"Domenica va in scena la Pigrizia"

-Una finestra!- pensò il principe entrando. Quando entrò vide un letto coperto da un velo lilla, si avvicinò e ci vide sopra una principessa che dormiva. Aveva una catenella al collo con sopra scritto Ruki. Era una bellissima principessa dai capelli rosso fuoco con addosso un vestito blu scuro.

Dal testo: "Chissà perché la domenica c'è sempre il sole. Sono abbastanza sicura che i climatologi di tutta Italia dissentirebbero, ma io proprio non riesco a ricordarmi una domenica in cui abbia piovuto. Stamattina mi ha svegliata una strana sensazione di nostalgia. Ho un'immagine fissa nella mente, di me sulle spalle di papà, in piazza Duomo, a sentire il gallo cantare."

Questa è una domenica come le altre.

Una giacca di jeans, un pò sgualcita, pagata qualche euro in un mercatino dell’usato.
Questo e poco altro rimaneva del suo rapporto con lui.

Un tempo ormai lontano

Domenica. Epifania dell'anima.

sono piccoli pensieri, sensazioni del momento, una domenica pioviginosa, la pioggia che bagna la sabbia...

Nothing to do.

Come me, vuote, sono
Le strade adesso, oggi.
Eri blu, tanto blu, stamani, Cielo.
Neanche una nuvola sopra di me,
Tutte dentro,
[...]
C'è silenzio, ma è relativo,
Qui non c'è mai silenzio,
E io ho finito le parole,
Come se fosse cambiato qualcosa.

Ma i nostri nasi si sfioravano, e le nostre labbra erano così vicine (...) e quella noiosa domenica non sembrava più tanto noiosa.

[Malosti/Gandini]
Domenica. Il giorno in cui ti accadevano cose strane.
Domenica. Il giorno in cui tu te le lasciavi accadere.
Domenica. Il giorno in cui ti lasciavi andare anche tu un po’ di più.

Perdita di tempo per cercare quell'io che in realtà non è poi tanto lontano...poca introduzione per delle parole che potrebbero spiegarsi da sole, ma molte immagini sono prese dall'autobiografico, perciò...xD.
L'ultimo verso sembra non c'entrare niente col tutto il resto, ma in realtà è quello che lo sintetizza.

Spesso mi chiesi se mai seguire la mediocrità mi avrebbe resa felice. Un parte di me avrebbe trovato un posto comodo nel quale accoccolarsi, ma ciò che sento di possedere, ciò che nessun altro può in alcun modo emulare, non avrebbe trovato pace. La stessa poesia è una lode alla mia differenza.

Seconda poesia! Una tra le mie preferite, forse perchè la più sentita. Parla di ingiustizie, subite. Le ciglia lucide sono le ciglia di chi piange lentamente e rimane nell'umidità del pianto per parecchio tempo, segno distintivo dei pianti di rabbia, di incomprensioni. L'"esistenza vibrante" si capisce già dalla prima quartina che muore, non si sa come, ma probabilmente lo si intuisce, grazie al verso unico che la segue.
Le parole che vengono dopo descrivono in poco la vita di questa "esistenza vibrante".
Lo so, è brutto spiegare la poesia in parole, soprattutto se queste vengono prima di quell'altra. Non mi piace, ma purtroppo qualcuno deve fare questo sporco lavoro :). Grazie a tutti