Recensioni per
Los Sanfermines (Shura di Capricorn)
di Deliquium

Questa storia ha ottenuto 36 recensioni.
Positive : 36
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
31/12/15, ore 00:07
Cap. 7:

Peppino e Totò. Questo mi paiono Shura e Leoš. Ed ovviamente al nostro eroe in erba è toccata la parte della vittima, della spalla, ché a Leoš viene benissimo il ruolo dell'aguzzino, di quello che si balocca con te e con le tue certezze adamantine, come fa il gatto che si palleggia il topolino tra le zampe grassocce.
Concordo con te.
Guardati da chi mente per amore, perché per amore si possono compiere atroci nefandezze e egoistiche pazzie. Perché l'amore acceca, questa è la verità; e spesso c'è più la paura di perdere quello che si ha che un sincero altruismo dietro ai gesti di chi agisce per amore.
E forse Leoš s'è affezionato a questo ragazzino secco come un chiodo dal carattere serio e spigoloso. Al punto che quando i giochi sono finiti - perché la campanella della ricreazione è suonata e mi dispiace tanto, ma tutti in classe e di corsa pure! - Leoš cambia. Dalla notte al giorno. E Asura otterrà quello che vuole. L'armatura, certo. Che lui è il Capricorno, lui indosserà quella corazza, e i tornei serovno a poco e niente se non ad ammazzare il tempo e a fare pratica sulle ossa di qualcun altro; ma, mi chiedo, se Asura troverà quello che sta realmente cercando, alla fine di questo viaggio.

Recensore Master
20/12/15, ore 21:29

Buonasera! Dunque, prima di 'recensire per bene' vorrei ammettere due cose: uno adoro Shura davvero tantissimo. Due ti ringrazio per scrivere di questo periodo, del Capricorno alle prese col suo apprendistato, del suo essere un'inguaribile stoccafisso caparbio...

Detto scritto questo passiamo alla storia in sé che per ora mi sta affascinando. Mi piace come prendi la briga di contestualizzare il periodo storico, anche in una quotidiana giornata si respira l'annata. (Manco fosse vino, aiuto. Ma che cavolo scrivo?) Io non vado (andavo?) particolarmente pazza per la Spagna, anzi. Sarà che ogni nazione c'ha il suo stereotipo e quello della Spagna non è di mio gradimento, ma poi... poi arriva Shura e TRACK. Spezza la monotonia goliardica, se così possiamo definirla. Per di più, grazie a questo personaggio, per dei disegni che feci mi andai a studiare i deserti e non solo il 'rosso paradiso' della Capitale. Trovai più attraente alcune zone, più la 'vena' eroica e possente di un popolo che, insomma, è stato anche un Conquistatore. E si smuove come fosse benzina.

Adoro come fai 'barcollare' Shura fra le vicende che gli capitano a tiro, adoro il modo in cui ce lo presenti, ancora così immaturo, ma così severo e volenteroso nonostante tutto. È di una tristezza immane il sol pensiero di cosa gli accadrà. Un gran peccato è che io non legga Episode G, seppur abbia letto le traduzioni dei dialoghi/trame. Ma così come per il Prologo, vi fossero poi altri accenni/pezzi inerenti mi documenterò quanto più possibile.
Adoro il personaggio di Leon, magari più incline alla festosità della Spagna, ma quel genere di personaggio che AMO in una serie. Mi ricorda personaggi di film che adoro; /O forse anche un pochino una sorta di uomo fra il 'padre' di Allen di D. gray man e Jiraiya di Naruto(?)/.
Comunque, sto tergiversando... 
Questo capitolo mi è piaciuto particolarmente; per l'adrenalina, le immagini che ti si proiettano mentre leggi, in apnea, mentre ti ritrovi a fare il tifo per il piccolo Capricorno che di bruciare il cosmo... manco a parlarne, ma a correr veloce e a far la lepre si sente in dovere... giusto quel tantino per non morire.
Ed ora?
Seriamente, ed ora?
Nghh, aspetterò il tuo prossimo aggiornamento! Nel frattempo metto la storia fra le preferite.
Enjoy,
Giò.
(Recensione modificata il 20/12/2015 - 09:33 pm)

Recensore Master
16/12/15, ore 10:20

Le situazioni di comicità in cui lo ficchi mi fanno morire.
Morire.
Lui, così rigido, mister palo d'acciaio su per la schiena, ritrovarsi a che fare con un pazzo. Perché è questo che è, Leoš. Un pazzo scatenato. La balla del voto a San Firmino, il ributtare il suo allievo nell'arena, l'immagine (meravigliosa!) di Leoš che alleva i tori per incornare Shura (e ce lo vedo eccome, col disegno stilizzato di Shura e i tori, seduti sui banchi, che prendono appunti, anello al naso e corna lucide!!).
Insomma, non importa da quale punto la guardo, questa storia mi piace!

E mi piace anche l'adrenalina che hai saputo mettere descrivendo la corsa vera e propria. Ho sentito il fiato caldo del toro sulla nuca (paura!!), il silenzio che avvolgeva Shura come una bolla (si chiama concentrazione, tesoro...), lo sguardo del toro arrivati nell'arena.
Perché sì, una bestia sa quando sta per morire.
Anche un essere umano, certo. Solo che ci arriva tardi.
Quindi, la domanda che mi pongo è: "Da Fifa e Arena passeremo a Sangue e Arena nel prossimo capitolo?".

Recensore Master
16/12/15, ore 10:10

La genialità di questo capitolo sta in questa frase:
«Hai la faccia di uno che ha appena ammazzato il suo migliore amico.»

Ora.
Io, lettrice, so.
Tu, autrice, sai.
Leoš, attante, no. Non può saperlo. Ed è questo a rendere la sua battuta deliziosa. Ché sì, Shura ha sempre un muso lungo così, lo sguardo severo, l'espressione rigida... insomma, uno che non riconosci le rarisisme volte in cui si degna di ridere.
Eppure questa storia è spassosissima! L'immagine di Shura che se non partecipa all'Encierro se ne torna in Francia con un calcio in culo mi ha strappato una risata di pancia e cuore.
Amo Leoš. Amo la sua selvatichezza, il suo essere un bastardo seduttore, uno che sa galleggiare in questa vita. Che sa che sì, a volte si può vincere una contesa senza dover combattere. Eccome. E ti dirò, forse è anche meglio.

Il pensiero non può che correre a Hemingway, quando si parla di Pamplona. Perché non so se occorra più coraggio o più incoscienza (facciamo una proporzione di uno a uno?) per lanciarsi nelle strade inseguiti dai tori. Come animalista, storco il naso. Però ho sufficiente buonsenso per astrarmi e capire il significato di quel gesto. Gareggiare col toro, con la natura, con la forza dirompente e la vitalità della natura stessa.
E la festa, la'llegria, i canti, le bottiglie di vino (che Shura non beve, ma di cui si trova zuppo e maleodorante), le risate, i pezzi di maiale. Il boato. Assordante. Che entra nelle vene e fa paura.
Ha ragione Leoš. Acta non verba. Ché siamo buoni tutti a dire "io qui, io là". È solo fiato in gola. Ma per provarlo, beh... per provarlo occorre altro. Occorre avere le palle, per dirla con Leoš.
In bocca al lupo, niño.

Recensore Master
16/12/15, ore 09:57
Cap. 4:

Dunque, Leoš è boemo. Quella š avrebbe dovuto avvisarmi, ma non riuscivo a metterlo nella giusta cornice.
Dopo Petre, è il secondo maestro che arriva dall'Europa Orientale, che in fatto di magie e misteri si difende molto, molto bene. In più, Leoš cita Praga, e la mia (limitatissima) zucca non può che correre alle leggende sul Golem, a Rabbì Löw e... vabbé, ad una connessione con la natura, gli alberi e le betulle (LOL!!). Connessione che sente anche Shura, da tempi non sospetti, quando s'imboscava (è proprio il caso di dirlo) nella macchia alle spalle del monastero per starsene per i fatti propri.

C'è molto zen in questa lezione. Perché pure se Leoš non gli fa dare e togliere la cera mentre il sole muore e tinge di rosso il cielo, lui lo sta già addestrando. Ad essere paziente. Ad ascoltare quello che il suo corpo, il suo spirito (il suo cosmo?) vuole dirgli. A riconoscere se stesso. Perché solo così potrà capire il significato dell'essere il Capricorno, piuttosto che il Fagiano piuttosto che lo Sbuccellatore Australe. Altrimenti, sono solo etichette, bollini colorati che si piazzano da qualche parte e basta.
Solo che Shura è ancora un ragazzino con una fretta micidiale. Come quando, in prima media, vuoi suonare il flauto ma non ti passa nemmeno per l'anticamera del cervello di imparare a distinguere le note e la loro durata.

Ho apprezzato molto il riferimento agli Annales del Capricorno. Scarne note, appunti appena, lapidari. Diciassette Luglio. Qualcuno ringrazia. E ti ringrazio per tutte le analogie con le mie idee che trovo in questa storia. Ti ringrazio perché, in un certo senso, mi fai capire di essere sulla strada giusta. L'uomo ha il bisogno di mettere per iscritto chi è stato e cosa ha fatto. Lasciare un segno nel mondo, qualcosa che testimoni il proprio passaggio. Anche con due appunti volanti su un foglio ingiallito dal tempo.

E ti ringrazio anche per gli scorci bellissimi che scopro, riga dopo riga. Non conoscevo la Selva de Irati, così vicina a Roncesvalles. Stupenda. Che paesaggi! Mi verrebbe voglia di farci una capatina (ma poi sarebbe un pellegrinaggio fino a Roncesvalles, fino a Finisterre, e non so se reggerei). Sì, sto leggendo questa storia con la mia guida sulla Spagna del Nord sottomano. Non per mancanza di fiducia nei tuoi confronti, per carità, ma per una realtà che riesci a dare a questa storia tale da farmi voler vedere com'è per davvero!

Recensore Master
16/12/15, ore 09:24

Il cosmo, Shura, il cosmoooo! Dai che stando ai calcoli (da fumato credo) di kurumada sei già in ritardo di 3 anni almeno! XD
*scansa spada dorata spuntata da chissadove*

Leos è un pazzo e lo amo sempre di più XDDDDDDDDD Poveri noiXD

*torna nell'angolino della stalker*

Recensore Master
16/12/15, ore 00:45
Cap. 3:

Il giorno che le conobbe, quando Leoš precisò che si chiamavano veramente Sole e Luna e che quelli non erano affatto dei soprannomi, Shura trasse la sua personale conclusione: le madri odiano i loro figli. La sua gli aveva dato il nome di un demone che, se ci fosse stata ancora la Santa Inquisizione, lo avrebbero annegato per sicurezza.

Ok.
Ammetto di essere scoppiata a ridere come una scema nel cuore della notte, con tanto di marito che si affaccia dalla camera da letto, preoccupato per la mia sanità mentale.
Così è anche ironico, il nostro figlio di Saturno!
Ha ragione Leoš, lui è nato vecchio. Vecchio e serio e fin troppo orgoglioso. Ha ragione il suo maestro, decisamente più scavezzacollo, a vivere la vita come viene e ad afferrare a mani basse quello che c'è (magari non in pubblico). Francamente, se questo allievo gonfia il petto solo perché è destinato a diventare il Capricorno, fa bene Leoš a fargli abbassare le penne.
E poi, non so. I tuoi maestri mi stanno simpaticissimi. Mi piacciono. Mi spiazzano, lo ammetto. Ma poi hanno ragione loro. Spesso. Forse.
Vabbé.

Io Shura me lo immagino un concentrato di apthos ed epicità.
E invece tu me lo dipingi come un moccioso che scappa dai bulletti dopo averli istigati. Che le prende di santa ragione. Che collezione figure barbine. Che segue con gli occhi la curva rotonda di un sedere che sale le scale. Che si nasconde nelle fogne!

Dio, quanto mi piace!

E quanto mi piace Leoš!!

Recensore Master
16/12/15, ore 00:35

Tu mi prenderai per una stalker, ma l'insonnia è una brutta bestia, specie se a cena hai avuto la brillante idea di mangiare pesante e il letto si è tramutato in una graticola.
Sicché, eccomi qui, a riprendere il filo anche di questa storia. Ho aspettato qualche capitolo in più, così da tuffarmi nella lettura e staccarmi dallo schermo appagata come un'orca sazia.
Bando alle ciance.

I Pirenei. Santiago de Compostela. Orrega-Roncesvalles.
Ho avuto modo di conoscere quei luoghi solo tramite ricerca, e concordo con te: non c'è altra scelta possibile per uno come lui. Un cavaliere, ma non uno di quei cicisbei che siedono a corte, aspettando qualcosa. Nossignore. Uno che profuma di sangue, sudore e lacrime e conosce il sapore della battaglia.

Mi ha colpito molto la scelta del nome. Asura. Come la divinità orientale. Nella mia testa è lui che si sceglie 'sto nome (che ha perfettamente senso se sei giapponese e cresciuto in Giappone, ma per uno spagnolo c'azzecca come i cavoli a merenda), ma mi fido di te. Hai carta bianca. In toto. Qui ce lo mostri ragazzino, ma non indugi nella tenerezza eccessiva (e anche alquanto indigesta).
È un ragazzino. Un ragazzino solitario, che non fatico ad immaginarmelo secco e allampanato con gli occhi grandi e i capelli scarmigliati. Uno capace di stare bene con se stesso.
Mi ricorda un po' Ruy il piccolo Cid, nel (brevissimo) periodo che passa al monastero di San Pedro de la Cardeña, e un po' Sebastien di Belle e Sebastien (ma senza cane). Con la differenza che il nostro Shura Fernandez è chiamato dal suo destino, pure se a lui non interessa affatto l'avventura.

Ultreya e Suseya, Shura. Ché non finirai a Finisterre, ma qualcosa mi dice che non sarà una passeggiata tra le margherite!!

Recensore Master
15/12/15, ore 22:05

Starai pure gettando fumo negli occhi, ma comunque ho adorato questo capitolo pieno di pathos. Magistrale. Ho sentito il rombo degli zoccoli nella calle, le urla delle folle, il sudore e la paura. E l'adrenalina. Quella che annulla tutte le percezioni e tiene incollati all'obiettivo. Infatti Shura non sente niente. Non vede niente. E corre. Ma Leos lo ributta nella mischia. Il toro è la bestia dentro di lui da affrontare. E' la terra, l'elemento del segno del capricorno. O forse è solo la paura di non contare niente e di essere solo uno dei tanti folli che si accalcano nella via, ubriachi di vino e di pazzia. Non so se sarà grazie al toro che Shura diverrà saint, ma di sicuro sta affrontando una prova. Primordiale e potente. L'arena della plaza de toros è l'arena del Santuario, adesso.
Stupendo.

Recensore Master
30/11/15, ore 07:16

Leos è un pazzo scriteriato (e continuo ad amarlo un po' XD) ma magari effettivamente avere un toro alle calcagna qualcosina per il cosmo la fa ...
Certo che Shura è un po' un piccolo disastro sociale X°°D ma è Shura, se fosse spigliato non sarebbe lui (eh? Shhh non fa una piega U_U)

«Perché hai la faccia di uno che ha appena ammazzato il suo migliore amico.» ecco, qui mi sono strangolata con l'acqua >< Argh!
Ancoraaaaaaaaaa *drogata!*

Recensore Master
28/11/15, ore 19:03

Buonasera, Engel. Sappi che per leggermi questo capitolo mi sono aperta una bottiglia di vino anche io. Rosso. Buono. Ci voleva.
Il povero Shura è fuori posto ovunque. Dal fotografo. Davanti alle tette di Erperanza. E nella calle che si riempie di gente e di coriandoli. Forse ci vuole un toro alle calcagna per fargli accendere quel maledetto cosmo che sembra avere la stessa patente di esistenza di babbo natale. Leos è implacabile, come il destino di Shura. Sento che il momento della verità arriverà scalpitando come gli zoccoli del toro inferocito pronto a incornare chiunque si pari sulla sua strada.
Non so se è voluto il richiamo alla versione canon della storia, in cui più o meno all'età di Shura del tuo universo il giovane capricorno aveva appena fatto fuori il suo migliore amico per davvero. Confesso che quell'accenno («Perché hai la faccia di uno che ha appena ammazzato il suo migliore amico.» gli spiegò Leoš.) mi ha fatto venire un brivido. Mi ci vuole un altro bicchiere.
Brava, stupenda. Non fallisci un colpo.

Recensore Master
26/10/15, ore 11:44
Cap. 4:

L'idea degli annali è ottima e molto verosimile. Anzi, a ben guardare sarebbe insensato il contrario. In un luogo come il Santuario, in cui accadono vicende epiche e guerre, deve esserci una cronaca di qualche tipo delle gesta di chi le ha vissute e compiute. Per fini storiografici, in primo luogo. Ma anche - e sopratutto - per creare il mito dei saint e fornire modelli eroici alle nuove leve. Si chiama propaganda. Vuoi che non lo sappiano in quel di Atene? Infatti il giovane Shura scorre avidamente le scarne cronache dei suoi predecessori per trovare ispirazione e risposte. Anche io penso che El Cid e Shura siano la stessa persona. E sono molto affascinata da quei fugaci accenni alle guerre sacre precedenti. Quella del Duecento in particolare... mi fa venire in mente San Galgano.... Ma non dico altro, perché ho un progetto su questa vicenda :)

Recensore Master
16/10/15, ore 07:59
Cap. 4:

Bella l'idea degli annali *___* fa entrare meglio il tutto nel contesto rendendo il tutto reale *corre fuori alla ricerca di bronzini, si sa mai* (comunque non so più scrivere in italiano)

Leos è un personaggio sempre più interessante! *___*

(commentone pregno eh!!)

Me ne serve ancoraaaaaaaaa T___T *capricci ongoing*

Recensore Master
29/09/15, ore 22:44
Cap. 3:

Un giorno tu mi spiegherai come diavolo fai a creare, con frasi di dieci parole massimo, dei personaggi e delle storie così ricche e suggestive. Dici il minimo indispensabile, ma quello che scrivi basta a costruire un mondo, un immaginario. Non me lo spiego, e ti ammiro dal profondo per la tua capacità incredibile. Il carattere di Shura emerge con prepotenza fra le righe del tuo racconto, nei suoi lati buoni e cattivi. E basta una frase sola di Leos alla fine del capitolo, sapiente e dritta al sodo, a ribaltare la visione di un puttaniere sfaccendato che avevi dato di lui fino a quel punto: «Quindi, è questo che vuoi, Asura? Imparare a combattere per fare il bulletto di paese?». Qui salta fuori il mentore, quello che (forse con metodi discutibili) sta lasciando a Shura spazio e tempo per fare i suoi errori per poi stenderlo con due parole e fargli capire in modo sublime quali devono essere le motivazioni di un futuro saint di Atena. Splendido. Sei veramente bravissima. Non c'era personaggio migliore di Shura per esaltare il tuo stile.
S.

Recensore Master
29/09/15, ore 22:27

Ecco, dopo la spiegazione che mi hai dato nella risposta al mio primo commento mi sono incuriosita ancora di più per questa storia. Ho troppo salda in mente la visione di Shura che uccide il mentore putativo, il modello, e per un niente evita di mandare all'altro mondo perfino la Dea Atena in fasce. Nei suoi gesti sfuggenti e nelle sue parole misurate mi appare chiaro il senso di colpa e il rimpianto. Devo azzerare tutto questo e lanciarmi in un nuovo mondo in cui tu però mi trascini con maestria. Per Shura hai scelto un'infanzia struggente e suggestiva. La Spagna del nord, Roncisvalle con l'eco delle lotte fra i cavalieri cristiani e i saraceni, il Cammino di Santiago, la bruma dell'Atlantico. Ingredienti potenti che si mescolano a un racconto pesantemente legato alla mia infanzia che la tua storia (chissà perché!) mi riporta alla memoria con prepotenza: Marcellino Pane e Vino. L'orfanello che ha una dote misteriosa e i frati che gli fanno da guida e da padri. 
Mi piace, e tanto, questa tua storia così coraggiosa. Volo a leggere il seguito.
S.