Il suo viso sembra stanco, smunto. Occhiaie profonde gli cerchiano gli occhi. Il livido sulla guancia è quasi svanito, ma deturpa ancora la sua pelle altrimenti perfetta. I capelli gli sfiorano le spalle, morbidi e lisci. I suoi occhi scivolano in basso, lungo il collo sottile, il petto magro e giù sul ventre piatto. Solleva la maglia lentamente.[...]La sua mano scivola giù, le dita tremano. Esita per un secondo prima di sfiorarsi la pancia. È un tocco delicato, incerto, quasi maldestro. È troppo presto per sentire qualcosa, qualsiasi cosa. Ma lui lo sa. Lo sa che lì c'è una vita, un cuore che pulsa. Gli sembra di essere in un sogno, oppure in un incubo dal quale deve decidere se svegliarsi o continuare a sognare.

Cosa legava e - forse - tutt’ora lega Christophe Giacometti a Viktor Nikiforov?
Che ombre nascondeva il giovane coach russo, prima di incontrare Yuuri?
E cosa non ci è stato raccontato di quanto accaduto tra Viktor, Yuuri, Otabek, Yurio, Chris e tutti gli altri nei giorni della finale del Gran Prix, a Barcellona?
Questa storia parla di amori che mutano, di amori che crescono e amori che nascono.
Dell'essere visti davvero e dell'essere raggiunti.
Perché tutto ciò che è sul ghiaccio, noi lo chiamiamo Amore.
[Viktuuri] [Otayuri] [Vichris] [Chris/MysteryMan]

Per i suoi dieci anni, Viktor Nikiforov desidera solo una cosa: un cucciolo.
Un barboncino, per la precisione. Ne ha adocchiato uno al negozio di animali mentre tornava da scuola, e da quel giorno, è stato il suo chiodo fisso. È sicuro che Babbo Natale non lo deluderà nemmeno quest’anno, dopo la pista di macchinine e la fattoria delle formiche, come potrebbe?
C'è un buco nel passato di Viktor Nikiforov, dai dieci anni fino ai dodici, non ricorda assolutamente nulla. Per questa ragione, quando Yuuri Katsuki dice di averlo già conosciuto, non sa se credergli o meno.

E se al termine del Gran Prix Yuuri non avesse chiesto a Victor di rimanere il suo coach? Se l'avesse solo pensato, ma alla fine l'avesse lasciato andare? Se le loro strade si fossero separate in quel momento?...

[Non è proprio una PWP! Ma ci si avvicina molto, dato la trama semplicissima, per cui ho messo l'avvertimento]
La voce calda, arrochita dal desiderio, celava un velato sarcasmo.
Ed allora lei si voltò a pancia in giù, per nulla imbarazzata dalle loro nudità, scrutando con crescente interesse il profilo austero e quelle labbra peccaminose, che tenevano ostinatamente segreta quella verità conosciuta sin dalla prima volta in cui s'erano congiunti l'una all'altro.
“È una storia così noiosa...”.
“Perché credi lo sia?”.
“Perché è già stata vista: lei fa coppia con lui, lui si scopre omosessuale ed allora lei s'innamora dell'altro”.
“Dammi un solo motivo per cui dovrei innamorarmi di te”.
“Scopo bene... E, a differenza dell'altro, ricambio”.

Da 7821 chilometri a 0 centimetri.
Una distanza colmata due volte l'anno soltanto.

Marco Bodt è una matricola del Trost College. Costretto a vivere da solo a causa del trasferimento del proprio compagno di stanza, incapace di farsi amici, la sua vita cambia quando per la prima volta incontra un antipatico ragazzo dagli occhi color ambra.
"Ci siamo già visti da qualche parte?" E potrebbe suonare ridicolo...
Ma questa è la storia di come ho offerto il mio cuore pulsante a Jean Kirschtein.
Traduzione. Prima parte della serie 'Like a Drum'.

“Sai, ho fatto un sogno” mormora Rin, accarezzando la spalla di Nitori con lo stesso braccio che lo cinge. L'altra mano è stretta nella sua.
“E cos'hai sognato?” sussurra il ragazzino.
“Ho sognato che tu... eri un oreo. Di dimensioni da oreo. Cioè, eri tra due biscotti di cioccolato, e tu eri la crema bianca. Allora io aprivo i biscotti... – lascia la frase in sospeso, avvicinando le labbra all'orecchio di Aichirou – E ti leccavo tutto” sussurra, quasi inudibile.

Sette giorni per conoscersi, sette giorni per innamorarsi... sette giorni per lasciarsi.

-Stavo pensando,- disse Naruto, -che in fondo ci assomigliano…
-Chi?
-Hashirama e Madara…
-In caso siamo noi che assomigliamo a loro…- disse il moro finendosi anche la seconda birra e chiedendone un’altra con un gesto.
-Intendevo che, anche loro, avevano un legame…- e gli prese un’altra birra dal frigo.
Sasuke rimase un po’ sovrappensiero, poi si appoggiò con un braccio sul tavolo, reggendosi il volto con la mano, nell’altra il bicchiere colmo di birra: -Penso,- iniziò, -che il loro rapporto avesse qualcosa di differente…
...
-Sai teme, credo sia la prima volta che io e te parliamo così a lungo, vero?
-Per me è la prima volta in assoluto che parlo così a lungo con un altro essere umano,- disse il moro con uno sguardo stanco, sbuffando. E Naruto cominciò a ridere.

Rin era più che consapevole del punto debole di Haruka, il solletico, ma non si sarebbe mai aspettato che lo soffrisse in quel punto, né si aspettava di scoprirlo in quel particolare momento, quando solleticarlo era il suo ultimo pensiero.

Venezia, 1577. Un orfano di nome Jean guarda il corpo del suo migliore amico bruciare tra decine di altri corpi, mutilati e deformati dagli effetti della Morte Nera.
Venezia, 1582. Mentre la città ormai guarita si prepara a festeggiare il Carnevale, Jean viene avvicinato da un misterioso ragazzo dalla maschera nera. Qualcosa di grande sta per succedere, qualcosa per cui Venezia non è neanche lontanamente preparata...
Davanti agli occhi di Jean si formò l'immagine delle pire che avevano illuminato a giorno il sestiere anche nelle ore più buie della notte, fino a qualche settimana prima. La cenere cadeva ancora, più lenta e rada in quel momento, ma cadeva. Fu assalito da un pensiero improvviso, malato.
(Stiamo respirando cadaveri.)

Jean Kirschtein è una matricola del college di Trost. Costretto a vivere con tre fastidiosi conquilini, incapace di stringere amicizia con chiunque a causa del suo carattere, la sua vita cambia quando per la prima volta incontra un dolce ragazzo con gli occhi nocciola...
"Ci siamo già visti da qualche parte?"
E potrebbe suonare ridicolo – prendetemi per il culo, provateci – ma..
Questa? Questa è la storia di come Marco Bodt ha offerto il proprio cuore...a me.
Traduzione. Seconda parte della serie 'Like a Drum'.

Prima dei cellulari. Prima dei Kardashians. Prima del porno virtuale. L'anno è il 1994. Eren, Mikasa ed Armin, ragazzini poveri dal lato sbagliato dei binari, sono stati trasferiti nella chic Trost High (La casa dei Titani) in centro città. Mikasa ed Armin sembrano cavarsela abbastanza bene, ma Eren non è così fortunato. Ovviamente, la colpa è perlopiù del caratere di Eren. Quando accetta una scommessa per perdere la sua verginità (ed in realtà dimostrare di piacere a qualcuno) per la fine del semestre, è dura per lui negare l'improbabilità della vittoria. Dopotutto, l'unica persona a cui sembra dare confidenza in quei giorni, è lo stranamente carino ( e soprattutto strano) nuovo dipendente del negozio di ciambelle in fondo alla strada.
Pairings: Levi x Eren; Eren x Levi; Jean x Armin; Erwin x Levi; Ymir x Christa; Reiner x Bertolt; ecc.
(Questa è delle fanfiction EreRi più famose del web, o così mi hanno detto. L'ho trovata stupenda ed ho decisa di tradurla, ma i diritti non appartengono a me, bensì alla ragazza in questione.)
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E che posso dirvi? Eren incazzato col mondo, Mikasa alternativa, Armin gay ingenuo, Levi gotico e Drag, Jean sfondato di soldi, America 90' e tante tante sorprese. Buona lettura! :)

Acqua.
Acqua, che scivola sul suo corpo, lo modella, lo accarezza.
Acqua, che sfiora la sua pelle procurandogli brividi ed emozioni.
Acqua, che lo contrasta, lo affronta, si apre ad ogni sua bracciata.
Acqua, il suo elemento, il luogo dove si sente vivo, dove esiste lui e nient’altro. Lui e quelle sensazioni che prova ogni volta che nuota, che scivola in una corsia della piscina, ma anche fra le onde del mare.
Ama l’acqua.
Ama sentirla contro il corpo, fare attrito e impedirgli di muoversi, contrastarlo; scivolare fra le onde, elegante e felice come se fosse nel suo ambiente naturale.
Ama osservarla persino nella vasca da bagno, le sue sfumature, e le increspature portate dal vento attraverso la finestra.
L’acqua è il suo mondo, la sua passione, nuotare lo è. Eppure… eppure sono giorni che pensieri strani si sono insinuati nella sua mente. Pensieri e sensazioni che lo hanno portato a distrarsi, a non sentirsi più completo.