Arizona si sarebbe ricordata quell'estate per il resto della sua vita.
L'estate delle prime volte, il primo vero amore, la prima volta con un ragazzo, la prima sbronza, la prima volta lontana da casa e dai genitori.
Ma la vita non va mai come si desidera, quella che sembrava essere iniziata come una storiella estiva da poco si trasforma in qualcosa di più che però non è destinato a durare, i km di distanza non aiutano e metteranno a dura prova entrambi i ragazzi.

«Tu mi vedi?» la interrogò ancora, lei annuì appena.
«Senti quello che dico? Davvero?» il tono della sua voce era forte e chiaro: annuì ancora.
«Dimostrami che mi vedi, guardami» le ordinò, mentre lei alzava piano piano lo sguardo, perdendosi in quell’azzurro che mai aveva notato, perché troppo distante per accorgersene.
Aveva gli occhi azzurri, aveva un viso davvero bello, un viso dolce che, però, lasciava trasparire la sua ansia, la sua paura di essere visto da lei.
E lei lo aveva capito, tanto che mentì «Non ti vedo, ho mentito» disse tutto d’un fiato, vedendolo sorridere, sentendosi pietrificata da quel sorriso.
«So leggere la mente, e tu stai mentendo adesso» il cuore di lei non poteva reggere un ulteriore colpo: ma chi è questo pazzoide?
«Hai una camicia rossa, a quadri, i jeans stretti, gli occhi azzurri… e mi fai paura» confessò lei, vedendo in lui un’espressione quasi di delusione.
«Come puoi avere paura di me?» l’affermazione di lei suonava come un’offesa «Come puoi avere paura di un angelo?» e lei sgranò gli occhi a quella confessione.
Un angelo?
Lui era un angelo?

INCOMPIUTA
Una leggera pioggerellina scendeva su Halifax quel giorno del 23 novembre.
Nonostante tutto non faceva freddo,il clima era abbastanza mite.
Melanie sobbalzava ad ogni fossa presa dalla signora Westburn,nel vecchio pulmino arruginito tutto scrostato e di un azzurro opaco. Intanto batteva il piede per il nervosismo,masticando una di quei disgustosi chewing-gum insapore comprati nei discount per poche sterline.
Melanie non era esattamente una ragazza modello. Dopo la scomparsa di sua madre,era stata mandata in collegio ma le regole c'è infrangeva erano troppe e i danni commessi gravi. Data la sua condotta si decise di mandarla temporaneamente in una casa dove abitava un'ex insegnante del collegio: sarebbe andata a scuola e avrebbe avuto una nuova madre,un nuovo padre per ricominciare la sua vita.
I coniugi Sheeran vivevano in una casetta in periferia della cittadina inglese,e Melanie cercò di ricordare se avessero anche un figlio,Edward, forse?

"La trovò con lo sguardo in quel piccolo gruppetto di persone. Le luci erano soffuse, il locale era quasi buio, ma non aveva certo bisogno di chissà quale riflettore o luce che le illuminasse la faccia per riconoscerla."
Si tratta di una piccola one shot senza troppe pretese. Può essere vista come una specie di seguito all'altra mia fanfiction 'So let's freefall and see where we land', ma allo stesso tempo può essere letta benissimo anche da sola e senza sapere di cosa parla l'altra.
Fatemi sapere cosa ne pensate, belle persone C:

"Perchè la gente vede che ho un sorriso sul volto, ma non sa delle cicatrici sul mio polso."

La verità è che le cose peggiori vengono da noi gratuitamente. La depressione, così come gli incubi o il sonno. La verità è che spesso abbiamo i vestiti bagnati e la casa asciutta. La verità è che siamo una barca alla deriva tristemente abbandonata, e nessuna sirena ci verrà a salvare.

-Che ti succede Sheeran?-
Tom, li diede un altro calcio sulla pancia.
-Dai, facci sentire delle altre tue canzoni.-
Urlò Dylan.
-Sei solo un finocchio nerd.-
Dissero in coro.
Ed stava lì.. sdraiato.. col sangue che li colava.. e l'aria che mancava..

Inutile girarci intorno. Gli mancava. Fare shopping senza di lei era strano. Niente commenti su chiunque passasse, niente “non ci pensare neanche, fa schifo” per ogni maglietta di un colore azzardato.
Flash-fic senza pretese, commenti piú che graditi :) x

La metà della volte si finisce a fare l'amore, l'altra metà, invece, finiamo con l'addormentarci l'uno sull'altro sul divano, mentre il finale di un film stupido scorre sulla tv. Quel che ci ferma, stamattina, è solo il brontolio del mio stomaco affamato e che provoca in entrambi qualche risata.

'Non ho bisogno di te' sussurrai buttandomi a terra, stanca di tutto
'Sì, Jude, tu hai bisogno di me' continuò lui per chissà quale motivo
'Sei un fottutissimo cantante, Louis, io ho un figlio' urlai contro di lui, con quelle poche forze che mi rimanevano.
'Quel figlio è anche mio'
In quelle parole non trovai rabbia, frustrazione, obbligo,trovai tenerezza e forse anche quella voglia sottintesa di voler crescere quel bambino, il nostro bambino.