Ciao!
Mamma mia, che dolore, questo capitolo.
Un po' me l'aspettavo, già partendo dal titolo, ma insomma, non si è mai davvero preparati.
Trovo che tu abbia affrontato questo tema davvero con una delicatezza unica: il periodo delle festività inevitabilmente porta a soffermarci sugli affetti che abbiamo vicini e, soprattutto, su quelli che abbiamo perso, quindi trovo l'atteggiamento di Teddy del tutto comprensibile. E ho amato moltissimo la complicità che li lega anche in un momento come questo: sanno sempre starsi vicini, sanno dire la cosa giusta, sanno accogliere il dolore l'uno dell'altro e non cercare di nasconderlo o scacciarlo, perché non sarebbe giusto né sano, ma sanno semplicemente restare vicini fino a quando la tempesta di dolore si placa.
Mi ha un po' spezzato il cuore Teddy che parla dei suoi genitori non come di mamma e papà, ma sempre come di Tonks e Remus: perché in effetti è bello immaginare che tutte le persone che hanno voluto bene a loro e che ora ne vogliono a lui abbiano fatto in modo di mantenerne vivo il ricordo, di continuare a parlare di loro come di Remus e di Tonks, e questi ricordi sono tutto ciò che ha Teddy.
Così come mi ha spezzato il cuore immaginare la foto di Tonks e Remus che sempre e per sempre li ritrae abbracciati, a sorridere al figlio che non possono vedere crescere, che non possono andare a trovare nella sua prima casa, che non possono vedere felice accanto alla donna che ama.
Insomma, un capitolo estremamente malinconico, ma di una malinconia perfettamente in linea con il periodo natalizio.
A presto! |