poche parole, piccole storie.
Sempre John. Sempre Sherlock.

John avrebbe sbuffato, ne era certo. Poteva quasi vederlo, coperto dal lenzuolo perfettamente liscio fino al torso, incastrato sotto alle mani.
Poteva quasi vederlo e non gli andava di buttarlo giù dal letto solo perché aveva dimenticato le chiavi per la centesima volta. Si fermò davanti al 221, come se non lo avesse mai osservato in precedenza, e alzò lo sguardo, lasciandolo vagare sugli angoli degli edifici vicini. Le telecamere erano sette, delle quali tre lo avrebbero certamente ripreso: due dal lato del 221 e una dall’altra parte della strada. Non sarebbe stato un problema, comunque. I fratelli al governo – se non addirittura loro stessi governo – avevano una certa utilità, in determinate situazioni.

"Sherlock aveva ripreso a fumare con una certa regolarità, da quando era morto."
[Sherlock/John]

John ha imparato parecchie cose dalla guerra, ma soprattutto ha imparato che ogni uomo deve avere un rifugio, almeno uno.
[Partecipa alla Sherloton dello SFI con il prompt "rifugio"]

Che cosa chiederebbe Sheldon Cooper in punto di morte? No, la fisica non c'entra, questa volta: che cosa chiederebbe a Penny come unico ed ultimo desiderio? Oh, sì, ci siete arrivati.
Trecento parole.

Le prime esperienze non sono sempre quelle che contano davvero.

La sindrome di Stoccolma, attraverso le vicende di Monique, Sabrina e Paul.
Quando ti innamori del chi ti ha rovinato la vita.. nulla è scontato.
La sindrome di Stoccolma è una condizione psicologica nella quale una persona vittima di un sequestro può manifestare sentimenti positivi (talvolta giungendo all'innamoramento) nei confronti del proprio sequestratore.

Spoiler 3x02!
L'ultima telefonata di Sherlock.
Resta una sola cosa da dire, prima della fine.
Moriarty direbbe che è una cosa da uomo ordinario e che il grande Sherlock Holmes si è dimostrato debole, proprio come tutti gli altri; questa volta, però, non gli importa.

...In fin dei conti ero una normalissima adolescente come un’altra, non sapevo che fare nella vita, avevo appena compiuto diciotto anni, mio zio era un ex beatle, il mio padrino George anche e in questo momento stavo appollaiata sul tetto di casa mia mentre suonavo una vecchia chitarra classica e fumavo una sigaretta...[...]