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Autore: metaldolphin    08/12/2014    4 recensioni
Oggi più che mai certe riflessioni coinvolgono un po' tutti, frasi sentite si incollano perfettamente alla realtà anche se provengono dalla fantasia. I nostri beniamini ne saranno testimoni, ancora una volta, in una nuova avventura che li vedrà scontrarsi contro pregiudizi duri a morire.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Franky/Nico Robin, Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pirati e cittadini si sparpagliarono alla ricerca di un riparo, dietro i massi e negli avvallamenti del terreno; altri fecero dietrofront per tornare sotto la protezione degli alberi.

Dietro una roccia, Zoro e Nami si guardarono perplessi: il Sindaco aveva riferito che c'era un solo pirata di guardia… chi era stato a sparare? Si voltarono insieme a guardarlo con severità mentre si riparava dietro un tronco abbattuto, ma dalla sua espressione spaventata era chiaro che anche lui non ci aveva capito molto.

Si scossero quando Rufy e il suo avversario precipitarono dal cielo con un grande schianto al suolo. Il Capitano lo cavalcava ancora ed era riuscito ad avvolgergli più volte le braccia intorno al collo piumoso, facendogli mancare l'aria. Poco dopo, sotto di lui giaceva un uomo di piccola statura dalla lunga barba nera e pittorescamente abbigliato da stivali neri come i pantaloni e camicia bianca piena di svolazzi. Aveva perso i sensi.

Una nuova scarica di spari si scagliò contro Rufy, ma le pallottole, rimbalzandogli addosso, tornarono al mittente, conficcandosi nelle mura.
-Ehi, ma chi spara?- chiede col suo solito candore a chiunque fosse dietro le pareti di pietra.

Nonostante l’aggressore avesse ripreso a sparare, Rufy, seriamente arrabbiato, prosegui verso l'unico punto di accesso tra le vecchie pietre.
Coloro che erano rimasti alle sue spalle percepirono, pur senza danno, l’onda spietata del suo haki, scatenato contro gli ignoti aggressori che avevano continuato a sparare fino a quel momento; cessati gli spari lo raggiunsero per accertarsi con lui della situazione. Non che ci fosse molto da fare: una decina di uomini giacevano  tramortiti al suolo, mentre una trentina di ragazze e giovani donne sedevano sulla nuda terra, immobilizzate da corde e catene, con gli occhi sgranati, spaventate da quanto accaduto loro nei giorni precedenti fino a quel momento.

-Mi hai tolto tutto il divertimento- disse Zoro a Rufy, guadagnandosi un colpo di bastone in testa da Nami, mentre gli isolani correvano a liberare le poverine.

Ma un uomo era rimasto di sasso, immobile a guardare gli uomini rimasti a terra. Il Sindaco della cittadina non credeva ai suoi occhi.
Ancora con i fucili tra le mani, privi di sensi, davanti a lui erano suoi compaesani. E compaesani molto particolari, oltretutto.

Mentre Franky, Robin e gli altri li immobilizzavano prima che potessero svegliarsi, Nami si fece vicina all’uomo sconvolto: -Li conosci?- chiese, curiosa di quella reazione.
Il pover’uomo annuì, si lasciò cadere a terra e spiegò: -appartengono ad un’organizzazione speciale, istituita molti decenni fa. Sono addestrati a riconoscere i pirati: memorizzano tutti gli avvisi di taglia della Marina, per riconoscere i ricercati e darci modo di attaccarli appena messo piede sull’isola, quando non se lo aspettano ancora. È grazie al loro intervento che abbiamo riconosciuto te e lo Spadaccino, come anche la tua amica e il biondino- disse riferendosi a Robin e Sanji.
-Anche Rufy e gli altri, quindi- intervenne la mora, severa, sentendosi chiamata in causa.
-In realtà, loro ci hanno facilitato il compito: il ragazzo di gomma si è presentato come “Futuro Re dei pirati” alla trattoria dell’albergo, ordinando da mangiare…
Nami strinse il suo bastone, quasi a spezzarlo per il nervoso, mentre l’Archeologa si lasciava andare ad un pallido sorriso, scuotendo il capo.

-Siamo stati traditi dalla nostra stessa gente e uccidevamo i pirati… - mormorò sconfitto il Sindaco. Ma Zoro, più sul pratico, pose una domanda cruciale: -Ce ne sono altri in città?
L’altro annuì, preso dal timore che la situazione, alla luce di nuovi risvolti, portasse ad uno scontro tra compaesani e scattò in piedi, agitato.

Corsero verso l’abitato, inquieti per quella situazione che rischiava di degenerare in una specie di guerra civile, lasciandosi dietro solo coloro che avrebbero scortato i prigionieri e le ragazze liberate, che non erano in grado di procedere con la stessa celerità.

Le paure del Sindaco erano giustificate: una folla di gente armata attendeva appena fuori dal centro abitato, capeggiata da pochi uomini che continuavano ad aizzarli.
Puntarono il dito contro l’uomo: -Vedete? Si è alleato con i Pirati! È contro di noi! Chissà quanto guadagna vendendo le nostre figlie agli schiavisti!

Vedendosi preso di mira, il Sindaco si arrestò, ma fu sorpassato dal pugno di un irato Rufy che andò a colpire in pieno il viso dell’uomo che li accusava, lasciando entrambe le fazioni che si fronteggiavano basite.
-Ce lo dovevamo aspettare.- mormorò Robin, che ormai conosceva bene il suo Capitano.
-È lui il traditore! E possono confermarlo anche gli uomini che erano con noi!- esclamò sicuro, col cappello ben calcato sul capo, senza peli sulla lingua, come sua abitudine.
Un coro di voci si alzò nella protesta, ma coloro che avevano seguito la Ciurma si fecero avanti, difendendo la loro posizione.
-E chi ci dice che anche voi non siate d’accordo con quei farabutti?- urlò qualcuno, sollevando un forcone per aria.
Nami, coraggiosamente, si fece avanti: -Ve lo confermeranno le ragazze rapite, che saranno qui tra poco.- affermò sicura, zittendo le proteste. Poi aggiunse: -Tra voi ci sono coloro che sono addestrati a riconoscere i ricercati: è con loro che dovreste prendervela... accusavano anche coloro che erano estranei ai traffici dell’isola, facendo passare coloro che li avevano assoldati e la prova sta nel fatto che i loro colleghi tenevano prigioniere le ragazze rapite alla fortezza!

Un mormorio si levò tra la folla, mentre un gruppetto di uomini meglio armati si radunava da parte, preparandosi a combattere.
Uno di essi provò a giocare l’ultima carta, nel dissenso che cresceva: -E voi preferite credere alle parole di Nami, detta la Gatta Ladra, con tutti i Berry che ha sulla testa? E quello accanto a lei è Roronoa Zoro, detto il Demone dell’Est Blue, una Supernova con una taglia da centoventi milioni? E quel ragazzetto di gomma non è che Monkey D. Rufy, detto Cappello di Paglia, che ha sfidato il Governo Mondiale e la Marina e che vale quattrocento milioni di Berry!

Mentre la folla, stupita da dettagli che non conosceva, ammutoliva fissandoli, Zoro avanzò di un passo, poi di un altro, digrignando i denti. Quel ping pong di accuse stava mettendo in seria difficoltà la popolazione, che si stava dividendo in due fazioni, a seconda di chi aveva deciso di credere.
Un altro uomo del gruppetto continuò le sgradite presentazioni: -E quella è Nico Robin, la Bambina Demoniaca e sta vicina a Cutty Flam: insieme fanno oltre centoventi milioni… e prima che li liberassero, avevamo in gabbia anche Sanji Black Leg. Perché credete gli avessimo rotto le gambe? Li conosciamo bene, sappiamo come neutralizzarli!- l’intervento portò la maggioranza dei cittadini dalla loro parte e tutto sembrò virare verso una probabile dura lotta e i Pirati si disgustarono a quelle affermazioni fatte con tanta freddezza.

Ma alle spalle della Ciurma accusata, una voce si levò, chiara e forte.
Un giovane donna dall’aspetto scarmigliato si fece avanti: -E sono coloro che ci hanno salvato, affrontando i nostri rapitori, in combutta coi vostri compari!- esclamò con coraggio, facendo oscillare l’ago della bilancia in favore dei Pirati e dei suoi sostenitori.

Non ci fu bisogno dell’intervento della Ciurma per mettere il gruppetto fuori combattimento: le parole della ragazza furono la spinta necessaria affinchè i cittadini, esasperati, li disarmassero e catturassero in breve tempo.
   
 
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