Ha sei anni Remus e non ha bisogno del calendario lunare: lui è il bambino che sa cosa accadrà nel cielo e lo sa davvero, in un modo inspiegabile e misterioso, fatto di pelle che brucia e si tende, mentre ogni osso del corpo spinge per uscire.

Missing Moment da "Harry Potter e l'Ordine della Fenice"
Dal testo:
E intanto Remus se ne stava ancora lì a guardarlo, la tazza di tè svuotata a piccoli sorsi.
"Te l'avevo detto che ci saresti stato male qui!"
Sirius poteva sentirla nella sua testa la frase e, addirittura, poteva sentire anche il tono da saputello con cui, se fossero stati soli, Remus l'avrebbe pronunciata, come se fosse stato ancora il prefetto dei loro quindici anni.

Sguardi sui personaggi, aspetti del Sogno, pezzi di storia rimasti in ombra.

1 • [ Disattenzione ] Quando Mikoto ancora negava l'evidenza
2 • [ Gravidanza ] Quando avere il pancione non era solamente sinonimo di seccanti nausee e imbarazzanti voglie
3 • [ Malavoglia ] Quando l'imposizione fu necessaria
4 • [ Indecisione ] Quando anche Fugaku fu preso dal dubbio
FugakuMikoto; Raccolta

Affrontare la novità della maledizione non è semplice, per un Licantropo morso da poco e Remus Lupin lo sa meglio di tanti altri.
[Questa storia si ha vinto il contest "Benvenuti al Ministero!" indetto da Schnusschen su EFP]

Aveva tastato quella stanza centimetro per centimetro, ma non si era mai reso conto di quel buco nel muro.
La tana del topo.
“Fino a quando sarà sera” si ripeteva Sirius. “Fino a quando sarà sera.”

A bettybest, perchè si merita questo e tanto altro! ♥
Una raccolta di drabble sui fratelli Uchiha, niente di più e niente di meno di ciò che si trova in giro. Spero possa farvi sorridere e intenerire.
«Mi sa tanto che anche stanotte Sasuke ha deciso di restare a dormire con me» ridacchio.
La mamma annuisce divertita, scompigliandomi vivacemente i capelli.

Malocchio non aggiunse nulla, ma procedette per il corridoio fino ad una specifica cella. Tonks non seppe capire chi l’occupasse: la targhetta identificativa era ormai un pugno di ruggine, segno che il prigioniero era lì da parecchio tempo.
«Cosa vuoi che faccia?», domandò stizzita. «Devo entrare, o…»
«Ninfadora?»
La voce la raggiunse come uno schiaffo dall’interno della cella. Era poco più che un sospiro roco e metallico, come se non fosse stata usata per anni. Tuttavia, fu abbastanza per gelare la ragazza sul posto. Si voltò verso Moody con un’espressione tetra: non poteva averlo fatto, non era possibile…

La luna ti guarda, Remus, con aria ingannevole.
Attira il tuo sguardo, ti ammalia e ti rende feroce, sorride.
Ma tu non la vedi. Osservi qualcos'altro.
A te della luna non importa più. Hai loro.
Dalla fanfiction:
« E lì capisci che hai degli amici, altre anime in cui rifugiarti quando avrai voglia o forse bisogno di scappare dalla tua.
Lì capisci che non sei solo e che, con un po' di fortuna, non lo sarai mai.
E proprio lì capisci, in quello che dovrebbe essere il momento più terribile della tua vita, che forse sei felice ».

[Dalla Shot]
Era proprio per quel motivo che a undici anni, ormai ad Hogwarts, si risvegliava sempre dolorante sotto il mantello di James, dopo aver passato l’ennesima nottata in biblioteca.

Pensieri di un padre.
[Hakoda-centric, post finale]

Dicevano che i Malandrini di Hogwarts erano invincibili insieme.
Dicevano che erano inarrestabili.
Dicevano che potevano fare qualunque cosa insieme ed era vero.
Solo un piccolo problema peloso.
Verremo con te, questa notte. Ci siamo riusciti. Non dovrai più farti del male da solo.
E magari la smetterai di fare tutto quel casino e terrorizzare i poveri abitanti di Hogsmeade, eh, Moony?
Dicevano che eravate amici. Che sareste morti per quell’amicizia.
Si chiedono come sia successo, ora.
Vigliacco.
Come sia successo.
James ha cercato di non pensarci, nei suoi ultimi istanti.
Non può averlo fatto, non Peter.
Sirius ha cercato di non pensarci per tutto il resto del tempo.
Non è così fortunato da essere pazzo, ma grida più forte di tutti gli altri ad Azkaban.
Remus ci pensa ogni secondo di ogni ora e non smette di fare male.
Peter è l’unico che si dà una risposta.
Li ha uccisi lui i Malandrini.
E non gli sono pesati quei quattordici anni vissuti come Crosta.
I solemny swear-

È il 1986 e Remus ha bisogno di rifornirsi dell'Essenza di Dittamo con cui si riprende dai pleniluni all'Apoteca di Diagon Alley. È il 1986 e la giovane Tonks, ottima studentessa di Pozioni, ha bisogno di Sciroppo di Elleboro.
Scritta per la Big Damn Table indetta da Fanfic100_ita.

Quarta classificata al contest "One Day: raccontami di..." indetto da Fabi_Fabi e vincitrice del premio speciale "Caratterizzazione dei Personaggi"
Alcuni dei più importanti momenti della vita di Sirius Black, dall’inizio della sua amicizia con i Malandrini fino alla reclusione ad Azkaban, in parte filtrati dal punto di vista esterno di Narcissa Black in Malfoy.
Primo atto: Not a Black. Finalmente Narcissa se ne rendeva conto: il Cappello Parlante non aveva sbagliato smistandolo a Grifondoro, perché Sirius era diverso, Sirius non era come loro, non lo era e non lo sarebbe mai stato.
Intermezzo: Una goccia di male spesso annerisce tutto ciò che è nobile. (W. Shakespeare)
Secondo Atto: The Heir of the Black "Walburga non ha lasciato testamento, perciò congratulazioni, sei ufficialmente il nuovo padrone di Grimmauld Place e di tutte le fortune dei Black”.
E sorprendentemente, Sirius scoppiò in una risata, una vera risata, per quanto aspra e priva di allegria. “Questa è la migliore di tutte, Narcissa!”.
“Sono mortalmente seria”.
“Lo so… E la cosa rende il tutto ancora più ridicolo! Alla fine, il mio fato mi ha trovato comunque: ho fatto l’impossibile perché non accadesse e alla fin fine, sono l’erede dei Black”.

"«Molly, sei sicura che Ninfadora possa farcela?» domandò Remus con espressione seria, «Sono almeno tre rampe di scale e credo che sia al di sopra delle sue poss-» dovette rapidamente battere in ritirata per evitare un colpo di borsa da Tonks.
«Sei un essere ignobile!»
«Lo so, sono un lupo mannaro.» rispose Remus, ridendo mentre arretrava verso la porta.
«Un lupo mannaro sfacciato.» precisò lei, «Io e questo tizio poco raccomandabile qui ora portiamo le cose di sopra insieme, non preoccuparti, Molly.»«Ah, ammetti di aver bisogno di aiuto, Ninfadora?» la stuzzicò Remus, sorridendo incontrollabilmente[...]"
A Carota: Remus e Tonks felici senza mettersi troppi problemi, per una volta.