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Autore: alicyana    29/08/2010    2 recensioni
"Pretendere di dimenticare era impossibile, imporsi di poterlo fare, inammissibile." Frammenti di una storia d'amore oscurati dal tempo.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cissnei, Zack Fair
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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[Epilogue] – Hating herself


Una bambina stava immobile, seduta sul marciapiede sconnesso della periferia di Midgar.

I suoi vestiti erano laceri, bruciacchiati. La sua pelle sporca di fuliggine e di sangue.

Sotto gli occhi, due righe più chiare le solcavano le guance. Doveva aver pianto molto.

Stava lì, senza far nulla. Tremava, forse per il freddo, forse per la paura di essere sola al mondo.

Sola, nella grande metropoli del Mako, seduta in mezzo ai topi che rosicchiavano la spazzatura fetida.

Era scalza, e teneva i piedini martoriati l’uno sopra l’altro, le ginocchia vicino al petto circondate dalle braccina esili e pallide.

Le macchine le sfrecciavano davanti, i passanti non si giravano nemmeno a guardarla.

E lei era lì, sotto i loro occhi. Ma trasparente come il vetro.

Lei non era più nessuno ormai. Non aveva più nulla.

Erano tutti morti. Bruciati.

Perché solo lei si era salvata? Perché la mamma, il papà, sua sorella invece no?

Le fiamme avrebbero dovuto divorare lei, non loro.

Perché solo lei era riuscita a scappare?

Si strinse ancora di più in quel tentativo di abbraccio, poggiando il viso lacero e bruciacchiato alle gambe magre e stanche.

Non era riuscita a fare nulla per loro.

Non aveva fatto nulla per aiutarli.

Aveva avuto troppa paura.

E ora si piangeva addosso, per aver perso la casa, la famiglia, l’identità.

Ed era solo colpa sua. Solo sua.

Ti odio.

Ti odio, sei una stupida ragazzina inutile.

Cosa ci fai al mondo?

Non sei nessuno.

Un uomo le si avvicinò. Aveva un abito nero e i capelli neri legati in una coda.

Aveva uno sguardo severo, ma non incuteva timore.

<< Stai bene? >> le aveva chiesto, scuotendola lievemente.

Chi sei?

Cosa è questa luce?

<< E’ tutto a posto ora, tranquilla. >>

Perché è tutto così luminoso ora?

<< Devi essere stremata per aver dormito così tanto… >>

Dormito così tanto? Cosa sta dicendo?

Io sono solo scappata dal settore 2…

<< Per fortuna stai riprendendo conoscenza… >>

Di chi è questa voce?

Dov’è l’uomo vestito di nero?

Dove mi trovo?


La ragazza aprì faticosamente gli occhi, infastiditi dalla luce del sole cocente. Si sentiva intorpidita e dolorante, la testa che girava.

Come era finita in quel posto? Un tizio sconosciuto la fissava, chiedendosi se stesse bene.

<< Ehi, come stai? >> un ragazzo dai capelli biondi a spazzola, visibilmente preoccupato, le porse un bicchiere d’acqua fresca, che lei non rifiutò.

Fece scendere il liquido giù per la gola, godendo della freschezza sulla gola riarsa.

Doveva essere svenuta nei dintorni di un qualche paesino disperso nel nulla. Ricordava di aver finito la benzina e di essersi disperata accanto alla sua moto…

Spalancò gli occhi, ricordandosi che sotto il sellino teneva la borsa con le poche cose che era riuscita a portarsi dietro.

<< Dov’è la moto? >> chiese, dopo aver bevuto l’ultimo sorso.

Il ragazzo sorrise, felice di vederla reagire : <>

La rossa annuì, e si mise a sedere sul letto. Accanto a lei, sul comodino c’era un vassoio con un po’ di pane e una scodella di minestra fumante. Sentì lo stomaco lamentarsi.

Da quanto non mangiava? Quanto tempo aveva passato su quella moto?

Quanto tempo era passato da quando…?

<< Ecco, queste sono le tue cose giusto? >> le chiese lui, poggiando sul letto il bagaglio che aveva trovato nella moto << Ah… non ho frugato! Giuro. >>

<< Non preoccuparti… >> sussurrò lei, sorridendo appena. Lui rispose al sorriso, sedendosi su di uno sgabello vicino al letto.

<< Da dove vieni? >> le chiese, incuriosito. << Non ti ho mai vista da queste parti. >>

<< Io… >> la ragazza esitò, prima di continuare <<… vengo da Nibelheim. >>

<< Non ci sono mai stato… >> osservò pensieroso << E come ti chiami? >>

<< Non lo so. Non so più chi sono. >> rispose immediatamente lei, atona.

Il giovane rimase interdetto per qualche secondo, poi riprese a parlare:

<< E cosa pensi di fare una volta che ti sarai rimessa in forze? >>

<< Andrò via. >> sentenziò mestamente, al pensiero di essere anch’essa una ricercata.

Calò il silenzio nella stanza, intercalato dal battere del vento sulle imposte di legno scuro.

Non era cambiato nulla allora.

Tutto era esattamente come dodici anni prima.

Era sola, non aveva più un posto dove tornare, una famiglia che l’avrebbe accolta con grandi sorrisi o con pacati cenni del capo. Non aveva più un’identità, un nome. Non era più nessuno.

Un’altra volta.


Non è cambiato nulla, eh?

Sei rimasta la solita ragazzina sporca e tremante di un tempo.



<< Irene. >> la voce della ragazza ruppe l’imbarazzante tensione fra i due << Puoi chiamarmi così.>>

Se era il suo destino quello di non avere un’identità, ne avrebbe avute quanti fossero stati i paesi, i villaggi, le città del Pianeta. Avrebbe viaggiato, e ogni volta sarebbe stata qualcun altro.


Ti odio.

Non sei nessuno.


Il biondo fece un largo sorriso e annuì con forza. Si sarebbe fermata lì per un po’.


Non sei nessuno.

Note dell'autrice:

Questa è la fic più lunga che abbia mai scritto finora ò.ò

Sono riuscita a postarla tutta, pezzo per pezzo, con tanto amore per questa coppia adorabile <3

L'epilogo è davvero triste, lo so ç_ç Perdonatemi.

Passiamo ai ringraziamenti <3

@the one wunged angel: oddio, sono commossa. I tuoi commenti mi hanno resa felice in alcune giornate un pò difficili, per questo arigatou gozaimasu <3

@nacchan: Grazie Gatto, che hai voluto leggere nonostante non conoscessi i personaggi e la storia vera <3 Sei troppo pucci

@Alister90: *_*  grazie mille per aver recensito, sono strafelice <3 E mi fa piacere che trovi i miei personaggi così IC <3

@Frances: <3 <3 I tuoi commenti sono sempre i migliori e quelli che mi rendono più felice (anche se per estorcerteli ci vuole tempo XD). Grazie mille mia cara, senza il tuo aiuto a quest'ora non saprei nemmeno come iniziare a scrivere fan fiction. Sei sempre fonte d'ispirazione per me e un modello da seguire <3 Ti adoro.

Ah, e sono molto contenta che tutti voi amiate questa frase:
"Si limitò a godere dell’acqua limpida delle sue iridi, la sentì quasi sgorgare e riversarsi dentro di lei, inondando tutto il suo corpo, placando la sete e l’arsura, riempiendo, travolgente, il suo cuore di un unico pensiero, di un unico volto.
Perchè la amo anche io <3
Alla prossima fic, e spero di ricevere altre belle recensioni!









   
 
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