Recensioni per
Wolves ain't howl alone
di Saeko_san

Questa storia ha ottenuto 34 recensioni.
Positive : 33
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
07/07/20, ore 10:41

Non mi aspettavo introspezione tra Nel e Nooitra. Forse uno dei più complicati e contorti assieme a quello tra Rangiku e Gin. Sinceramente non ho mai amato praticamente la Quinta Espada, ma ammetto che qui sei riuscita a dargli un' introspezione degna di nota; vi è amore e odio nel rapporto tra la Terza Espada; un avversario da raggiungere, da superare; in quanto più forte; in quanto donna. Eppure Nooitra la sconfigge nella maniera più sporca possibile e altro non gli resta in fondo al Cuore, se non il desidero di scontrarsi un giorno; di desiderarla sempre, fino all'ultimo, fino in punto di morte. E mi piace anche il ruolo dato a Neliel: personalmente l'avevo sempre vista da una prospettiva di pietà verso la Quinta; ma qui... non so... ho intravisto un debole amore anche da parte di lei: forse in cuor suo sapeva di essere l'unica ragione di vita di Nooitra.
Ottimo e azzeccato come sempre anche l'inserimento del poema del volume 34.
Ci vediamo al prossimo capitolo cara. <3
Un abbraccio
Elgas
ps. ma solo io e Nexys abbiamo inserito la storia nelle preferite? :(

Recensore Master

Cara... perdona se ti ho ringraziato nelle precedente recensione. Grazie per le dolci parole nel Capitolo 9, grazie davvero. Ma passiamo ora alla recensione vera e propria; sì, avevo detto che passavo settimana prossima, ma alla fine non ce l'ho fatta. Meglio! Meglio! Bleach è sempre una gioia.

Kenpachi! Kenpachi mancava sinceramente e te lo dico subito... riguardo il dubbio contenuto nel commento; stai trabquilla, ho trovato un buon equilibrio con la prima parte/stesura e la seconda scritta in base alle rivelazioni di Tite durante l'ultima Saga (anche se lì col Bankai, Kenpi si è un pochino rovinato, bello fino alla morte di Unohana... e poi anche lì Tite... spiegami come fa uno Spirito di un Zanpakuto ad aver a sua volta una Zanpakuto con tanto di Bankai... e essere vista da tutti). Comunque: nella prima parte descrivi un Kenpi inedito... quello delle origini origini... brutale e ferale; un' esistenza segnata dal sangue, dalla distruzione, da un senso di vuoto a cui non sa dare spiegazione. Mancanza di amore? Luce? Forse... una Luce che inizia a intravvedere in Yachiru, in Ikkaku e Yumachika. E che si contrattizza infine nello scontro/amore mai confessato di Unohana. E lì sappiamo tutti cosa è successo, uno dei momenti Top 5 dell'ultima Saga (anche perché più di 5 non se ne trovano).

Questo Kenpachi... mi è piaciuto parecchio.

E sai che ti dico... andrò avanti portandomi in pari.

Un abbraccio cara. <3
Elgas
(Recensione modificata il 05/07/2020 - 08:33 pm)

Recensore Master

Eccomi qui, finalmente a continuare la tua raccolta.
Ho quasi finito le valutazioni del contest su Kingdom Hearts e ne ho approfittano per passare <3
Non mi aspettavo un capitolo dedicato a Ichigo e Rukia. Non tra le mie OTP, ma leggere di loro due fa sempre piacere. E devo ammettere che il filo conduttore con l'estate mi ha stregato; non con l'estate (nonostante il Bleach pare sia perennemente estate/primavera), mi correggo... col sole. Qui ripercorri i momenti salienti di Bleach; momenti che hanno coronato ora nel dolore ora nella felicità; il rapporto tra i due co-protagonisti (nonostante l'ultima saga abbia più... allontanato/mostrato quello che all'inizio poteva essere il loro rapporto d'amicizia, come molti altri rapporti ma questa è un'altra storia). Momenti che lentamente rendendo Ichigo più consapevole delle reali capacità e del fatto che finalmente è abbastanza forte da riuscire a progettere le persone care, Rukia compresa ovviamente, anzi è stata proprio lei... l'iniziale motore di tutto. Dolcezza infinita.
Sei riuscita a rendere al 100% quello che per me è il loro rapporto. Complimenti ancora cara e... ci sentiamo la settimana prossima.
Un saluto
Elgas

Recensore Veterano

Sono vergognosa a saltare un capitolo della tua opera, e in magno ritardo su tutto... ma finalmente giungo piena di gloriosi propositi a commentare il mio regalo di compleanno.
Parto dal fatto che di tutta la giornata, e di quei pochi regali che ho ricevuto, questo sia stato il momento ed il regalo migliore: già solo perché pur essendo distanti, hai voluto dedicarmi un pensiero che per me vale più di qualsiasi dono. Hai scelto di dedicarmi una one shot sul principio del Bleach eroico, quello che ci ha fatte conoscere e che ci ha unito ancora prima del fan writing: come se ciò non fosse già abbastanza da farmi frignare, hai scelto di parlare di una coppia che pur non essendo una otp da strapparmi i capelli (ahia) mi scalda il cuore.
Con questa shot mi hai offerto uno scorcio sull’inizio che pare tanto lontano, proprio quando il finale del manga era solo un miraggio (e solo il sommo Aizen sa quanto vorrei essere ancora in quella situazione, per come è finito). Hai riflesso con precisione il percorso emotivo e mentale che Ichigo ha fatto sin dall’inizio (suo e nostro nel meraviglioso mondo che Kubo ci ha offerto), permeato però di una sottile e dolcissima malinconia, dovuta al fatto che quelle emozioni si siano perse (almeno per me) lungo gli archi narrativi successivi al volume 48 (in un certo senso, God is Dead ha senso, eccome se ce l’ha).
La narrazione ha come fulcro l’estate, la stagione estiva con il suo sole ed il suo cielo terso: Ichigo spazia nel tempo abbracciando con timore e coraggio al contempo la sua nuova vocazione - o cruccio che dir si voglia. Tutto ruota intorno al dover salvare Rukia, e quindi a dover diventare più forte per poter proteggere tutti coloro che ama. La giovane Kuchiki rischia la vita e Ichigo è pronto a ribaltare ogni cosa pur di sottrarla al suo destino. Noi sappiamo che affronterà l’impossibile ed il suo passato - con annessi traumi - per riuscirci, e la sua vittoria sarà un trionfo anche per noi. È estate quando Ichigo vede la sua vita mutare, e in fondo io credo che abbia davvero sempre saputo di essere destinato a grandi cose. Mi domando come possa Kubo aver rimescolato così tanto le carte in tavola da non far finire Rukia e Ichigo insieme (non me ne voglia Renji, ma proprio no su tutta la linea) dopo tutto ciò che hanno passato.
Che dirti, se non grazie? Grazie perché mi hai regalato un pezzo della me adolescente che moriva dietro a questo manga. Mi mancava tanto tutto questo, e io ti ringrazio davvero di cuore per avermi regalato questa meraviglia. Non solo perché è un dono, ma fino ad ora questa è quella che mi ha colpita ed emozionata di più.
Sei straordinaria, cara Saeko.
Molto presto passerò su tutte le altre, recuperando il ritardo, promesso.
Ti abbraccio davvero forte,


Tua Nexys (con tutta la vecchiaia a seguire...)

Recensore Master
17/06/20, ore 11:44

Ma sai che questa storia me la ricordo? Come bene la lunga e appassionata recensione che ti lasciai.
In tutto la storia del Fandom su EFP avrò trovato altre 2 storie su KH; quindi rileggere la tua è come trovare un ago in un pagliaio. Per quanto riguarda il Primo Sostituto ci sarebbe molto da dire; la poca popolarità? Giustificata dalle non risposte date nella Saga dei Fullbringer; e, dove l'uccisione per mano di Ichigo, il gesto che più di altri avrebbe dovuto redimerlo e dargli un'evoluzione... si risolve con un nulla di fatto. Rurika che grida a Shukuro: Ginjo ci ha salvato! Ma noi non possiamo salvarlo...! Solo Ichigo può...! - è solo uno degli indizi di come il personaggio era stata pensato... ma ehi... good Job Tite, Good Job!
In questa OS sei riuscita a giustificare, a rendere più dinamici e profondi uno dei miei momenti preferiti del manga.

- Ichigo ha fatto ormai la sua scelta.
Ginjo?
Ginjo l’ha fatta da tempo . -

Credo sia questa la frase che più di tutte mi abbia colpito. Una frase che personalmente ho letto come: Ginjo aveva scelto da tempo di morire, di morire lasciando agli altri (Shukuro compreso), dei legami su cui costruire il loro futuro (parti finali tra Moe e Shukuro). Okay forse sto faticando un po' troppo, e magari non era quello il tuo intento, ma sai a volte com'è la fervida immaginazione dei lettori. xD Il ritmo mi è piaciuto un sacco, la lettura è stata proprio come alcuni video fansub, da cui hai tratto i testi inseriti in corsivo; ottima scelta, il tutto si emalgama alla perfezione, quindi ancora... complimenti davvero. ;) La dualità tra i due Sostituti, non poteva essere resa meglio.
Un abbraccio forte cara e alla prossima
Elgas
Devo ancora capire quando ci saràa citazione a Ikiru Riyu... sono super-curiosa! <3

Recensore Master
15/06/20, ore 23:22

Altro approfondimento sui Fullbringer e sì non potevi farmi più felice. Ho trovato la morte di Ginjo uno dei momenti più toccanti del manga (rientra nella mia top 10). Qui, a mio avviso, sei riuscita a sintetizzare al meglio cosa la morte di Ginjo ha portato nelle vite dell'ex X-Cution, specie di Riruka e Shukuro. Nel comprendere meglio i legami. Vi è quell'acceno di romance tra loro due (ricordo che fu lui a costruire la sua pistola), che ho apprezzato; di una Riruka che da sempre ha desiderato più attenzione, specie da parte di Shukuro. Vi è Shukuro che sulla schiena di Moe si rende conto di non essere solo; che quelle anime emergite dal mondo si sono riunite in una famiglia, particolare, ma pur sempre una famiglia. Ho notato in alcuni punti una maturazione del personaggio di Riruka; forse proprio nell'ammettere a se stessa tali sentimento; un sentimento che non ha mai avuto modo di sbocciare.
Poi sai come la penso sui Fullbringer e il Primo Sostituto; avevano un buon potenziale, specie Kugo, ma poi Tite ha mandato tutto alla ortiche (come tante altre cose).. Qui, tenendo conto del materiale presente nella Saga dei Fullbringer, sei riuscita a far trasparire bene i sentimenti tra i due ragazzi. Davvero una OS molto molto ispirata.
Un saluto e alla prossima
Elgas

Recensore Veterano
15/06/20, ore 20:52

Eccomi, finalmente a recensire questa piccola perla.
Ti dirò, non ho mai avuto chissà che simpatia per i Fullbringer (ma la verità è che tutto ciò che Kubo ha sviluppato dopo la conclusione del volume 48 mi è quasi del tutto indifferente - con diverse eccezioni) ma di certo non ho mai ignorato l’interesse di Riruka (non ricambiato) nei confronti di Tsukishima. Quest’ultimo ha suscitato il mio interesse per il carattere algido e distaccato, dettaglio che hai qui riportato in maniera indiretta ma più che precisa. Ci offri uno scorcio nella mente e nel cuore della giovane Fullbringer, permettendoci di vedere tutto ciò che il suo apparentemente tenero e affettuoso aspetto ci ha precluso: l’animo tormentato di una ragazza sola. Riruka è allo stesso tempo lo stereotipo ed il prototipo della ragazza bisognosa di attenzioni, che darebbe la vita pur di essere amata, capita, accettata. Tutta la sua umanità trapela nel momento in cui ammette di aver trovato nella Xcution una famiglia; di tutti loro però, solo di uno ha cercato ancora lo sguardo, ed è colui che alla fine ha cessato di esistere senza averle mai mostrato di aver provato qualcosa, o di averla quantomeno notata. Hai reso davvero bene il senso di angoscia che trapela dalle sue parole: è così falsamente piena di sé da sfondare la cornice letteraria (una sorta di quarta parete?) e rivolgersi direttamente al lettore. Ci parla con finta arroganza, un disagio non indifferente e tutto il biasimo che riesce a esprimere nei confronti della sua vita.
Ho trovato molto interessante l’apertura della shot, in cui Riruka si mostra in lacrime, negando l’evidenza. La conclusione è pesante, carica di angst al punto giusto. Ci si ritrova a pensare che sarebbe stato bello - giusto, anche - vedere Shukuro rivolgerle anche solo un sorriso. Uno sguardo, una carezza, un semplice gesto. Nata e vissuta sola e infelice, Riruka non riesce ad accettare nulla di ciò che le è accaduto, se non alla fine. La tua shot si conclude con la rassegnazione di una ragazza che si è vista negare l’amore che tanto ha cercato (e a questo punto posso dire che non sia rilevante l’etichetta: romantico, famigliare, amichevole); il lettore rimane con il fiato sospeso fino alla fine, come travolto dall’intensità dei suoi sentimenti, di sicuro inaspettati da parte di una ragazza così apparentemente viziata e superficiale. Shukuro e Riruka sono una coppia strana, che però non mi sento di definire crack, proprio perché l’interesse della ragazza è palesemente canon. Ho apprezzato tanto questa introspezione così umana e vissuta, in cui evidentemente dimostri di aver compreso bene sia il personaggio di Riruka che di Tsukishima. Mi è piaciuto molto poi il modo in cui hai unito in un solo testo le frasi estrapolate dai tankobon: rileggendole bene, possiamo davvero pensare che tra loro due non ci fosse qualcosa di più che semplice indifferenza?
I miei complimenti, perché questo è un bagno di angst fatto bene e davvero godibile.
Ti abbraccio fortissimo,


Nexys

Recensore Master

Sai come la penso del rapporto con Yoruichi e Kisuke; o meglio cosa ne penso del personaggio Kisuke (spesso non ha usato metodi convenzionali, mettendo spesso in pericolo di vita personaggi come Ichigo e Amici, Rukia ecc ecc...); sul combattimento contro Askin... è li che viene fuori la sua vera natura; e no, avrei preferito non ridurre Yoruichi a puro FanService a fare Mao, Mao.
Ma tornando al Capitolo; ho apprezzato la commistione tra momenti del manga (come la fuga dalla Soul Society e il combattimento contro Askin) a Missing Moments come l'apertura dell'Urahara Shop e durante i capitoli finali del manga. Hai mantenuto in generale l'atmosfera che io vedo tra questi due; più una forte amicizia, perché può esistere anche quella, che amore. Un amicizia che ha superato prove e momenti difficili.
Ho letto il commento. Così mi fai arrossire managgia, <3 inserirai due personaggi basandoti su Ikiru Riyu? Non è che... solo Kugo e Kukaku? ;) Lieta di esserti stata d'ispirazione, solo al Settimo Cielo. Ma! Prima di scrivere nel caso leggi l'ultimo Extra.
Un saluto e alla prossima
Elgas

Recensore Master

Baraggan per me fu... l'inizio di quel prototipo di cattivo "mi faccio fott*** dal mio stesso potere/mi faccio fott*** dal potere dello Shinigami che GUARDA CASO annulla completamente il mio.... Yhwach!". Quindi boh... quando morì mi passò abbastanza in sordina ecco, non provai nulla se non un senso di frustrazione (poiché graficamente mi piaceva un casino Baraggan).
Ma! Anche qui sei riuscita a farmi apprezzare l'ex Re dell'Hueco Mundo. Il primo pezzo l'ho percepito come la nascita, la sua essenza; uhm... vi è inoltre un velo misterioso; si tratta della morte di Baraggan nella vita terrana? Un re potente distrutto dalla noia; o del suo percorso come Hollow e infine Arrancan?
Nel secondo pezzo arriva finalmente la rinascita; una rinascita sotto qualcuno di più forte, Sosuke Aizen, l'unico in grado di spezzare la noia e di dare di nuova una vita, uno scopo al Re. Beh... non ricordo come fosse il manga; però qui hai dato una motivazione valida affinché Baraggan segua Aizen.
Aizen riesce a monopolizzare la scena anche se non è il protagonista XD
Che dire... questa raccolta si sta facendo sempre più interessante. Un saluto e alla prossima cara
Elgas

Recensore Veterano

Ecco che finalmente giungiamo a quanto di più vicino al fluff possa esserci canonicamente tra Yoruichi e Urahara: quanto posso amare il loro disastroso ed enigmatico rapporto, che a prescindere da tutto (e da tutti) si basa su una innegabile fiducia?
Splendido il flashback con cui si apre la narrazione, che di per sé è già perfettamente divisa in paragrafi. Ci ritroviamo catapultati nel passato, dentro la grotta in cui Yoruichi ha condotto Urahara, Tessai e i (futuri) Vizard; qui è palpabile la rabbia di Yoruichi nel non essere stata coinvolta come avrebbe voluto, nel disastro in cui invece Kisuke si è ritrovato senza se e senza ma. Come è prevedibile - dunque estremamente canon - la shinigami prende il comando e il controllo sulla situazione, esponendo il suo punto di vista per filo e per segno, non senza un filo di veleno nel modo di esprimersi. Come potrei mai biasimarla? Il suo modo di fare è l’input grazie al quale Urahara si mette all’opera per salvare il salvabile, fuggendo con la speranza di ritrovare la bella Yoruichi nel mondo terreno.
Il secondo paragrafo mi è ben noto, ma è davvero bello ritrovare qui la drabble/flash con cui hai partecipato alla gara; ovviamente è sublime il modo in cui hai rappresentato l’intimità di quella che è diventata la loro quotidianità nel mondo terreno. Non c’è malizia nei gesti di Urahara, così come non ce n’è nell’atteggiamento “libertino” della bella shinigami-gatta. La loro routine è da te rappresentata in modo pigro e tranquillo, delimitata da confini ben precisi, che sono poi le mura del negozio. Il resto rimane chiuso al di fuori, in modo che entrambi possano concedersi un po’ di tempo insieme che sia “normale”, semplice, confortante. Amo la tenerezza con cui hai illustrato i loro reciproci gesti, lasciando poi scivolare il lettore nella terza parte. Qui lo scenario è teso e infelice, perché ci mostri la premura di Urahara nei confronti della shinigami in difficoltà, in uno scenario davvero inquietante: di fronte alla possibilità di vedere un mondo nuovo regolato dai Quincy, Kisuke è inflessibile. Persino dopo essere stato gravemente ferito, e senza la possibilità di sfruttare ancora i poteri di Yoruichi, rimane granitico fino a far risalire un fiotto di rabbia. Infine, ecco i brividi di tutti coloro che hanno atteso questo momento: il Bankai. Tremo, perché è l’ultima parola che conclude la terza parte e mi ha lasciato con il fiato sospeso. La conclusione è felice e dolce, nel suo essere quasi normale. Ciò che più mi ha colpito del finale, è il modo dolce con cui hai tratteggiato ciò che alla fine è la base del loro rapporto: la semplicità. Lei è sempre in cerca delle sue attenzioni, proprio come un felino in cerca del suo umano preferito, ma solo e soltanto quando è lei a deciderlo. Lui si è impigrito e abituato a questa vita quasi tranquilla, nonostante non abbia perso il vizio di sondare i reiatsu. Ecco che il loro rapporto si evolve in maniera ancora più intima, facendo crollare anche quel modo bizzarro con cui Urahara le ha sempre portato rispetto, il Lei. Il suono delle fusa della gatta è il lieto fine che Kisuke probabilmente aspettava da secoli, perché tra le righe si leggere la forza del loro legame. Nonostante tutto, la guerra e gli intrighi (e Aizen, mortacci sua), sono ancora insieme a farsi le coccole come una coppia sposata da secoli.
E niente, sono in brodo di giuggiole. Trovo incredibile come ogni parte abbia un tono differente, ma il filo conduttore sia sempre lo stesso senza stonare mai. Dividendo la narrazione in quattro parti (dunque nate dalla tua drabble? Mi inchino di fronte al tuo talento nel cucire così bene una storia out of context) hai potuto analizzare i punti salienti del loro rapporto, permettendo a noi di coglierli: Yoruichi che si irrita per l’atteggiamento sconsiderato di Urahara, l’intimità segreta priva di malizia che si consuma quando nessuno li vede, la premura di Urahara nei confronti di Yoruichi anche quando il loro mondo crolla a pezzi (bonus: la fiducia cieca che lei ripone in lui sul campo di battaglia), infine il ritorno alla normalità in cui emerge il loro esserci sempre l’uno per l’altra e viceversa, uniti, insieme.
Grazie per averci regalato questa dolcissima perla, scritta in modo a dir poco sublime. Era ciò di cui avevo bisogno per tirarmi su il morale.
Sei incredibile, vedrai che questo esame di greco lo passerai ridendo. Ne sono sicura.
Ti stringo fortissimo.


Nexys

Recensore Veterano

Pura poesia.
Trovo davvero molto curioso il tuo interesse nei confronti di personaggi “poco popolari” all’interno del fandom di Bleach; Baraggan è l’incarnazione di ciò che si può definire facilmente un personaggio “oscuro”, già solo per il suo aspetto, le macabre sembianze che lo hanno appunto reso “impopolare”. La tua one shot si apre con una sorta di introduzione all’indole del Secondo Espada: troviamo la presentazione di un arrogante Re annoiato dalla sua stessa forza. Un sovrano solo, solitario e colmo di disprezzo nei confronti della stessa noia che lo attanaglia, a tal punto da perdersi nella cognizione del suo concetto di tempo. Baraggan si pone come lo scheletro di un regnante onnipotente a tal punto da non potersi più confrontare con nessuno se non se stesso, finendo con il farsi pietrificare dalla stessa noia che tanto lo annoia (gioco di parole davvero azzeccato).
La descrizione della sua impossibilità di muoversi dal suo stato mentale, è praticamente identica a quella di un uomo depresso: annoiato dalle sue idee, svogliato nei più piccoli gesti, rinnega ogni volontà a favore di un torpore che si induce da solo, in una sorta di moto perpetuo. Ogni volta che pensa di far qualcosa per sconfiggere la noia, quest’ultima lo paralizza e lo convince che non ne valga la pena, all’infinito, mentre il tempo scorre e lui si fossilizza. Straziante poi è il suo sfogo, relativo al fatto di non avere più nulla con cui sfogare la propria frustrazione: non c’è autolesionismo possibile che gli conceda di provare anche solo per un’ultima volta, qualcosa. Non può strapparsi carni e capelli, perché il tempo ha portato via tutto. Si è corroso nel tempo, aspettando una svolta che non è mai giunta a salvarlo ed a dargli una motivazione per alzarsi dal suo trono di ossa.
Quando Aizen ed il suo seguito (Gin la serpe e Tousen l’insetto) si presentano dinanzi a lui, un fiotto di superba arroganza scuote ciò che resta delle sue membra e lo spinge persino a ridere dell’audacia dell’ex Capitano della Quinta Brigata. Pieno di orgoglio, si sottomette ad Aizen nascondendosi dietro alla scusa di far fronte alla noia. Il Capitano traditore lo sconfigge utilizzando l’orgoglio stesso di Baraggan, promettendogli tra le righe un valido rimedio alla sua noia, per poi spodestarlo, costringerlo ad abdicare e detronizzarlo per prendere possesso di Las Noches. L’ascesa di Aizen Sousuke è il rimedio che per millenni Baraggan ha cercato, e si è presentata sotto forma di sfida, persa in partenza da colui che sarà poi nominato Secondo Espada. Colui che si erge a Dio, perisce sotto alla potenza e alla giovinezza del nuovo Sovrano: quando però Baraggan capisce, la noia non è che un lontano ricordo, così come la vita stessa che ha cessato di avere molto tempo prima. Perso nei meandri del tempo, come se si stesse lamentando di un capriccio, nulla di più.
Curiosa la netta antitesi che sorge spontanea dalle sue riflessioni: Baraggan è un re vecchio e superbo, mentre Aizen è giovane e audace. Quando entrambi però si trovano rispettivamente sconfitti, Baraggan è colui che l’accetta mentre Aizen si spezza (e qui mi riferisco alle grida che rivolge a Urahara quando è sul punto di essere sigillato, alla sua rabbia).
Il testo è perfettamente in linea con quello che potrebbe essere il discorso di un vecchio re morente. Dal suo pensiero traspare tutta l’esperienza di un sovrano consumato dalla sua stessa forza, che ha visto praticamente ogni cosa, a tal punto da annoiarsi a furia di non avere nessuna novità con cui intrattenersi. In poche parole, la sua è la maledizione di un immortale in solitudine. Aizen compare come la figura del giovane sbarbato che si prende con superbia il diritto di comandare - ed effettivamente così è stato - e che si pone con fare ingannevole per ottenere il posto di Baraggan. Kyoka Suigetsu non è che un contorno, perché il vero inganno cucito ad arte si trova nelle sue promesse. Il Secondo Espada si disgrega sotto allo sguardo felino di un nuovo Dio in ascesa, più arrogante ancora del primo sovrano in carica.
Ho trovato davvero suggestiva questa parentesi, perché mi ha permesso di rivalutare sì Baraggan, ma anche le fondamenta di Aizen come sovrano (che peraltro ha fallito a furia di peccare di superbia). Questo contrasto tra gioventù e vecchiaia, audacia e superbia, inesperienza contro esperienza, è molto interessante.
Per correttezza ti segnalo l’unico errore di battitura che ho trovato: “Mi sembra di invecchiare sempre di più, nonostante sia già vecchio, mi perdo nuovamente nei meandri del tempo; perdendomi nei meandri del tempo, quasi non capisco cosa mi viene detto, non seguo in consigli di nessuno e mi annoio.”
Come sempre, complimenti per le analisi che mi stai offrendo con questa raccolta. Mi sembra davvero di essere tornata indietro ai bei tempi del Bleach eroico, che tanto mi mancavano...
Ti abbraccio fortissimo, alla prossima shot!


Nexys

Recensore Master
01/06/20, ore 12:45

Se domani arrivi con un Extra allora ho fatto in tempo a mettermi in pari eh eh.
Non mi aspettavo un capitolo in prima persona, però funziona, funziona da matti. Grimmjow che ragiona sul concetto di Re è un classico; ma qui ti sei spinta oltre; analizzando come e perché Gtimmjow si senta un Re delle Tenebre, un Re della Distruzione; e questo concetto ci viene suggerito attraverso piccoli dettagli: una vaga sensazione di morte violenta nella vita terrena; una vita da hollow costruita per affrontare i forti e mangiare i deboli. Una concezione a cui il nostro RE è giunto lentamente morte dopo morte, uccisione dopo uccisione. ricordando il poema nel volume 32... approvo anche il parallelismo tra lupo e pantera; forse Grimm, ha l'aspetto di una pantera e l'indole di un Lupo. Un Lupo che fino all'ultimo in un modo o nell'altro: ribellandosi ad Aizen; Ulquiorra; Kaname... cercando il continuo scontro con Kurosaki... non ha mai rinnegato se stesso; anzi ha sempre brillato.
Un saluto e alla prossima
Elgas

Recensore Master

Come amo ripetere; trovare Fanfic ineternti ai pg o ai momenti delle ultime due Saga... è come cercare un ago in un pagliaio. Yukio... Yukio direi che al terzo posto nella mia classifica preferenze; come personalità e passato in questa OS sei riuscita a dare un ulteriore introspezione di quando mostrato da Tite (quando ancora Tite aveva voglia di approfondirli); viene molto fuori la sua visione del Mondo degli Adulti; e questa visione l'ha tremendamente chiuso in se stesso, immobilizzaziandolo in una visione cinica della cinica dell'esistenza; né tanto meno facendogli apprezzare la compagnia di altre persone. Il messaggio finale mi ha commosso; poiché è solo con la morte di Kugo che Yukio si rende conto di non essere solo e che... in fondo può contare su quella stramba famiglia che si è creata. Di non essere solo; messaggio tra l'altro molto simile a quello finale fi Tsukishima (motivo per cui continuo a pensare che tutti i Fullbringer dovessero inizialmente rimanere nel Mondo Terreno, tranne Kugo che ovviamente doveva avere un ruolo più importante nella Saga Finale).
Stilisticamente lo stile è diverso dai precedenti capitoli; ma questi periodi brevi ben si adattano a uno stile più videoludico, come se fossero le istruzioni o i comandi di un videogioco. Ben conforme al personaggio di Yukio.
Un abbraccio cara e ci vediamo a breve col prossimo capitolo
Elgas

Recensore Veterano
31/05/20, ore 18:55

Bis di recensioni perché è Grimmjow e perché sei tu e diamine.
Davvero, diamine.
La potenza di questa one shot mi lascia senza fiato: sono fermamente convinta che chiunque, leggendola, potrebbe capire quanto la Sexta Espada sia il tuo personaggio preferito. Quella che ho letto è quasi una silenziosa dichiarazione d’amore nei confronti di una creatura - nient’affatto un mostro - che si confronta costantemente con chi pensa di essere e chi è realmente. Il Grimmjow al quale hai donato qui la parola, è molto più umano e meno mostruoso di quello che noi tutti siamo abituati a percepire; nella desolazione “vuota” (questo dettaglio è arte!) dell’Hueco Mundo, grigia e silenziosa come la morte stessa, l’Espada spicca nel suo essere azzurro elettrico, in perenne cerca di morte e distruzione con cui saziare il vuoto che sente ovunque intorno e dentro di sé. La fierezza con cui lo dipingi lo rende più regale di quanto egli stesso creda di essere. Ho trovato poi meraviglioso quello che a parer mio è una frecciata bella e buona alla presenza di Aizen: Grimmjow ne riconosce il grado ma non ne accetta la supremazia e mai lo farà. Come dargli torto?
La sua indole guerriera è dettata da un appetito insaziabile di morte, carne e sangue, dovuto a quel vuoto nel ventre, simbolo della sua morte terrena, di cui non serba che uno sfocato ricordo, quasi totalmente disinteressato ad approfondire. Quasi come se temesse di sapere la motivazione che lo abbia portato a diventare un divoratore in solitudine, si costringe ad andare avanti combattendo la sensazione di vuoto perenne che lo accompagna: con orgoglio, ma con una rassegnazione dolorosa nei confronti della solitudine che si auto induce ogni secondo della sua esistenza.
Il parallelismo tra pantera e lupo è molto interessante, perché rende perfettamente l’idea sì del capobranco, ma anche dell’anima solitaria che vaga per l’Hueco Mundo in cerca di qualcosa da afferrare con le zanne. Il senso della sua esistenza sembra essere ridotto soltanto al semplice atto di uccidere, ma in realtà nella sua mente c’è molto di più: una debolezza quasi umana, la solitudine che prova, che mai e poi mai ammetterà (nemmeno a se stesso) di sentire.
La fine della one shot è sostanzialmente un doloroso grido (no, un ululato) di dolore, taciuto solo per orgoglio. La rassegnazione di Grimmjow è silenziosa e ben contemplata, ma infelice e difficile da tollerare. Tutto ciò che resta è il suo essere una creatura portatrice di morte in un mondo vuoto e grigio, falsamente piegato alla mercé di un Re arrogante (Aizen), al quale permette di coesistergli accanto.
Sono davvero incantata. Se non è amore per un personaggio questo, io davvero non so che cosa sia. Mi sento una dilettante, nel senso più positivo del termine.
Ho notato con piacere un radicale cambio di stile: ho riconosciuto nel testo molte delle pause che normalmente avrei usato io, per rendere il discorso meno fluido e più pregnante. L’uso di queste pause rende la riflessione di Grimmjow molto più stucchevole e realistica; come se la sua voce mentale potesse espandersi nell’immensità dell’Hueco Mundo, estendendosi nel vuoto e in quel distorto flusso di tempo che comporta.
Che dire, cara Saeko, se non complimenti? Questa one shot è arte pura e semplice.
Ti abbraccio caramente,


Nexys

Recensore Veterano

Eccomi, cara mia.
Questa volta tocca al personaggio di Yukio, uno dei personaggi che tendenzialmente mi sono più indifferenti in tutta la storia di Bleach (a differenza dei Quincy, per i quali nutro un odio incommensurabile per quelli che reputo ovvi motivi). Nonostante questo, Yukio è uno di quelli di cui ricordo meglio il background, forse perché triste e veramente toccante: nel suo essere apparentemente un ragazzino capriccioso e viziato, l’incarnazione antipatica di un hikikomori, Yukio è in realtà poco più che un bambino abbandonato a sé stesso, ignorato da ciò che dovrebbe chiamare “famiglia” e che per lui non è nient’altro che un alone sbiadito, che viaggia sul suo capo come una incombente spada di Damocle destinata a non cadere mai. Con questa one shot ci offri uno scorcio dei suoi pensieri inespressi nell’opera: se Kubo gli avesse fornito la facoltà di proferire le parole che qui tu stessa hai utilizzato, probabilmente non mi sarebbe stato così indifferente. Yukio critica pesantemente l’ipocrisia degli adulti, dei loro gesti, tratteggiandoli come ignavi ed egoisti. Condanna il fatto che per colpa di questo atteggiamento diffuso, ramificato in così tanti quotidiani atteggiamenti, le nuove generazioni siano anch’esse maledette: ecco che gli permetti di mostrare un’emozione violenta: “Io sono qui [...]; talmente insensibile da non considerare più i miei genitori come affetti, forse perché non lo sono mai stati”. Vittima dell’ipocrisia, Yukio critica l’umanità (il Creato stesso?) e non si esime dal criticare anche sé stesso in quanto parte di esso. Lo hai reso così umano e adulto da fare spavento; la maschera del ragazzino viziato crolla di fronte alla grandezza di un giovane costretto a crescere da solo e troppo in fretta, trovando conforto solo nel suo Fullbring, i videogames, la sua realtà autoindotta in cui può permettersi di essere qualcuno, di avere un posto nel mondo. La chicca sta nel fatto che lui abbia il pieno diritto di criticare l’ipocrisia degli adulti, poiché adulto in divenire egli stesso: in poche righe si snocciola così la triste natura dell’essere umano in quanto egoista e solo in grado di aspettare, di non agire. È eccessivo, se dico che il suo pensiero si adatterebbe perfettamente alla situazione odierna?
Stilisticamente, questa shot è completamente diversa dalle altre due che ho letto; la trovo più asciutta, incisiva nel suo esporre una critica rabbiosa e disgustata nei confronti della natura umana (adulta). I periodi sono brevi, condanne marcate che nella mente risuonano colleriche: lo Yukio della tua storia è tutto tranne che impassibile. La presenza di Toshiro Hitsugaya assume quasi la connotazione del villain, in procinto di strozzare la veridicità che Yukio stesso trasuda nel lottare strenuamente per i suoi ideali. Infine, ecco che la vera natura del piccolo Fullbringer insorge e risorge: la sua vera famiglia sono quegli stessi compagni che hanno perso sul campo, e che spera un giorno di ritrovare. Alla fine, anche lui che si è sempre distaccato a favore della conservazione di se stesso, si apre alla possibilità di provare attaccamento nei confronti del suo gruppo.
Anche questa l’ho dovuta leggere due volte per poterla capire appieno, e nel suo parlare di un personaggio che normalmente non considero, mi ha colpito davvero tanto: è incredibile come tu riesca a stregarmi con le parole.
Sei insuperabile.


Nexys