I personaggi di Teen Wolf dovranno vedersela con un apocalisse Zombie...
"[...] Stiles gridò.
-Papà che fai?!-
Nel panico lo spinse indietro con le mani premute contro le sue spalle ma il genitore era forte, non c’era verso di liberarsi, non aveva modo di scappare, poteva solo impedire a quei denti carichi di saliva di affondare nella sua gola o nel suo braccio. Lo sceriffo sembrava indeciso da quale parte cominciare il suo pasto. A Stiles ricordò molto uno di quei film sugli zombi che gli piacevano tanto. I gorgoglii si intensificarono pieni di rabbia e lo sceriffo serrò rumorosamente la mandibola contro l’aria, a Stiles si fermò il respiro appena incontrò lo sguardo vitreo e gelatinoso del padre: quelli erano occhi privi di vita, occhi di una persona morta che però si muove ancora. Il ragazzo urlò con tutto il fiato che aveva in corpo; con una forza che non sapeva di avere, riuscì ad allontanare da sé quel corpo che sembrava tutt’altro che vivo. La spinta fu talmente forte che lo sceriffo cadde malamente all’indietro, il “crack” del collo che si spezzava rimbombò nelle orecchie del ragazzo. [...]" (Sterek)

[Chiedo scusa per il ritardo nell'aggiornamento di Hellfire Club e Brotherhood, problemi personali e tecnici mi hanno impedito di dedicarmi a queste due storie. Sono determinata a concluderle, perciò non mi arrenderò. oOBlackRavenOo] 
Università di Yale, 1960, un periodo di profondi cambiamenti. La presenza dei mutanti al mondo è stata rivelata subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, ma nonostante siano passati quasi vent’anni dalla “Rivelazione” non tutti gli umani si sono abituati alla loro presenza e non tutti i mutanti sono intenzionati a coesistere con loro.
Charles Xavier, mutante e telepate al suo primo anno a Yale, intenzionato a vivere la sua permanenza insieme agli umani in maniera pacifica, sostenitore della coesistenza fra le due razze. Erik Lehnsherr, mutante capace di manipolare i metalli e il magnetismo, studente all’ultimo anno di studi ed anche Leader del gruppo studentesco conosciuto come “Confraternita dei Mutanti” che sostiene la superiorità indiscussa della loro razza, capaci di fare il bello e il cattivo tempo all’università. Due ragazzi completamente diversi, ma il loro incontro stravolgerà non solo le loro vite.
[Erik/Charles; Victor/Wade]

La maglietta bianca era appiccicata al suo petto, aderiva perfettamente, avrebbe dovuto chiedere a Maka il permesso di usare la sua doccia.
“Sì?”
I pensieri di Soul si azzerarono sentendo la voce resa nasale dal citofono di Maka. Boccheggiò per un attimo indeciso, mentre una goccia di sudore cadeva dalle sue tempie per finire lungo il collo e, infine, nella sua maglietta.
Prese un altro respiro, sperando di non fare la figura dell’idiota. “Sono Soul”.
(Soul/Maka - Soul è di ritorno dopo otto anni a Death City, dove ha lasciato Maka e i suoi sentimenti per lei. Rivederla, riporterà a galla emozioni mai sopite e parole che troppo volte non sono state dette).

[Sterek]
Quando Derek decide di riportare a Stiles il suo cellulare (perduto durante lo scontro con Gerard Argent), non sa, davvero, quello che lo aspetta: Stiles Stilinski, piegato su se stesso a lamentarsi e pieno di lividi che non dovrebbe avere. E se la prende con lui, perchè non gli ha raccontato subito ciò che gli è accaduto, perchè non gli ha parlato di Peter e perchè il suo odore umano, di ragazzino, continua ad innondargli il cervello.
Quando Derek decide di riportare a Stiles il suo cellulare, non si aspetta di addormentarsi con lui nel suo letto.

[Derek x Stiles]
“Qualsiasi cosa io abbia fatto, ti chiedo scusa.” Il viso –fortunatamente- ancora umano di Derek affondò del suo collo annusandolo e lambendolo leggermente. “Ascolta, parliamone! Io non sono gustoso, anzi, ho un sapore orribile! Sono sicuramente indigesto per uno come te che ha sicuramente standard elevati.” La voce di Stiles era decisamente allarmata e i suoi occhi sgranati più che mai palesavano la sua costernazione.
“Posso accontentarmi.” rispose Derek con il suo solito tono cupo, ma dentro di sé trovava quel ragazzino esagitato particolarmente spassoso.