Altro capitolo lunghissimo e ben tradotto. L'ho letto tutto d'un fiato, prima di dormire, incapace di staccarmi dalle vicende. È molto bello ed interessante leggere questa specie di integrazione alle vicende del quinto libro.
Hermione matura in ogni capitolo, magari non di sua volontà, ma compie un gran viaggio personale da ragazzina ad adulta e ne possiamo sentire vividamente gioie e dolori.
Mi è piaciuta la riflessione sul Molliccio, però non trovo sia tutta colpa di Lupin.
Il Molliccio rappresenta la paura più profonda della persona che lo guarda, in quel caso Neville con il suo terrore per il professor Piton.
Essendo un Molliccio, per sconfiggerlo, la tanto temuta figura andava ridicolizzata, fatta diventare qualcosa di cui ridere. Come la luna vista da Lupin che diventa un palloncino che si sgonfia spernacchiando.
Forse non lo avrebbe far dovuto vestire come la nonna di Neville ma anche lì, era Neville a doverne ridere. Lupin avrebbe potuto suggerire altro ma comunque il ridicolo e le risate dovevano esserci.
A meno di non vedere un Neville incapace di sconfiggere il Molliccio / la sua paura, Piton si sarebbe dovuto comunque subire una dose di ridicolo dovuta a quella situazione.
Certo è che gli studenti non han perso tempo ed occasione di ridere di un insegnante non molto amato, se non disprezzato; magari non sarebbe successo se al posto suo ci fossero stati la McGranitt o Silente o forse in misura minore. Però sono anche ragazzini, a quell'età magari non si ha molta coscienza o considerazione dei sentimenti altrui altrimenti non ci sarebbero mai al mondo prese in giro o bullismo. Invece c'è chi lo fa.
Harry e Ron sono comunque infantili ed immaturi, non impegnati nel percorso di maturazione tanto quanto Hermione, alle prese con qualcosa fuori dalla loro comprensione.
Vivono ancora la vita di ragazzini abbastanza normali: scuola, compiti, sport, non si interrogano su molto altro.
L'Esercito di Silente era forse l'unica opzione per arrivare preparati ed in grado di difendersi, però non si poteva definire una cosa sicura e prudente.
Anche solo perché erano dei ragazzi alle prese con incantesimi potenzialmente pericolosi senza senza supervisione di un adulto; poi il discorso della segretezza ed andare contro le regole della scuola ed una insegnante.
Però non c'erano molte alternative, forse rimanere ignoranti visto che nemmeno gli insegnanti le andavano apertamente contro.
Hermione così divisa in due, che tenta di salvare capra e cavoli*, è dolorosa da leggere ma anche interessante. Nei libri sembra quasi sempre dalla parte degli amici. Qui SA di non poter perdere i suoi amici, gli unici che ha, e le uniche persone che potrebbero difenderla allo scoppio della Guerra, ma non può nemmeno lasciar perdere o ignorare le nuove consapevolezze l'occhio critico che sta sviluppando.
Nel quarto libro, Molly non ci ha molto pensato sul maltrattarla quando gli articoli della Skeeter la mettevano in cattiva luce a danno di Harry; una persona adulta contro una ragazzina amica del figlio.
Sirius, in effetti, non è mai apparso maturo come un adulto ma più che altro un ragazzino come Harry – forse voleva rivivere i giorni felici con il padre di Harry? Dopotutto era una persona impulsiva e facile a prender fuoco, con il trauma di decenni di carcere e chiuso in una casa piena di ricordi infelici – non proprio il massimo, non ha avuto tempo e modo di crescere e diventare adulto. Ci sta però che Harry fosse cieco nei suoi confronti: era l'unico brandello di famiglia amorevole, un legame coi suoi genitori; ed Harry non è mai stato assennato e giudizioso nelle sue azioni.
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Il racconto di Halloween tramite gli occhi di Piton è davvero doloroso; Harry in questo periodo non sembra mai riflettere tanto su questa data e non si mostra chissà quanto addolorato.
Mi piace che l'autrice ce lo mostri non solo pentito della sua scelta ma anche, nel passato, convinto della giustezza delle sue azioni. Era pur sempre una persona dal vissuto difficile, scontenta e amareggiata, desiderosa di vendetta ed accettazione. I Mangiamorte e Voldemort promettevano accettazione e potere, rivalsa.
Voldemort che lo tortura lo trovo IC: non penso avesse trattamenti di favore, specie per il suo Mangiamorte più fidato che uccide senza scrupoli.
In questa storia Piton è ancora più ombroso, né buono né cattivo ma grigio.
I dialoghi tra Piton e la McGranitt mi piacciono sempre di più, sono intelligenti e pungenti.
Mi piace che almeno un insegnante abbia notato la realtà delle punizioni della Umbridge, mi è sempre parso strano si potessero ignorare certe cose pur essendo all'inizio solo Harry la vitttima.
Certo Piton non è il tipo da offrigli aiuto o conforto. Magari, in questa storia, perché sa ci penserà Hermione, praticamente la balia di entrambi i ragazzi.
Ho riso leggendo dello scherzo ai danni della Umbridge e della scommessa. Almeno anche gli insengnati si divertono e la boicottano. Li ha resi molto umani.
Piton che risponde al Preside l'ho adorato. Finalmente fa scendere un po' Silente dal suo piedistallo – no, non considero in modo positivo il personaggio del Preside. Per me è un manipolatore, un burattinaio che muove gli altri da dietro le quinte.
Il piano di Hermione procede, è riuscita a farsi coinvolgere da Piton nella corsa mattutina per motivi di sicurezza ed anche Phineas Nigellus pare considerlarla un po' meglio.
Non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo, mi sa che la povera Hermione si ritroverà in una situazione ancor più difficile: Piton non è mattiniero, loro due forzatamente soli dopo l'imbarazzo delle visite in infermieria... Sarà davvero un buon piano?
Scalda sempre il cuore leggere del caro buon Hagrid.
Mo chiedo anche io, se l'unico sport noto è il Quidditch ed i tavoli sono sempre imbanditi, come si mantengono in forma? Dovrebbero essere tutti molto sferici e ben pasciuti...
Alcuni appunti sulla traduzione:
Era sta un esperienza talmente bella e drammatica per il rospo = era stata
Il suo maestro era un oratore dotato e anni prima le sue parole lo avevano commosso ed inspirato = ispirato. Inspirare è l'atto con cui l'aria entra nei polmoni quando respiriamo.
Ispirare, senza la N, si riferisce al suscitare idee o sentimenti. |