie a Booth, come tutti sappiamo é lui che le fa poi prendere il cognome di “Swan” grazie alla storia del brutto anatroccolo. Prima di salutarvi vi chiedo, vi piacerebbe un sequel di questa storia? Ho diverse idee in testa che inizialmente volevo inserire in questa, ma che poi risultava troppo lunga e ho pensato quindi a un sequel, ci sarà ovviamente un nuovo “cattivo” e quindi un nuovo caso... L’idea iniziale c’é devo solo iniziare a scriverla. Fatemi sapere che cosa ne pensate. Ora vi saluto e vi auguro buon pranzo e buona domenica. 😘 A prestissimo.
   
 
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