Recensioni per
Poteri e doveri
di Curse_My_Name
Eccomi di ritorno, |
Notevole è il feedback che già hai ricevuto per il tuo lavoro ed è inutile dire che poca differenza farà la mia tarda recensione. Non ho potuto però fare a meno di dare un'occhiata ai tuoi testi dopo che, leggendo le considerazioni nelle recensioni che tu stessa scrivi, mi son parsi più che evidenti l'interesse e la conoscenza che hai di questo universo immaginifico. Infatti, nonostante l'incredibile brevità del testo, questo ho trovato: una narrazione precisa, che in poche righe espone con cura ed efficacia quanto è accaduto mediante gli occhi di quanto sta accadendo, prefigurando persino quanto accadrà (che i giocatori più vissuti -tra cui arrogantemente mi auto inserisco- già si prefigurano, ma che così non può essere se si pone il tutto nelle mani di chi non ha le stesse conoscenze di un appassionato). Perché, dopo tutto, è di politica che qui si parla e la politica, moderna o medievale che sia, non è mai argomento semplice da mettere in narrazione. |
Va bene, ho trovato un'altra preferita tra le flashfic che hai scritto. Forse hai scelto Balgruuf come personaggio finale perché nel fan medio di Elder Scrolls incarna l'ideale di come dovrebbe essere un vero nord e una persona comprensiva e intelligente. Forse anch'io sono condizionata dal modo in cui viene presentato in Skyrim, ma i personaggi di Dragonsreach sono effettivamente tra i migliori del videogioco. Il rapporto con Irileth è - diciamo - sul filo del rasoio. Posso pensare che sono (o sono stati) amanti. Credo, invece, che Irileth consideri Balgruuf come una parte di se stessa, l'ideale di lealtà, dedizione e fedeltà in cui è portato a credere un buon dunmer. Quindi per lei, essere accanto allo Jarl è come appartenere alla casata Redoran o Telvanni. Insomma, in questo nulla di romantico, anche se sono un uomo e una donna. Finale e situazione che dà adito ad una libera interpretazione. |
Parto prima dalle note... ecco perché non amo scrivere flashfic. Già l'idea di porre un limite alle parole potrebbe condizionare il risultato finale. Non parlo di ciò che hai scritto, ma del tipo di testo in generale. Mi dà molto l'idea di un test d'esame, "rispondi a questa domanda in centocinquanta parole". A volte ne basta una, altre manco trentamila. Comunque... continuo a vedere paradossi. Sembra quasi che il protagonista non sia Ulfric, ma Galmar. I punti migliori della flashfic sono quelli in cui i due interagiscono, come se in realtà non fosse possibile scindere l'uno dall'altro. Sono cose che non saltano subito all'occhio, ma che noti dopo aver letto più volte. Il luogo dovrebbe alimentare l'autostima di Ulfric, invece no. Il pellegrinaggio passa in secondo piano. Credevo che il problema fosse nelle parole scelte, invece è nell'atteggiamento di Galmar... si rivolge allo Jarl come se stesse rimproverando un bambino. Non un figlio, proprio uno scolaretto... |
Sarà la mia mente che fa connessioni strane, ma leggendo di Laila mi sono venute in mente due idee. La prima... è un aneddoto storico. Molti sovrani della dinastia indiana dei Moghul facevano uso di oppio, venduto dagli inglesi che lo utilizzarono per consolidare sempre più il loro dominio nella regione. Quindi, il fatto che Laila venga "avvelenata" quotidianamente da Maven con la droga che lei stessa produce ha fondamenti reali, nonostante sia un paradosso. La seconda... è la tipologia di conflitto, più mentale che fisica. La tipica dinamica sociale che un gruppo prevalentemente femminile utilizza per screditare l'elemento che considera debole o indesiderato (coercizione psicologica, annientamento della volontà). Se si fosse trattato di guerrieri, avrebbero finito per suonarsela di santa ragione. In questo caso no, e tutto appare ancora più deprimente. Elisif è stata costretta a fare la bambola, per Laila non nutro la stessa pietà. Potrebbe cambiare la situazione, invece sta alimentando la sua dipendenza. E' così cieca da ignorare gli unici alleati attorno a lei, che non smettono di seguirla per un attimo. |
Credo che mi fermerò solo quando arriverò alla fine, quindi... se posso scrivere, scrivo. |
Va bene, forse finisco in giornata. O la finisco e basta, come preferisci. Fammi un segno se ti sto dando noie, ho un attimo di tempo e voglio sfruttarlo bene a tutti i costi, quindi... |
Credo che stavolta il commento sarà leggermente differente, nel senso che ci sarà meno opinione e più analisi. Suppongo che dipenda dal fatto che hai lavorato sul nulla più assoluto. Winterhold, in effetti, a parte il Collegio e le sue casette rimaste ancora in piedi è un buco nero. Quindi, a livello razionale, percepisco il rancore e l'umiliazione di Korir, un'altra vittima del passato. Le idee ci sono e la storia è costruita bene per essere breve, insomma, logicamente fila e ha un senso. Le intuizioni sono ottime. Ho notatoche il finale è promettente, azzeccato... però, avresti potuto sbilanciarti, usare qualche parola più evocativa. Ti capisco, comunque: per me te la sei cavata bene anche così. Non amo scrivere drabble e flashfics perché è un genere in cui non sono brava, non fa per me. Hai uno stile terreno e molto "concreto", meno astratto del mio, quindi tutto risulta conciso e chiaro... però, nel desiderio di chiarezza, a volte si ha paura a calcare troppo la mano. Non dovresti preoccuparti tanto, apprezzo che ti sei messa in gioco. |
Ancora qui. Non so se ti faccia piacere. D: |
Rieccomi ancora. Se non si è capito, lo Hjaalmarch è la regione di Skyrim che mi ispira di più, e che adoro anche esteticamente. Non è monotono, eppure ha dei colori tenui. E' un cimitero a cielo aperto, una natura insidiosa e affascinante. Secondo me in essa è racchiuso il sapore "celtico" di Skyrim, e Idgrod per me è una specie di druidessa. La flashfic forse rafforza un'immagine che hai anche tu del personaggio, una figura un po' mistica e allo stesso tempo terrena, contraddittoria. Morthal potrebbe essere una città a sé stante, è Skyrim dentro Skyrim. Idgrod ha preferenze imperiali, ma potrebbe fare a meno di qualsiasi legame che non sia con la città. Credo che, nonostante tutto, i cittadini finiscano sempre per appoggiare le sue decisioni. |
Ciao, riemergo dalla cripta. :) Credo che iniziare con Igmund sia un modo per centrare la questione sui nord, su una divergenza di opinioni che in pochi anni diventa una vera e propria guerra tra clan uniti da legami molto vaghi. Se Ulfric rappresenta l'ideale di coraggio e lealtà alle tradizioni, Igmund è invece il modello di un altro tipico nord. Arroccato (in senso letterale e figurato) alle sicurezze, alle imprese dei suoi avi che determineranno anche le sue, senza le quali non può motivare il proprio potere. Per nominare Thane l'eroe, sceglie di mandarlo a recuperare lo scudo del padre, in mano ai Rinnegati. E' un modo per riavere anche l'onore e per garantirsi la pretesa su quelle terre. Ulfric non è mai stato un genio politico, per quel che mi riguarda. Invece, Igmund lo è senza saperlo, contando su armi più modeste (il sostegno dei soli cittadini di Markarth) e la poca intransigenza che lo contraddistingue. Forse è uno degli Jarl più opportunisti e ponderatori, se tralasciamo quelli che hanno deciso volontariamente di "sporcarsi le mani". |
E finalmente Balgruuf. Tra tutti, è il mio jarl preferito, nonchè uno dei personaggi del gioco e uno dei pochissimi che ti accoglie a braccia aperte senza farsi troppi problemi al riguardo :) |
Ciao! |
Curse_My_Name |
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