Ciao Fenris!
Non ero caduta nell’Abisso, o forse sì, ma finalmente sono qui per recensire questo capitolo parecchio interessante. Non vorrei ripetermi su quanto sia tragica la storia di Berserk, e bella, su quanto ci sia un inferno nell’inferno dedicato a quella bestiaccia malefica di Griffith per quello che ha fatto alla Squadra dei Falchi. Mi è piaciuta tanto la scelta di utilizzare il momento più nero per Berser penso dalla morte di Gambino per concedergli una rinascita tramite qualcuno che ha l’interesse a sconfiggere i Cinque della Mano di Dio, ovvero un essere altrettanto ultraterreno come Sigmar, che già nel nome sfoggia la forza (come un altro personaggio a me tanto caro, in effetti).
Per descrivere il mondo oscuro in cui vive Berserk non hai fatto spiegoni e ti sei servito del fabbro che assiste Gatsu, Caska e Rickert. Nel suo cinismo e nel suo disincanto, però, abbiamo la chiave di lettura per interpretare il mondo violento, all’insegna della sopraffazione e preda di oscure creature che si muovono nell’ombra. Tra questi il Cavaliere del Teschio, forse uno dei personaggi che più affascinano dell’universo di Berserk grazie alle sue comparse strategiche, all’alone di mistero che lo circonda, all’ovvio aspetto inquietante e, naturalmente, alla sua storia – che adesso non ricordo precisamente perché saranno passati buoni dieci anni da quando l’ho letto l’ultima volta. Ma che il Cavaliere del Teschio conosca Sigmar è quell’elemento in più in grado di far coesistere gli ambienti e quindi approvo, come approvo il fatto che l’Ammazzadraghi sia stata rifinita e il braccio di Gatsu ripristinato.
È vero che, insieme all’occhio cieco, lo caratterizzano e lo rendono più realistico all’interno di un mondo fatto di guerra e di morte, ma se ti arriva un dio re a guarire le tue ferite con un’arma magica, sarebbe da parte sua un atteggiamento molto pezzente e molto poco lungimirante se non risanasse anche l’occhio perduto e il braccio mancante. Insomma, è stata una lettura davvero piacevole (e perdonami per il ritardo con cui sono passata!)
Un caro saluto e a presto,
Shilyss |