Se c'era una cosa che Kenma odiava, in segreto, di Kuroo era la sua insistenza.
A lui non interessava minimamente giocare a pallavolo, ma l'altro sembrava non volerlo capire: era più cocciuto di un mulo.

"Kogami..."
Lo chiamava più e più volte, nel buio e nella notte, ma il ragazzo non arrivava mai.
Era arrivata al punto di sentire la sua voce ed immaginarlo lì con lei, mentre faceva il proprio dovero di Ispettrice, sempre pronto a darle consigli o ripeterle cose che aveva detto in passato.
Infestava i suoi sogni e non se ne andava mai: ormai era una parte integrante di Akane, non c'era nulla da fare.

"Vladimir... Quando la
smetterai di fare così?" chiese Elizaveta con voce tremolante, mentre dei brividi le attraversavano la schiena.
"Chi ti dice che voglio smettere?" soffiò contro la spalla destra, che stava tormentando in quel momento. Sentiva chiaramente i brividi che la attraversano e il fatto che fossero di terrore, lo esaltavano come poche cose.

"Iwaaaa-chan, credo di aver preso una storta" l'allenamento era appena finito e Tooru assieme a Hajime erano ancora in palestra. Gli altri erano già rientrati negli spogliatoi per cambiarsi, mentre il capitano era ancora seduto sulla panchina a bere.
"Se pensi che ti porterò a casa in spalla ti sbagli di grosso, Shittykawa" il vice capitano fissava il compagno accigliato, prima di andare a prendere un pallone, poco distante da lui.
"Iwa-chaaaaan, sei proprio ingiusto!" vedendolo con il pallone in mano, appoggiò la borraccia sulla panchina, coprendosi istintivamente il volto. "Non vorrai mica colpirmi! Ho male seriamente!" si lamentò, fissandolo con un espressione quasi da cane bastonato.
"Non credere di impietosirmi così, Shittykawa! Ti conosco troppo bene per capire quando mi stai prendendo in giro." il cipiglio arrabbiato era sempre presente sul volto del compagno, che invece di colpirlo in testa, lanciò il pallone nel cesto. "Alzati e andiamo. Non ho intenzione di perdere altro tempo."

"Esci con me, Asahi-san."

"Vediamo... Che ne dici di fare un compromesso?" la mano destra andò ad accarezzare il volto del fidanzato, con fare lascivo.
"Compromesso...? Di che tipo?" da una parte era interessato, ma dall'altra non sapeva esattamente cosa aspettarsi.
"Ora io ti rispiego tutto: controlli i passaggi che hai fatto e dove capisci di aver sbagliato, correggerai; se alla fine sarà tutto giusto, ti darò un premio."

"Bell'addormentato, è ora di svegliarsi." sussurrò, mordicchiandogli lievemente il lobo.
"Mh... Ancora cinque minuti, Yuuki." la voce ancora assonnata del compagno giunse ovattata all'ex capitano, dato che l'altro aveva la testa affondata nel cuscino.
"Abbiamo molte cose da fare: non puoi dormire ancora." e proprio come una madre con il figlio capriccioso che non vuole andare a scuola, scostò coperta e lenzuolo, scoprendo il corpo nudo del compagno, eccezione fatta per i boxer che indossava.
"Sei inumano, Tetsu! Come fai ad essere così sveglio dopo una nottata simile?"

"Non ce l'hai con noi, Nao? Volevi andare al Koshien, ma non ti ci abbiamo portato... Eppure eravamo a un soffio dalla vittoria." Umemiya si sentiva a dir poco frustrato: non aveva mai dimenticato ciò che aveva detto il compagno dopo l'incidente, quando era ancora in ospedale e mai lo avrebbe fatto. C'era pure da dire che avevano ancora il torneo estivo per rifarsi: poi più nulla, a meno che non avrebbero frequentato tutti la stessa università, come era successo con le superiori...

"In qualsiasi posto mi porterai, andrà comunque bene, Sawamura... Potrei sapere il motivo di questa richiesta?" ormai lo voleva sapere: per quanto tempo voleva nasconderglielo ancora?
"Non voglio dirtelo ora: non prendertela senpai, ma ho già studiato il momento adatto per farlo; abbi solo ancora un po' di pazienza."

C'era un motivo ben preciso per cui non riusciva mai a fare pulizia lì: per quanto potessero essere pieni di significato e ricordi dolorosi... Non riusciva mai a disfarsi di quelle cose: erano parte integrante della sua vita, della sua storia di Nazione; cancellarli, bruciarli o buttarli via avrebbe significato cancellare una fetta importante di storia.

Makoto entrò e lo osservó: sembrava davvero distrutto. "Sono il capitano e come tale, mi preoccupo: ma sarebbe così anche se non lo fossi." oppose Makoto con fare convinto, ma con il suo solito sorriso in volto. "Perchè non provi a parlare con lui?"
Nagisa alzò lo sguardo su di lui. "A quale pro? Si è fidanzato con una ragazza e non è che se io gli dico: guarda, io ti amo, cambierà qualcosa. Mi illuderei solamente."

"Vuoi farmi arrabbiare e farmi usare le maniere forti?" fece una piccola pausa, dove con le dita andò a stringergli forte un capezzolo. “Ti adoro… e adoro ancora di più la tua bocca!” lo urlò: per fortuna la camera era totalmente insonorizzata e gli unici due vampiri lì erano loro in quel momento. "Quindi vedi di accontentarmi per una volta, o te lo farò fare con la forza e non scherzo." si abbassò sulle sue labbra e leccandole sensualmente, chiese. "Allora? Hai cambiato idea?"
Asami sospirò e annuì. "Va bene, fai come desideri... Non ho altre opzioni a quanto pare." normalmente non si sarebbe comportato così, ma quali altre possibilità aveva? Nessuna a quanto sembrava, quindi...
"Quant'è bello quando sei così accondiscendente."
[Storia che partecipa ad “About Sex Challenge” indetta da ManuFury]

"Hai davvero trovato un modo per risolvere il tutto pacificamente? Complimenti Lukas: ora devi solo metterlo in atto." l'uomo che aveva appena parlato era Mathias: nonostante si odiassero, il danese voleva comunque aiutarlo. "Sarà meglio che tu lo faccia al più presto possibile: segui quella luce che vedi, piena dei tuoi sogni, supera i disastri che hai visto e non vacillare; Berwald in tal caso tenterà sicuramente di trarne vantaggio."
"So benissimo che devo darmi una mossa con le contrattazioni, però è difficile con uno come lui: bisogna sempre prestare la massima attenzione."

Lovino odiava perdere: soprattutto se farlo significava doversi sottoporre a qualcosa imposto dal vincitore. Era così da sempre: da quando avevano iniziato a colonizzarlo, fino ad ora, quando semplicemente perdeva delle scommesse.

- Lovino va in vacanza al mare e Antonio è il bagnino.