Dean lavora nel settore vendite e si è appena trasferito nel quartiere, e il suo vicino è definitivamente matto da legare.
Dal capitolo 30: Dean strinse le palpebre. “Non sono adorabile, i copriteiera sono adorabili.”

Sherlock aveva sempre saputo di non avere una vita lunga davanti a sé, ma non credeva che sarebbe finita così.
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Autore:Mad_Lori
traduzione: Charles

John fu costretto a interrompere la propria – inutile – apologia nel momento in cui Sherlock fece qualcosa di totalmente assurdo.
O meglio, qualcosa non da lui.

Durò poco, Peet. Morì quando aveva quattro anni. Andò in cielo, se preferite.
Ebbi un ruolo nella vicenda. Era affacciato al balcone quando lo spinsi giù. Dissero che era caduto, ci ho creduto anch'io, penso.

-Hans, dovete essere molto stanco, andate a riposarvi- se non fosse al suo servizio da almeno una sessantina d’anni, il vecchio maggiordomo sarebbe anche tentato di scambiare le parole di Austria per vera preoccupazione –Non ci sono che io in questa stanza, a cosa potrebbe servire un altro piatto?-
-Avete ragione, signorino- annuisce Hans, sollevato –Farò come mi consigliate- e detto questo inizia a muovere i primi passi verso il corridoio.
-Un’ultima cosa-
L’anziano si blocca, le dita strette alla maniglia.
-Non fate entrare herr Beilschmidt, Hans. Per nessun motivo-
L’anziano ridacchia sotto i baffoni a manubrio, ben attento a non farsi vedere.
-Naturalmente, signorino Roderich- assicura, chiudendosi la porta alle spalle –Come tutti i giovedì-
[PruAus]

Credere di essere dei mortali, quale follia.
Il tempo si vendica sui nostri corpi senza età, dandoci un cuore che batte nell’illusione, emozioni che si crogiolano e si modellano nella volontà dei popoli, sentimenti che ci sfuggono non appena abbiamo l’impressione di averli fra le mani.
[PruAus]

Alfred si scostò i capelli dal viso, con rilassata lentezza.
-Colpisci come una femminuccia, lo sai?- si limitò quindi ad osservare, senza risparmiarsi una risatina.
Gli occhi di Arthur s’illuminarono di un’ulteriore, indignata scintilla di collera.
-Sono ferito al braccio.- replicò, acido.
-Il braccio a cui sei ferito…- fece l’americano, curvando le labbra in un ghigno beffardo -… è l’altro.-
[UsUk]

Forse mi dispiacque un po’ dire quello che pensavo, ma non avrei mai sopportato di avere un corpo del genere.
Glielo dissi, che mi andava bene essere normale, che sarei stato perfetto comunque. Che una bocca sarebbe bastata.
Forse però non gli dissi perché non la volevo, non gli dissi che avevo paura di me stesso. Che allora avrei avuto paura di cosa l’altra mia bocca mi avrebbe detto. Non volevo litigare per tutta la vita. Sarebbe stato deprimente.
Sarebbe stato triste.

-Te la sei fatta fregare?!-
-Tecnicamente- comincia l’altro pirata, gesticolando –Non me la sono fatta proprio fregare..-
[100 Parole] [Pirate!England + Sorpresa]

Mi strinsi nella divisa e ci guardammo senza parlare, seduti nella trincea che, solo qualche giorno fa, era ancora inglese.
[Quarta Classificata al contest 'CAUSE THREESOME IS BETTER!]
[AU!World War One - The Great War - Fronte Occidentale]

In principio c'era vuoto, una distesa oscura di vuoto.
Rivisitazione - forse più un tentativo - poetica dei primi attimi della storia dell'Universo.
[OC!Universo (?)][Big Bang][≈600 parole]

Arthur chiuse gli occhi e represse un sospiro, quando Eames calò lentamente la benda rossa di fronte ai suoi occhi.
Dietro di lui, il falsario parlò con un sorriso perfettamente intuibile dal tono di voce.
- Cominciamo male, darling. -
{Una 'magnifica' idea di Cobb ed il peggiore incubo di Arthur.}

-Dopo che questa inutile ma dilettevole sfida giungerà al termine, diventerai una cosa sola con la Madre Russia, Prussija- sibilò il biondo cinereo dopo l’ennesima parata di Gilbert.
-MAI!- gridò quest’ultimo, stoccando con la spada un fendente che non andò a segno, verso il viso di Ivan, ma che graffiò comunque la sua guancia destra.
Tra presente e passato, due nazioni si ritroveranno a condividere un impensabile e profondo tormento sull’ affilata lama del destino.

Arthur era lì, a portata di bocca, a meno di dieci centimetri di distanza e a sua completa disposizione.
«Tu...», corrugò la fronte, un po' preoccupato, «Qui?»
In fondo, cosa gliene poteva importare di sua madre, dell'America in generale o del resto del mondo, quando c'era la mano di Alfred che, «Uh...», premeva sul suo inguine e, «Shhh...», si intrufolava nei pantaloni?
Us♥Uk [ E la dannosa presenza di Peter. ]