L'unico desiderio di Kurt Hummel è arrivare tutto intero alla fine del suo terzo anno al McKinley ma quando un nuovo studente - appena trasferitosi dal riformatorio maschile Dalton - comincia a mostrare un allarmante interesse per lui, capirà di essersi appena messo in un mare di guai.
Klaine, BadBoy!Blaine, AU.

Blaine Anderson ha tutto quello che può desiderare: ricchezza, star della musica, pieno di successo e di uomini. Kurt Hummel attore di Broadway, che si barcamena da una particina all’altra senza mai avere una vera occasione per dimostrare quello che vale. I due uomini sono legalmente sposati ma il loro matrimonio è finito e sono anni che non hanno contatti. Blaine torna e vuole l’unica cosa che gli manca: il divorzio …
***
Dalla storia:
Non era sesso, non era far l’amore, eppure quello era qualcosa, di una intensità tale da far male. Gl’occhi di Kurt piangevano quelle lacrime che lo stesso Blaine non aveva mai saputo versare. Cosa stavano vivendo in quel momento? Cos’era quell’unione di corpi?

Un tweet mandato per sbaglio. La chance di una telefonata. O cosa succede quando la star televisiva Blaine Anderson tweetta per errore il suo numero di telefono.
- TRADUZIONE -

[Sterek] [Dopo la 3 a] [NO SPOILER]
=_= Mi viene più difficile presentare la storia che scriverla.
DAL CAP.1 [ Per questo facciamo parlare lei u.u ]
Da quando si era scoperto chi fosse il Darach, da quando Scott era andato via con Deucalion, da quando il padre era stato rapito da quella pazza e lui aveva dovuto accogliere l’oscurità nel suo cuore per salvarlo o semplicemente da quando tutto era andato a sgretolarsi in mille pezzi nella vita di Stiles. Quello che lo turbava più di tutti era il modo in cui si sentiva ogni volta che Derek lo guardava o lo sfiorava, come la notte della tempesta e loro erano in trappola nell’ospedale.

AU!Klaine | Traduzione | Kurt Hummel ha venticinque anni quando diventa finalmente il proprietario di una pasticceria come ha sempre desiderato per tutta la sua vita, giusto in tempo per addolcire la vita di Blaine Anderson.

A pochi mesi dalla sconfitta del Darach Stiles sta male, Scott cerca aiuto e qualcuno che ha lasciato Beacon Hills torna indietro.
La storia partecipa al Teen Wolf Contest: choose your pack! indetto sul Forum di EFP.

[raccolta di flashfic]
John Watson è stanco della sua vita e della monotonia del suo blog.
Il suo coinquilino sembra spesso assente e il loro rapporto non è più lo stesso.
Improvvisamente scoprirà un mondo inaspettatamente colorato e allegro nel quale perdersi.
Il mondo delle fanfiction.

26 lettere, 26 parole, 26 storie per raccontare uno dei legami più complessi ed emozionanti di sempre.
Dal capitolo Ventisei: Zucchero
Loki scrollò le spalle, facendo finta di nulla “Non importa. Adesso posso mangiare i biscotti? O ancora non sono pronti mastro chef?”
“Te l’ho già detto, servono per domani”
“Ma io ho bisogno di zuccheri!”
Thor si guardò attorno, fino ad agguantare il pacchetto quasi finito di zucchero e allungandoglielo “Eccoti servito”
Loki lo fissò perplesso “Simpatico Odinson, davvero” mugugnò offeso, ma quando il biondo gli allungò un cucchiaino lo prese sul serio.

'A flame may love a snowflake, but they can never be together without each harming the other'. Ricordi cosa mi dicesti quando l'hai letta? "Sarà così per noi, Chris? Non staremo insieme solo per la paura di ferirci? Ci limiteremo sempre ad amarci da lontano?"
Allora non seppi cosa dirti. Ma adesso so la risposta.

Storia ambientata post "His Last Vow" in cui spiego perché, secondo me, John nella terza stagione ci è sembrato un po' "fiacco".
Note1: Johnlock. Sarà sempre Johnlock con le mie fanfiction.
Note2: Accenno parentlock perché, sempre nelle mie fanfiction, i bambini non moriranno mai.
Note3: Minor character death.
Note4: Tematiche delicate per assunzione di farmaci psicotropi.
Note5: Hurt/Confort a palate.

Io amo il Natale.
Ripetitelo ancora, John. Su, da bravo.
Io amo il Natale.
Perché tu ami il Natale, davvero. Non è un sentimento recente o legato a bei ricordi d'infanzia, e tanto meno viene da un qualche tipo di fede. No, tu hai maturato questo amore col tempo, senza rendertene conto, fino a ritrovarti uomo adulto a guardare con affetto la città imbiancata e addobbata a festa, le pacchiane luminarie intermittenti, i pacchetti avvolti in carte dai colori improbabili, i Babbo Natale agli angoli delle strade, e tutte quelle cose stucchevolissime e banali che accompagnano il periodo natalizio.
Ami il Natale per quell'aria di gioia totalizzante e superficiale che permea ogni cosa come lo zucchero sopra le mele caramellate. Ti sembra che per qualche giorno all'anno tu possa mettere da parte la tua vita e far finta di vivere in una di quelle piccole, adorabili, perfette sfere di vetro con la neve dentro. Nient'altro che te, miniaturizzato, semplificato, ridotto a quell'istante. Felicemente privo di vie di fuga.

Ventiquattro drabble per aspettare il Natale insieme al colonnello Fury e alla sua squadra.
Anche lo S.H.I.E.L.D. ama il Natale. Un po’ meno i maglioncini coordinati (con renna) dei FitzSimmons.
(...) «Santa Klaus non bastava?»
«Una volta, forse. Adesso preferiscono chi, gli elfi, li prende a calci nel culo» (...)

Sta di fatto che Kurt è seduto lì da solo. Quando il suo cervello elabora questa informazione, il ragazzo si dice che no, non è solo. Non davvero. Tanto per cominciare, non è l’unico single sfigato che ha deciso di consolarsi con una birra – una Carlsberg, se la memoria non lo inganna. Ci sono un mucchio di uomini, giovani o meno, accasciati e in disparte su uno dei tanti tavolini del bar, mentre altri gli fanno compagnia al bancone. Kurt, comunque, è abbastanza sicuro di potersi considerare il più carino là dentro.
E, Dio, spera seriamente che non sia l’alcol a farglielo credere, perché se così fosse sarebbe davvero deprimente.
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Otto volte in cui gli stessi Kurt e Blaine si incontrano, ma sempre in modo diverso. Passo dopo passo.

Quando lo sguardo intenso di Castiel si puntò fisso su di lui, senza sbattere le palpebre per svariati secondi in un modo tale che sembrava che gli stesse sondando l’anima, Dean quasi si pentì di avere parlato. Ma poi si stampò sul volto il suo sorriso da sbruffone ed allungò una mano verso di lui “Dean Winchester.- si presentò, la mano a mezz’aria e destinata ad essere ignorata- Specializzando.”