“Allora” chiede incoraggiante Lestrade giocherellando con un sottobicchiere. “Come va con… Sherlock?”
John beve un sorso della sua birra e fissa il vuoto.
“Non ci parliamo.”
Sherlock è tornato, ma le cose non sono facili.
(post-Reichenbach) (magical realism)

Non avevo mai avuto grandi contatti con Gerard, prima d’ora.
Da come me ne parlava Mikey, l’idea che mi ero fatta di Gerard era riconducibile a un mezzo ninfomane disadattato e nerd nel profondo di dubbia sessualità.
Una persona interessante, insomma.

«..Ti salvo io.» Esordì timidamente il più piccolo, e se non fosse più o meno sicuro di non averlo mai granché fatto in vita sua, avrebbe potuto giurare di essere arrossito. Era difficile fare considerazioni quando Gerard era così, perché le situazioni di sbocco erano tre: o finivi per sentirti un completo idiota, o finivi per sentirti un completo genio, o, come era accaduto poco prima in via straordinaria, finivi a letto con lui. Frank sperava in un misto fra le ultime due, ma d'altronde non c'era da biasimarlo. «Quanto potrà mai essere difficile?» Domandò, chiedendo mentalmente a sé stesso se mai la sua voce fosse suonata così stridula in vita sua, se mai le sue gambe fossero state così intorpidite, se mai si fosse sentito così lontano dalla realtà e dalla concretezza che lo circondavano.
[Dall'inizio, una storia il più realistica possibile.]

Ha le squame dell'oro più chiaro su cui abbia mai posato gli occhi, e l'azzurro intenso delle iridi mi confonde per un secondo.
[...] Mi chino in avanti con un ginocchio posato a terra, taglio le corde che gli imprigionano la coda e uno spasmo l'attraversa mentre la sfioro per sbaglio in punta di dita.
È ruvida al tatto, e lucente alla vista. I miei occhi percorrono il suo corpo, metà uomo e metà marino, scandaglio ogni ferita a malapena visibile, ogni tratto di quella pelle particolare che attira la mia attenzione.
[AU John!Mermaid]

Dopo aver simulato il suicidio, Sherlock impiega ogni sua energia per smantellare l'organizzazione criminale di Moriarty, mentre John cerca di tirare avanti in qualche modo. Quando il suo migliore amico gli ricompare davanti, la sua reazione è rabbiosa e gli ordina di sparire per sempre. Le loro vite prendono dunque strade differenti, che li porteranno a vagare senza meta, dolorosamente ed in solitudine.
Avvisi aggiuntivi: Minor character death, menzione uso di droghe, scene forti.

-Mi chiamo Frank, e tu? – gli domandai, cercando invano di ricordarmelo. Ce l’avevo sulla punta della lingua, ma molto probabilmente il mio cervello si era messo contro di me per farmi fare una figuraccia.
Il ragazzo mi guardò quasi dispiaciuto e abbassò il capo, prima di sospirare. Fece cenno di no con la testa e lo vidi quasi piangere.
-Ehy, cosa succede, il gatto ti ha mangiat---
Non riuscì a finire la frase che sentii una mano stringermi un braccio e portarmi via velocemente. [dal primo capitolo]
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Mi guardai intorno, rendendomi conto che c’era Gerard a un lato del cortile, seduto a terra con un album da disegno tra le gambe, che si stava sbracciando per farsi vedere.
Gli sorrisi e corsi verso di lui, sorpreso di vederlo lì fuori. Mi fece spazio nel suo angolo e mi sedetti, sporgendomi per dargli un bacio sulla guancia.
Guardai poi, il foglio che aveva tra la gambe e lo vidi arrossire. Cos’aveva? [dal secondo capitolo]

“Smettila di guardarmi in quel modo!” John rise e Sherlock con lui, sommessamente nella luce soffusa della camera di Sherlock.
“Quale modo?”
“Quel modo.”
“Ti sto semplicemente guardando, Sherlock. Non è nulla di eclatante.”
“E’ inquietante e ambiguo.”
“Non lo trovi intrigante?” John rise di più, buttando un cuscino in faccia a Sherlock per poi rifilargli un bacio, labbra contro labbra. Sherlock lo fissò per un paio di secondi, sbattendo le sue lunghe ciglia nere.
“No, no, credo di trovarlo soltanto inquietante.” Quando tornò a casa, John fu soddisfatto di aver lasciato un livido sul braccio candido del suo migliore amico, come premio per quella sua uscita triste.

John sorrideva. In realtà, non faceva altro. Parlando con le persone che conoscevano, con amici che non vedeva da tempo, con Hamish e persino con lui, John non faceva altro che sorridere. Faceva in modo che andasse tutto bene, o che sembrasse tale, mentre invece lottava contro un cuore che marciva un pezzo alla volta. E un altro giorno passava.
[Parentlock][Death!Fic][Shameless Angst]

CrissColfer, NC17.
"Hai un'idea della stupenda sensazione che si prova con un piercing sulla lingua?"
Ispirata ad una famosa gif che sta girando su Internet.

Il quadrante è rotto, ma le lancette si muovono ancora.
(sibling!fic)

Cosa succederebbe se Kurt, dopo la cena della vigilia, passata con suo padre e Blaine, preso da un attacco d’insonnia, si recasse in cucina e non resistesse all’impulso di svegliare Blaine ?
Il suo Blaine?
Forse non stavano più insieme.
Forse erano destinati a vivere nella menzogna di un’amicizia che, evidentemente, nessuno dei due desiderava, ma in quel momento Kurt pensava soltanto che Blaine gli aveva fatto il regalo di Natale più grande che potesse esistere: era lì con lui.

SHIPS: Kurt/Blaine
RATING: NC-17
PROMPT: MandyScott
WORDS COUNT: 3.200+
“Non mi sei soltanto piaciuto.” Mormorò il moro, un po’ teso e Kurt odiava non riuscire a capire il perché di quel comportamento. “Sei stato fantastico, sono così fiero di te, Kurt. Ho come l’impressione che una performance del genere meriti una serata speciale come premio, no?” Domandò e Kurt fu sorpreso di vedere il suo sopracciglio sollevarsi, un po’ fuori dal suo solito stile.
Ridacchiò e si allungò verso di lui, stampandogli un bacio dolce su quelle meravigliose labbra, che erano una calamita per lui, specialmente se erano in privato.
“Okay, allora aspetta.” Gli sussurrò sulle labbra, trovando divertente stuzzicarlo un po’, in attesa della serata che li aspettava. “Recupero lo spartito e mi accompagni a casa, così posso cambiarmi.”
Non notò neanche la piccola smorfietta di delusione sul volto di Blaine perché si era già voltato verso il piano, camminando verso lo strumento, senza neanche rendersi conto del fatto che ciò che aveva ancora addosso stava evidentemente complicando la situazione per il suo ragazzo. Kurt non si era accorto di nulla, aveva preso quella situazione nella più totale innocenza.

[Traduzione] Gerard non desiderava altro che arrivare alla fine dell'ultimo anno incolume. Era contento di rimanere invisibile, sul serio. Gli unici lati positivi della sua vita erano uscire con Ray, lavorare al suo fumetto con Mikey e le lezioni settimanali di danza con sua nonna e le sue pazze amiche. Ma un giorno Frank Iero (il bello e popolare Frank Iero con i suoi stupidi capelli e i suoi stupidi occhiali da sole, che non si ricordava nemmeno di aver avuto ginnastica insieme a lui al primo anno quando erano solo dei perdenti sfigati) si presentò allo studio per poi non dargli più pace. A quanto pare c'era solo una cosa che a Frank non riusciva: ballare. E voleva che Gerard glielo insegnasse, proprio quando era convinto che la sua vita non potesse peggiorare ulteriormente.

ghost!Kurt/human!Sebastian, ma non è semplice come sembra.
[...] “Beh, è una sfortuna. Molte persone scappano via urlando, il che significa di solito che posso avere indietro la mia camera.”
Sebastian disse, “Non vado da nessuna parte,” e Kurt sorrise, inarcando un sopracciglio. “Davvero non sei infastidito dalla mia presenza?”
La verità era che sì, Sebastian era abbastanza infastidito. Il sudore freddo si raccoglieva sulla sua fronte e il cuore stava ancora tambureggiando nel petto, le mani tremavano lungo i fianchi, ma riuscì a scrollare via la paura e mentire. “Affatto.”
Il sorriso di Kurt si fece più grande, mutando da curioso a sincero. “È un inizio.”[...]
Traduzione a opera di therentgirl

"Ti amo, Jack."
"Ti amo, Ennis."
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Ho provato ad immaginare l'ultima scena, nella camera di Jack, con la presenza dell'essenza dello stesso Jack. Una cosa alla "Ghost".