L'inizio e la fine di questo capitolo mi hanno dato due impressioni diverse: la prima parte la definirei quasi “frenetica”, e procede con un ritmo serrato, incalzante, ma anche pregno di un certo senso d’ansia. Credo che questo sia dovuto ai sentimenti provati da Jenny nello svegliarsi trovandosi accanto Philip. Il suo desiderio di fuga, il limite di sopportazione che ha raggiunto a proposito di questa sensazione, la portano proprio a sperimentare una sorta di frenesia nei pensieri. Ora sembra essere Jenny, ad avere fretta, non più Philip. È lei che vorrebbe andarsene, è lei che vorrebbe allontanarsi da quello che le è ripiombato addosso e che non riesce più a sostenere. In Jenny nasce una sorta di fretta, in qualche modo simile a quella che incontravamo in Philip, fino a poco fa: una fretta che, però, la porterebbe da qualche parte? Non credo. A differenza di ciò che faceva Philip negli scorsi capitoli, però, Jenny non sta scappando da quello che prova. La sua è una necessità di fuga fisica, e questa credo sia dovuta proprio al fatto che, a fuggire emotivamente, Jenny non ci riesce, forse nemmeno ci prova. Le è tutto così chiaro (ed è tutto così doloroso), che il suo unico impulso sarebbe quello di prendere, andarsene e cercare un nuovo punto di inizio. Questo Jenny l’ha già fatto tante altre volte, no? Quando è andata a stare dai suoi, quando è tornata dai nonni, quando ha deciso di trasferirsi a Torino… eppure ora, alla fine, non si allontana cercando di cambiare aria, come ha fatto le volte precedenti. Che sia soltanto per il favore chiestole da Mark? Io non penso. Come Jenny non può fare a meno di constatare, Philip è la sua luce … e Philip è lì. Nonostante la sofferenza, credo che Jenny non riesca ad allontanarsi dalla luce che Philip rappresenta per lei. Prima d’ora, lasciare tutto e andarsene è sempre stato più facile, perché ciò non le imponeva di lasciare qualcosa per cui valesse la pena restare. Andarsene ora, invece, significa rinunciare definitivamente a Philip, e credo che Jenny non l’abbia fatto (di rinunciare a lui). Credo anche che, inconsciamente, Jenny non abbia alcuna intenzione di farlo.
Proseguendo, invece, questa frenesia che ho avvertito all’inizio del capitolo è andata via via scemando, fino a scomparire del tutto. Il ritmo del capitolo, a un certo punto, potrei dire che si assesta. Si calma. Tutto comincia a fluire più lentamente. Sarà che, per Jenny, svegliarsi con Philip accanto è stato come aprire la finestra sui suoi “fili messi belli in ordine sul tavolo”? È entrata una bella folata di vento che Jenny non aveva previsto e che ha rischiato di farglieli volare via tutti e ingarbugliarli. Le ci è voluto un po’ per rimetterli a posto, anzi … al primo momento ha persino pensato che non ci sarebbe riuscita, per cui ha provato l’impulso di lasciarli così e allontanarcisi. Poi però ci si è messa, ha ripristinato quell’ordine precario che le stava sfuggendo di mano. Questa volta, però, mi sembra che l’ordine (un ordine che sta in bilico e regge appena-appena) Jenny riesca a ritrovarlo nonostante il pensiero di Philip si faccia sempre più concreto e sempre più invadente, in lei. Ormai la sua mente volge unicamente verso Philip, e lo fa apertamente, non cerca di nasconderselo in nessun caso e in nessun modo: per esempio, in questo capitolo a Jenny non viene praticamente mai in mente Gentile, se non fosse per la festa a cui vanno insieme, credo che non farebbe nemmeno caso a lui. Perciò qui la presenza di Philip inizia ad avere una doppia valenza: “incasinante” da una parte, perché Jenny ne è turbata e non sa come affrontarla, “calmante e rassicurante” dall’altra, perché Jenny non può fare a meno di “riconoscerlo”, (forse anche perché è Philip stesso che, qui, si sta piano piano ritrovando?) e questo l’aiuta anche a ricongiungersi con qualcosa di se stessa, oltre che con quel qualcosa di lui che si era perso dopo Kyoto.
Bene, questa era l'introduzione, ora apriamo definitivamente la parentesi Jenny e, per la tua gioia, dividiamo l'analisi per punti ^_^.
Punto Jenny-1: Cominciamo da qui: “Si sentiva a suo agio come non lo era stata da troppo tempo, al sicuro, protetta e amata perché Philip era con lei. Lo sapeva, lo riconosceva, non aveva bisogno di guardarlo.”. È stato soprattutto il “lo riconosceva” a colpirmi all’istante. Il capitolo inizia con un sogno; un sogno dove tutte le barriere che la violenza di David ha creato tra Philip e Jenny si infrangono e si dissolvono, e dove c’è spazio solamente per un riconoscimento così palese e intenso che non si può ignorare. Jenny riconosce finalmente Philip come non riesce a fare da tanto tempo, nella realtà. Lo riconosce e si lascia andare tra le sue braccia, anche se solo oniricamente parlando. L’intensità di questo sogno però sarà così travolgente che, dopo, a Jenny rimarrà qualche dubbio sulla sua natura, ma a questo ci arriviamo con calma. In questo sogno direi che viene fuori, “esplode”, si potrebbe dire, tutto ciò che Jenny ha dentro e di cui avrebbe bisogno: l’amore e la protezione che solo Philip è sempre stato in grado di darle, quell’amore e quella protezione di un’unica persona che lei non può smettere di cercare, anche se inconsciamente. Nonostante ogni cosa, dopo l’esperienza di Kyoto, abbia assunto contorni sempre più complicanti, facendo precipitare Jenny e Philip in un vortice di distruzione dove la comunicazione è diventata sempre più difficoltosa, nel sogno di Jenny il tutto si esprime nella semplicità più assoluta: il loro incontro qui è fisico, ma non solo … è cristallino, esente da blocchi, complicazioni, piuttosto che pensieri o azioni deleteri. Nel sogno di Jenny ci sono solo loro due, in una dimensione in cui si riconoscono come è sempre stato e, proprio per questo, riescono a trovarsi.
Penso che questo sogno, per Jenny, sia il segnale più lampante di quell’accettazione nei confronti di quello che prova per Philip che poi, nel corso del capitolo, diventa sempre più evidente. Finora mi è sembrato che Jenny rifiutasse di più il pensiero di quello che prova per Philip, rispetto ad adesso. Non che prima Jenny volesse fuggire al cento percento, infatti lei, in qualche modo, tendeva ad accettare le cose come stavano molto più di quanto facesse Philip. Però, prima, Jenny mi sembrava più rassegnata che altro, come se dicesse “è andata così, Philip mi ha lasciato e non posso farci niente. Ora devo cercare di andare avanti partendo da questa consapevolezza”. Ora, invece, ho l’impressione che Jenny faccia un passo indietro e credo che proprio il fatto di cominciare a rendersi conto che lei non solo non ha dimenticato Philip, ma non vuole nemmeno rinunciare a lui, sia ciò che le fa avvertire all’improvviso la necessità di fuggire e sottrarsi a ciò che manderebbe a scatafascio in men che non si dica il suo precarissimo equilibrio.
Dopo, infatti, dici: “Rabbrividì di piacere, un piacere che aveva dimenticato, che non ricordava più. Un piacere che le era mancato da morire.” , e poi: “decise che non voleva svegliarsi.”. Ed è qui, credo, che arrivi quella consapevolezza di avere bisogno di Philip e di ritrovarlo, che di seguito la porterà a pensare di voler fuggire. Attraverso questo sogno rientra in contatto con qualcosa di infinitamente sconvolgente, cioè proprio la consapevolezza di non poter fare a meno di Philip, la consapevolezza di quanto lui le manchi e quanto ancora faccia parte di lei. Questa deve essere davvero una bella botta, se calcoliamo che finora Jenny ha fatto di tutto per ricostruirsi la sua vita senza di lui. Ecco che in lei, mentre ancora sogna ed è consapevole di sognare, nasce il rifiuto all’idea di svegliarsi. Perché farlo, dal momento che sarà uno shock? Dal momento che tutto ciò che desidera si trova in quel sogno? Perché farlo, dal momento che, svegliandosi, dovrà rendersi conto di non poter andare avanti così?
Punto Jenny-2: “Era successo? Era successo veramente?”. Mi ha colpita molto il fatto che, mentre sogna, Jenny non abbia dubbi sul fatto di star sognando, mentre una volta sveglia si domandi se, quanto ha formulato la sua mente dormiente, non sia accaduto sul serio. Il sogno è stato chiaramente tale, tanto da esserne certa mentre lo formulava, eppure è quando si sveglia che la sua mente si prende gioco di lei, facendole venire i dubbi. Interessante, no? Come se dormendo in Jenny fossero state abbattute tutte le barriere che la fanno vacillare, dandole così una maggiore lucidità, mentre da sveglia queste tornassero a ergersi come sorta di autodifesa, lasciandola però più confusa. Come se ci fossero delle verità che per il momento riesce ad afferrare soltanto il suo inconscio, e non la sua parte cosciente. La Jenny-addormentata sa esattamente di che cosa abbia bisogno, sa quello che le manca ed è perfettamente pronta ad accettarlo. La Jenny-sveglia invece ha come dei “paletti”, e sente di dover stare allerta. La Jenny-sveglia si pone ancora dei freni (infatti vuole scappare dalla consapevolezza che il sogno le ha portato), e allo stesso tempo la confonde, non permettendole di vedere quello che è assolutamente chiaro al suo inconscio.
Punto Jenny-3: Infatti poi dici: “E cosa avrebbe fatto? Avrebbe cercato di trattenerla? Di parlarle? L’avrebbe mandata via di nuovo? Non ne aveva idea e non voleva saperlo.” e poi “il terrore che anche solo guardandolo Philip si sarebbe svegliato.”. La mente della Jenny-sveglia è in uno stato di allerta, quasi di angoscia, potremmo dire. Jenny si sveglia sconvolta: non basta il sogno che l’ha agitata durante la notte, ma le tocca rendersi conto di aver addirittura dormito con Philip senza essersene resa conto. Credo che per Jenny sarebbe stato abbastanza uno shock anche se si fosse svegliata da sola, figurarsi trovandosi nello stesso letto proprio con l’oggetto del suo sogno, trovandosi comunque faccia a faccia con la consapevolezza che, in lei, si è appena fatta strada. È naturale che il suo primo impulso sia quello di scappare. La sua mente inizia a lavorare frenetica, spinta quasi da una sorta di paranoia. Cosa farebbe Philip se si svegliasse? E se si svegliasse solamente guardandolo? Jenny non vuole che avvenga e non vuole sapere che cosa succederebbe se Philip si svegliasse, il sogno le ha creato troppa confusione (eppure, mentre sognava, era tutto chiarissimo) e, proprio ora che i “suoi fili” sono tutti alla rinfusa e deve rimetterli in ordine, sente che non può trovarsi assolutamente faccia a faccia con Philip, non può affrontare né lui né la sua reazione alla sua presenza. La Jenny-sveglia teme ciò che potrebbe succedere, vuole tentare di preservare quell’equilibrio costruito tanto faticosamente, perciò rifugge quella verità tanto palese suggeritale dalle Jenny-addormentata. Il risultato, però, è solo una grande confusione che Jenny, al primo momento, non riesce assolutamente a gestire.
Punto Jenny-4: “E aveva ripensato incessantemente a sprazzi del sogno.”. Il sogno che ha fatto la tormenta, non le permette di scostarsi da sé. Si tramuta subito in un’ossessione che la sua mente continua a ripresentarle. Questo potrebbe essere una sorta di “avviso”, mandatole proprio da quella parte incoscia-addormentata che ha già inquadrato e compreso tutto e che cerca di porla sulla “strada giusta”? Quella strada che Jenny non si sente ancora pronta ad affrontare, che al momento è ancora troppo sconvolgente. Jenny continua a ripensare al sogno che ha fatto perché questo si riferisce a qualcosa che in lei è troppo radicato (l’amore per Philip e la necessità di averlo accanto), la sua mente continua a riproporglielo proprio perché non c’è altro che possa fare, è ciò di cui lei ha bisogno e che non può più ignorare. Però ora Jenny si ritrova a rifiutare questo pensiero, forse proprio perché le crea dentro troppo disordine e lei, che per trovare l’equilibrio che si è costruita ha fatto una faticaccia del diavolo, quel che cerca è proprio l’ordine e la stabilità. Più tardi, quando Mark le chiederà dove avrebbe intenzione di andare, lei risponde: “Dovunque, purché sia lontano da qui!”. Qui è chiara la sua necessità di liberarsi da questo disordine, eppure la sua mente-sveglia, quella che le pone i freni e i paletti, si muove sempre secondo quel senso di confusione dal quale in realtà vorrebbe farla fuggire. Jenny non sa dove vorrebbe andare e non ci pensa neanche, vorrebbe andarsene e basta, non ha una meta e nemmeno un’idea in proposito. Ancora una volta la sua mente si muove frenetica, senza un orientamento preciso. La confusione genera confusione, attraverso di essa non è possibile trovare quell’ordine e quella stabilità a cui Jenny anela. E sarà anche per questo che, alla fine, Jenny non va da nessuna parte?
Punto Jenny-5: “Non voleva che Mark la toccasse, non voleva che nessuno la toccasse, ma la cosa peggiore di tutte era che non riusciva a togliersi dalla testa che Philip fosse da qualche parte in campo, vicinissimo.”. Qui mi sembra che Jenny sperimenti due reazioni diverse. Prima c’è il semplice rifiuto del contatto maschile, quello che potrebbe scaturire ancora dal ricordo della violenza, perché questo avviene comunque contro la sua volontà. La seconda reazione, invece, riguarda il fatto che non riesca a togliersi dalla testa che Philip si trovi lì, e potrebbe benissimo vedere e fraintendere il comportamento di Mark. Questo la turba, la pone subito in allarme. Finora Jenny si è preoccupata del fatto che Philip la vedesse con Gentile? Non mi sembra più di tanto. Eppure, guarda caso, dopo il sogno di quella notte, dopo che la sua parte-inconscia ha chiaramente accettato quello che prova per Philip e cerca di far accettare altrettanto alla sua parte-conscia, Jenny non vuole che Philip la veda vicino Mark e non vuole che si faccia idee sbagliate su di loro. Credo che questo sia un segno del fatto che la sua mente, inconsciamente, stia continuando a lavorare proprio su questa accettazione che è partita dal sogno ed ecco che questa stessa accettazione inizia a lanciarle degli impulsi che si insinuano nella sua coscienza. Ora Jenny si preoccupa, perché se Philip desse per vero qualcosa che non esiste potrebbe farsi passare qualunque ultimo barlume di interesse che potrebbe provare per lei (ovviamente è Jenny che pensa –o si sforza di pensare- che Philip per lei provi così poco), e lei non vuole che accada. Ecco dunque che nasce quella che qui appare essere la sua prima reazione (il rifiuto del contatto maschile), la quale credo, però, che sia più che altro una conseguenza: perché penso che sia lo stress che nasce dalla reazione due (non vuole che Philip travisi il comportamento di Mark) a causarla, almeno a questa intensità. Quindi proviamo con le formule non proprio matematiche, ma quasi: la reazione due (quella legata a Philip) nasce per prima ma resta latente, causa uno stress che scatena la reazione uno (rifiuto generale) che si manifesta subito e, di conseguenza, anche la reazione due ha modo di venire alla luce.
E poi il tutto prosegue così: “Mark si avvicinò e quando lei lo vide emergere nel suo campo visivo sollevò di scatto il viso e lo allontanò con uno spintone, le dita che prudevano, il desidero travolgente di mollargli un ceffone.”. Nonostante la rabbia di Jenny sembri quasi esagerata, qui non vedo più traccia della reazione uno, come se quest’ultima fosse esplosa per un breve attimo e fosse poi stata subito cancellata dal manifestarsi in modo concreto della reazione due, che cattura tutta l’attenzione (conscia e inconscia) di Jenny. Perché nonostante il rifiuto quasi violento al gesto di Mark, si capisce che, qui, quello che turba Jenny è soltanto il pensiero che Philip possa averli visti. È quello il pensiero che quasi la manda in panico, che non riesce a sopportare, e che le provoca questa reazione prorompente. Dunque, la formula completa sarebbe: la reazione due nasce per prima ma resta latente, causa uno stress che scatena la reazione uno che si manifesta subito e, di conseguenza, anche la reazione due ha modo di venire alla luce. La reazione due ha radici talmente profonde e cattura tutta l’attenzione del soggetto al punto da offuscare completamente la reazione uno, eliminandola alla radice. Perciò, qual è la soluzione, alla fine? Che Jenny non è in realtà turbata dal contatto maschile (questo può venire fuori solo in certi momenti di particolare stress, ma passa altrettanto velocemente), mentre la sua mente è sempre più turbata dal pensiero di Philip che spinge sul suo inconscio per essere accettato? E non sarà, forse, che proprio perché la reazione uno (che subito dopo Kyoto per Jenny costituiva un vero problema) ormai sta scomparendo, la sua mente che si è risanata un altro po’ inizia a essere pronta ad accettare –consciamente- il pensiero di Philip e di aver bisogno di lui, che finora esisteva solo a livello inconscio?
Punto Jenny-6: “Ripensare alla spensieratezza di quel periodo le faceva male” e poi, un bel po’ più avanti “Si trattava di una Jenny che non aveva nulla a che vedere con la ragazzina felice e spensierata che un paio di anni prima aveva trascorso a Shintoku le vacanze invernali con gli amici, che non aveva nulla a che fare con la Jenny lacerata dall’esperienza di Kyoto e che era troppo distante anche dalla Jenny disincantata che due mesi prima era partita dal Giappone. Era diversa, eppure non riusciva a definirsi. Che Jenny era in quel momento?”. Mi è piaciuta tantissimo questa parte relativa alla confusione di Jenny a proposito di se stessa. C’è la nostalgia per il passato, ma anche per quella se stessa del passato sulla quale ora si interroga, in relazione al futuro. Jenny si rende conto che la violenza ha cancellato la Jenny che c’era in passato, per sostituirla con una Jenny diversa, che successivamente è stata sostituita a sua volta da una nuova-Jenny ora che si è lasciata il grosso del trauma alle spalle. Credo però che sia importante che ora Jenny si renda conto di questi cambiamenti, forse finora non li aveva mai notati, o almeno non li aveva presi in considerazione fino a questo punto. Io penso che questo ragionarci su sia un altro segno della sua consapevolezza che si “sveglia” (coscientemente parlando) e che si indirizza verso Philip. Perché muovendosi verso di lui, la sua mente non può fare a meno di accostare la situazione corrente (e quella subito successiva a Kyoto) a quella che c’era prima dell’accaduto. Ora, probabilmente la testa di Jenny inizierà a lavorare inconsciamente facendo mille collegamenti, creando anche paure e angosce, perché non potrebbe anche arrivare a chiedersi che relazione potrebbe esserci tra lei e Philip, qualora si riavvicinassero, dal momento che né lei è la stessa Jenny di prima, né lo è Philip? Secondo me sì, e questo potrebbe essere un aspetto che la spingerà a porsi degli altri paletti, a proposito di loro due, e che potrebbe ancora farla dubitare e farle provare l’impulso di allontanarsi da lui e da questa situazione che appare ingestibile e irrisolvibile.
Punto Jenny-7: Jenny e Salvatore. Prima: “Jenny si irrigidì. -Non dirlo neppure per scherzo…-“ e poi: “scoprire all’improvviso che anche Salvatore aveva problemi con la sua ex ragazza era in qualche modo consolante.”. Qui, la natura del rapporto che lega Jenny a Gentile è assolutamente palese. Mi è sembrato addirittura di avvertire un notevole calo d’interesse, da parte di Jenny. Questo accade naturalmente, Jenny non mi sembra nemmeno farci caso, né mi pare se ne preoccupi. Forse tutto ciò è talmente naturale (perché Jenny non ama Salvatore e lei lo sa benissimo) e la sua mente ora è tanto presa da Philip che non le passa nemmeno per la testa di far caso a certi particolari? Ecco, rispetto agli altri capitoli, qui si avverte una distanza molto più notevole tra Jenny e Salvatore, si ha l’impressione che quasi non stiano insieme, se non fosse che Jenny lo ribadisce parlando con Patty, ma sembra lo faccia più per convincersene che altro. La loro però è una distanza che non si può definire se non “naturale”, non mi viene in mente un altro termine. Come a dire che è ovvio che sia così. Jenny non ha mai preso in considerazione il fatto che con Salvatore potesse esserci qualcosa di impegnativo e duraturo, tanto che a momenti le prende il panico quando le viene in mente che lui potrebbe averle regalato un anello. Jenny non vuole assolutamente che con Salvatore ci sia di più, non prova nemmeno a convincersi con questa idea. La sua mente ha iniziato inesorabilmente a correre verso Philip, e sembra che per Gentile non ci sia già più spazio (Philip ne occupa troppo, deve dimagrire :D).
Punto Jenny-8: “Non voglio neanche pensarci, al perché!”. Sicura, Jenny? Sicura-sicura? Secondo me è solo la sua parte cosciente che la forza a porre i soliti famosi paletti per obbligarla a stare allerta. Secondo me, invece, Jenny al perché senta il bisogno del contatto fisico con Philip (tanto da averlo sognato e starsi chiedendo se non sia successo davvero) e al perché invece non lo senta con Salvatore, ci vuole pensare eccome, e questo secondo me lo si può evincere dal fatto che si sia confidata con Patty. Credo che anche qui sia stata opera della Jenny-incoscia che spinge per venire a galla sulla Jenny-cosciente, tentando di metterla davanti alla realtà che ancora la spaventa. Ad ogni modo i paletti creati dalla Jenny-dominante, ossia quella cosciente-sveglia, ci sono, e la Jenny-inconscia dovrà comunque trovare il modo e la convinzione per superarli.
Punto Jenny-9: La reazione di Jenny alla vista della foto di David. “Jenny sentì qualcosa scattarle nella testa, una fitta serrarle il petto. Il respiro si bloccò, l’aria non le arrivò ai polmoni e la vista le si offuscò. Lo sguardo verde di David la trapassò da parte a parte, con una violenza che la fece fremere, che le gelò il sangue nelle vene. Sbiancò, serrò e aprì le dita delle mani in un movimento spasmodico, mentre cercava di scacciare dalle orecchie l’eco di una risata che credeva di aver dimenticato.” Mi è piaciuto tantissimo come l’hai descritto, mi sono immaginata la scena e le sensazioni di Jenny nei minimi dettagli, il modo in cui alla vista della foto si sconvolge è assolutamente palpabile, sembra addirittura di sentire quel clic che le scatta nella testa. Ed ecco che basta rivedere quel viso perché tutto il lavoro svolto durante la terapia, tutti i passi avanti che sono stati fatti, tutte le certezze raggiunte e tutti i “fili messi in ordine” sembrino sgretolarsi e riaggrovigliarsi esattamente com’è successo la notte della violenza. Basta una foto, e Jenny viene rispedita violentemente indietro: ho avuto l’impressione di sentire proprio qualcosa che crolla in lei, qualcosa che si disfa e si accartoccia. Come se attraverso la terapia e il tempo che è passato Jenny avesse costruito un muro che però non è ancora al massimo della sua stabilità: il cemento non si è ancora asciugato del tutto, e quindi il muro vacilla e minaccia di crollare alla prima scossa di terremoto.
“Poi Jenny lo mise a fuoco, rinvenendo negli occhi di lui un dolore intenso, un dolore che il tempo non aveva attenuato. Ritrovarlo fu lacerante e lei, incapace di sopportarne il peso, cercò scampo voltandosi. Boccheggiò in trappola quando si ritrovò di nuovo faccia a faccia con la foto. Rivisse in un secondo quella maledetta sera, l’odore di David le intrise le narici, la sua risata le risuonò nelle orecchie e quando una mano si posò sulla sua spalla si volse con un sussulto, soffocando un grido. Nonostante il panico che le offuscava lo sguardo, scorse Philip ritrarre subito il braccio.”. Qui il panico continua. È evidente, il muro non smette di traballare sotto la scossa di terremoto, soprattutto perché di terremoto se ne aggiunge un altro, quello dovuto al dolore di Philip che si ritrova davanti all’improvviso. Ma è già chiaro qui che, per quanto il terremoto sia violento e squassante, il muro è destinato a rimanere in piedi, anche se un po’ ammaccato. Lo si capisce perché ci sono alcuni piccoli segnali: segnali che portano Jenny a riconoscere Philip nonostante il momento di sconvolgimento intenso. Lo mette a fuoco, riesce a mantenere la lucidità sufficiente sia per riconoscere lui che per riconoscere il suo dolore. Questo è indicativo, credo che fino a poco tempo prima non sarebbe successo e, in Jenny, si sarebbe sfasciato tutto.
Il ricordo di David, di quella notte, non è certo meno sconvolgente, quello la turba esattamente come l’ha sempre turbata, la fa soffrire esattamente come prima (trovandovisi di fronte materialmente), ma è chiaramente altro a essere cambiato. Perché c’è una nuova consapevolezza, sotto a tutto ciò, sotto a questo dolore lacerante e sotto a questo trauma che è ancora lontano dall’essere superato nella sua interezza. È come se, in fondo al buio ancora causato da questo terribile ricordo, ci fosse una piccola luce alla quale Jenny può permettersi di aggrapparsi, quella luce che altri non è che Philip. Mi piace accostare il momento in cui Jenny si trova di fronte alla foto di David con l’immagine di qualcuno che preme sull’interruttore della sua mente spegnendo la luce, all’improvviso. Jenny non se l’aspetta, e con il buio arriva anche un senso di smarrimento, di panico. Jenny si ritrova all’improvviso a brancolare come non le succedeva da tanto tempo. Semplicemente, non sa dove andare, non sa cosa debba cercare, non sa forse nemmeno che cosa l’aspetti. Forse, non sa nemmeno più a quale Jenny dare retta, non sa più quale sia la Jenny-dominante.
Poi, però: “E finalmente Philip, quando lei ormai non ci sperava più, la circondò con le braccia e la strinse a sé. Il viso sprofondato contro la sua felpa, nel suo calore e nel suo odore, provò dopo tanto tempo un sollievo immenso.”. Ecco quel fascio di luce che le permette di rasserenarsi, di capire nuovamente dove si trovi, di ricongiungersi non solo con quella stessa luce che Philip rappresenta, ma anche con la se stessa dalla quale si era scissa nel momento in cui l’interruttore è stato abbassato. Credo che in questo momento Jenny abbia rincontrato quella pace, non solo il sollievo, che non provava e non ricordava nemmeno più da tanto tempo. Potremmo dire che, nell’abbraccio di Philip, Jenny non solo riconosce finalmente quest’ultimo al cento percento, ma riesce anche a ricongiungere tutte le Jenny che è stata in un’unica, vera Jenny? Potremmo dire che in questo abbraccio, in questo attimo di pace, ci sia il vero punto di ricongiungimento tra i due e, allo stesso tempo, il ricongiungimento di ognuno dei due con se stesso? Come se in questo abbraccio si ricostituisse quella dimensione che hanno perso entrambi dove esiste tutto di loro: quello che erano un tempo, il dolore che ha finito per dividerli e anche quello che potrebbero essere in futuro. Un mondo intero in un abbraccio, potremmo dire.
Dopo aver spremuto Jenny fino all'ultima goccia, sarà anche ora di passare ai “Punti-Philip”. Dato che, però, in questo capitolo mi è parso che Philip si muovesse per fasi, aggiungiamoci anche questo ;).
Punto Philip-1: “Tu sei più al corrente di me di ciò che fa!”. Fase 1: “rabbia-risentimento”.
Qui Philip sbotta proprio, questa frase quasi gli scappa senza neanche pensarci e penso che sia un segnale dello schifo che s’è sentito dentro e che continua a sentirsi dentro da un pezzo che ora, forse, non riesce più a essere contenuto e inizia a fuoriuscire. Qui ci sono rabbia e risentimento che Philip indirizza verso Mark perché lui ormai sembra avere con Jenny una confidenza che Philip si sogna, una vicinanza e una complicità che non gli appartengono più. Ma poi sarà vero che Philip ce l’ha così tanto con Mark, per questo? Non sarà invece una delle tante cose per cui ce l’ha con se stesso, perché ha permesso che avvenisse? Non è che questo gli appare un altro fallimento messo in atto da lui stesso, al quale ora non sa come rimediare?
Punto Philip-2: “Strinse gli occhi, deglutì e si sforzò di ricacciare il ricordo di ciò a cui aveva appena assistito, che lo feriva in qualche angolo del petto.”. Qui ci sono le ultime parole della frase che mi portano a denominare “Confusione” la Fase 2: “In qualche angolo del petto.”.
Sembra quasi che Philip, questo dolore pungente e feroce, non riesca a localizzarlo appieno. Sa che è lì, e non può nemmeno ignorarlo come vorrebbe (ma come comincia a non cercare di fare), ma non gli trova una collocazione precisa. E forse questo rende peggiore questo dolore, perché non solo anche questo avviene per colpa sua (se Jenny è libera di essere avvicinata da qualcun altro, è perché lui l’ha lasciata), ma lui non è nemmeno in grado di dargli una definizione precisa e, quindi, di affrontarlo risistemando le cose. Più avanti, sempre a proposito di questa fase: “Callaghan alzò gli occhi, poi li riabbassò senza rispondere. Non lo sapeva neppure lui cosa voleva in realtà. Forse il suo desiderio più grande non era quello di portare Jenny alla festa quanto piuttosto quello di non essere lì, di non vederla frequentare Gentile ogni santo giorno. Forse era questo ciò che voleva.”. Forse, però. Non se ne sente sicuro nemmeno lui e ho l’impressione che senta di non aver ancora afferrato il nocciolo della questione (come invece accadrà nella prossima fase). Questa sua inettitudine lo fa soffrire ancora di più, accresce la sensazione del fallimento in lui. Nonostante ormai sia chiaro che non può dimenticarsi di lei, c’è qualcosa di Jenny che gli sfugge, ma anche qualcosa di se stesso che gli sfugge, perché non riesce a darsi una risposta chiara né a proposito di lei, né di ciò che lui stesso vuole.
Punto Philip-3. Fase 3: “Illuminazione-consapevolezza”.
Questa frase parla da sé: “Non era solo il fatto che Jenny quella sera fosse splendida. C’era anche il fatto che l’amava. Più la guardava e più si rendeva conto che era inutile continuare a intestardirsi sulla convinzione che prima o poi l’avrebbe dimenticata.”. Qui è come se scattasse qualcosa nella mente di Philip. Tutto ciò che fino ad adesso è stato confuso e annebbiato, improvvisamente prende i suoi contorni definiti, come se qualcosa che la mente di Philip stava già elaborando da tempo, improvvisamente si fosse concretizzato sotto i suoi occhi in forma tangibile. Philip ama Jenny, questa consapevolezza è così ovvia e tagliente che ormai è impossibile ignorarla. Si tratta sicuramente di una consapevolezza dolorosa, ma non sarà anche liberatoria, in parte? Come se Philip fosse riuscito, finalmente, a sciogliere una parte della matassa infernale che gli alberga nella testa e, sotto questo aspetto, fosse riuscito comunque a liberarsi di un peso, quello di non capirci niente. Ora, almeno, ha individuato qual è il punto, qual è il vero problema. Ce l’ha sotto gli occhi e non può più sfuggirvi. E anche se questo,da un certo punto di vista, può atterrirlo di più, dall’altro credo che però lo sollevi: almeno, finalmente, c’è qualcosa di chiaro.
Più avanti incontriamo questa frase: “McFay si era divertito a suo piacimento e l’aveva passata liscia. Forse aveva persino dimenticato ciò che aveva fatto a Jenny, mentre lei avrebbe dovuto convivere con quel terribile ricordo per tutta la vita.”. Qui, non ho dubbi, Philip si è munito di forbici e si è messo a tagliuzzare la famosa matassa che gli alberga in testa. Quello che la sua mente ha elaborato l’ha portato a scontrarsi con quello che è ed è sempre stato il centro esatto del suo allontanamento da Jenny e a sradicarlo una volta per tutte nell’unico modo possibile. E nell’unico modo “sano”, aggiungerei. Dunque questo potrebbe essere un primo segnale che la mente di Philip sta iniziando ad auto-risanarsi e a reagire? La prima consapevolezza che è nata in lui (quella di amare Jenny) ha azionato una reazione a catena che l’ha portato, in brevissimo tempo, a realizzarne un’altra, ovvero: “Philip non poteva continuare in eterno a cancellare il pensiero di David, a far finta che non fosse mai esistito. Non poteva continuare ad addossarsi la colpa di non aver protetto Jenny. Non era lui ad aver sbagliato, era stato David a prendersi con la forza ciò che non avrebbe dovuto neppure toccare.”. Non è sua la colpa di quello che è successo a Jenny, è stato un altro a farle del male e quel qualcun altro è David, che ha rovinato la vita a entrambi con la sua violenza. Philip inizia finalmente a reagire, e il punto di inizio è stato proprio il rendersi conto in totale consapevolezza, di amare ancora Jenny.
Facciamo quindi conto che anche Philip abbia nella mente un interruttore, come Jenny. Generalmente quest’ultima, nella mente, ha la luce accesa, la quale s’è spenta improvvisamente soltanto trovandosi di fronte alla fotografia di David, mentre Philip, dopo Kyoto, è sempre rimasto al buio. Da quando ha rivisto Jenny a Torino è come se una mano che lui non può controllare avesse cominciato a accendere e spegnere la luce a intermittenza, a tradimento, confondendolo ancora di più sia su di lei che su se stesso. Ora, però, per la prima volta, questa luce è rimasta accesa per un certo tempo, permettendogli di vedere e iniziare a esaminare l’ambiente che ha intorno. Ora, anche quando la luce torna a spegnersi e lo fa ripiombare nella sua oscurità, Philip ha avuto il tempo di guardarsi intorno e scorgere alcuni particolari dell’ambiente che lo circonda. Particolari che ora, anche al buio, può permettersi di memorizzare, analizzare, elaborare, arrivando così a trarre le sue conclusioni. Anche dovendo tornare a muoversi al buio, Philip si è impresso nella memoria un determinato ambiente, quello in cui la sua mente è piombata dopo l’esperienza di Jenny e, ora, gli sarà possibile muovervisi dentro anche con il buio, anche se con una certa difficoltà ovviamente, perché avrà modo, per lo meno, di andare a tentoni.
Un’altra cosa che mi ha colpita molto è il fatto che Philip si fissi molto su ciò che David ha fatto a Jenny: sul male che le ha fatto, sul modo in cui ha profanato il suo “tesoro prezioso”. È chiaro che Philip non soffre soltanto perché la loro relazione è andata in fumo, ma anche e soprattutto perché Jenny ha sofferto, perché Jenny ha subito un’esperienza terribile che le ha distrutto la vita e lui, questo, non è mai riuscito ad accettarlo.
Punto Philip-4: “A Philip bastò guardarla in viso per ritrovarsi sommerso da una sofferenza insostenibile. Saltò giù dallo sgabello così di colpo che quello ondeggiò e per poco non cadde.”. Quarta fase: “Scossa”.
Per la prima volta dopo tanto tempo, qui Philip finalmente si muove. Non solo. Dopo tanto tempo, per la prima volta, Philip non indietreggia davanti al dolore di Jenny e, anzi, le va incontro e lo affronta. E questo suo muoversi è improvviso, istintivo, naturale, addirittura traboccante. Penso che Philip abbia agito senza stare a pensarci su, credo che l’abbia fatto proprio d’istinto, che sia stato il suo istinto di protezione nei confronti di Jenny a smuoverlo. Ma come mai, proprio ora che la sua mente si è attivata e ha fatto luce su alcuni punti fondamentali, è riuscito a darsi questa scossa? Come mai, finalmente, si muove verso Jenny, quando finora non ci era riuscito? Forse realizzare quella verità fondamentale, e quindi che è a David che deve addossare l’unica vera colpa di quanto accaduto, l’ha fatto sentire, all’improvviso e inconsciamente, non più così indegno di Jenny? Perché se lui aveva finito per allontanarsi sempre più da lei, spinto dal senso di inadeguatezza che lo tormentava, ora che ha dato un taglio netto a una parte della matassa, quello che lo riavvicina a Jenny è proprio un nuovo e improvviso riconoscimento di se stesso? Insomma, nella testa di Philip, forse, si è accesa la luce per la seconda volta.
A differenza dei precedenti, in questo capitolo non ho molto da dire a proposito di Mark, se non che, anche in questo caso, mi ha fatto troppo sganasciare … ma quanto è sfigato!! Certo che gli ci mancava soltanto Daisy la psicopatica.
Concludiamo dunque la recensione con la nostra rubrica migliore … ormai la conosci, no? Non vogliamo certo farcela mancare *_*.
Cito questa frase: “Vedere come si evitavano gli faceva venire il nervoso.”. Facciamo un attimo il punto del perché Benji si sta interessando a Jenny e Philip: perché c’ha l’indole da portinaio? Perché a cercare di capirci qualcosa in questa situazione c'è anche Mark e, quindi, non esiste che sia quest’ultimo a sbloccare il tutto? Perché s’annoia e deve trovarsi qualcosa da fare? Ehm, mi sa che questa domanda implica di tornare indietro alla prima: è un portinaio!
Comunque mi è piaciuto molto come hai inserito Benji in questo capitolo (strano, no?;) … mi è piaciuto il modo in cui agisce per smuovere sia Philip che Jenny, anche se trovo significativo il fatto che con quest’ultima parli apertamente, mentre con Philip no. Con lui si limita a un contatto molto più terra-terra: infatti al massimo gli ordina una birra. Non sarà che ha capito che Jenny sta un pezzo più avanti, mentre con Philip siamo ancora ai sottotitoli? E quindi si approccia all’una e all’altro in modo diverso: ha capito che parlare direttamente con Philip, ancora, sarebbe totalmente inutile, non caverebbe fuori niente né quest’ultimo si smuoverebbe per questo. Con Jenny invece può permettersi di creare un dialogo un po’ più elaborato, e se arriva addirittura a dirle che lei e Philip avevano ragione sul discorso di quella volta a Shintoku, vuol dire che ”vedere come si evitano” gli dà veramente sui nervi. |