Io ero la musica. Danzavo sul pentagramma, seguendone le linee austere. Ero il bianco della pagina ed il nero della nota. Ero l'avorio delle ottave e l'ebano delle alterazioni. Io ero la musica.

Volevi davvero smetterla. Smetterla di intossicarti in quel modo, sì!
Diamine, li hai mandati a fanculo almeno un centinaio di volte!
Dovrebbe bastare, no!?
Capitolo chiuso! Loro non esistono più! Punto.
…dunque perché?...
Perché ti importa ancora qualcosa circa la loro presenza al di là di quella fottuta parete così maledettamente troppo-poco-spessa? …
Le loro lingue grondanti di miele artificiale pronte a straripare sul nano bianco è quanto di più disgustoso il tuo cervello possa elaborare.
Quel miele poi…
Saprà talmente tanto di sintetico che persino a lui farà certamente schifo.
E mentre dovrà lottare per reprimere quei conati via via sempre più inconfutabili, tu te ne starai lì, a leccarti come un micetto i frammenti sanguinanti del tuo cuore che tanto si son dilettati a ridurre in brandelli…
Masochistico il tuo gioco.
…Sarebbe il caso di smetterla di starli a sentire. Sul serio.
[Mello-centric // Scritta per la First-Aid Kit Challenge - 3#Cerotti]

Dear Mello...questa era la scritta impressa sul retro dell'oggetto, ormai sbiadita e senza più significato alcuno.

Prima classificata per il concorso 'Il Mostro ed il Mostruoso' indetto da Immaginaria
“Non lo voglio più fare” sono state le prime parole che hai pronunciato quella notte, nel mondo dei sogni. L’unico mondo in cui sfortunatamente potete incontrarvi. Non il solito saluto, non il solito caloroso bacio. Solo quelle cinque, decise parole. [ Pairing: Damien/Pip ]

«Near?»
Chiamò il coniglio d’acqua dolce, drizzando le soffici orecchie aguzze.
Ti osservava già da un po’.
Povera creaturina pelosa; aveva aspettato impaziente per tutto il pomeriggio…
Dovevi riconoscere che chiedergli di continuare ad ignorare la singolare situazione era un po’ troppo, in effetti.
“…….”
Perplesso, ruotò il capo rotondo verso destra sino a sfiorarsi la spalla.
Una delle sue lunghe orecchie color neve ricadde tristemente in avanti.
Attendeva una risposta da parte tua.
Un cenno, una frase, qualsiasi cosa sarebbe andata bene.
Qualsiasi cosa purché confermasse la ragione della sua esistenza.
Come sempre.
Ma tu, quel giorno, eri strano.
Strano.

"Niisan, la medicina!"
Dicembre inoltrato, tanta neve fuori da non vedere altro che un'infinita distesa bianca. E il suo stupido fratellone, già con un principio di raffreddore, ha passato tutto ieri a giocare fuori, ritrovandosi con un febbrone assurdo.
"Non la voglio, Al... è amara..."

{Rating giallo per la presenza di un velato Elricest}

..."A volte i grandi non capiscono le difficoltà dell'essere bambini!"...
Quello che avrebbe potuto essere un piccolo straccio di vita quotidiana.

Una piccola Flash-Fic ambientata poco dopo la morte di Trisha Elric.
"Perchè doveva essere tutto così complicato?
Perchè non potevano vivere una vita normale?..."
Ad alcune domande non ci sono risposte.

Per il titolo della fic una segnalazione è il titolo di una canzone dei Baustelle, uno dei miei gruppi preferiti, ascoltateli!!! Per il resto: e se Piton si accorgesse da un giorno alla'ltro di quanto è bello Harry? E se vedesse nello stesso tempo quanto a Harry piace Draco e che Draco forse forse sarebbe anche d'accordo? Non ci sarebbe nessun problema se Harry non venisse rapito e non dovesse subire qualcosa di terribile..non è una fic allegra, anzi almeno l' inizio è un bel po' drammatico. Non tiene conto, contrariamente alle mie abitudini, del sesto libro.

{BDT. 060. Bibite.} {scritta da Mikael_Ace} “Mamma, dentro al latte ci sono milioooooooni di piccoliiiiiiissimi alieni che mi attaccheranno da dentro e tu avrai un figlio mostro governato dagli extraterresti!”

“Perché dovrebbe essere un sogno?”
“Mph… perché è troppo perfetto.”

Sono passati tre anni da quando Sasuke ha lasciato Konoha, e Sakura sembra aver trovato la felicità fra le braccia di Naruto. Ma se all'improvviso lui tornasse e sconvolgesse di nuovo le loro vite?