UAAAAAH UAAAAAAAAAAHHH!!
Che meravigliaaa!!
O Poseidone s'accolla! *romano mode:ON*
Comunque...
bel capitolo,oh!
Complimenti è bellissimo!
Apollo **
Pure io mi voglio sdraiare sul lettino con lui (ehehehehe)
çwwwç
Apollo **
Parto con la recensione va
CITAZIONI PREFERITE.
<<25 novembre.
Che giorno terribile.
Ho sempre odiato questa data.
In questo giorno, puntualmente, succede qualcosa di male.
E nemmeno stavolta sono stata risparmiata.
***
Posai la rivista sul comodino, sbuffando.
Ero stesa sul letto a pancia in giù, e stavo cercando in tutti i modi possibili e immaginabili di ingannare il tempo.
Operazione altamente inutile.
Apollo mi aveva promesso che sarebbe venuto a trovarmi, ma ancora non si era fatto vivo.
Mi rigirai di schiena, pensando a quanto era strano pensare il dio della Musica come il mio fidanzato. Avevo passato la maggior parte della mia vita a pensare che non mi sarei mai trovata un ragazzo, ed ora stavo perfino con un Dio.
Un sorriso involontario si disegnò sulla mia guancia.
Sarà anche strano, ma questa situazione mi piace. Eccome se mi piace! Pensai,senza smettere di sorridere, felice.
Mi stiracchiai, alzandomi in piedi, alla ricerca di qualcos’altro da fare.
Le riviste di Gossip di Sophie non facevano per me.
Iniziai a fare avanti e indietro per la stanza, ripensando al fatto che io e Earine non ci eravamo ancora rappacificate, nonostante l’incoraggiamento di mio padre.
Mi fermai, incrociando le braccia dietro la schiena, e guardando fuori dalla finestra.
Una serie di colpi alla porta mi riscosse dai miei pensieri.
Mi catapultai ad aprire, ritrovandomi davanti Apollo. Il mio, Apollo.
«Buongiorno, Ninetta!» mi disse, abbracciandomi.
Io sorrisi, dandogli un veloce bacio sulle labbra.
Quando ero con lui, il cuore mi si riempiva di gioia.
Lo feci entrare, senza lasciare nemmeno per un secondo la sua mano.
Ci accomodammo sul letto, come facevamo sempre. Lui steso, e io accoccolata accanto a lui.
«Come stai?» gli chiesi, accarezzandogli lo zigomo.
«Uh, credo di non potermi lamentare. E tu?» mi disse, voltandosi verso di me e sorridendo.
«Bene.» buttai lì.
Restammo in silenzio per un po’, abbracciati l’uno all’altra, fino a che Apollo non sembrò risvegliarsi dai suoi pensieri.
«Che ne dici di andare un po’ in giro? Non mi va di restare chiuso in casa, oggi.»
Mi disse, mettendosi a sedere.
Io inarcai il sopracciglio, ma con un’alzata di spalle acconsentii.
Non potevo resistere a quella faccia da cucciolo che tirava fuori ogni volta che voleva qualcosa.
Uscimmo di casa e iniziammo a camminare, mano nella mano.
Fuori il tempo era sereno, e non faceva nemmeno eccessivamente freddo.
Sorrisi, grata di questo.
Non avevamo una meta precisa, camminavamo, semplicemente.
Sorrisi, pensando che solo una settimana prima questo accadeva solo nei miei sogni più impossibili, mentre ora … beh, ora era la realtà.
Lanciai un’occhiata ad Apollo, che stava ancora blaterando su quanto gli Haiku fossero un invenzione fantastica.
Sospirai. Erano giorni che non faceva altro che recitare Haiku su Haiku, ed erano tutti orrendi, tra l’altro.
Ma ovviamente, mi astenevo dal dirglielo.
Ero immersa nei miei pensieri, quando Apollo si fermò di colpo.
Lo fissai, curiosa. E ora? Si era accorto che avevo spento il cervello mentre parlava degli Haiku?
Lui sorrise, accarezzandomi la guancia.
Rabbrividii, ma se dal freddo o dalla felicità, non so dirlo. Era più probabile la seconda, in ogni caso.
Sorrisi, senza sapere bene cosa fare.
Lui si chinò su di me, dandomi un dolce bacio sulle labbra.
In quel momento ero al culmine della felicità.
Peccato che non durò più di tanto.
«Nina!» la voce di mio padre ci fece sobbalzare.
Mi staccai da lui, voltandomi verso Poseidone.
Oh cavolo.
Apollo indurì la mascella, teso.
«Ehm … papà!» balbettai, non sapendo bene cosa dire.
Poseidone mi fulminò con un’occhiata di fuoco. Sperai solo che non trasformasse nessuno dei due in un merluzzo.
«Ninetta, allontanati immediatamente da lui. Sei troppo piccola.»
Ninetta? Piccola?
Lo fissai incredula. Okay che in confronto a lui ero piccola, ma non lo ero per i canoni degli umani!
Apollo scosse la testa, incredulo quasi quanto me.
«Lei non è piccola, Poseidone. E può fare quello che vuole.»
«No che non lo può fare! E tu lasciala stare, Apollo. Non puoi stare con lei.»
«Smettetela di parlare di me come se fossi invisibile! Ci sono anche io qui, non so se ve ne siete accorti.» sbottai, infastidita dalle parole di mio padre.
Perché io e Apollo non potevamo stare insieme? Che c’era di sbagliato?
Era questo che non riuscivo proprio a capire.
Apollo mi lanciò un’occhiata di traverso, allontanandomi con un braccio, per poi tornare a guardare mio padre, con il mento alzato in segno di sfida.
Osservai i due Déi che mi si trovavano davanti, incredula.
Mio padre guardò con astio Apollo, per poi tornare a posare i suoi occhi su di me.
«Nina, te lo ripeto. Non puoi stare con lui. È un Dio, e tu sei troppo piccola. Ti proibisco di frequentarlo ancora!» mi disse.
Strinsi i pugni, cercando invano di incenerirlo con lo sguardo.
«Tu non sei mia madre.» borbottai, con gli occhi che si riempivano di lacrime.
Non era giusto!
Apollo mi si avvicinò e mi cinse le spalle con un braccio.
Poseidone si avvicinò pericolosamente, lanciando lampi dagli occhi. A quanto pare, non gli piaceva molto che si ignorassero le sue parole.
«Infatti, Nina, sono tuo padre, e come tale ti ordino di lasciar perdere Apollo. E in quanto a te,» disse, voltando la testa verso il ragazzo «Dopo dovremo fare un bel discorsetto per quanto riguarda il fidanzarsi con mia figlia senza dirmi nulla!»
Poi mi prese per mano, trascinandomi letteralmente via.
Provai a ribellarmi, ma invano. Era decisamente troppo forte.>>
Questa parte è bellissima **
Apollo è qualcosa di troppo figo.
Poseidone è un qualcosa di dolciosissimo **
Complimenti bellissimo capitolo!
Baci.
-Thals
P.S: nn vedo l'ora di leggere il 13 *wwww* |