Eren Jaeger sogna di vivere in un mondo dove sua sorella è ancora viva e di non dover usare le sue preziose strategie di adattamento per provare qualcosa che non sia dolore. Ma la vita ha il suo modo per distruggere tutto ciò che vi è sul suo cammino, ed Eren si ritrova in una spirale dalla quale non sembra uscirà molto presto.
Come capitano della squadra di football della scuola superiore Shiganshina, Levi Ackerman sembra essere la colonna portante per i suoi compagni di squadra. Ma quando non è in campo e non ha indosso la sua maglia sportiva, diventa semplicemente Levi. Levi Ackerman forse sarà anche in grado di aiutare le altre persone, ma Levi certamente non può difendersi dallo zio alcoldipendente.
Nessun altro ha provato il loro dolore, nessun altro ha vissuto ciò che hanno vissuto loro, e nessun altro potrà mai capirli. Ma tutto cambia una volta che si stabilisce una relazione non convenzionale che li forza a mettere a nudo tutte le loro cicatrici.

[LevixEren]
Ogni individuo è fautore del proprio avvenire, o semplicemente tutto è stato prestabilito, rendendo l'essere umano un'entità passiva, costretta nello scorrere degli eventi fino alla fine dei suoi giorni?
Eren proprio non riusciva a venirne a capo, ma una cosa era certa: che la sua vita fosse andata avanti in base alle scelte prese o meno, questa era stata costellata da una serie di delusioni e insoddisfazioni.

Mate!Au/Reincarnation!Au [LevixEren]
Erano interi anni che il fatidico countdown per lui si era interrotto, talmente tanti che ormai aveva del tutto perso la speranza di incontrare la sua anima gemella: i numeri non avrebbero mai raggiunto lo zero tanto atteso, per poi sparire del tutto dalla sua pelle. Era andato da uno specialista, uno studioso che aveva dedicato interamente la sua vita alla ricerca di quel fenomeno tanto curioso. Ricordava bene l'espressione di pietà che si palesò sul viso di quel vecchietto dai baffi grigi e dalle palpebre cadenti, il sospiro che fece prima di dirgli con fare compassionevole che non avrebbe mai incontrato il suo mate.
«Quando il tempo smette di scorrere, nel novanta percento dei casi, l'anima gemella è morta prematuramente.»

[Ereri]
Lui la testa l'aveva definitivamente persa, forse proprio quando aveva visto Levi varcare la soglia della sua aula la prima volta. Di certo non si aspettava di trascorrere l'ultimo anno delle superiori in quel modo: cercando continuamente di inventarsi stratagemmi per conquistarlo. E così, assieme a Jean, aveva avuto quell'idea, e inizialmente Eren l'aveva anche trovata geniale: farsi chiudere nella palestra della scuola e star lì con il corvino fino alla mattina dopo. Aveva pianificato tutto, pensato ad ogni singolo dettaglio. Non aveva però messo in conto la cosa più importante di tutte: Levi.
Erano chiusi lì dentro da poco più di un'ora e la maggior parte delle volte in cui il ragazzo aveva aperto la bocca, era stato unicamente per sospirare sommessamente.

[Riren]
«Penso che tornerò a casa questo fine settimana. Non vedo i miei amici da mesi.» mormorò, studiando la sua reazione: vuoto assoluto, come se quella notizia non lo toccasse minimamente.
La delusione si palesò sul viso del minore; solitamente i weekend li passavano insieme: bevevano, andavano al cinema, mangiavano. Si aspettava come minimo una reazione a quella notizia, non quel disinteresse straziante.
«Buon per te. – disse dopo alcuni attimi di silenzio. - Vorrà dire che chiamerò Erwin. Sai, ultimamente non fa che ripetermi che passo troppo tempo con te e che si sente trascurato.»
«No! - gridò subito in risposta a quelle parole. - Nel senso... perché non vieni con me?» chiese, provando a regolarizzare il tono di voce. Immediatamente dopo affondò i denti nel labbro inferiore, studiando la reazione del collega.
«Come?» chiese Levi, inarcando un sopracciglio.
«Hai bisogno di una pausa anche tu, venire con me ti farebbe bene.»

La famiglia Ackerman finalmente è in viaggio, direzione: vacanze!
L'aria di campagna, così diversa da quella che si respira a Stohess, invade l'abitacolo ed in lontananza si scorge la loro meta: il Trost Resort.
Kuchel osserva suo fratello, Kenny, muoversi eccitato sul sedile del conducente mentre Levi, suo figlio, non nasconde il proprio disappunto: avrebbe preferito mille volte restare a casa a studiare, magari in compagnia di Farlan, piuttosto che farsi trascinare in mezzo alla 'natura selvaggia' tra stupidi balli di gruppo ed insulse attività all'aperto.
Ma quell'estate, calda e afosa, ha per lui in serbo molte più sorprese di quante possa mai immaginare...

||Storia liberamente ispirata al film "Dirty Dancing - Balli Proibiti" (1987)||

||Revisionata ✓ (12/20)||

A Natale, Eren tende a farsi prendere dall'entusiasmo, contrariamente a Levi che non riesce proprio a stargli dietro.
Saranno delle lucine a cambiare le cose...
DAL TESTO:
“Non ci penso neanche”, rispose semplicemente.
“Andiamo, Levi! Non puoi farmi un favore? Sii buono, siamo sotto Natale!”.
“E non puoi andarci tu? Riguarda più te che me”.
Eren batté le palpebre, assumendo un’espressione tenera.
“Ma io ho freddo, non voglio ammalarmi”.
“Motivo per cui hai scelto di sacrificare me”.
“Oh, d’accordo!”, borbottò. “Ma se vado io, sappi che tutto quello che vedi”, si indicò. “Te lo puoi scordare fino a data da destinarsi!”.
Quella era una cosa decisamente infantile. Levi non voleva sottostare, ma sapeva quanto il suo compagno fosse testardo e determinato. Quindi alla fine si arrese.
“E va bene, ci vado! Non potevi proprio lasciare il mio umore tranquillo, eh?”, sbottò alzandosi dal suo comodo divano.
“Ah, grazie Levi. Sei il migliore!”, esclamò il ragazzo porgendogli il suo cappotto.
Questa storia partecipa alla challenge "I'm dreaming of a white Christmas" indetta dalla pagina facebook "Boys love - Fanfic & Fanart's World

[Eren/Levi] [Accenni alla JeanxMikasa]
Era da più di un mese ormai che Levi era partito per quello stupido viaggio di lavoro a Bruxelles.
...
Jean gli aveva proposto di coinvolgere il suo compagno in una video-chiamata a luci rosse. Inizialmente al castano parve una cosa da maniaci disperati e scartò subito l'idea. Ora invece gli sembrava la sua ultima spiaggia: forse era anche lui un maniaco disperato. Non poteva certamente far credere a Levi una cosa del genere, doveva suggerirgli l'idea indirettamente e vedere la sua reazione.

Mi voltai piano, quel poco che bastava per osservare il nuovo arrivato.
Cominciai dal basso.
Degli anfibi neri erano poggiati sui pioli dello sgabello con indolenza. Sopra quelle scarpe, si snodavano dei pantaloni di pelle nera. All'altezza dei fianchi, una catena di metallo ricadeva di lato, tintinnando di tanto in tanto.
Una camicia anch'essa nera, lasciata aperta sul petto, circondava il busto della persona accanto a me.
Intorno al collo, come anche ai polsi, dei cinturini in pelle nera coperti di piccole borchie contrastavano con una pelle candida.
Spostai lo sguardo di nuovo, ancora più su...
Orecchini disseminati su tutto l'orecchio sinistro, rasatura sulla nuca, capelli nero corvino, un profilo austero e al tempo stesso delicato.
Durò una frazione di secondo, lo scambio di sguardi con un paio d'occhi di un azzurro così chiaro e penetrante da sembrare bianchi.

[Eren/Levi] [Canon!Verse] [Post Epilogo] [NO SPOILER DEL MANGA]
“Chi parteciperà alla spedizione?”
Quella sera, però, sembra che Levi abbia deciso di cambiare le regole fino a quel momento rispettate.
Eren si allaccia i pantaloni e si siede sul bordo del letto per potersi infilare gli stivali. “Tutti quanti, suppongo.”
“Anche tu?”
Eren si alza e si volta per squadrarlo, afferrando la camicia. Levi è sdraiato sul letto con le braccia tese dietro la testa, ma non lo sta degnando di un solo sguardo: la sua attenzione è completamente catturata dalla libreria contro il muro. Eren non sa nemmeno il motivo, ma quella domanda lo indispone.
“Certo, sono stato io a proporre questa spedizione,” risponde arrabbiato, abbottonandosi malamente la casacca. “Perchè ti interessa?”
“Non mi interessa,” replica secco Levi, gli occhi fissi sulle coste dei tomi ordinati in maniera perfetta. “Pensavo solo che l’ultima volta che sei stato fuori dalle mura è stato quando-“
“Stai zitto,” Eren lo interrompe con tono distaccato senza neanche guardarlo in faccia. “Stai zitto, Levi.”

"Il piacere, così come la felicità, non è mai un regalo.
Arriva dopo il giusto tempo, a volte preceduto dal timore che non sopraggiungerà mai, nato a poco a poco e cresciuto con lentezza e costanza.
Il piacere, quasi come un concerto, è fatto di prove e giuste tempistiche: perché può durare poco o una vita, intervallato da silenzi lunghi come fiumi o in costante aumento nella sua intensità. Poiché non è importante come sia fatto, quanto che il giorno dopo ci si senta completamente appagati all’idea di avervi partecipato.
Ed è una sensazione bellissima, poiché è un appagamento che viene dal profondo.
Un appagamento che profuma di felicità."
____________________________
[KuroKen] [4188 parole]

Quando era bambino, suo padre gli diceva che non doveva avere paura del buio. Non ne aveva motivo, perché i mostri non esistevano, e se anche fossero esistiti di certo non si sarebbero nascosti sotto il suo letto. No. No, suo padre e la sua amatissima logica avevano sbagliato questa volta, perché i mostri c'erano. Respiravano. E si nascondevano nell'armadio.
AU di amore e paura, amicizie e segreti. Una storia ereri piuttosto insolita.

Asahi e Nishinoya hanno finito il liceo e frequentano l’università. Asahi studia medicina dello sport e Noya gioca ancora a pallavolo. La loro amicizia pare salda come sempre, ma qualcosa sta per cambiare... specialmente dopo l’entrata in scena di una ragazza che sembra molto interessata al piccolo libero.
DISCLAIMER: questa fanfiction è una traduzione che io sto effettuando con il permesso del legittimo autore; tutti i personaggi citati appartengono ai rispettivi autori.

Essere l'angelo custode di qualcuno fa schifo, specialmente quando non ti vedono e non ti sentono.
Sono praticamente isolato, ecco tutto. Isolato con una ragazza di 17 anni che ho visto nuda almeno un miliardo di volte e che non sa neanche della mia esistenza.