"Non mi accetteranno mai, non mi accetteranno mai" ripeteva la storia.
"Non dire così. Devi avere più fiducia in te stessa" le disse la Segnalazione.
Piccolo racconto su una storia in attesa di essere valutata per l'inserimento tra le storie scelte. Perché nessuno sa l'ansia che provano queste povere storie.

Queste parole sono state scritte per i lettori fantasma, quelli che leggono senza lasciare una recensione.
Perché oramai ci sono troppe storie senza una recensione.
E quel numero, zero, uccide gli autori.

Io sono il Nonsense. Sì, la sezione dove si pubblicano le storie Nonsense, quelle senza senso, senza un significato, quelle che possono sembrare inutili accumuli di parole.
Ebbene, io vi voglio rivelare un segreto. Sto morendo.
Queste sono le ultime volontà del Nonsense.

"Pronto, chi parla?" chiese lo psicologo.
"Buongiorno dottore, io mi chiamo EFP, sono un sito internet. La chiamo perchè ho una serie di pazienti da farle vedere. Sono tutti dei casi interessanti".
"Questa è la prima volta che mi ritrovo a parlare di psicoanalisi con un sito" pensò lo psicologo.
Cosa succederebbe se le varie parti di EFP andassero da uno psicologo a parlare dei loro problemi? Scopritelo in questa demenziale storia.

Questa è la storia di Alessandro, l'uomo che non sa parlare.
Non è una storia romantica classica. Non troverete ragazzi belli e dannati, non troverete ragazzine timide e insicure.
Troverete solo Alessandro e la sua lettera.
Esistono tante forme di amore e io, con questa storia, ve ne farò vedere una.

"La parola nasce, lettera dopo lettera.
Si infiltra nell'anima e lì rimane.
Devi scappare".
A Megan, Amanda, Hannah, Carolina, Daniel e a tutte le vittime del Cyberbullismo.

"Lei passeggia silente nei campi fioriti".
Poesia che unisce il sentimento benevolo all'azione macabra.

La nave si inclinava.
Le persone urlavano.
Tu eri lì.
Dedicato a Giuseppe Girolamo, l'eroe che suonava la batteria.

Il silenzio è una prigione.
Io sono un prigioniero.
Io voglio urlare.
Queste sono solo le mie urla.

Gli doveva strappare i petali.
Doveva impedire che accadesse.
Non poteva finire così.
Era una pazzia.

Siamo come le stelle di un firmamento.
Ognuno di noi splende in questo cielo.
Siamo allegri, introversi, folli.
Siamo gli abitanti di una grande comunità.
Questa è una piccola poesia che ho scritto per ringraziare questo sito.

Spara burattino, spara.

Io sono il Cappellaio Matto che alberga nelle menti degli uomini.

Fissavo quel disco dorato e sussurravo.
"Chi penserebbe che tu governi il mondo?".

Vi sto guardando.
Sono quassù, basta che alzate le vostre teste in questa notte stellata.
Sono riuscito a scappare.