Buongiorno!
Eccomi qui, scusa se procedo molto lenta nella lettura, ma questo periodo non è dei migliori. Gli esami si avvicinano ad una velocitù spaventosa! T.T
Comunque, lasciando da parte i miei problemi, concentriamoci sul capitolo.
Personalmente, l'ho trovato molto discorsivo e incentrato a cercare di colmare il lungo loop temporale tra la fine del precedente e la situazione attuale. Ammetto che avrei preferito vedere qualche dialogo in più, magari così dividendo, anche fisicamente, i flash-back. Questa non è una critica, sia chiaro, solo un mio parere personale. Ovviamente, sei tu la scrittrice e decidi tu che taglio dare alla storia.
Nonostante Claudia abbia avuto una grandissima scalata al "successo" (anche se non è proprio successo), l'ho trovato abbastanza realistico. In fondo, è stata costretta a mettera da parte la sua prima professione per dedicarsi alla politica, segno che è una donna in cui prevale la responsabilità civile. Vuole cambiare le cose e vuole farlo mettendosi in prima linea.
Purtroppo, le dicierie ci sono sempre e questo è un dato di fatto. Molta gente non vede l'ora di mettere in giropettegolezzi scomodi (non mi meraviglierei se fossero stati i suoi avversari politici a cominciare, così da screditarla davanti al pubblico).
Mi sarebbe piaciuto anche che tu avessi dato un nome ai colleghi che la esortano ad andare a casa, anche se probabilmente hai optato all'anonimato perché non avranno un ruolo preponderante nella storia.
Per quanto riguarda gli altri personaggi principali, si percepisce che Davide ed Oreste sono molto legati a Claudia e che rivestono bene i loro ruoli, rispettivamente, di marito e padre.
Spero di conoscere presto anche Guido, che già mi immagino uni bambino molto maturo.
Gli accenni che hai messo in questo capitolo, circa la salute di Claudia, sono stati davvero inquietanti: già fanno presagire che qualcosa non va e che bisogna prepararsi al peggio. Hanno creato un climax ascendente che, ammetto, mi ha fatto salire un po' il patema d'animo. Ma, forse, la mia è solo deformazione professionale, che mi proietta verso quelle che saranno le conseguenze e l'iter terapeutico che bisognerà seguire (se ho capito di che si tratta, ovvio). Comunque, aspetterò i prossimi capitoli per apprendere, di pari passo, lo svolgimento.
Dal punto di vista grammaticale, la storia offre una sintassi molto corretta, eccetto qualche (normalissimo) errore di battitura. Inoltre, ti segnalo velocemente alcune sviste:
- mentre per quello della salute si era scelto una neuropsichiatria infantile romana, Claudia Petrolini. >> una neuropsichiatra;
- ospedale infantile >> ospedale pediatrico. Oppure avresti potuto dire anche il Bambin Gesù, nominandolo direttamente;
- della capitale >> della Capitale: qui stai usando un'antonomasia, non ti riferisci ad una capitale in generale, bensì ad una specifica (nella fattispecie Roma, ma sarebbe potuta essere anche Madrid, nel caso avessi ambientato il tutto in Spagna), quindi ci va la lettera maiuscola.
- giochicciando >> giocherellando;
- a viale Marconi >> in viale Marconi;
Concludo la recnesione, facendoti i complimenti per l'originalità della trama e dei personaggi. E non solo: si vede che, per scrivere, attingi a quelle che sono le tue personali visioni, soprattutto sul ruolo della donna. Nemmeno a farlo apposta, ieri sera ho intravisto uno spettacolo che parlava della vita delle donne che hanno voluto emergere e cambiare. Ho apprezzato tantissimo quando dici che Claudia "si veste bene e si trucca", come a voler dire che non bisogna rinunciare alla propria femminilità, per arrivare in alto. Essere donna, infatti, è una ricchezza che bisogna saper sfruttare e che non bisogna mai negare. Perché deve essere naturale arrivare ad una parità di diritti con gli uomini. Non deve essere qualcosa che crea scalpore, dovrebbe essere un qualcosa di assodato e acquisito.
Bene, dopo queste mie personali rifelssioni, mi dileguo, scusandomi se ti ho annoiata/infastidita.
Spero di proseguire presto la lettura. Nel frattempo, ti mando un abbraccio.
Saluti,
*Halley* |