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Autore: IsaMarie    09/06/2011    19 recensioni
Bella e Jasper sono i gemelli Swan che vivono con il padre Charlie e la cugina Rosalie a Forks. Le loro vite si intrecceranno con i ragazzi Cullen: Edward, Alice e Emmett.
(Scritta con sara_cullen)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie, Jacob/Leah
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Cap. 102
Ciao ragazze! Tutto bene?
Siamo felici che Emmett e Rosalie vi piacciano così tanto! Non ce lo aspettavamo proprio!
In questo chappy torniamo però anche ai nostri piccioncini preferiti che si lasciano andare a un po' di confidenze.
Ringraziamo tutte coloro che ci seguono e diamo un benvenuto alle nuove lettrici! GRAZIE!
BUONA LETTURA DA MANU E SARA!


CAPITOLO 102


Confidenze e… impulsività



Bella


Ero accoccolata tra le braccia del mio amore, ancora sdraiati sul grande tappeto di fronte al camino acceso. Continuavo a ripensare a tutta la nostra cena e ancora non mi capacitavo della sorpresa che mi aveva preparato Edward: quel ragazzo si stava veramente impegnando per cercare di stupirmi ogni giorno di più, e ciò non poteva che riempirmi di gioia… gioia rafforzata dal pensiero che mai per nessun’altra ragazza si fosse adoperato così tanto per renderla felice.
Ormai ero pienamente consapevole che Edward non si comportava in modo ultra romantico e appassionato solo per il suo appagamento personale o per soddisfare chissà quale sua strana fantasia, ma soprattutto per farmi comprendere la portata del suo sconfinato amore per me.
-Edward… mi hai regalato un’altra serata meravigliosa… ma sono curiosa: come ti vengono certe idee?- gli chiesi con interesse e con la voce ancora roca per l’immenso piacere appena provato.
-Bè… era già un po’ che meditavo di portarti a mangiare il sushi- asserì con un sorrisino trionfante e un adorabile ghigno da perfetto sbruffone che la sapeva lunga. Chissà come diavolo…
-Ok gattina, non mi guardare così scioccata! Ora ti spiego tutto! Quando ancora non stavamo insieme, avevo ascoltato una tua conversazione con Alice… e le stavi riferendo quanto lo adorassi- raccontò.
Wow, incredibile! Cioè… lui aveva seguito quella nostra conversazione più di un mese prima e se ne era ricordato ora…
-Così ieri pomeriggio ho cercato su internet il numero di telefono di un ristorante di Port Angeles che mi hanno consigliato. Volevo prenotare un tavolo per stasera… però, appena ho aperto il sito, la foto della novità del locale, il body sushi, ha attirato la mia attenzione. Inutile dirti il film malato che mi son fatto guardando quell’immagine- mi confidò, sghignazzando. Mi unii alla sua risata. Che pazzo!
-Bè, allora i malati siamo in due, perché ho apprezzato la cena in una maniera che oserei definire scandalosa!- confessai, facendo aumentare il suo divertimento.
-Devo ammettere che ci siamo proprio trovati, noi due! Anche se all’inizio eri così timida! Mi ricordo che se solo ti fissavo un minuto in più del dovuto, diventavi color pomodoro maturo- mi schernì sghignazzando. Gli tirai un pizzicotto sul fianco che lo fece sussultare.
-Ehi! Ho solo detto la verità- si difese.
-Hai ragione… e… ti dispiace che non sia più così… sì insomma che sia diventata un po’ più sicura di me stessa nella nostra intimità? E’ che con te… mi viene tutto così naturale… che…- cercai di giustificarmi, balbettando con una bambina in preda all’imbarazzo; ma il mio amore mi interruppe.
-Non pensare una cosa simile per niente al mondo… adoro il nostro rapporto! Mi piace come ci siamo avvicinati, come abbiamo approfondito la nostra complicità, come siamo entrati in confidenza, come riusciamo ad essere sempre in sintonia e soprattutto ti adoro sia sexy pantera che timida gattina!- mi rassicurò, facendomi sciogliere come neve al sole, per le parole dolci e sincere che aveva appena pronunciato.
-E poi, fossi in lei non mi vanterei tanto di essere così audace, signorina Swan! E’ vero che è senz’altro più sicura e intraprendente rispetto a qualche settimana fa… ma non mi sottovaluti! Il qui presente ‘maestro’ riuscirà sempre a farla arrossire come una scolaretta!- mi avvertì, togliendomi improvvisamente di dosso la coperta. Osservò il mio corpo con uno sguardo così intenso, vibrante e lascivo che mi fece tremare tutta… dio, Edward era così sexy che era in grado di possedermi unicamente con quegli smeraldi colmi di passione e sfrenata lussuria… oddio, ero già bagnata!
Lui intanto, con l’indice della mano destra, partì dalla caviglia salendo lentamente sfiorandomi tutta l’epidermide lungo il mio corpo e soffermandosi a giocare in modo birichino con un capezzolo.
Era un provocatore nato… e dannatamente bravo, accidenti a lui!
Incapace di sostenere quegli occhi così verdi e pregni di desiderio, e quel tocco così delicato che mi scatenava un’eccitazione immediata, le mie gote presero subito fuoco, dimostrandogli quanto avesse ancora il pieno controllo sui miei desideri e sul mio corpo. Posò un bacio delicato sulle mie labbra, ricoprendomi dolcemente.
-Visto?! Sei ancora in mio potere, piccola!- si vantò, con un ghigno colmo di trionfo.
-Così non è valido! Sei stato subdolo e mi ha colta di sorpresa! Non si usano certi trucchetti infidi e sleali!- lo rimproverai, ridendo. Mi abbracciò forte.
-Non fare tanto la santarellina, perché anche tu non sei da meno! Te l’ho già detto che stai diventando pericolosa, specialmente quando mi provochi con questo tuo bel corpicino, sapendo perfettamente l’effetto che hai su di me- si difese. Ridemmo felici della nostra complicità che aumentava sempre di più ogni minuto che passavamo insieme.
-Dai, continua col tuo racconto. Dopo che ti sei fatto tutto quel bel film che poi hai messo in pratica, come ti sei organizzato?- gli chiesi, curiosa.
-Appena mi è balenata l’idea, visto che, qui in casa, era quasi tutto pronto e che il catering per la cena di ieri non sarebbe arrivato prima di un paio d’ore, ho fatto un salto veloce in quel ristorante e ho trovato una ragazza che mi ha gentilmente spiegato per filo e per segno in cosa consistesse quel tipo di cena. A quel punto le ho chiesto se potevo comprare tutto il necessario per poter effettuare una cena privata con la mia ragazza a casa. All’inizio era un po’ restia ma, con gli argomenti giusti, sono riuscito a convincerla… non è stato difficile… la maggior parte di voi donne ha lo stesso punto debole- continuò sornione, ma lo interruppi subito. Una sorta di fastidio si era propagato nel mio stomaco. Sapevo esattamente l’effetto che Edward aveva sul genere femminile e il fatto che lui avesse usato il suo fascino ammaliatore (anche se per una buona causa come quella) mi fece salire il sangue al cervello.
-Chissà perché ho l’impressione che se io avessi sollecitato qualche informazione, quella non sarebbe stata così gentile e desiderosa di soddisfare ogni mia richiesta. E sentiamo un po’… come l’hai convinta?- mi irritai. Edward sghignazzò, stringendomi ancora di più al suo petto.
-Gelosa, miciotta?- mi domandò, con una punta di compiaciuto divertimento. Gli piaceva, e pure molto, l’idea che anche io fossi in balia di quel sentimento come succedeva a lui. Effettivamente, quando non esagerava, una punta di gelosia piaceva anche a me… mi faceva sentire ancora più sua.
-Certo! Avevi qualche dubbio?- confermai, senza problemi. Il suo sorriso strafottente si allargò ancora di più sul suo viso.
-E togliti quel ghigno gongolante dalla faccia!- lo ammonii; -Come se non immaginassi la tipologia di pensieri che quella ragazza abbia osato fare sul tuo corpo da urlo, sperando magari di venire accontentata! Tu non sai quanto l’idea mi faccia impazzire di rabbia… e devo ammettere che mi secca veramente tanto il fatto che tu abbia usato le tue abili doti seduttive per ottenere ciò che anelavi, anche se per fare una sorpresa a me!- continuai, sempre più stizzita.
-Ehi, ehi! Frena, tesoro mio! Non crederai davvero che abbia fatto il cascamorto con una sconosciuta solo per avere un tornaconto personale?! Ti prego, non pensarlo nemmeno! Non ti devi preoccupare assolutamente perché non ho di certo utilizzato i metodi che uso con te per convincerti a fare qualcosa!- mi rassicurò.
-Ci mancherebbe altro! Se non vuoi che il buon SC subisca le mie ire funeste!- lo minacciai torva.
-Ma il danno sarebbe anche tuo!- replicò strafottente.
-Ah sì?!- sbottai.
-Eccola la mia pantera che tanto mi eccita! Ma rinfodera gli artigli, tigrotta, perché sono completamente innocente!- si difese.
-E allora quale sarebbe questo famigerato punto debole di cui tanto ti vantavi?!- lo aggredii, facendolo ridacchiare ancora spudoratamente. Ridussi i miei occhi a due fessure, fissandolo il più trucemente possibile ed Edward, in risposta, alzò la mano libera in segno di resa.
-Parlavo dell’amore, sciocchina! Sei tu che sei stata troppo maliziosa e hai pensato subito ad un risvolto sessuale!- mi schernì sghignazzando apertamente.
Cavoli, mi aveva fregata ben bene! E io come una stupida ci ero cascata pensando subito al peggio. E poi mi vantavo anche di fidarmi ciecamente… bè, per le cose importanti mi fidavo eccome, però… la gelosia ogni tanto mi faceva veramente dei brutti scherzi!
-Quando le ho spiegato che era il nostro primo mesiversario e che volevo festeggiarlo in maniera particolare e privata… e soprattutto quando le ho confessato che ti amo più della mia vita, bè, lei si è intenerita e sciolta letteralmente. Mi ha rivelato che anche lei è innamorata pazza del suo fidanzato e che quindi comprendeva alla perfezione il mio desiderio di voler festeggiare soli soletti. Così, alla fine, oltre a vendermi tutto l’occorrente, mi ha anche spiegato nei minimi particolari l’esatta procedura da seguire. Innanzitutto era importantissimo che tu raffreddassi la tua temperatura corporea con una doccia gelata, in quanto il sushi deve mantenersi piuttosto freddo. E poi mi ha persino disegnato una specie di schizzo per mostrarmi come sistemare il cibo sul tuo corpo. E’ stata veramente gentile- mi spiegò, orgoglioso di aver realizzato tutto alla perfezione. Sprizzava compiacimento da tutti i pori, ed aveva pienamente ragione. Gli accarezzai il viso dolcemente, commossa.
-Però, magari sarebbe stato più interessante ed eccitante per te provare questa novità e cenare al ristorante con qualche bellissima geisha sconosciuta a farti da piatto!- lo provocai, incapace ancora una volta di mordermi la lingua.
-Ma tu sei matta! Ancora non riesci a renderti conto del corpo fantastico che ti ritrovi! Bella, cerca di farti entrare in quella testolina una volta per tutte che io ho occhi solo e unicamente per te! Ormai dovresti averlo recepito forte e chiaro questo messaggio! Perché dovrei provare questa esperienza, che tra l’altro si è rivelata magnifica, sul corpo di una perfetta sconosciuta, per quanto bella, quando ho accanto a me la mia dea personale?!- si meravigliò. Sbuffai. Non era per niente obiettivo: non ero mai stata niente di così speciale! E’ che lui, probabilmente, mi vedeva con gli occhi dell’amore, che (si sa) sono foderati di prosciutto!
-Ti ha mai detto nessuno che sei un vero e proprio adulatore? Anche se esageri come al solito- gli chiesi, per poi puntualizzare quella che per me era un’osservazione incredibile.
-Innanzitutto cerca di ricordati che quando parlo di te non esagero mai! Anzi, se vuoi proprio saperlo, spesso minimizzo- precisò, tranquillo; -Invece, per quanto riguarda il mio lato adulatore, mia madre, quando cerco di imbonirla con qualche complimento, mi prende sempre in giro dicendo che quella caratteristica l’ho ereditata tutta da mio padre!- sghignazzò. Mi irrigidii istantaneamente. Era forse la prima volta, che io ricordassi, che sentivo Edward parlare di suo padre con il sorriso sulle labbra e con tono sereno, senza nessun accenno di dolore nella voce… mi paralizzai, fortemente a disagio. Ma naturalmente lui, sempre attento com’era alle mie reazioni, non mancò di accorgersene.
-Amore, rilassati… non ti devi preoccupare per me. Da quando, questo pomeriggio, ti ho finalmente raccontato tutto, mi sento veramente più leggero. Per carità… non dico che sono allegro e felice per come mi sono comportato… penso che il dolore e il senso di colpa mi accompagneranno sempre nella vita; anche se mi hai fatto chiaramente capire una volta per tutte che nessuno di coloro che mi vogliono bene mi colpevolizzerà mai per tutto ciò che è successo. Però, per la prima volta, mi sento più sereno ad affrontare il ricordo di mio padre e di ciò che ha rappresentato per me. E’ una sensazione che non ho mai provato prima, perché cercavo di nominarlo il meno possibile, quasi avessi paura di infangare la sua memoria con i miei pensieri… invece grazie a te…- la voce gli tremò per un attimo e lo vidi chiaramente deglutire, probabilmente per cercare di non far scendere ancora delle lacrime. Cercai di spezzare quel momento così delicato che si stava trasformando di nuovo in qualcosa di doloroso.
-Mi piacerebbe tanto sapere com’era lui, il suo rapporto con te… bè, quando te la sentirai di parlarne. Non voglio forzarti in niente, amore…- mormorai, leggermente in imbarazzo. Non sapevo come avrebbe reagito a quella mia richiesta così personale ed intima, ma per me era importante conoscere anche il suo passato felice, quando era semplicemente un bambino gioioso e spensierato (e magari anche un po’ dispettoso) con accanto tutta la sua famiglia.
-Anche a me farebbe piacere raccontarti di lui. Anzi, sai cosa potremmo fare? Quando torneremo a casa potremmo sfogliare insieme tutti gli album della famiglia Cullen. Anche se purtroppo non ho più delle mie foto con mio padre… però ci sono quelle di tutti gli altri con lui e quindi con quelle potrò spiegarti meglio com’era la nostra vita! Sai, ce ne sono alcune davvero buffe!- mi propose. Annuii con gli occhi lucidi per l’emozione. Mi spiaceva immensamente che non avesse nemmeno più una foto con suo padre… improvvisamente mi resi conto di una cosa.
-Amore… tu hai strappato tutte le vostre foto o anche altro?!- domandai.
-No, solo le foto. Un giorno mia madre tornò a casa e si ritrovò parecchi portafoto vuoti e gli album di famiglia con parecchi posti mancanti. Però almeno nella mia rabbia ho avuto la decenza di non permettermi di toccare le foto di mio padre con gli altri della famiglia. Non mi sarei mai perdonato se anche loro non avessero nemmeno più un ricordo con lui o tutti insieme. Ma a cosa ti riferivi in particolare?- mi spiegò, per poi incuriosirsi ancora.
-Bè, pensavo che, quando eravamo piccoli, le macchine digitali non erano ancora molto diffuse: si usavano i negativi. Mia madre ad esempio li ha tenuti tutti e magari li ha conservati anche Esme. Potremmo chiederglielo al nostro ritorno; e se così fosse, potremmo far ristampare le foto… bè, sarebbe un modo per riappropriarti di una parte dei tuoi ricordi…- azzardai, sperando che non si incupisse con quel discorso. Ma, lasciandomi basita, notai una lacrima solcare in velocità quel bellissimo viso.
-Dio, quanto ti amo!- sussurrò Edward, stringendomi forte a sé. Mi pentii immediatamente di ciò che avevo detto. E se poi Esme non li avesse avuti? Magari gli avevo dato una falsa speranza e poi la delusione sarebbe stata ancora più cocente! Accidenti a me, potevo starmene zitta e verificare prima di blaterare a mille all’ora come al mio solito!
-Ma Edward… ecco, era solo un’idea… non è detto che Esme…- tentai di porre rimedio, ma lui scosse vigorosamente la testa.
-Non fa niente Bella, so che mia mamma potrebbe non averli. Ma mi basta anche solo questo tuo speciale interesse per rendermi felice. Grazie!- mi chiarì, rasserenandomi un po’. Entrambi avevamo subito una perdita immensa… e forse questo sarebbe stato il momento ideale per manifestargli un mio intimo e profondo desiderio…
-Senti amore… io vorrei chiederti una cosa per me molto importante- mormorai. Era già un po’ che mi balenava quell’idea in testa e ne avevo parlato anche con Jazz; mio fratello era convinto che la mia titubanza a porre quella domanda a Edward fosse assurda. Era certo che avrebbe accettato immediatamente, ma io ancora non avevo avuto il coraggio, per paura che mi reputasse una stupida, una sciocca ragazzina… comunque radunai tutto il mio coraggio e mi decisi a confidarmi del tutto con lui.
-Bè… devi sapere che io, ogni settimana, trovo sempre un momento per andare un po’ da mia madre, sulla sua tomba. Mi siedo lì e le racconto cosa ho fatto in quei giorni, come mi sono sentita… insomma, un po’ tutto… naturalmente nell’ultimo mese tu sei stato l’argomento principale delle nostre chiacchierate…- ammisi imbarazzata. Edward, rapito dalle mie parole, mi fissava con uno sguardo dolcissimo, in grado di rassicurarmi all’istante. Di colpo capii quanto Jazz avesse avuto ragione sulla reazione del mio meraviglioso angelo con gli occhi di smeraldo.
-Ecco… mi farebbe piacerebbe che un giorno venissi con me... sai, vorrei presentartela ufficialmente… magari ti sembrerà una cosa stupida e sciocca, ma…- non potei continuare perché la mia bocca si ritrovò improvvisamente molto impegnata con quella di Edward. Mi stava baciando in un modo talmente coinvolgente che potevo chiaramente sentire tutto il suo amore per me.
-Tu non hai idea di quanto abbia aspettato questo momento! La prima settimana che ci siamo messi insieme, un giorno sei sparita con la scusa che ti aveva chiamata Leah e che dovevi accompagnarla a fare una commissione. Combinazione, mentre non c’eri, Leah ti ha cercata veramente ed io sono andato in paranoia. Non capivo perché mi avessi mentito e men che meno sapevo dove fossi andata… e in più avevi il cellulare spento! Mi stavo impanicando di brutto, ma tuo fratello, come sempre, ha capito immediatamente la mia situazione e così, per evitare che impazzissi per l’ansia o la gelosia e pensassi chissà cosa, mi ha confessato dov’eri e mi ha pregato di pazientare finchè non ti fossi sentita pronta a rendermi partecipe anche di questa parte della tua vita…- mi spiegò, lasciandomi esterrefatta.
-Oh Edward, scusa! Non so perché ci ho messo tanto… è solo che… avevo paura che mi considerassi…- un dito si posò sulle mie labbra e vidi Edward scuotere la testa.
-Non dirlo Bella… non mi sarei mai permesso di giudicarti in nessun modo per le visite a tua madre. Anzi… mi sembra bellissimo questo tuo modo di restare in contatto con lei, di sentirla ancora vicina e sarei onorato che me la presentassi- mi rassicurò ancora.
-Ti adoro! Grazie davvero, Edward- mormorai, felice.
-Tutto per te, amore mio… tutto!- sussurrò, prendendo ad accarezzarmi la schiena, disegnando ghirigori fantasiosi che ricoprirono il mio corpo di piacevoli brividi.
Rimanemmo ancora un po’ lì davanti al camino, a farci cullare dalla musica dolcissima che aveva scelto. Quando Edward sbadigliò, decisi che era meglio andare a dormire, prima che crollassimo entrambi. Era stata una giornata lunga e stancante sotto certi punti di vista, ma decisamente emozionante per tutto ciò che avevamo condiviso, e felice e appagante come non mai.

Emmett

Io e Rosalie eravamo appena usciti dal ristorante e la stavo letteralmente trascinando verso la nostra auto. Avevo una voglia matta di lei, e il mio Emmy, ormai, non ne voleva proprio più sapere di restarsene buono buono nei pantaloni ad aspettare i nostri comodi. I jeans non mi erano mai sembrati così maledettamente fastidiosi! Aver avuto un contatto così ravvicinato con lei, continuando a stuzzicarci tutto il santo giorno, senza mai arrivare al sodo, mi aveva destabilizzato e mi stava snervando alquanto. Ero stanco di interruzioni di ogni genere, quindi ora avevo tutte le intenzioni di non fermarmi più fino a che non avessimo raggiunto un luogo per dare sfogo a tutti i nostri potenti istinti!
-Amore… potresti rallentare il passo? Stiamo praticamente correndo!- si lamentò la mia orsacchiotta. La strinsi ancora più forte al mio fianco, sorridendo sornione.
-No! Se non arriviamo presto all’auto e non troviamo il prima possibile un posto per appartarci, c’è il serio rischio che Emmy decida autonomamente di scoparti qui in strada! La sua pazienza è al limite- le risposi, sincero. La sua risata echeggiò per la via quasi completamente deserta. Dopo cinque minuti stavamo già salendo in auto.
-Conosci qualche posticino intimo nei dintorni, senza dover aspettare di tornare nel solito a Forks? Non credo di riuscire a resistere fin laggiù…- la avvisai, sperando in una sua risposta affermativa.
-Mmm… fammi pensare… sì che lo conosco! Esci da Port Angeles, prosegui sulla statale e poi prima di prendere la deviazione per Forks, svolta in una piccola stradina in salita che troverai sulla destra. Proseguendo fino in fondo al sentiero si sbuca in uno spiazzo tranquillo e isolato, da cui si può ammirare il porto della città- mi spiegò. Ottimo! Emmy mi ringraziò: eravamo davvero molto vicini.
-Si può godere di un panorama stupendo da lassù!- aggiunse con un sorriso mozzafiato, mentre avevo già messo in moto la Jeep e stavo seguendo le sue indicazioni.
Non mettevo in dubbio che il panorama fosse godibile da quel luogo, ma il solo e unico di cui volevo interessarmi, arrivati a destinazione, era quello del suo meraviglioso corpo nudo che si dibatteva in preda al piacere tra le mie braccia!
Ed ero matematicamente certo che non sarei riuscito a concentrarmi su altro…
In seguito alle favolose immagini che mi si formarono nella mente, Emmy svirgolò di nuovo, impaziente e selvaggio, tendendo la stoffa che lo racchiudeva all’inverosimile. Oh, porca puttana! E stai un po’ a cuccia!, lo ammonii mentalmente. Neanche fosse a digiuno da chissà quanto!
Ma non c’era soluzione: Rose mi faceva sempre lo stesso effetto porcino!
Cercai di concentrarmi sul percorso, ma improvvisamente un pensiero poco piacevole (anzi, piuttosto fastidioso), si affacciò alla mia mente.
Accostai inchiodando di botto. Un piccolo urletto, dettato dallo spavento per la brusca manovra, fuoriuscì dalla sua gola.
-Ehi attento! Ma che diavolo combini?! Sei impazzito?!- mi rimproverò, metà spaventata e metà arrabbiata. Mi voltai a fissarla con un cipiglio serio.
-Ora tu mi spieghi subito come cazzo fai a conoscere così bene quel posto, visto che, a quanto asserisci, non sei mai stata con nessun altro ragazzo prima di me!- le ordinai, sottintendendo una velata (ma nemmeno tanto!) accusa di avermi mentito spudoratamente.
I suoi occhi si spalancarono per la sorpresa e poi, un secondo dopo, il gelo sostituì il calore che di solito sprigionavano i suoi zaffiri quando mi guardava trasmettendomi tutto il suo amore.
Cazzo! Forse avevo esagerato… tanto per cambiare… mi resi conto che ero in guai seri… e avevo fatto pure tutto da solo! Che razza di coglione!
-Brutto idiota di un Cullen! Sei uno scimmione cretino e troglodita!- mi insultò incazzata nera. Ok… ero fritto!
-Cosa diavolo stai insinuando, Emmett Cullen?! Che sia andata a imboscarmi lassù con qualcuno, per poi farti credere che non avessi mai nemmeno baciato un ragazzo?! Mi credi veramente così meschina e bugiarda?!- urlò, furibonda come una biscia.
E l’Oscar al miglior cazzone avariato dell’intero universo maschile va ad… Emmett Cullen, signore e signori!, mi insultai da solo. Fanculo alla mia merdosa impulsività! Ma perché cazzo non stavo mai zitto?!
A quest’ora, probabilmente, avremmo già potuto essere completamente nudi, immersi nel piacere più puro, mentre Rose mi cavalcava come un’amazzone… invece, per non aver di nuovo contato fino a 100 prima di dar fiato alla fogna che mi ritrovavo al posto della bocca, avrei dovuto considerarmi già abbastanza fortunato se non mi avesse preso a calci in culo fino a Forks. Quando si infervorava così, si trasformava in una delle Furie dell’antica Roma... anzi, facciamo pure in tutte e tre contemporaneamente: era terrificante! Io ed Emmy piangemmo dal dolore: merda, la serata sexy stava rischiando di andare a farsi fottere!

ANTEPRIMA CAPITOLO 103

-Sta iniziando a piovere… tanto per cambiare- esclamò Rose, osservando le gocce che rapidamente ricoprivano il parabrezza.
-Già…- mormorai, ormai pienamente concentrato sulle sue cosce e completamente indifferente a ciò che mi circondava. In quel momento avrebbe potuto venire giù anche l’intera volta celeste: non me ne sarei nemmeno accorto!
La mia mano si posò su una delle sue lunghe e flessuose gambe, iniziando a percorrere in una lenta carezza quella pelle morbida e vellutata come pesca. D’improvviso feci reclinare il suo sedile causandole una piccola esclamazione di sorpresa.
-Brava… inizia a scaldare la voce che tra poco ti farò urlare per davvero…- mormorai, con la voce già roca per l’intenso desiderio. Una risatina allegra proruppe dalla sua gola, mentre con uno scatto fulmineo, che mi lasciò basito, sgattaiolò sui sedili posteriori, ribaltandoli con l’apposito pulsante: et voilà, il nostro letto personale era pronto! Altro che la Ferrari di Jasper o la Aston di Bella! Meravigliose auto, per carità… ma veramente poco pratiche per la mia attività preferita!


V
i ricordiamo l'altra nostra fiction Segreti e Inganni

From Juliet, with love di cloe cullen
Wish upon a star di
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Un amore tra le onde di _rainbow_
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