Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: _Bri_    25/06/2022    1 recensioni
[Raccolta di OS legate all'interattiva conclusa "Il Giardino Segreto"]
1.In perpetual motion ( Regulus Black e Roxanne Borgin)
2.En e Xanax (Adrian Reed e Elyon Yaxley)
Crebbero, intanto, trovando una nuova comune e ardimentosa passione in colui che tutti chiamavano il Signore Oscuro, nei suoi ideali e obiettivi; la loro vita girava, come la vecchia trottola di Roxanne, senza impattare mai contro chi desiderava di porre un freno al loro vorticare.
E Roxanne, che mai più aveva avuto lo sguardo triste e stanco di chi ha già visto e sopportato troppo, continuava a scartare gli occhi altrui, affamata solamente del grigio indomito di Regulus.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio, Regulus Black
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“En e Xanax”

 
La verità era che le labbra di Elyon, il suo odore, il suo sapore, la sfumatura dei suoi capelli bagnati di rame, tutto di lei era qualcosa di straordinariamente unico. Adrian ci aveva messo anni per accettare questo dato di fatto ad alta voce; nel suo intimo, il mago era consapevole che nulla che appartenesse ad Elyon Yaxley fosse lontanamente replicabile, ma accettare la cosa di buon grado era tutt'altra faccenda.
Dovette prima attraversare l'inferno, stringere la mano alla Morte e ballare con lei, per razionalizzare e digerire l’idea che quella femmina fosse il cuore pulsante del suo universo.
Quando aveva tredici anni la vide volare fra le corde d’un’altalena(1), aveva in bocca un riso gioioso, scevro della durezza di cui si sarebbe caricata anni dopo. I capelli di Elyon, profumati d’estate – come potevano essere tanto più luminosi dei suoi?-, ondeggiavano sulla schiena scoperta: per la prima volta nella sua vita, il giovane provò l’istinto di afferrare un altro essere vivente per studiarne ogni forma, composta da pelle, carne e ossa. Dovette correre via, lontano da lei e dai più grandi, con le guance così rosse da far scoppiare ogni sua lentiggine sul viso magro.
A pensarci, era chiaro per quale motivo al tempo Adrian non fosse stato capace di riconoscere l’importanza che avrebbe avuto Elyon; questa consapevolezza lo consolò un poco: di fondo, Elyon era pura, bianca,(2)  così tanto più giusta di lui, da non sembrare nemmeno una sua stessa simile.
Era stato il tempo – e le persone più luride- a comprometterla, corromperne ogni piccola fibra del suo essere. E certo, Adrian faceva parte di quelle persone che l’avevano rovinata, ma Elyon lo aveva scelto e oramai, dopo che avevano affrontato Robert – e con esso i propri sentimenti-, sapeva di non poter più tornare indietro e se anche avesse trovato il coraggio di farlo, di separarsi da quell’unico motivo che lo teneva ancora attaccato alla vita, sapeva che Elyon non glielo avrebbe mai permesso.
Mai.
 
Adrian la osservava discutere con Loby; l’animosità che le era propria faceva vibrare il suo corpo e le rendeva la voce acuta e acida. Una medicina amara(3), sì, sebbene essenziale per la sua sopravvivenza. Osservò la propria mano sinistra, focalizzando l’attenzione sulla fede che stringeva il suo anulare; accennò un sorriso, intanto che i due maghi dinanzi a lui aumentavano il volume della voce. Quelle di Adrian erano mani dure, mani sporche, che avevano commesso un’infinità di crimini di cui non si era pentito totalmente, non di tutti perlomeno; fu inevitabile pensare che un anello nuziale stonasse su quella mano. Ma non gli dispiaceva svegliarsi al mattino e catturarne l’opaco scintillio con lo sguardo ancora appannato dal sonno.
Tornò a fissare sua moglie, l’incredibile creatura che si era tenacemente attaccata al suo fianco e non poté fare a meno di sorridere di nuovo, come se la sola immagine di Elyon si manifestasse come un’ambigua malattia che lo costringeva ad essere felice.
 
Anche quella era una strana sensazione, quella felicità perenne ed incondizionata.
 
Come se fosse stata in grado di percepire i suoi pensieri, la strega alzò una mano in direzione di Loby, con l’intento ardimentoso di stoppare ciò che quello avesse ancora da replicare, quindi roteò, furiosa, il capo di lunghi capelli rossi verso di lui, sorprendendolo a fissarla con quell’espressione che, sul viso di Adrian, sembrava sempre artefatta. Una volta Elyon gli aveva detto che quando non lo vedeva arrabbiato si insospettiva; poi col passare degli ultimi due anni, si rassegnò all’idea che il suo compagno fosse arrivato davvero ad abbracciare la felicità, nonostante il marchio nero ribollisse ancora sul suo braccio, nonostante tutto quello che avevano attraversato, nonostante la morte di Robert e la latitanza.
Passarono qualche istante a fissarsi, mentre Loby spiava come un voyeurista involontario il silenzioso scambio di sguardi dei due coniugi e nonostante fino a pochi istanti prima stesse discutendo con quella maledetta strega, in quel momento, non sapeva se per il gesto lapidario di Elyon, o se dovuto al fatto di sentirsi improvvisamente di troppo, sarebbe voluto sparire.
Poi la donna si decise a parlare, la sua voce un’elegante corda di violino:
 
“Non hai proprio nulla da dire a riguardo?”
 
Adrian ghignò “Te la stai cavando più che bene, non vedo perché mi dovrei intromettere.”
 
Adrian la amava profondamente; condivideva con Elyon un amore viscerale, che scrutava e affondava in ogni capillare del corpo. Era un sentimento irruento, il loro. Faceva esplodere di gioia, sussultare di spasmodico piacere, scuotere sentimenti atavici e primitivi che erano propri dei primi esseri umani. Fra            quelli più amabili, purtroppo, emergeva spesso la rabbia.
Quando Elyon e Adrian si scontravano, niente era in grado di fermare la loro lite, se non la loro stessa volontà di soprassedere.
I loro litigi avrebbero persino potuto fermare il traffico di New York(4), tanto erano esplosive le loro voci e dannatamente pericolose le loro aure.
Adrian avrebbe voluto liberarsi di quella risata che si era incastrata in bocca l’esatto momento in cui aveva visto la mano di Elyon salire a torturarsi il lobo dell’orecchio; quel gesto, la sua bellissima moglie, non era mai stata capace di eliderlo. Sapeva bene, il mago, che se non si fosse trovata fuori dallo studio di Louis Murray, avrebbe ignorato la presenza di Loby e sarebbe esplosa, al punto che avrebbero dovuto toglierle la bacchetta. Ma non lo fece, perché Elyon era decisamente più intelligente di lui e sapeva adattarsi alle situazioni che la vedevano coinvolta, a differenza sua che non era in grado di controllarsi, mai, al costo di creare danni irrimediabili.
Elyon aveva l’anima che lui avrebbe voluto avere (5).
 
“Ti ricordo che sei tu il latitante, Adrian. Sei tu, non io, che il Ministero continua a cercare. Sei tu che devi scontare la pena ad Azkaban… non hai intenzione di collaborare?”
 
“La lupacchiotta non ha tutti i torti.” Si intromise Loby con tono provocatorio, tanto da guadagnarsi un sommesso ringhio da parte della strega. In quel momento Adrian se ne fregò della reazione che avrebbe potuto avere la sua consorte e si liberò di quella risata che non era evidentemente riuscito ad ingoiare.
 
“Se sto qui a leccare i piedi a Louis Murray è solo per te, lo sai bene.” Si accese una sigaretta, Adrian, ignorando il risentito borbottio di Loby. Tirando una boccata di fumo, l’ex mangiamorte si preparò alla furia che si sarebbe presto scatenata, perché sapeva bene quando Elyon non sopportasse quel retro pensiero di sconfitta che di tanto in tanto emergeva dalla sua bocca.
Prevedibilmente, la strega si avvicinò a lui con passo pesante e ci mise un soffio a strappargli la sigaretta dalle labbra.
 
“Non so perché l’ho fatto, maledetto imbecille. Fatto sta che ho malauguratamente deciso di sposarti, invece di ignorare il malsano sentimento che provo nei tuoi confronti. Avrei fatto meglio a farti friggere dagli amici di Robert? Certe volte me lo chiedo, ma puntualmente giungo alla conclusione che ormai è fatta e non si può più tornare indietro. Quindi ora tu aprirai bene quelle strane orecchie che ti ritrovi e farai ciò che ti dico. “
 
Elyon prese solo una breve pausa, durante la quale, stranamente, Adrian non fece un fiato.
 
“Te lo ricordi? Me lo hai detto tu, che avremmo trovato il modo di rimuovere le nostre paure, ma questo può succedere solo se ci fidiamo l’uno dell’altra, Ad. Su di me puoi contare per una rivoluzione, ma cazzo… devi dimostrarmi che hai davvero voglia di lottare, non puoi pretendere che io faccia mia questa battaglia senza di te. Quindi ora, proprio ora, mi dimostrerai che quella stupida testolina che ti ritrovi nasconda un minimo di raziocinio, poi entrerai con me e parleremo a Murray di quello che abbiamo in mente, chiaro? (5)
 
Gli occhi chiari di Elyon vibravano di tenacia e determinazione e Adrian capì subito che non gli avrebbe mai permesso di andarsene di lì, senza aver prima fatto ciò che lei gli aveva affatto velatamente ordinato.
Non c’era proprio nulla da fare: ad Adrian non restava che accettare che Elyon Yaxley fosse la sua salvezza.
 
La porta dello studio di Louis si schiuse e da lì uscì inaspettatamente Joan. Il mago rimase qualche istante a fissare Elyon la quale, a sua volta, aveva ancora lo sguardo incastrato in quello di Adrian. Quando quest’ultimo si rese conto della presenza di Joan, il suo sguardo si accigliò e l’impulso di accendersi un’altra sigaretta fu irrefrenabile.
Col cazzo che se ne sarebbe andato, se Elyon fosse stata irremovibile.
 
“Noi abbiamo finito, Louis vi ha concesso dieci minuti.”
 
Adrian portò di nuovo lo sguardo su sua moglie, la quale aveva avuto una reazione ben diversa alla presenza di Joan. La osservò addolcirsi e sorridere e piegare le labbra in un grazie davvero intollerabile per lui.
 
“Forza, non perdiamo tempo.”
 
Sciocco, immaturo, dannatamente geloso, Adrian afferrò la mano di lei e superò sia Loby che Joan, senza degnare di uno sguardo quest’ultimo. Parve che con la sua presenza, Adrian avesse improvvisamente trovato la voglia di dar retta ad Elyon.
E quest’ultima se ne rese conto, perché conosceva bene  Adrian, l’uomo della sua vita, quello che –ne era certa- sarebbe rimasto il suo compagno per sempre, se solo lui avesse evitato di fare qualcosa di fin troppo stupido, tipo farsi togliere la vita o, peggio ancora, farsi sbattere ad Azkaban.
 
“Vi ho sentito discutere. “ Disse Louis Murray, seduto dietro la sua scrivania di mogano, con il fumo della sigaretta ad aleggiargli intorno “C’è qualche motivo per il quale dovrei dare retta a Joan e non sbattervi fuori?”
 
Elyon stava per replicare, quando fu Adrian a prendere la parola; il mago spianò le mani sul piano della scrivania ed inchiodò lo sguardo in quello più luminoso di Louis, così un sorriso gli increspò il viso.
 
“Sbatterci fuori sarebbe il tuo errore più grande, caro signor Murray. Perché prenderci nella squadra ti sarebbe di enorme vantaggio… fossi in te non mi lascerei sfuggire un’occasione come questa.”
 
Gli occhi di Louis, placidi, saltarono da Adrian, piegato davanti a lui, alla donna che sorrideva di soddisfazione alle sue spalle. E anche se sapeva che quei due erano pericolosi come vulcani in eruzione, qualcosa gli disse di fermarsi ad ascoltare ciò che avevano da dire.
In fondo non avrebbe avuto nulla da perdere e, chissà, magari quei due coniugi sarebbero stati capaci di stupirlo.
 
 


 
Note dalla 1 alla 5: sono citazioni a canzoni che mi hanno fatta pensare ad Elyon e Adrian. Sapete quanto io sia ossessionata dalla musica e che ogni personaggio mio o che mi viene affidato, ha la sua playlist personale. In questo caso abbiamo “Ho visto Nina volare” di Fabrizio de André, “Bianca” degli Afterhours e, come da titolo, “En e Xanax” di Samuele Bersani.
Se vi va ascoltatele.
 
A distanza di secoli, eccomi con la seconda storia di questa raccolta. Perché seppur con estrema lentezza, visto che non ho che pochissimo tempo da dedicare alla scrittura ultimamente, non ho alcuna intenzione di abbandonare tutte le idee che ho nella testa, come non voglio lasciare indietro personaggi a cui tengo terribilmente.
Ieri spotify mi ha ricordato “En e Xanax” una splendida canzone di Samuele Bersani che, al tempo, mi fece pensare proprio ad Adrian e Elyon. Vi invito all’ascolto, perché parla proprio di loro, anche se Bersani non lo sa.
Sono contenta di aver scritto questa modestissima Os, che ovviamente dedico a tutti coloro che hanno partecipato e seguito il Giardino e che hanno amato questa coppia di folgorati tanto quanto la amo io.
Nello specifico, la mia dedica non può che andare ad Anne, che mi ha donato Elyon, sul podio dei miei oc preferiti (E tu, amica mia, lo sai bene).
 
Solo per precisazione: Louis Murray e Loby sono personaggi di mia invenzione, Joan invece è sempre di Anne. Vi allego le loro immagini, specificando che quando Anne mi affidò Joan, gli assegnò l’incredibile volto di Mads Mikkelsen, ben prima che questo diventasse il nuovo Grindelwald; ragion per cui io gli lascerò quel viso.
 
Spero a presto, con altre cosine.

Bri

 Joan

 Loby

 Louis (Anche se non avrebbe bisogno di presentazioni)
 
 
 
 
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: _Bri_