Era la prima volta da quando l'avevamo presa al Grady che sorrideva. Non era il suo solito sorriso ma era comunque qualcosa... qualcosa di bello.
E lei era così dannatamente bella.
Volevo baciarla, toccarla… E non dovevo pensare a Beth in quel modo, ma lei mi stava praticamente violentando il cervello.
[MOMENTANEAMENTE INTERROTTA]
[CAPITOLI IN REVISIONE !]

[Dal testo] Prima che il mondo impazzisse del tutto ero una ragazza normale, con dei sogni, delle speranze, delle ambizioni. Un po' come la maggior parte degli abitati del pianeta.[...]
Io ero Beth Greene.
Ben presto capii che le favole esistono, ma solo sui libri.

Anche lui pareva non essere a suo agio a quella festa ed anche lui ogni tanto giocherellava con quel braccialetto di plastica.
Beth, forse inconsapevolmente, prese a fissarlo.
Era quasi tentata di spostarsi per vederlo meglio, per capire chi diavolo fosse, spinta da non capì bene quale curiosità, ma prima che potesse muoversi di un solo centimetro, lui alzò gli occhi e li posò su di lei.

La ragazza forte e comprensiva che il destino gli aveva affiancato come compagna di viaggio, non avrebbe dovuto perdere tempo con uno come lui, il suo animo era pieno di punti oscuri e nessuno mai avrebbe potuto risanarlo del tutto. Non meritava i suoi abbracci, né, a maggior ragione, la sua stima ed il suo affetto.
"-So che quello che c'è stato non sarebbe mai successo se non ti avessero obbligato, ma come fai a dire che non ha importanza?- disse la ragazza sul punto di scoppiare in lacrime.
-Dico che non ha importanza perché non ne ha.- rispose lui, glaciale.
-Per me sì purtroppo...- fece lei sconsolata, voltandogli le spalle e perdendosi ad osservare le foglie degli alberi mosse dal vento."

Questa è la mia prima fanfiction,ispirata alla coppia Beth e Daryl,ma ho voluto inserire loro in un altro contesto,non ci sono zombie.Vivono rispettivamente la loro vita quotidiana ricca di sorprese e ostacoli giornalieri....cosa succede quando le loro strade si incontreranno?riusciranno a vivere a pieno le loro emozioni?...Spero vi coinvolga questa storia come ha coinvolto me nello scriverla. Bethyl

[Norman Reedus/Emily Kinney]
"New York. Le luci, i colori, la gente. Amavo quella città, mi faceva sentire a casa. Devo tanto a New York, persino qualcosa legata alla mia musica: l’ispirazione. Sì, mi bastava anche solo passeggiare per trovare l’ispirazione. Passeggiavo lungo il fiume Hudson, mi piaceva fermarmi a pensare. Ogni volta che mi ritrovavo lì, vivevo una sorta di déjà-vu. Il mio pensiero andava ad una persona che mi faceva sentire spiazzata. Scrivevo, buttavo giù strofe e parole sincere. Ciascuna frase mi ricordava lui. E’ trascorso molto tempo dall’ultima volta che l’ho visto. Quei suoi occhi piccoli e scuri, i suoi capelli marroni e un po’ ribelli… Tutto di lui mi faceva sentire le farfalle nello stomaco."

La loro sintonia era ovvia, evidente e quando avevano cantato insieme, era stato un successo enorme. Mai aveva provato una gioia simile in tutta la sua vita e sapeva come le cose non sarebbero mai potuto essere le stesse una volta che Michael fosse partito. E in effetti era così, ma lui era partito e poi era tornato per il programma televisivo della Daria Bignardi e poi era di nuovo partito, lasciandolo nella triste Milano da solo. Quella era l’ultima volta in cui lo aveva visto. Lo sentiva spesso, praticamente tutti i giorni e lui gli parlava in francese, facendo impazzire Marco che di francese non sapeva una sola sillaba.
“Mi manchi” gli aveva detto, buttandolo così.
“Anche tu, pazzo! Io verò in Italia presto, ti prometo”.
[Mika & Morgan] RACCOLTA ONE SHOT

Coppia : Slash
Mika & Morgan
Ora è lui a ridere, questa volta non divertito, per niente genuino come era stato Michael, una delle milioni di differenze fra loro due.
“ Sono adulto! Sono abbastanza intelligente da sapere cosa fare per –“
“ Oh no” – ride col suo accento straniero – “ tu non sei adulto. Tu sei ancora un ragazzino, solo che –“
“ No. No, no. Ti sbagli.”
Cerca di mettersi sulla difensiva, ma sa che Michael è arrivato esattamente dove non doveva.
Che poi fosse tanto evidente, questo Morgan non poteva saperlo. Non voleva saperlo. Non era quella l’idea che voleva dare di sé e lui, Dio lui, riusciva a distorcere ogni cazzo di cosa col suo modo di fare. Ogni cosa, nelle sue mani diventava facile.
E non era tutto facile. Proprio no.