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Autore: Semplicemente G    17/02/2012    6 recensioni
- Chi dobbiamo arrestare? – si sfregò le mani sulle gambe, in attesa di schizzare fuori dal Distretto. Kate non rispose. Rimase a guardare il foglio davanti a se.
- Beckett? Chi dobbiamo arrestare?!? – domandò impaziente. Lei rimase zitta. Non disse una parola.
- Katie!?!?! Chi dobbiamo arrestare?? -
- Il tuo amicone. – mormorò Kate, cercando di nascondere il sorrisetto sul volto.
One - Shot sui nostri amati Rick e Kate. Spero vi piaccia!! R&R
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alexis Castle, Javier Esposito, Kevin Ryan | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Chi dobbiamo arrestare

 

 

Chi dobbiamo arrestare?

 

 

Scesi dal taxi, ringraziando l’autista. Mi fermai davanti all’edificio, osservandolo per un attimo. Mi avvicinai all’entrata.

- Buon giorno, signorina Alexis. Come sta? –

La guardai mi rivolse un cenno del capo, in segno di saluto. Gli sorrisi.

- Bene, grazie. –

- È venuta a trovare suo padre? – domandò tenendomi la porta aperta.

- Sì. Grazie. Arrivederci. –

L’agente Jonas era molto simpatico, aveva sempre una parola gentile da rivolgere a chiunque. Entrai in ascensore e pigiai un pulsante. Quando le porte si aprirono alcuni agenti che conoscevo di vista. Mi salutarono ed entrai nell’ascensore. Feci qualche passo in avanti, cercando mio padre con lo sguardo. Vidi Ryan ed Esposito seduti, o meglio, stravaccati sulle loro poltrone. Sorrisi tra me. Avanzai ancora. Quando loro mi notarono, mi rivolsero un cenno di saluto e un sorriso. Ricambiai il gesto.

- Ciao, ragazzi. Dove sono papà e Kate?- domandai.

- Ciao, Alexis. In sala relax. – Ryan indicò la stanzetta alla mia destra.

- Non ti conviene entrare. L’ultima volta che li ho interrotti… - Esposito rabbrividì. Dietro le sue spalle, Ryan fece una smorfia disgustata e io arrossii.

- Ok… - mormorai andando a sedermi sulla sedia di mio padre. Kevin venne a chiacchierare con me, mi chiese della scuola, di Ashley… Non credevo che sapessi così tante cose su di me, papà li avrà sicuramente storditi…

- Castle, non cominciare. –

- Ah!! Adesso siamo passati al cognome, Beckett? – esclamò lui. Mi voltai e vidi mio padre e Kate uscire dalla stanzetta, entrambi con due caffè in mano. Kevin si dileguò alla velocità della luce, tornando alla sua postazione.

- Kate, è stato lui, non ci sono dubbi!! –

- Castle, non posso accusare un uomo solo perché ti sta antipatico!! – esclamò lei bevendo poi un sorso dalla sua tazza.

- Kate, non è perché mi sta antipatico. –

Mi voltai verso Ryan e Esposito. Avevo tirato fuori dal nulla un sacchetto di pop – corn e si stavano godendo la scena. Mio padre e Kate si fermarono dietro di me, davanti alla lavagna bianca, riempita di fotografie, indizi e linee del tempo. Kate si voltò per guardare in faccia mio papà.

- Richard, – disse facendo poi una pausa. Sentì Javier dire: “Oh-oh.”. tutti sapevano che quando Beckett chiamava mio padre “Richard”, c’era odore di guai. Lui, infatti, fece un passo indietro. – ti ripeto per la centesima volta: solo perché a quell’uomo non piacciono i tuoi libri, non significa che sia colpevole!! –

Vidi mio padre infervorarsi.

- Ha insultato Nikki Heat!! E ha chiamato il mio lavoro e i miei libri “scempiaggini superficiali”!!!!! – gridò indignato.

- È stato solo un po’ maleducato… - commentò Kate con un gesto di noncuranza. Kate si voltò e mi vidi.

-È solo un grandissimo figlio di… -

- Kate si avvicinò rapidamente a mio padre, posandogli una mano sulla bocca, prima che riuscisse a finire la frase.

- Ciao, Alexis! – mi salutò Kate, lanciando un’occhiataccia a mio padre.

- Ciao, Kate. Padre. Cosa stavi per dire? – domandai guardandolo male. Kate gli spostò la mano dalla bocca, lasciandolo parlare.

- Stavo per dire “grande figlio di puffetta”!! – si giustificò.

- Papà, quando hai visto il film dei Puffi? – gli chiesi stupita.

- Non l’ho guardato! – Papà cercò di trovare una scusa decente. – Ho visto il trailer. –

- Papà, devo installarti di nuovo il Parental Controll sul tuo computer? – lo minacciai.

Kate si voltò verso di lui, con un’espressione interrogativa sul viso.

- Ti spiegò dopo. – disse velocemente all’indirizzo della Detective.

- E va bene!! L’altra notte non riuscivo a dormire e ho guardato i Puffi. C’è qualche problema? –

Kate scoppiò a ridere, si sistemò sulla sua sedia. Mio papà mi fece alzare, rubandomi il posto.

- Cosa ci fai qui, tesoro? – domandò mio padre con un sorriso.

- Ho lasciato Johanna a casa con la nonna. Sono venuta per chiedervi se volevate venire al parco con noi, non appena avete finito di lavorare. – domandai.

- Hai lasciato mia figlia a casa di Martha? – esclama papà guardandomi con gli occhi spalancati. Gli rivolsi un’occhiataccia.

- Zitto, Castle! – lo sgridò Kate. – Non è solo tua figlia. –

Papà le sorrise.

- Grazie, Alexis. Verremmo sicuramente, quindi… - Kate si voltò verso papà, che stava giocando agli autoscontri con il cellulare.

- Castle!! – esclamò lei, facendo sobbalzare papà. Il cellulare gli sfuggì quasi di mano, ma per sua fortuna lo afferrò appena in tempo.

- Dimmi, luce dei miei occhi! –

Sia io che Kate gli tirammo uno schiaffo sul braccio e sulla testa.

- Ora chiamarmi un’altra volta con un nomignolo del genere i ti faccio dormire sul pavimento del bagno. – lo minaccio Kate. Vidi mio padre incrociare gli occhi della Detective, spaventato.

- Certo, tesoro. Non i preoccupare, Katie. Non succederà più. – mormorò guardandola implorante. Kate non rispose, ma si lasciò scappare un sorrisetto. Papà si rilassò, facendomi l’occhiolino.

- Yo, Beckett! Sono arrivati i risultati del DNA! – Esposito raggiunse di corsa la scrivania.

- Cosa dicono? –

- È lui, vero? Dimmi che è quel grandissimo figlio di…. Grande Puffo. – Si bloccò appena in tempo, guardando di sfuggita Kate e me. Esposito lo fissò.

- Seriously? – domandò guardando Kate, senza neanche considerare papà.

- Seriously. – sospirò lei con un sorrisetto. – Allora? Cos’hai scoperto? –

- Il DNA trovato sui vestiti della vittima non appartiene al figlio di Grande Puffo. – scherzò Javier, prendendosi gioco di mio padre.

- COSA?? – gridò Castle. – NON È POSSIBILE!!! –

- Castle, smettila. Non fare scenate. – lo minacciò Kate. Papà si alzò, strappò dalle mani di Javier il fascicolo e cominciò a sfogliarlo freneticamente.

- Non è possibile!!!!!! Esposito, hai controllato ben… - A un’occhiata assassina di Javier si zittì.

- Papà, non prendertela. Venite a casa presto, ok? – dissi rivolta a papà e Kate.

Quando erano nel bel mezzo di un caso, perdevano la cognizione del tempo, e rimanevano fino a notte tarda al Distretto, ma da quando era nata Johanna tornavano a casa a pranzo e staccavano tutti i giorni alle 17.30. A volte, quando non c’erano casi importanti da svolgere, papà tornava a casa per passare più tempo con Jo. Spesso, quando il Capitano non c’era, papà portava anche Jo al Distretto per passare tempo con la mamma. Faceva sedere la bimba sulla sua sedia, mentre Kate compilava i rapporti. La mia sorellina la guardava in silenzio, curiosa, sbattendo i pugnetti sulla scrivania. Era dolcissima…

- Certo. Non ti preoccupare. Lex, che pappetta le hai dato? – mi chiese preoccupata. – Non alla banana, vero? L’ha mangiata ieri. –

Non ero ancora abituata a vedere Kate nelle vesti di mamma premurosa. Lei era sempre stata un modello da seguire, una donna forte che non si lasciava abbattere da nulla.

- No, no. Non ti preoccupare. Ho visto la tabella sul frigo. Le ho dato la mela gratinata per merenda. –

- Perfetto, grazie, Alexis. – mi mormorò con gratitudine. Le volevo un gran bene, un affetto che era aumentato ancor di più da quando lei e papà si erano sposati.

- Figurati. Jo è stata un amore. Come sempre. Abbiamo giocato con la nonne con le costruzioni e poi fatto il riposino. – elencai.

Jo aveva gli stessi occhi di papà, azzurri e profondi, come i miei, ma per il resto era identica a Kate. La stessa vivacità e curiosità di scoprire cose nuove, la testardaggine…

Era però una gran dormigliona, esattamente come papà.

- Beckett, ho i risultati della scientifica. – Ryan arrivò di corsa, fermandosi davanti alla Detective.

- Sì, me lo ha consegnati Esposito. –

- I secondi test. Quelli che hai richiesto sulla macchina del sospetto. –

- Oh, perfetto. –

Kate lesse velocemente il rapporto, nascondendolo all’occhio inquisitorio di mio padre.

- Cosa dice? Beckett? – Papà cercava di sbirciare, ma ad un’occhiataccia della moglie smise di protendersi verso di lei.

- Castle? – lo chiamò poi lei. Rimasi a guardarli in attesa. Ridacchiai nel vedere la faccia impaziente di papà.

- Ti va di fare un arresto? –

- Cosa? – La faccia di papà era impareggiabile.

- Caste, ti ho chiesto se ti fa di fare un arresto. -

Papà balzò in piedi.

- Chi dobbiamo arrestare? – si sfregò le mani sulle gambe, in attesa di schizzare fuori dal Distretto. Kate non rispose. Rimase a guardare il foglio davanti a se.

- Beckett? Chi dobbiamo arrestare?!? – domandò impaziente. Lei rimase zitta. Non disse una parola.

- Katie!?!?! Chi dobbiamo arrestare?? -

- Il tuo amicone. – mormorò Kate, cercando di nascondere il sorrisetto sul volto.

- No?? Davvero? Sei sicura che sia lui che dobbiamo arrestare? – Alzai gli occhi al cielo. Quando papà ci si metteva era insopportabile.

- Sì, Castle. – disse Kate esasperata.

- Il figlio di Grande Puffo? –

- Ma non era figlio di Puffetta? – lo prese in giro Kate. Scoppiai a ridere, vedendo l’espressione sbigottita e attonita di papà. Aveva occhi e bocca completamente spalancati.

- Hanno trovato un riscontro sulle analisi delle tracce di DNA raccolto sulla scena del delitto. Jacobs era lì. –

Papà scoppiò a ridere, più felice che mai. Fu una vera e propria risata malefica. Ryan ed Esposito si guardarono.

Si avvicinò velocemente a Kate, le strappò il fascicolo dalle mani e l’abbracciò. La sollevò da terra, mentre lei gridava:

- CASTLEEEEEE!!!! –

Senza mollarla, le fece fare il giro della scrivania. Quando la rimise per terra le prese il viso tra le mano schioccandole un sonoro bacio sulle labbra. Poi afferrò le chiavi della macchina.

- Forza, Katie!! Ti aspetto in macchina!! Guido io!! –

In pochi secondi era sparito. Tutto il distretto era voltato verso di lei. Kate era arrossita come non mai. Ryan ed Esposito si voltarono a guardarmi.

- Sono sempre così? – domandarono all’unisono.

- Oh, sì! A volte è anche peggio. – commentai.

- Beckett, Katie… - la prese in giro Esposito. – non vai con Ricky? –

Lei, dopo aver ripreso il controllo, la guardò con gli occhi ridotti a fessure.

- Javier caro, tornò a lavoro. Kevinuccio, smettila di ridere. – Li prese in giro con un sorriso malefico sul volto. - Al lavoro!! – gridò rivolta al resto del Distretto.

- Kevinuccio? – domandò il Detective. Ryan si voltò verso di me, con le sopracciglia aggrottate. Io alzai le spalle, non sapendo cosa dire.

- Vieni, Alexis? Ti accompagno a casa. – Kate prese la giacca, il distintivo e la pistola.

- Quando entrammo in ascensore, scoppiammo entrambe a ridere.

- È stato imbarazzante… -

- esclamò Kate. – Non appena trovo tuo padre gli sparo. –

Sapevo che scherzava….

Almeno lo speravo. Quando uscimmo dal Distretto trovammo papà appoggiato alla macchina parcheggiata davanti all’entrata. Indossava gli occhiali da sole e aveva stampata sul volto un’espressione da macho.

- Sei pronta, baby? – domandò. Kate assottigliò lo sguardo, fulminandolo.

- Castle, chiamami così un’altra volta e ti strangolo. Dammi le chiavi dell’auto. – gli disse poi tendendo la mano. Papà sbuffò, lanciandole ciò che voleva. Kate le afferrò al volo e mi fece l’occhiolino, complice.

- Katie? – la chiamò papà. Beckett sbuffò.

- Cosa vuoi, Castle? –

- Mi lasci guidare? Ti prego!! Solo questa volta! – la implorò. Kate si voltò verso di me.

- Tu cosa ne pensi, Alexis? – mi domandò. Incrociai le braccia, guardando papà con uno sguardo critico.

- Io credo, Kate, che dovresti lasciarlo guidare. Solo per questa volta, ovviamente. – proposi. Kate rimase a fissarmi per un attimo.

- Solo per questa volta. – concesse.

- AHHH!! – gridò mio padre. – Alla faccia vostra, ragazzi!! Mi dovete 100$!! – Papà puntò un dito in alto, indicando Ryan ed Esposito, affacciati alla finestra. Io e Kate alzammo gli occhi al cielo contemporaneamente. Non sarebbero mai cambiati. Papà saltellò fino a raggiungere Kate. Ma prima che la raggiunse, lo afferrai per un braccio.

- Best. Daughter. Ever. –

Papà sorrise riconoscente. Poi si avvicinò tremendamente a Kate posandole un bacio sulle labbra.

- Voi non potete immaginare quanto vi amo!! – esclamò. Prese le chiavi dalla mano di Kate. Aprì la porta posteriore della macchina della Detective.

- Milady… - disse invitandomi ad entrare. Mi sedetti, mettendomi comoda e guardai papà che apriva la portiera a Kate. Poi lui salì al posto di guida.

- Andiamo ad arrestare il figlio di Grande Puffo. – disse con enfasi.

Era così melodrammatico che avrebbe potuto recitare insieme alla nonna….

- Castle, non stare a perdere tempo!! Metti in moto e parti!! –

- Kate!! Non è possibile!! Rovini sempre tutto il divertimento! –

- Castle, non fare il bambino!! –

- Kate!! –

- Rick!! –

Sospirai sorridendo.

Non sarebbero mai cambiati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao!!

Dopo tanto tempo sono tornata!!

Spero che vi piaccia questa One - Shot, scritta qualche mese fa...

Kate e Rick sposati sono fantastici... me li sono sempre immaginati così....

Spero che vi faccia divertire almeno quanto mi sono divertita io a scriverla.

Con affetto,

Semplicemente G

 

 

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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della rete televisiva ABC; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. 

 

 

  
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