[Otabek/Yuri]
Otabek lo fece scostare e cercò i suoi occhi. “Mi ero immaginato mille modi in cui potevi salutarmi, eppure devo dire che l’immobilità seguita da un assalto non l’avevo proprio contemplata.”
Yuri arricciò il naso e controvoglia si staccò da lui, lasciando che anche Otabek si mettesse dritto. “Ero solo sorpreso, Altin. Non tirartela così tanto.”
Otabek alzò un sopracciglio a mo’ di sfida e, all’improvviso, Yuri si rese pienamente conto che erano soli in un posto chiuso in cui non avrebbe potuto interromperli nessuno. Avvertì le guance arrossire, ma si voltò prima che Otabek potesse notarle.

- Ti rendi conto che non ci siamo ancora baciati da quando ci siamo rivisti?
- A qualcuno gli è venuto duro, eh?
La conferma ufficiale che, sì, Yuri Plisetsky era uno stronzo e stava solo giocando con lui. E Otabek, invece che ripagarlo con la stessa moneta come avrebbe dovuto fare, ci cascava. In un modo o nell’altro ci cascava sempre.
- Mi basta un bacio.
Bugia. Era una bugia così grossa che Otabek quasi lo sentiva ridere mentre la leggeva.
[Storia partecipante al "Fluff e / o R18 Contest" indetto da Arianna.1992]

«Mi vuoi dire come sei arrivato qua?»
«Camminando», gli rispose Yuri, sfidando apertamente la sua pazienza.
Beh, che avesse camminato per diversi chilometri nella steppa era evidente. Aveva gli stivali incrostati di fango, e i suoi pantaloni erano pieni di spighe e semi di graminacee.
«Sei un disertore», affermò Otabek a bruciapelo.
Se possibile, il ragazzo russo impallidì ancor di più sulle guance, e le mani con cui reggeva la ciotola gli tremarono appena. Non era affatto bravo a dissimulare le sue reazioni emotive. Quei segni per Otabek erano una conferma più che sufficiente di quello che aveva appena constatato.
«Non fare quella faccia. Non ti ho cacciato via prima, perché dovrei farlo adesso, sapendo che sei un disertore della stramaledetta armata rossa?»

[Otabek/Yuri] [Victor/Yuuri]
“Mi sei mancato,” è la prima cosa che gli dice Otabek con voce stanca e Yuri si obbliga a stringerlo un po’ più forte, visto che il sentimento nascosto dietro quelle parole lo fa quasi piangere dalla gioia.
Sono stati separati per un mese e mezzo, anche se Yuri ha vissuto quei quarantasette giorni come un supplizio infernale. Dopo il brevissimo, ma intenso fine settimana a San Pietroburgo dello scorso giugno, avevano in programma di rivedersi una volta cominciata la stagione delle gare, con immenso sconforto di entrambi. Poi, però, a Yuri era giunto un invito da parte di Victor affinché lo raggiungesse in Giappone per il festival annuale di Hasetsu e non era proprio riuscito a dire di no. Dopo aver annunciato la sua volontà a raggiungere i due neo-sposini e aver preteso di portare qualcuno con sé con la scusa “Altrimenti poi muoio di noia se ci siete solo voi due”, aveva videochiamato Otabek emozionatissimo all'idea di potersi rivedere dopo così poco tempo.
Quindi, eccoli lì, ad abbracciarsi all'aeroporto di Tokyo, con nove ore di volo sulle spalle, a migliaia di chilometri di distanza da casa e un battito fin troppo irregolare.

{Otabek/Yuri} {AU}
1943. Mosca, Unione Sovietica.
Come puoi non ricordare che, la sera prima, hai scelto volontariamente e pagato fior fior di rubli sovietici un tizio - che tanto pareva un mollusco - ordinandogli di malmenarti con tutta la forza che riuscisse a infliggerti e, infine, spingerti dalle scale in modo da, forse, romperti un braccio o, ancora meglio, una gamba?
Quella non era una di quelle situazioni della vita da poter prendere e archiviare in chissà quale lontano antro della mente.
[...]
Quando sei l'unico nipote di uno degli esponenti più carismatici e di rilievo dell'intera Russia e, in più, non hai la benché minima inclinazione verso la violenza e la vita dedita alla guerra a cui molti ambiscono, quella diviene una scelta vitale.
E Yuri Plisetsky aveva scelto.

Si erano seduti da nemmeno venti minuti, e Yuri aveva già fatto in tempo a bruciarsi la lingua, rovesciare lo zucchero sul tavolo, postare su instagram una foto dell’allegro centrotavola a tema natalizio e biascicare un seistatobravoieri, tra una chiacchiera e l’altra.
«Come?» aveva chiesto Otabek, come se fino a quel momento fosse caduto in una sorta di torpore contemplativo.
«Ho detto. Sei stato bravo. Ieri».

Non vedo l’ora di vederti ballare.
Una frase, una sola, si ripropone incessantemente nei meandri del suo cervello. Rimbalza, rimbomba e stimola con il suo incessante ripetersi rapide scariche adrenaliniche nelle sue vene, nel petto un pulsare tachicardico, e una dolorosa bolla di vuoto nel suo stomaco. [...]
“Vengo con te.”
Una frase e nulla più, con quel suo usuale tono un poco annoiato e un poco stizzito che tuttavia non ammette repliche. Otabek semplicemente non ha potuto impedirgli di accompagnarlo, perché averlo con sé era proprio ciò che desiderava e desidera tutt’ora, a quei pochi minuti dalle undici di sera, mentre cammina spedito verso quell’enorme neon rosso che replica a minacciosi caratteri cubitali la scritta Danger Zone Club, l’entrata del suo personale delizioso inferno per quella sera.

“Non fa niente.”
“Con quanti 'non fa niente' ti sei ferito, Yuuri?
Quanti te ne sei imposti?”
“Aveva ragione.
Mi guardi.”
“Lo faccio, Yuuri.
E vedo un ragazzo che sta morendo sotto strati di 'non fa niente'.”
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Tematiche delicate: Bulimia
Questa storia è per BerriesTart_LilacSweet

[Otabek Altin/Yuri Plisetsky]
Di quando Otabek si trasferisce a San Pietroburgo e la vita di Yurio viene inevitabilmente sconvolta.
Dal testo:
《"Ecco Yuri, avrei preso una cosa", sospirò. Il russo lo guardò scettico.
"Di che parli?". Otabek tirò fuori dalla tasca del cappotto nero un sacchettino. Yuri osservava i suoi movimenti, rapito. 'Cos'è?', pensò, 'Un abbonamento di pilates per calmarmi i nervi? Un lecca lecca per farmi stare buono? Un portachiavi a forma di gatto?'. La lingua gli si seccò e la bocca formò una o perfetta quando Beka tirò fuori due anelli identici, d'argento.》

Yuri Plisetsky sembra aver finalmente ottenuto ciò che voleva: Victor Nikiforov è diventato il suo coach.
Peccato che accontentarsi non faccia parte dell'animo umano.
E lo voleva, sì, ma lo voleva con la stessa bramosia che può accompagnare il desiderio di una sigaretta o di un superalcolico: con la consapevolezza che farà male. Male da morire.
[Yuri Plisetsky center]
[One-sided Victor x Yurio] [Otabek x Yurio]
[Established Victor x Yuuri]

Cancellare. Il tredicenne Yuri Plisetsky l’ha sempre fatto.
I propri limiti, le proprie debolezze, il proprio dolore. Ha imparato ad essere un soldato, e guardare dentro di sé non è mai stato prioritario al guardare davanti a sé. Perché saper graffiare è sempre bastato.
Viktor Nikiforov, però, sa perfettamente cosa significa superare la sofferenza senza attraversarla davvero.
In una San Pietroburgo che si sta tiepidamente risvegliando alla primavera, l’avvicinamento tra la Leggenda e la Tigre di Ghiaccio avverrà per gradi, e con la condivisione di un difficile segreto. Ovviamente non mancheranno momenti tremendamente imbarazzanti, comici e fluff, il resto del meraviglioso team russo, un burbero coach dalle adorabili guance da bulldog nonché un sensuale, biondissimo ospite (non propriamente) inatteso…
“Anche se siamo attratti, temo,
da ciò che ci abbandona, o promette di abbandonarci,
alla fine credo che sia quel che ci accoglie a segnarci.”
Tutto inizia al di là del fiume.
Basterà attraversarlo. Ancora una volta.

" E dire che era stata una sua idea.
Fortuna che uno come Jean Jaques Leroy era indubbiamente sempre in grado di tirar fuori il meglio da ogni situazione e farle sempre volgere a proprio vantaggio é [...]
– Io vengo a Disney World con te (come se avesse potuto aver scelta, ma JJ gli lasciava sempre credere di sì) ma tu … - e qui comparve un piccolo ghignetto che fece percepire a JJ un piccolo brivido ghiacciato imperlargli la fronte [...] – Tu vieni con me su ogni Montagna Russa presente in quel Parco [...]"
E niente, evviva le vacanze in Florida^^

[ mafia!AU ] [ pairing: victuuri | otayuri | pliroy | JJ/Isabella ]
Victor Nikiforov, giovane leader dell’Organizacija, era il volto d’angelo di cui tutte le Nazioni volevano liberarsi. Dalla sua ascesa, troppo sangue era stato versato a Mosca e San Pietroburgo. Per ovviare a questo problema, la Triade aveva assoldato un assassino di Sunset Park: Yuuri Katsuki, un ragazzo comune dal basso profilo e l’aria taciturna.
Dal testo: «Perché mai la Triade dovrebbe mandare un giapponese qualunque a fare il suo lavoro?» fece confuso. Aveva il cuore in gola e i brividi addosso. Sentiva i muscoli della schiena tendersi e annodarsi in modo indicibile, la testa scoppiare e i polmoni esplodere.
«Modestia: l’omicida desidera restare anonimo.» Il cinese ghignò, poi tirò fuori dalla tasca interna della giacca un passaporto americano e disse: «Tic, tac… Il tempo scorre, Katsuki Yuuri.»

" Di una cosa Otabek era certo. Che il sorriso di Yuri andava protetto [...]
Quante volte Yuri era salito in sella a quella moto? Tante! Infinite. E infinite avrebbero dovuto continuare ad essere, ma questa volta era stato diverso. Questa volta Yuri aveva preso il casco dalle sue mani estremamene silenzioso, con gli occhi di quel verde incredibile e indescrivibile – che avevano iniziato ad accompagnar i suoi sogni da tempo ormai – forse timidamente abbassati. Era salito senza dire una parola ma caspita se Otabek non aveva sentito il suo cuore pulsare e battere a mille, rimbombandogli addosso nel momento in cui il petto del biondo si era appoggiato alla sua schiena. E non solo perché era vestito con una semplice maglietta e basta. No, molto semplicemente era dovuto al fatto che era in sincrono con il suo [...]"
Otayuri per par condicio.
Sì, il titolo ... ok ... ho gravi problemi nel trovare i titoli per le fic, abbiate pietà.

Itadakimasu!
L'esclamazione corale dei commensali aprì ufficialmente i festeggiamenti, ma nel momento in cui sollevò il coperchio della grande zuppiera l'entusiasmo di Victor si raffreddò. Il contenitore era pieno fino all'orlo di una brodaglia densa e rossastra al centro della quale galleggiava una palla di materiale candido ormai in procinto di naufragare. Il russo dovette farsi violenza per mantenere l'angolo del sorriso ad una inclinazione accettabile.
“Wao! E questa... Opera d'arte cos'è?”
“Oh caro, è il boršč naturalmente!” dichiarò la donna orgogliosa e aggiunse “Yuuri ci ha detto che lo adori e pensavo che ti sarebbe piaciuto ritrovare i sapori di casa anche qui, per il tuo compleanno! Ho... Sbagliato forse?”
| Prima classificata a pari merito con Ile_W con "Umbrella" e Account Premium " _Vintage_ " al "Contest del Fluff" indetto da Wurags sul forum di EFP |

Seguirono secondi di silenzio interminabile in cui Yuuri si sentì come se tutto fosse stato messo al proprio posto, il suo sguardo si rivolse verso il più grande “Perché io, Viktor?” “Perché sei un opera d’arte, Yuuri Katsuki” aveva risposto l'altro con un sorriso sincero “È ora che qualcuno te lo faccia capire.”
 
||Hogwarts!AU||Hufflepuff!Yuuri||Durmstrang!Viktor||Slytherin!Yuri||Ravenclaw!Otabek||

Mentre passeggiava con lo sguardo perso sentì un miagolio flebile provenire da un cartone basso abbandonato all’angolo di un palazzo, chissà perché ma ogni volta che vedeva un gatto gli veniva in mente Yuri, che aveva quel modo di fare che agli estranei lo faceva apparire una tigre feroce, ma in realtà era molto più simile ad un cucciolo di micio offeso tutto arruffato

[AU][Viktuuri][Yuuri!Pianista, Viktor!Violinista][Rating a salire]
"Continuava a ripensare alla chiamata che aveva ricevuto, qualche giorno prima, dal suo migliore amico, Pichit Chulanont. Avevano parlato per un'ora buona del più e del meno, dopotutto erano già passati due anni dall'ultima volta che si erano visti, e poi dal nulla era venuta fuori la fatidica domanda.
"Suoni ancora, vero?"
No, avrebbe dovuto rispondergli, il concerto dell'anno scorso è stato un tale disastro che ho deciso di abbandonare definitivamente la mia carriera da pianista, e invece aveva asserito, dicendogli che sì, suonava ancora, quando in realtà non toccava da mesi il suo pianoforte.
Il padre di Pichit, che era il proprietario di un'importante catena di ristoranti in Thailandia, era stato infatti contattato da un suo collega francese, imprenditore, e che aveva organizzato una serata di beneficenza, per cui aveva ingaggiato diversi musicisti.
Ovviamente il ragazzo non aveva minimamente esitato a chiedere al padre se l'imprenditore stesse cercando anche un pianista, ed era stato proprio così che il suo nome era venuto fuori. E Yuuri aveva accettato."

Dopo la coppa di Canada, Yuri Plisetsky è fermamente deciso a battere JJ. Per questo si ritrova a fare una scommessa con lui: se dovesse vincere, lui smetterebbe di chiamarlo principessa, ma se a vincere fosse JJ allora Yuri sarebbe costretto a diventare veramente la sua principessa.
E sappiamo tutti com'è andata...

In effetti si.
Quella volta se l'era presa a morte.
Non tollerava che qualcuno insinuasse certi pettegolezzi su Victor.
Come figlia “virtuale” era suo dovere difendere la reputazione del padre, ma soprattutto come ogni figlia innamorata del papà, si rifiutava di concepire che quei due combinassero porcherie a letto.
Il che non le impediva di apprezzare fanfic, fanart e doujinshi che celebravano le loro gesta erotiche.
Misteri e contraddizioni dell'animo fangirl.
[Seconda classificata al contest "Una Storia per un Quadro"col pacchetto La camera di Vincent Van Gogh ad Arles indetto da Wurags sul forum di EFP]

Fanfiction scritta a quattro mani con Timelord97!
Dal testo:
"«Non voglio andare in quei posti. - dichiarò Viktor voltandosi e poggiando la propria mano su quella dello scudiero - se dovessi morire vorrei reincarnarmi, cercarti e restare al tuo fianco. Non mi interessano nirvana, paradiso, inferno e purgatorio. Io voglio vivere tutte le possibili vite con te.» concluse prima di avvicinarsi ancora un po' e prendergli le labbra in un lungo e casto bacio."
In un tempo in cui la magia non poteva essere usata per altri motivi se non per la guerra, l'amore non esiste ed i matrimoni non sono altro che meri contratti. Riusciranno due cuori ad unirsi e vivere felici?

“Yuuri...” al sentire il suo nome l'interpellato sussultò e rinserrò la presa sulla pistola “Posso sapere cosa vuoi fare? Vuoi... Una confessione? Lo sai meglio di me che nessun tribunale ratificherebbe come prova una dichiarazione estorta in questo modo”
“Voglio delle risposte!” esclamò l'altro con la voce incrinata “Voglio capire”
“E poi?” chiese Victor in un soffio.
La sala da pranzo era inondata da una luce violenta; il pomeriggio avanzava rapidamente, di lì a poco le receptionist al piano terreno sarebbero tornate e qualcuno avrebbe notato la sua assenza.
Tutto si sarebbe risolto in quella manciata di minuti, ma l'esito rimaneva ignoto.
"Seconda classificata al contest Come to the Dark Side IV Edition organizzato da Elisaherm sul forum di EFP"
[AU]

[Omegaverse] [ViktorxYuuri]
Yuuri, appena tornato nel suo paese natale, dove la condizione degli omega è decisamente migliore che in altre zone del mondo, si ritrova d'avanti il suo idolo Viktor, che, senza apparente motivo, si proporrà di fargli da coach.
Quanto può resistere un omega ad un prestante alpha? E l'alpha al delizioso omega?

[Otabek/Yuri]
“Beh? Che succede?” dice, senza riuscire a frenare la propria curiosità.
Otabek sospira di nuovo e lo guarda un po’ titubante. “Temo dovremmo cambiare il programma per il fine settimana.”
“Intendi quello di alzarci da questo letto solo per mangiare e basta?”
“Proprio quello.”
Yuri sbuffa. “E perché?”
Otabek si morde il labbro e Yuri riconosce nervosismo nei tratti del suo volto. “E’ una faccenda un po’ lunga da spiegare, ma…”
Fa una pausa, si passa una mano tra i capelli e sospira. “Ti andrebbe di conoscere la mia famiglia questo fine settimana?”

Raccolta di one-shot sulla Vikturi in tutte le sue salse, perchè questa ship merita di essere apprezzata ancora di più.
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#1 - Mine
#2 - His sweet angel
#3 - Phobia
#4 - Revenge
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[attenzione al genderbender]
[attenzione all'angst]
[raiting temporaneo]
[possibile avvistamento di Fem!Otayuri selvatico]

«Victor? Victor, dove sei?»
Quel buio aveva qualcosa di innaturale. Gli ricordava gli incubi che aveva spesso da bambino, quando si svegliava urlando in preda al terrore di essere diventato cieco.
«Sono qui, Yuuri.»
Era bastato quello a fargli capire che stavolta non si trattava solo di un incubo.
«Non... non ti vedo. Victor, non riesco a vederti.»
[Victor x Yuuri]

Stagione 2023/24. Yuri e Otabek stanno insieme già da un po' e le cose sembrano andare bene. Questo finché un incidente non scuote il loro equilibrio precario, mettendo a dura prova il loro rapporto. Di colpo tutti i piccoli problemi che si agitavano appena sotto la superficie vengono a galla e l'ombra di un terzo incomodo si intromette nella loro relazione. Yuri non ha nessuno con cui confidarsi, a parte Yuuko, ma anche se non fosse così cosa cambierebbe? Yuri è bravissimo a sbagliare da solo...
A due anni e mezzo da "San Pietroburgo - Toronto 2020-2021: Le chiavi di casa", la storia di Yuri e Otabek continua.
Questa storia fa parte della serie "Kintsugi, o l'arte delle preziose cicatrici".

Il loro amore era sempre stato un qualcosa che riusciva a superare tutte le poesie e le parole più dolci che fossero mai state inserite in un dizionario. Non esisteva un termine per descrivere un qualcosa di così perfetto e preciso, così puro ma anche così carnale. Uno di quegli amori in cui non devi mai fingere nulla perchè si è capaci di leggersi fin dentro al cuore senza bisogno di dire nulla. Il loro sentimento superava di gran lunga la semplice parola amore. Erano amanti e amici, erano amore e vita, erano anima e parole.

"Non sapeva neanche come avrebbe fatto a trovare quello splendore di ragazzo in mezzo a tanta gente e se, avendolo trovato, si sarebbe interessato ad una personcina insignificante come Yuuri, ma non poteva fare a meno di sperare che qualcosa accadesse: gli sarebbe bastato scambiare qualche parola, o anche scorgere in un punto lontano l'argento dei suoi capelli e contemplarlo distante."
[Viktor x Yuuri main, accenni di Otayuri, 1890s/cinderella au]