Topher "Toffoletta" Dukes scopre un nuovo mondo, quando, giunto dalla lontana Boston, mette piede nella californiana, griffatissima, prestigiosissima e misteriosissima Wefanie High School. A far rimpiangere al povero occhialuto protagonista le sedute di psicoterapia con la dottoressa Dingles, contribuiranno Nikki Hortense, un'estrosa cheerleader esperta di arti marziali, tre genietti delle scienze, una stravagante appassionata di teatro e lui... Ashley Betterton, bello e impossibile. Ben presto Topher si renderà conto di essere solo una pedina nella scacchiera di un'umbratile organizzazione segreta... Misteri, gelosie, insidie, pericoli, piani malefici ed intrighi di corte: a metà strada fra commedia e tragedia, tra realtà e paradosso, tra epica e love story hollywoodiana, c'è "Mocassini Club"!

Beatrix Pratt è il nuovo acquisto della squadra di Aaron Hotchner ed ha un passato oscuro che nasconde dietro una maschera di spensieratezza ed impertinenza. Non è una persona matura: disobbedisce agli ordini e fa di testa sua, è irascibile, indipendente ed ha un carattere molto autoritario.
Finge, Beatrix.
La sua mente è rimasta cristallizzata sulla soglia dell'adolescenza, imprigionata in un episodio che ne ha bloccato l'evoluzione mentale dal punto di vista comportamentale.
Nasconde qualcosa, tutti lo percepiscono subito.
Tranne il dottor Spencer Reid, troppo chiuso in sé stesso anche a distanza di qualche anno dalla morte della sua Maeve. Lui quella pseudo mocciosa non la considera minimamente.
Finché lei non sfonda con prepotenza la sua corazza. E lo trascina involontariamente in un secondo inferno.
Riuscirà Spencer ad evitare che la storia si ripeta?
E Beatrix sarà forte abbastanza da sopportare la valanga di violenza che la travolgerà inesorabilmente?

“E’ un pervertito, agente. Lo sbatta in galera, mi faccia questa cortesia.”
“Giovane, come ti chiami?”
“Matteo Fiori.”
“E lei signorina?”
“Veronica Cristina Sandra Merogliesi.”
“Sei un pervertito, giovane?”
“No, agente.”
“Tu sei un pervertito e lo sai benissimo.”

Se siete qui per leggere una mielosa storia d’amore, girate i tacchi.
Questa storia non si tratterà che della autobiografia di Lucinda Francine Weasley, detta, per la gioia della sottoscritta, Lucy Weasley.
E Lucy Weasley è, come dire… l’antitesi dell’amore.
Ed è pazza, perché parla di sé in terza persona.
[...]
Sono di media statura, definibile “accettabile”, smilza, poche curve, terza normale (convinta tu…), capelli originalissimamente MARRONI - da mia madre - occhi azzurri, un migliaio di lentiggini e dita estremamente lunghe.
Non fatevi strane idee, non sono pazza. È solo che sono veramente lunghe.
Ah, mi ero dimenticata.
Io vedo il futuro.
***
Entro in fretta e mi accorgo di aver perso gli altri.
Ma dove diavo…?
“PIIIX!!” ruggisce Naomi, con una voce sorprendentemente potente per una persona così minuta. Sento il Poltergeist ridacchiare e so che ciò la farà infuriare ancora di più “COME DIAVOLO HAI OSATO TIRARMI ADDOSSO UNA CACCABOMBA?! HO APPENA PAGATO CENTOVENTI GALEONI UNA MESSA IN PIEGA DALLA MIGLIORE ACCONCIATRICE DI DIAGON ALLEY, PORCO SALAZAR!!”
Ecco, appunto.
“CENTO PUNTI IN MENO!!!” continua a strillare, isterica, e non è proprio il caso di ricordarle che non c’è alcuna Casa a cui sottrarre punti.
***
Stranamente però Nott mi sfidò con lo sguardo, impermeabile alle mie critiche.
“Parla quanto vuoi, Weasley, ma ricordati…non ce l’hai d’oro”
OH. MIO. DIO.
Aveva davvero detto quello che avevo sentito?!
Spalancai la bocca, mentre tutti i Serpeverde scoppiarono a ridere.
Lucy, riprenditi! O rispondi ora o mai più!
“Um, beh, magari non è d’oro, ma tu comunque non lo potrai mai verificare, è una certezza”
Si alzarono un paio di fischi e la tensione aumentò.
Merlino, era tanto figo quanto stronzo.
L’estate faceva male ai cervelloni.

Perchè senza l'amaro, amico mio, il dolce non è poi tanto dolce.
Buona Lettura.

Londra. Anni '80.
Tra il gli ultimi colpi del vero Rock, la scintilla di anarchismo del Punk e la follia degli Hooligans: C'è Lei: Elle, 23 anni, americana; e c'è Lui: Aaron, 26 anni, inglese.
Tratto dal primo capitolo: “Lasciai il sole prepotente di Jacksonville, per incontrare la sua versione timida, nascosta tra le nuvole grigie e spumose. Lasciai la luminosità accecante dell'oceano che si rifletteva sui grattaceli, per immergermi nelle strade fumose e più cupe di Londra. Lasciai quella parvenza di vita, per una vera. Una ventata d'aria fresca, elettrizzante, a tratti assurda e probabilmente un po' romanzata, ma era pur sempre vita e finalmente la sentivo davvero mia.
Tratto dal secondo capitolo: “«Perché le tue parole somigliano più ad una minaccia che ad un invito?» domandai, senza farmi problemi, dando il via libera ai miei pensieri.
«Perché non ho la faccia da bravo ragazzo.»
«Allora te ne rendi conto?»
Lui annuì. «E non è solo apparenza.»”
STORIA SOSPESA FINO A DATA DA DESTINARSI.

"I wish I was special,you're so fuckin' special." ,cantano i Radiohead,e mai storia d'amore fu più adatta a queste parole.
Un'incerta,dolce,brillante Weasley ed un irriverente,sbruffone,eppure tanto tenero Malfoy,così strani,così dannatamente speciali.

Rose "Rossa" Weasley è incinta. "Non sono grande abbastanza per diventare madre! Sono a malapena capace di allacciarmi le scarpe!"
Sta provando ad adattarsi alla novità. "Non lascerò questo bagno mai più!"
Non l'ha presa bene. "Potrei vivere di dentifricio e shampoo."
Infatti, ha perso la testa. Questa è la sua storia.

Le ultime parole famose.
Harry ha visto tanta gente morire, ha sentito tante "ultime parole". A volte basta davvero poco per farci ricordare una persona, a volte bastano davvero poche parole.
In questa raccolta Harry rincontrerà queste parole nella vita di tutti i giorni, in momenti diversi. Perchè nessuno ha mai lasciato questo mondo finchè qualcuno si ricorda di lui.
I - Cedric Diggory (1977 -1995)
II - Severus Piton (1960 - 1998)
III - Remus John Lupin (1960 - 1998)
IV - Albus Percival Wulfric Brian Silente (1881 - 1997)
V - Tom Orvoloson Riddle (1926 - 1998)
VI - Sirius Black (1960 - 1996)
VII - Bellatrix Lestrange Black (1951 - 1998)
VIII - Fred Weasley (1978 - 1998)

SOSPESA (Finalmente lo ammetto). Non è sempre facile accettare la propria natura.
Ancor di più se, come nel caso di Julian, ti trovi a vivere
in un istituto strapieno di adolescenti confusi e arrabbiati.
Molto arrabbiati.
Invece è risaputo, provato e sicuro che scoprire la propria
sessualità è sempre un incubo.
Figuriamoci quando poi va nel senso opposto.
Quella di Julian per la precisione stava cercando di risalire la sua
corrente personale con scarsissimi risultati.
Bene o male, veniva sempre e comunque risbattuto sull’altra
sponda.
Quella sbagliata, ovviamente.

Ho sempre pensato che la colonna sonora sia la vera chiave di tutto. Di un film, di un sentimento, di una storia, di una vita.
A volte una canzone può parlare tanto di te, a volte può parlare tanto di voi.
Ciao, io sono Ilaria, da poco diciottenne e, purtroppo, infognata in una storia senza sbocchi.
A vedermi non si direbbe, lo so bene. Amo lo studio, amo prendermi cura di me stessa e amo girare le città d'arte. Feste e alcool non fanno affatto per me, ma a quanto pare le storie di sesso si.
Non giudicatemi, non so bene come ci sono finita in questo casino, sta di fatto che sono alla prese con una tesina d'esame e un compagno di classe che mi spoglia appena può.
Ilaria e Alessandro, compagni di classe da tre anni, non hanno niente in comune. Eppure capita che a volte si ritrovino nello stesso letto. Ma c'è Alice, bionda e bella, che è il vero obiettivo di Alessandro. Come si può sopportare una relazione così? 

La disarmava, questo era il fatto. La lasciava indifesa.
“Su, vuota il sacco.” Le intimò, senza alcuna pietà verso il suo essere così disperatamente persa in lui.
Kuu osò voltare il viso verso il suo, incontrando così i suoi occhi sorridenti, e il suo cuore saltò un battito.
Quegli occhi…
Non si sarebbe mai abituata alla loro imperscrutabile profondità, alla bellezza infinta che traspariva da quel suo sguardo mite, un misto di luci e ombre che faceva venire i brividi, che cancellava ogni capacità di respiro, di raziocinio.
Li amava, quegli occhi, così come amava l’anima che vi stava dietro.
Ed era orribile pensarci. Era orribile amare tanto qualcosa che non sarebbe mai stato alla sua portata, ed anche peggio era essere pienamente consapevole che non sarebbe mai riuscita a farsene una ragione.
[Sequel di The Truth Beneath The Rose]

Si erano trovati per caso. Si erano conosciuti, si erano piaciuti, e tutto era stato semplice. Fin troppo semplice.
Quando Tom le aveva chiesto di uscire con lui, lo aveva fatto solo per una disperata voglia di normalità. Quando lei aveva accettato, era stato per pura e semplice curiosità verso il fascinoso straniero.
Quello che era successo dopo era uscito da ogni programma che entrambi si erano fatti su quell’incontro, e nessuno dei due aveva saputo – o voluto – rimediare all’imprevisto per tempo.
Ma il problema non era questo.
Il problema era che, nel mezzo di tutta l’imprevedibile sincerità che si erano trovati a condividere, avevano entrambi nascosto un segreto.
Tom si era sentito in colpa, fermamente convinto che non ci potesse essere nulla di paragonabile al proprio. Purtroppo, però, come molte altre volte, aveva appena scoperto di essersi sbagliato. E di grosso.

Michelle è perfetta, la ragazza ideale: intelligente, simpatica, dolce, premurosa, gentile, altruista, di buona e ricca famiglia, modesta, bella… Peccato solo che sia completamente sbagliata per Gustav. Ma come diavolo si fa a dire ad uno dei propri migliori amici che sta per commettere il più clamoroso e colossale errore della propria vita, ad un passo dal compimento dell’errore stesso?
Georg, Tom e Bill darebbero qualsiasi cosa per conoscere la risposta a questa domanda e poter così sventare il più grande disastro della storia dei Tokio Hotel.

A quel tempo avevo ancora quindici anni, ero convinta che Albus fosse una frana a consolare, che Scorpius sarebbe stato per sempre il mio migliore amico, che avrei voluto sempre bene a tutta la mia famiglia, che Lucas Ryan Steeval sarebbe stato l’uomo della mia vita, che James e Dominique sarebbero andati d’accordo solo se il mondo avesse incominciato a girare al contrario e che avrei vissuto per sempre felice e contenta.
Dovevo ancora fare i conti con la realtà, evidentemente.
E la realtà, a volte, arriva quando meno te lo aspetti.