NON DIRE CHE è ORRENDA O TI UCCIDO,CACCHIO!!(?)
MA COME FAI A DIRE CHE è ORRENDO?
e' UNA MERAVIGLIA *w*
allora...
Ma l'ho mai detto che amo Apollo??
Dio santo è così....aaaaah *www*
Nina ti invidio da morire!!!
Apollo *wwww*
Allora........vediamo...
Nina ha brutti rapporti col fuoco,vero?
E'....quando Apollo parlava delle fiamme lei si è...non lo so...l'ho sentita strana...sarà un'impressione.
Comunque..
Oh Dèi bellissimo capitolo!
Che meraviglia.
Parto con la recensione! (Y)
<<«Piacere, Nina. Io sono Apollo.»
Pronunciò quelle parole sorridendo, come solo lui sapeva fare. Sì, lo ammetto: sotto il letto ho un diario con tutte le foto che sono riuscita a fargli di nascosto. Non sono molte, ma abbastanza da sbavarci sopra per bene.
Sorrisi, non sapendo che pesci pigliare.
«Allora, Ninetta, da quant’è che sei qui su?» disse, senza smettere di sorridere.
Ninetta, mi aveva chiamata Ninetta! Odio quando la gente mi chiama Ninetta. Mi fa sentire così … piccola. Beh, in confronto a lui, però, piccola lo ero davvero.
«Uh, qualche mese. Non so, è difficile tenere il conto, qui. È tutto diverso.»
Lui sorrise, allontanandosi un pochino, grazie agli Dèi. Tutta quella vicinanza non faceva altro che mandarmi in iperventilazione.
Si sedette sull’erba, contemplando il lago. In quel momento, i suoi occhi ricordavano il colore del mare alle prime luci del mattino.
Sorrisi, spostando il peso da un piede all’altro, a disagio. E ora?
Lui mi guardò negli occhi, battendo la mano accanto a lui.
«Guarda che puoi anche sederti. Non mordo mica.» disse, accennando una risata, evidentemente divertito dalla mia timidezza.
«Se prometti di non mordere, allora …» risposi, avvicinandomi e mettendomi a sedere accanto a lui. Profumava di aghi di pino. Mi piaceva quell’odore. Mi ricordava il bosco vicino alla casa di mia madre, dove andavo a nascondermi ogni volta che lei cercava farmi fare i compiti. Uh, troppi ricordi. E non tutti piacevoli, purtroppo.
Il silenzio che si prolungò tra di noi si stava facendo decisamente opprimente.
«Com’è essere un Dio?» buttai lì, tanto per iniziare una conversazione.
«Oh, è una gran figata! Beh, a parte tutta la scocciatura dei compiti divini e il fatto che ogni volta che incontri qualcuno di interessante, sparisce troppo in fretta, come la fiamma di una candela esposta al vento. Tremola un pochino, e poi, puff, sparita, come se non fosse mai esistita.»
Fiamma. Fiammella. Fuoco.
Scossi la testa, per non perdermi nuovamente nei ricordi.
«Non ti facevo così profondo.» dissi, facendo una smorfia divertita. Giusto per fargli capire che non dicevo sul serio. Non si sa mai, con gli Déi. Potrebbero trasformarti in ragno solo perché li hai battuti ad una gara di tessitura. Ehm, ogni riferimento a fatti e avvenimenti realmente accaduti è puramente casuale, ovviamente.
«Sono un tipo dalle mille risorse, non lo sai?» rise. Aveva una bellissima risata. Era cristallina, priva delle incrinature causate dalla paura e dal dolore. Anche la mia era così. Prima di quella notte …
«E soprattutto, dalle mille qualità» disse, continuando a ridere.
«Già, e immagino che la modestia sia una di quelle, se non la principale, eh?» dissi. Pian piano, iniziavo a sciogliermi. Parlare con lui era così semplice … per un momento mi dimenticai della mia supercotta per lui, iniziando a vederlo sotto una luce diversa, sotto la luce del semplice amico. Inutile dire che il momento passò in un attimo quando si voltò a guardarmi, con i suoi occhi di un colore indefinito, stavolta tendente all’oro.
«Ovvio. Non esiste persona più modesta di me, in questo mondo. E nemmeno negli altri, se è per questo.» disse, ghignando divertito.
Sicuramente, sei il più bello. Ma questo non lo dissi.
Alzò gli occhi al cielo, con il sorriso perennemente stampato sulle labbra.
Il mio cuore mi diceva di avvicinarmi e poggiargli il capo sul petto, e restare così, immobili, per l’eternità. Fortunatamente, il mio corpo e la mia mente non diedero ascolto a quest’assurda idea.
«No, hai ragione, non vedo come possa esistere una persona del genere. Voglio dire, più modesti di te si muore!» dissi, accennando una risata, che si spense quasi subito quando vidi un’ombra passare nei suoi occhi, e i muscoli della mascella indurirsi. Evidentemente, non gli era piaciuta la mia battuta.
Abbassai lo sguardo, iniziando a giocherellare con una ciocca di capelli, senza parlare.
Ecco, avevo immediatamente perso tutta la scioltezza acquisita fino ad un secondo fa.
Lui si voltò, sorridendo.
«Però, certo che sei timida forte tu, eh? Su con l’autostima! Te lo dice l’esperto in materia.» mi disse, scoppiando a ridere.
Io arrossii fino alla radice dei capelli. Forse anche un po’ più in su.
Non sapevo proprio come comportarmi con lui. Un secondo prima ride, un secondo dopo diventa serio, e un secondo dopo ancora torna a ridere più di prima. Forse andava a secondi alterni.
Abbozzai un sorriso, continuando a concentrarmi sulle sue converse.
Un momento. L’avevo notato solo ora, ma indossava delle scarpe identiche alle mie. Perfettamente,identiche. Erano anche queste nere con i teschi. Solo che i suoi, anziché fucsia erano verde acido. Come la maglietta a mezze maniche che indossava, e che lasciava scoperte le sue braccia muscolose …
Okay, meglio distrarsi. Gli ormoni iniziavano a correre a tutto spiano.
Apollo si alzò in piedi, stiracchiandosi, per poi voltarsi verso di me e lasciarmi senza fiato con uno dei suoi meravigliosi sorrisi. Beh, quelli di Jason erano tutti un’altra cosa.
Oh no. Come potevo pensare al figlio di Ade in un momento simile? Cavolo, stavo finalmente parlando (beh, si fa per dire) con Apollo, cioè, Apollo, non so se mi spiego, e pensavo a Jason. La cosa iniziava a preoccuparmi, e anche parecchio, direi.
«Ninetta, che ne dici di fare un giro per l’Olimpo? Odio stare fermo.» disse. E senza aspettare risposta, mi prese per mano e mi tirò in piedi, iniziando ad incamminarsi.
Grazie, è un vero piacere sapere che la gente tiene conto della mia opinione, pensai, affrettandomi a raggiungerlo.
Apollo camminava tranquillamente, e soprattutto, normalmente. Niente ondeggiamenti del corpo stile “superbullo”. Camminava come un ragazzo normale, al contrario di Jas … no. No, Nina, no. Non pensare al figlio di Ade. Ecco, ci hai appena pensato.
Lo raggiunsi, saltellando. Ormai lo facevo più che per abitudine, che per altro. Lo so, sembravo una buffa imitazione di Heidi, ma che volete farci. Il lupo perde il pelo, ma non il vizio.
Camminammo per un po’, alternando momenti di chiacchiere, perlopiù superficiali, a momenti di imbarazzante silenzio. Beh, non avevo nessuna intenzione di lamentarmi, comunque.
Ad un tratto, Apollo si fermò, voltandosi a guardarmi. Stavolta però sembrava dispiaciuto. O forse era solo una mia impressione, probabilmente.
«Ninetta, è stato un piacere conoscerti. Spero che ci rivedremo, un giorno o l’altro.» senza aggiungere altro, mi fece l’occhiolino e sparì, in un lampo dorato, lasciandomi con un “ciao” ancora appeso alla punta della lingua.>>
Okaaaay.
Qui:
-A momenti entravo nel piccì e salatavo addosso ad Apollo(?)
-mi sono scassata dalle risate hahahahahha!
Cioè quell'uomo...quel DIO,è così...così......aaaaaah *w* è così..ajhsjcnkanvksmdnvd...non ho parole!! ç______ç lo amo mia cara!
Bhè...spero che la rec ti sia piaciuta :'3
Baci.
Thalia_Socia_Grace |