Recensioni per
Pensavo che l’amore fosse eterno e avevo torto
di tixit
Josephine è odiosa all'ennesima potenza. Come può Alo andare a teatro con lei? Alo che con un'occhiata aveva capito tutta la difficoltà di essere lì nel Palazzo Rocca della moralità, dove tutto deve essere perfetto così come pensato dal Generale, tutto perfetto anche se si è morti dentro. |
Povera sygin che tenerezza mi fa, circondata da tante persone, ma sola. Troppo bella questa storia. |
La Rocca della Moralità è un inferno, il fratellino pesa sul cuore quanto la tomba vuota di Sigyn, e a lei pesa la consapevolezza che tutti avrebbero fatto volentieri a cambio, la lettera resta un mistero e quella che scrive lei è straziante ("Io non te lo chiedo più, promesso, ma ti giuro che potrei farmi così piccola che nemmeno ti accorgeresti che ci sono" cuore spezzato proprio), Oscar e André appassionati di amori tragici perché davvero ce l'hanno nel sangue... Però con André avrebbe dovuto parlarci, lui è immune al clima infernale della Rocca... Povera piccola Sigyn, al prossimo capitolo strappacuore la adotto io!! Bravissima come sempre 🙂 |
E io che volevo sapere che cosa ci fosse scritto in quella benedetta lettera! Come al solito il Generale, con il suo pragmatismo militare valuta solo quelle due o tre possibilità senza considerare che forse in tutto ciò Sigyn non ha colpa e che magari il nonno l'ha rimandata a Versailles per richiamarlo alle.proprie responsabilità. O forse Augustin lo sapeva perfettamente e proprio per questo non ha voluto leggere ? Ho visto comunque in lui un barlume di umanità sia nel dialogo sia, soprattutto, in quella scena dove la figlia prova a raccogliere i capelli, anche se poi quello che abbiamo è un uomo ancor più indurito dall' ''abbandono'' della moglie e che non vuole ammettere i propri errori. A farne le spese è la povera Sigyn, che sempre più mi ricorda Incompreso. Brava e a presto. |
Troppo bello, mi piace un sacco come scrivi, adoro sigyn e adoro la complicita di oscar e andre. Ma non riesco a capire quanti anni ha sigyn e oscar e Andre. |
Questa storia mi piace sempre di più, e il tuo modo di scrivere mi affascina veramente tanto! |
Povera Sigyn, che famiglia di mostri e che epoca di pazzi! Al suo posto scapperei, tanto la rivoluzione sta per scoppiare e uno in più che combatte fa comodo. |
La povera Sigyn va sempre peggio: sembra un quadro dell'epoca, depressa in un mondo lezioso! |
Ed ecco che ritorna Alo e inizi a dare qualche dettaglio in più sul background di questa storia. Evidentemente, dopo quel drammatico e duro confronto tra i coniugi Jarjayes con cui concludevi il Vischio, Marguerite era andata a Versailles e Sygin aveva fatto ritorno dal nonno cercando di strappare Oscar - senza successo, vista la sua devozione per il padre - dalle grinfie del Generale. Ora però è di nuovo in quella che non ha mai sentito come casa sua, specie ora che la madre non c'è più e Josephine si è autopromossa (immagino che Hortense si sia ormai sposata) a sua sostituta nella gestione del palazzo. Mi ha colpito molto l'indugiare di Sygin fra gli oggetti della madre, che danno al tempo stesso la sensazione del vuoto eppure della presenza (un po' come succede quando prendiamo tra le mani qualcosa che apparteneva a una persona cara ormai morta... non è certo il caso di Marguerite, ma per Sygin è forse ancor più doloroso). La scena finale è desolante,anche se ho peecepito in Alo disagio e irritazione per le parole di Josephine... anche se poi, alla fine, va via senza una parola. Bel capitolo, pieno di dettagli di costume e riflessioni di una fulminante verità (vedi il baldacchino)... per quanto non la sopporti, il vestito di Josephine era splendido!! Un bacio e se non ci sentiamo... buon Ferragosto! |
Povera piccola Sigyn, è l'unica veramente intelligente (perché indipendente) della famiglia, e tutti la trattano come una reietta! Anche gli amici, o presunti tali! |
Capitolo molto triste, ho provato davvero una stretta al cuore per questa piccola Sygin scacciata incomprensibilmente (per lei) dal suo mondo parallelo e restituita a quello che sarebbe il suo ma che sente estraneo e ostile. È un po' tipico dell'adolescenza, in fondo, ma in questo caso c'è molto più di sensazioni e paturnie legate all'età: un padre assente e ostile, una sorella che tende a metterla in difficoltà, il fatto di essere stata tenuta per anni altrove. In questo quadro desolante, c'è però Oscar... che pur nella sua ritrosia a vivere i sentimenti, intuisce che qualcosa non va e in qualche maniera riesce - a suo modo. - a mostrare affetto sincero per questa sorella scapestrata che però è forse quella a cui è realmente legata. Bel capitolo, belle introspezioni, acuta e profonda come sempre... ormai va nelle seguite ;) |
Povera Sigyn, è l'incompresa della famiglia! Soffre al punto da non accorgersi che sua sorella le vuole molto bene; l'ultima affermazione su André è preoccupante. |
Capitolo di transizione. Sigyn cerca risposte per aver perduto il suo mondo, la sua casa, la sua sicurezza. |
Mi piace questo racconto, mi so sempre immaginata oscar da piccola una peste con andre da farle da spalla e me lo confermi nel tuo racconto. Interessante, brava |
Interessante spaccato di vita di tre bambini la cui infanzia sta, via via, sfumando. Ognuno di loro ha già un suo carattere in erba che si sta delineando a poco a poco. Tutti e tre, chi prima chi dopo, dovranno fare, ben presto, i conti con la realtà degli adulti. |