[Pirate!Frerard - 1718]
[Seguito di "Give me your freedom"]
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“Non te l’ho mai detto, Gee, ma quando sei al timone a guidare la tua nave e abbassi lo sguardo sull’equipaggio… sì ecco, mi hai sempre ricordato un leone che veglia fiero e silenzioso sulla sua savana. Stessa superbia, stessa vanità e arroganza. E, quando quella ragazzina ti ha risposto per le rime, mettendo a tacere il grande e spietato Red Crow…”. Frank lasciò dissolvere la voce per un secondo pieno, mentre sul suo volto si dipingeva un’espressione a metà tra il compiacimento e la pura incredulità. “ho visto il tuo ruggito nei suoi occhi”

Belleville. Quando Gerard ha nove anni, sua nonna gli regala una bambola con le sembianze di un ragazzo punk e gli raccomanda di confidarsi sempre con lui e di prendersene cura. Ovviamente Gerard non capisce il perchè di tutto quello ed è un po' confuso, ma con il tempo e con il passare degli anni, quel giocattolo diverrà per lui, più di un migliore amico, un confidente.  
Quello stesso Natale, a Newark, Frank trova sotto l'albero, un regalo simile. Una bambola con le sembianze di un ragazzo moro. Nel corso del tempo imparerà ad ubbidire ad Elena che gli raccomandò di prendersene cura, proprio come disse a suo nipote. 
Sono passati 7 anni da quel Natale e per una disgrazia accaduta a Frank, Elena è obbligata a prendersi cura del ragazzo, così lo affida a sua figlia Donna che essendo più giovane di lei, può permettersi un altro "figlio" e quando Frank arriva a casa loro, si ritrova davanti un ragazzo moro e dagli occhi verdi. Ne rimane affascinato e gli sembra di conoscerlo da sempre, chissà perchè, Gerard pensa la stessa cosa di lui appena lo vede...

[Pirate!Frerard - Colonia inglese in Giamaica, anno 1715]
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Frank si sforzò di ignorare quelle parole, ignorare l'immagine della mano di Way - sempre più nitida nella propria testa -, ignorare quanto tutto ciò gli piacesse.
“Andiamo...”
“Sta' zitto” sibilò, ma scoprì quanto la propria voce fosse impastata di esitazione solo dopo averla sentita.
“Avanti, non sarebbe eccitante? Un pirata e un soldato della marina militare... un'attrazione immorale e irresistibile...”
Tentò di tenere ferme le gambe, improvvisamente tremanti. Era già successo: per freddo, o paura qualche volta. Ma la sensazione che ora stava scuotendo ogni fibra del suo corpo, era totalmente sconosciuta. Gli annebbiava la mente e la vista, gli dava l'impressione di essere fragile come un filo d'erba, gli accelerava il battito del cuore come fosse malato, lo accaldava di frustrazione. Odiava e amava quella sensazione allo stesso tempo, esattamente come odiava a morte quel pirata ma in quel momento desiderò poter cancellare ogni distanza tra loro.
“Sono qui, ragazzo” continuava ad ansimare lui. “Sono tuo se mi vuoi. Non c'è nessuno oltre noi, nessuno lo saprà mai...”

«No matter what happen, no matter who's president. As our Lady of Disco, the divine Gloria Gaynor, has always sung to us.. We will survive.»
Cosa potrà mai accadere, a distanza di un anno, nella monotona città di Pittsburgh? Quali sorprese ha in serbo il futuro ai nostri ragazzi? Basta torturarvi in cerca delle risposte. Aprite questa fottuta storia.

Davanti a me sono presenti un ragazzo biondo con gli occhi azzurri dall'aria apparentemente innocua ma con la forza di una gru spaccaossicine, un ragazzo esile e magrolino ma con uno sguardo in grado di perforare il metallo, un ragazzo altissimo con dei muscoli scolpiti e i capelli afro.
E poi c'è lui. Un ragazzo grassoccio, tutto curato e non molto alto con lunghi capelli neri e la pelle bianca in contrasto con la maglia nera sui jeans larghissimi: la creatura più bella che abbia mai visto. Lo giuro.
Ed ecco il mio problema: sono gay.
Dichiaratamente gay.
Frerard al liceo

Un po’? Mi hai trascurato un po’?
Mi hai semplicemente ignorato per un mese,ma niente di che.
Tanto,chi sono io per meritarmi la tua attenzione? Chi sono io? Nessuno,vero?
-Non fa niente. Va tutto bene. Davvero,sto bene. Puoi andare- ribatto amareggiato. 
 
  Mi contraggo per non urlare, mentre sento il sangue colare copiosamente lungo la mia schiena.
Vengo sbattuto nuovamente contro il muro, e poi sento i passi di Paul e gli altri allontanarsi.
Apro gli occhi: il pezzo di vetro è proprio accanto a me, sporco di sangue, del MIO sangue ...
 
Due ragazzi di una cittadina sperduta del NJ, entrambi con i loro problemi, che si incontrano per caso e diventeranno l'uno la salvezza dell'altro.

Però, più ci ragionava più capiva che in effetti il tutto aveva un senso, ed era un senso bellissimo. L'uomo è la creatura più complessa di tutto il creato, così insegnavano in chiesa, ed era perfetta proprio perché era imperfetta, proprio perché ogni giorno poteva essere l'ultimo e la morte era l'unica cosa certa nella vita di un uomo quando egli nasceva.

- Fino a qualche mese fa il pensiero che più mi assillava era il timore che non sarei mai più riuscito a innamorarmi. Non so se può capire, però la mia più grande paura era proprio quella di restare solo, e intendo solo per tutta la vita, senza più incontrare nessuno per cui valesse la pena alzarsi al mattino.
- E poi? Cosa successe a questa sua paura?
- Be’, – replicai, e sentii le mie labbra sorridere e i muscoli di tutto il corpo rilassarsi al solo pensiero, - svanì quando incontrai Frank.

-Mi chiamo Frank, e tu? – gli domandai, cercando invano di ricordarmelo. Ce l’avevo sulla punta della lingua, ma molto probabilmente il mio cervello si era messo contro di me per farmi fare una figuraccia.
Il ragazzo mi guardò quasi dispiaciuto e abbassò il capo, prima di sospirare. Fece cenno di no con la testa e lo vidi quasi piangere.
-Ehy, cosa succede, il gatto ti ha mangiat---
Non riuscì a finire la frase che sentii una mano stringermi un braccio e portarmi via velocemente. [dal primo capitolo]
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Mi guardai intorno, rendendomi conto che c’era Gerard a un lato del cortile, seduto a terra con un album da disegno tra le gambe, che si stava sbracciando per farsi vedere.
Gli sorrisi e corsi verso di lui, sorpreso di vederlo lì fuori. Mi fece spazio nel suo angolo e mi sedetti, sporgendomi per dargli un bacio sulla guancia.
Guardai poi, il foglio che aveva tra la gambe e lo vidi arrossire. Cos’aveva? [dal secondo capitolo]

[Traduzione] Gerard non desiderava altro che arrivare alla fine dell'ultimo anno incolume. Era contento di rimanere invisibile, sul serio. Gli unici lati positivi della sua vita erano uscire con Ray, lavorare al suo fumetto con Mikey e le lezioni settimanali di danza con sua nonna e le sue pazze amiche. Ma un giorno Frank Iero (il bello e popolare Frank Iero con i suoi stupidi capelli e i suoi stupidi occhiali da sole, che non si ricordava nemmeno di aver avuto ginnastica insieme a lui al primo anno quando erano solo dei perdenti sfigati) si presentò allo studio per poi non dargli più pace. A quanto pare c'era solo una cosa che a Frank non riusciva: ballare. E voleva che Gerard glielo insegnasse, proprio quando era convinto che la sua vita non potesse peggiorare ulteriormente.

Frank un ragazzo di 24 anni con una vita movimentata alle spalle decide di lasciare tutto, cambiare aria e vivere il suo passato con serenità in un luogo da poter chiamare, finalmente, casa.
Lascia il suo attuale ragazzo, fa le valige e, da Parigi, si trasferisce a Belleville col suo caro amico Bob.
Frank ormai è un ragazzo tranquillo alle prese con paure e ansie che ancora lo rincorrono. Fa lo scrittore e per mantenersi nell'attesa della pubblicazione fa il free-lance. A causa del suo lavoro non esce quasi mai e, nonostante questo, riuscirà ad incontrare Gerard.
Quest'ultimo è un ragazzo di 29 anni che ama divertirsi e godersi la vita ma anche viverla con calma attraverso la sua più grande passione: la pittura che, però, non l'ha reso ne ricco e ne famoso. Per mantenersi canta nei pub.
[OCC]

Naomi trova che non ci sia nulla di più familiare e, per questo stesso motivo, di più spaventoso della piacevole sensazione dei suoi capelli tra le dita.

-Vedrai che ti piacerà, è pieno di belle ragazze.-
-E di bei ragazzi.-
Sbuffai roteando gli occhi al cielo. Possibile che ai miei non andasse giù il fatto che fossi bisessuale? Loro dicevano che avevo una rotella nella mia testa che non andava come doveva andare, affermavano convinti che loro erano una coppia modello da cui prendere spunto, senza nessun ingranaggio mal funzionante. Peccato che la loro lingua funzionasse fin troppo bene.
Anche ora che eravamo in macchina non facevano altro che dirne di tutti i colori. Ragazzi qui, ragazzi là, ragazzi che ce l'avevano lungo quanto la canna di un fucile. Sentii l'ennesima risatina occupare l'aria e decisi di non farci caso, presi le mie cuffie e mi sparai una canzone dei Green Day a tutto volume. Al Diavolo i miei e le loro fottutissime battute.

Due pozze azzurre mi guardavano con insistenza, stavo andando in tilt e la cosa non mi piaceva, solitamente ero molto spigliata con le persone che si dimostravano "moderne" ovvero non mi giudicavano per l'aspetto che avevo ma tentavano di andare oltre all'apparenza.
Spesso la gente non si curava neanche di rivolgermi la parola in casi del genere.
Presi un po di coraggio, dopo tutto era una persona normale mica un Dio!
E' una storia scritta a quattro mani ovvero da Luri07 e Stivy Echelon

Frank e Gerard.Gerard e Frank. Così diversi. .ma nello stesso tempo così terribilmente simili.