Andromeda, Narcissa e Bellatrix.
L'infelicità di una donna ammogliata... dipende dall'uomo che ha sposato. (Oscar Wilde)

Dei tanti clienti che frequentavano il negozio d'abbigliamento di Madama McClan, Narcissa Black in Malfoy era di gran lunga la più esigente e difficile.
Inutile descrivere il terrore che suscitava la sua improvvisa apparizione in negozio: le commesse sparivano nel retrobottega in preda al panico, per poi ricomparire con i visi arrossati e i capelli scompigliati, cariche di vestiti, gonne di tulle e tuniche colorate, mentre Madama McClan si occupava d'intrattenere la gradita cliente che le avrebbe generosamente imbottito il portafoglio di Galeoni.

Bruciava. Tanto, troppo.
Bruciava come centinaia di spilli conficcati nella pelle.
La bacchetta puntata sul suo arto le produceva un forte dolore: la carne ardeva se avesse immerso il braccio nel fuoco, il suo cuore si disintegrava come carta tra le fiamme.
Resistette, in piedi davanti a tutti, uno sguardo fiero e risoluto.
Un odore acre si levò nell'aria, il Signore Oscuro sorrise malevolo. «Benvenuta tra noi, signorina Black».

Lei e la sorella erano molto simili fisicamente, ma non avrebbero potuto essere più diverse.
Sospirò, stringendosi nella coperta. Il peso dell'anello con diamante gravava enormemente sul suo anulare sinistro, ma era un sottile cerchio di piume in confronto al marchio sul suo avambraccio.
Riusciva ancora a percepire il bruciore sulla pelle, il suo cuore intrappolato in una dolce e tenebrosa prigionia, la sua anima marciare sulla via per l'inferno.
La sua anima...

L'elegante pergamena cadde a terra dalle sue mani sconvolte.
Gli occhi grigi fissavano il vuoto e riflettevano i ricordi di quel tempo lontano, 2 maggio 1998.
«Hai ricevuto posta?», gli domandò la donna.
«No, nulla d'importante», mormorò.
Nel caminetto, avvolta tra le fiamme, la carta sottile bruciava lentamente.
Il tenue bagliore dorato illuminava le parole vergate con inchiostro scuro.
Conosco il tuo segreto.

«Ebbene che abbiamo qui? Nuove reclute», commentò compiaciuto.
La sua voce era roca ma aveva un che di suadente.
Lei rimase impietrita al suo posto, preda di quell'abisso scuro contenuto del suo sguardo.
Una scarica elettrica pervase il suo corpo in ogni suo organo.
Voleva urlare, gridare il suo dolore, ma resistette. Poi tutto cessò.
«Molto bene», commentò asciutto. «Porgimi il braccio, bambina».

La sua mano notevolmente pallida si strinse intorno al pomello dorato di una delle porte di mogano di Villa Malfoy.
La stanza da letto era immersa nell'ombra, rischiarata dalla luna e da due deboli candele che permettevano ai suoi occhi perlacei di distinguerne vagamente i contorni.
Sua moglie stava seduta sul lato sinistro del materasso, titubante.
Le sfiorò le labbra delicatamente. Lei rispose passivamente al bacio.
Percorse ogni centimetro della sua pelle con le labbra, la ragazza reclinò il capo gemendo dolcemente, i capelli si sparsero tra le lenzuola confondendosi con la seta scura.
Vi siete mai immaginati la prima notte di nozze di Draco Malfoy?