La ragazzina è una dannata causa persa e lui ha finito le riserve di pazienza.
Terza classificata al Contest "A Week, a quote, a list, a character"

Semplicemente, se così si poteva dire, Francis non avrebbe dovuto incatenarlo ad una storia che non avrebbe avuto futuro: era logico, lampante, palese, che non ci sarebbe stato futuro. Anche a disegnarlo, la pioggia di Londra avrebbe fatto sbavare l’inchiostro, fino a rendere le curve gentili delle labbra del parigino solo uno scarabocchio orribile e grottesco.
[Dimmi dimmi, mio Signore, dimmi se tornerà, quell’uomo che sento meno mio ed un altro mi sorride già. Scaccialo dalla mia mente, non indurmi nel peccato: un brivido sento quando mi guarda e una rosa egli m’ha dato] [UsUk // FrUk] [Ispirata alla canzone "Pescatore" di Pierangelo Bertoli]

"A Gilbert, per un attimo, si fermò il cuore. Non seppe in verità definirne bene il perchè. O meglio. Il per chi." Piccola Oneshot dedicata a Gilbert, e al suo rapporto con Ludwig e Feliciano.

Sakura da sempre ascolta le parole degli altri.
Ha sempre pensato che ascoltare sia il modo migliore per essere felici. [...]
Ma ora dentro di lei qualcosa è cambiato.
Cosa è successo, Sakura-chan?
L’esperienza degli altri comincia a starti stretta?
Dedicata a terrastoria.

{ I classificata nel contest 'Come in un CD' indetto da KeR e JunKo, giudicata da Fe85 e syssy5 }
Quando era con Matt, Misa dimenticava completamente di essere il secondo Kira.
Quando era con Misa, Mail Jeevas dimenticava completamente di essere Matt.
Senza Matt, Mello non riusciva neppure a ricordare cosa significasse essere Mihael.
“Verso la fine della vita avviene come verso la fine di un ballo mascherato, quando tutti si tolgono la maschera...” (A. Schopenhauer)
{ Mello/Matt/Misa }

-Andiamo, Miss Carlyle, mettetevi in posa.-, aveva cinguettato il fotografo infilandosi sotto una mantella scura -lei non sarebbe mai riuscita a capire quegli affari- e Reine si era sistemato il capello che Margarethe le aveva fatto indossare.
Erano vicine, ricci neri accanto a preziose volte dorate, le sue mani sul viso dell'altra e due sorrisi di donna. Loro non erano sbagliate.
[ Scritta per il concorso "Titoli per l'amore" indetto da signorino_ sul forum di EFP ]

Siamo a Venezia, durante il periodo di Carnevale. Feliciano Vargas in un monologo svela alcuni lati di sé che forse non vi aspetterete.

Tutto intorno a lui c'è solo acqua ed Itachi non può fare altro che provare a respirare, in apnea, farsi crescere le branchie. Vivere a contatto con suo fratello e con il suo fidanzato sexy e sconsiderato è un po' come morire a poco a poco in totale mancanza d'aria da respirare. Gli stanno strappando via l'aria dai polmoni.

Norge lo sgrida sempre dicendogli che è un grosso gatto rompiscatole. Di quelli che approfittano di ogni paio di gambe disponibile per sdraiarsi e dormire, che hanno bisogno di compagnia per dormire, altrimenti miagolano tutta la notte come disperati.
A parte il miagolare, Den si vede bene in quella descrizione.
Ma si chiede un momento perché diavolo stia divagando, quando ha un assoluto bisogno di Norge.
[Personaggi: Danimarca; Norvegia]
[Preferisco usare gli avvertimenti Slash e Lemon piuttosto che Yaoi, poiché non uso i termini e le dinamiche del genere, ma siete avvertiti anche così]

Prima Classificata al contest "Wicked and Lovely... incantevole e pericoloso (seconda edizione)" indetto da The forgotten dreamer sul forum di Efp
[OrochimaruxNaruto]
La prima vittima sacrificale fu fatta stendere sull’altare. Orochimaru gridò quella che sembrava un’antica preghiera rituale, poi sfoderò un pugnale dalla lama ondulata, lungo quasi una spanna. Il metallo brillò sotto i raggi del sole come una fiamma incandescente, e qualcuno, tra gli astanti, sussurrò parole di apprezzamento. Naruto, pietrificato dall’ansia, deglutì.
Non l’avrebbe fatto. Una cosa del genere non era nemmeno lontanamente concepibile.
La lama si sollevò, alta, perpendicolare al petto della vittima. Ansimava e si dibatteva, ma due inservienti lo avevano immobilizzato con corde robuste, impossibili da spezzare a mani nude.
E poi, il sibilo.
L’urlo.
Il sangue.

E poi, se si ama qualcuno, lo si deve lasciare andare no? Io, quando ti consegnai la tua “unica” foto, ti lascia andare e permisi a Mail, non ho mai perso di vita i suoi spostamenti, di raggiungerti. Siete stati felici almeno una notte, lo so. E mi basta.
Però Mel’, nemmeno tu puoi negare che siamo due facce di una stessa medaglia: la medaglia di L.

[...]Nessun malefico parente stretto. Beh, insomma, ha smesso di considerare la rana suo “fratello” da parecchio tempo, quindi, no, non è un parente; però è pur sempre la rana, quella che sta spadellando nella sua povera cucina, che alla fine ne ha viste ben di peggio. Solo che la rana ha addosso solo ed esclusivamente quello che pare essere un accappatoio, ed è una di quelle mattine rarissime, se non uniche, in cui lo trova maledettamente affascinante, lui con quei capelli biondi che rilucono della luce del sole che filtra dalle imposte aperte e quegli occhi azzurri oscenamente maliziosi che gli fermano un paio di battiti del cuore.
Santo cielo. Sta male davvero.
Una cucina. Un risveglio. Una padella. Una rana conclamata che gracida con la erre moscia. Un bruco presunto che non sa tessere la seta ma pensa comunque troppo.
Una mattinata come tante altre. oppure no. oppure, una mattinata anormalmente perfetta.
[InghilterraFrancia, presunta pwp][per la danna. Auguri