«Hai mai fatto sesso telefonico?» domandò all’improvviso. La ragazza si sentì arrossire e, d'istinto, si coprì col lenzuolo, come se lui potesse vederla.
”Ti chiamerò tutti i giorni alla stessa ora e parleremo insieme” le aveva detto lui, questa era la storia.
Ma, presto, le loro conversazioni si erano riempite di parole poco innocenti, momenti di silenzio colmati da sospiri e confessioni che mai, nella vita, avrebbe pensato di poter fare.
«No, ma mi piacerebbe che tu fossi qui con me» replicò, dando il via a quel gioco perverso e pericoloso. Non avrebbero mai dovuto spingersi così in là.
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«Dobbiamo smettere di sentirci, Jordan. Non chiamarmi più. Questo gioco è diventato troppo… pericoloso.»
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Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=5BfZV-3QNg8

"Vorrei aiutarti a smetterla, tutto questo non ti porterà a nulla di buono" disse lui, avvicinandosi a lei con fare protettivo.
Lexy vide nei suoi occhi paura e pura preoccupazione, non ne era ancora convinta ma forse, per la prima volta, qualcuno si stava interessando a lei.
"Nessuno mi ha mai aiutata..." constatò, "e per la cronaca, non voglio essere aiutata da te, poi..." disse puntigliosa, facendo ricredere il ragazzo sul suo conto.
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Coppia: Het
Entrate, non ve ne pentirete! :)

Alex vuole dimostrare a tutti di essere in grado di cavarsela sempre da sola.
Luke non avrebbe mai pensato di potersi innamorare, men che meno della nuova arrivata.
Emily si è tinta i capelli di viola in ricordo di una vecchia amica ed è innamorata persa del suo ragazzo.
Michael sembra sempre avere la risposta a tutto, ma sa benissimo di essere perso senza la sua dolce metà.
Charlotte cerca di mostrarsi forte e menefreghista, ma bastano un paio di occhi scuri per farla sciogliere.
Calum sembra trovarsi sempre in un altro mondo e non c'è niente che non farebbe per la sua piccola Charlie.
Ashton continua a ripetere agli altri che nessuno si salva da solo, ma mai rivolge questa affermazione a se stesso.

M’accostai al lavello posto sul bancone di dirimpetto all’isola che faceva anche da tavolo, sfilai delicatamente un bicchiere dalla credenza e lo riempii d’acqua; la bevvi tutta d’un sorso, poi ne presi un altro e, tra lo scroscio dell’acqua, sentii una porta aprirsi, ma continuai nel mio intento.
Rimasi tuttavia sorpresa quando dovetti constatare che non era Joy, ma Calum, che teneva lo sguardo basso e la mandibola costantemente chiusa in una smorfia di dolore e rabbia; aprì il frigo e vi frugò dentro, facendo strusciare i ricci sconvolti contro il legno dell’esterno.
Si girò, probabilmente per essersi sentito osservato, e mi guardò con sguardo impassibile, fermo e piatto come la secca che sta in mezzo al mare.
Fui sul punto di parlare, giusto per presentarmi, ma lui mi precedette.
“Che cazzo ti guardi?!” disse senza neanche un minimo di vergogna.
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“Che cazzo ti guardi tu, stronzo!” pensai nella mia testa, girandomi vorticosamente tra le coperte.
Gentile, educato, modesto, calmo e simpaticissimo!
“Sì, come un tacchino che ti morde il culo guarda!” mi ritrovai a borbottare tra me e me,contestando ardentemente la frase di Joy.

Per un periodo abbiamo preteso che non sarebbe finita, ma sapevamo che dovevamo dirci addio. Niente dura per sempre.
Io non sto per niente bene.Quando chiudo gli occhi e cerco di dormire, cado a pezzi. Combatto duramente per respirare. Mi sento strappato in due. La prima volta che ti avevo vista sembravi un angelo che era venuto per farmi capire veramente cosa fosse l'amore, ed è l'unica cosa che ho capito veramente. Ora è come se tutto nella mia mente è buio, il buio in cui mi sono perso. Mi sento così solo.
Ogni sera sto quasi per chiamarti per dirti che sarò sempre con te, per dirti tutte le cose che non ti ho detto.
Mi ricordo del nostro ultimo bacio,mi ricordo le tue lacrime versate per colpa mia, ricordo il tuo trucco che si scioglieva su tuo viso, ricordo l'ultimo giorno, il giorno che te ne sei andata. Vorrei svegliarmi con un'amnesia per dimenticarmi delle piccole stupide cose.
Ovunque tu sia io ti penso,ovunque tu sia io sento la tua mancanza,ovunque tu sia io ti amo sempre.

Lei: sola, triste, con un passato da dimenticare
Lui: solare, simpatico e tremendamente bello
Lei: 16 anni
Lui: 18 anni
Lei: Mackenzie Leah Smith
Lui: Luke Robert Hemmings
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-Nessun altro ti farà più del male piccola-
-Sei il mio angelo Luke-

Cosa può accadere se nella classe di letteratura del signor Smith arriva Sarah che insegnerà agli alunni uno strano modo di fare educazione sessuale?
Ormoni impazziti, strani esperimenti, tanti ragazzi e tante risate.
Leggete per scoprirlo!

Katelyn amava la fotografia, immortalava tutto quello che aveva a tiro. Aveva foto di cose stupide, altre invece erano veri e propri capolavori. Camera sua ne era piena. I muri, l’armadio, la scrivania, ogni singolo centimetro di quella stanza era coperto da scatti.
Ashton entrò nella sua vita come un uragano. Non pensava che lui potesse diventare importante per lei. Ci mise tutta se stessa per non affezionarsi, la sua vita era già abbastanza incasinata normalmente. Sforzi che non servirono a niente, perchè capì di essere spacciata quando realizzò che fotografare lui era meglio di qualsiasi altro paesaggio mozzafiato.

«Quindi okay, Ashton, io... Io accetto, in silenzio, accetto tutto questo. Accetto che tu ora appartenga ad un'altra» e mente, mente a se stessa, mente a lui.
«Mary... Non farlo... Ti prego»
«Devi andartene, Ashton. Devi lasciarmi stare, devi... Devi uscire dalla mia vita» e quelle parole sono più taglienti di una lama, quelle parole lo fanno deglutire a fatica.
«Mary...» e la chiama ancora, mette quella gentilezza di cui lei ha sempre avuto bisogno, cerca di farle capire quanto stia fraintendendo tutto, quanto sia illogica quella situazione.
«Non siamo fatti per stare insieme» dice seccamente lei, mentre gli dà le spalle, privandolo di quelle lacrime calde che le rigano il viso velocemente, privandolo di un abbraccio riparatore, privandolo di ogni cosa sua che ora non gli appartiene più.
La porta si chiude.
I singhiozzi di Mary rimbombano in quelle pareti.
I passi di Ashton che scendono le scale lentamente.
Ma se non fosse davvero questa la fine?

Le situazioni cambiano troppo velocemente, in un mondo vorticoso e vertiginoso come questo, fatto di sangue, di lotte per il territorio, per la sopravvivenza. Le cose cambiano, e cambiano anche le persone. C'è chi va, chi viene, chi tradisce.
C'è chi scappa. C'è chi ha bisogno di affetto, c'è chi a bisogno di essere lasciato solo.
C'è chi ha perso tutto, chi è stato abbandonato, e ha avuto la forza di ricominciare da capo.
C'è chi uccide, e chi ha pietà.
C'è chi mente, e chi è troppo leale.
C'è chi vuole ricordare, e c'è chi vuole vendetta.
Michael viene diviso a metà, gettato in un oblio nel quale non può fidarsi di nessuno.
Tiffany, Tiffany è stata ingannata due volte.
Calum ha perso e ritrovato. E rischia di perdere ancora, rischia di sgretolarsi.
Martha è stata salvata da un angelo custode un po' imbranato. Cerca un posto sicuro con ogni fibra di sé stessa.
Ashton ama Julia, la ama forte e nel modo giusto, come Julia merita di essere amata. Ashton non sa che le cose possono cambiare, che possono precipitare.
Julia vuole l'amore, lo merita, lo trattiene.
Luke è cenere del passato, e forse, con l'aiuto di una scintilla, potrà divampare.

Savhanna ama i suoi colori, e cerca costantemente di tenerli in vita, anche se poi la sua nuova vita ancora le fa schifo.
Luke non conosce i colori, lui vede tutto in modo trasparente, anche se lui poi è tutt’altro che trasparente.
Alexix è azzurro, come quello degli occhi di Savhanna, prima che fossero travolti dalla tempesta. Il suo è un azzurro cielo, sereno. Lei porta serenità ovunque si trovi.
Ashton è verde, un verde speranza. Perché lui in un miglioramento ci crede.
America è rosso, America è un vulcano in continua esplosione che è pronto a travolgere tutto.
Calum è lillà, lui è tutto ciò di più calmo e dolce ci sia.
Kayla è giallo, come i fiori che ormai ornano sempre i suoi capelli.
E poi c’è Michael, il cui suo silenzio potrebbe sembrare vuoto, ma in realtà è pieno di significati nascosti, proprio come il bianco.
Loro insieme sarebbero un caos di colori, ma infondo a loro il caos piace.

Michael Clifford, Luke Hemmings, Calum Hood e Ashton Irwin sono quattro “rifiuti” della società. Semplici ragazzi di età diversa e sconosciuti, frequentano lo stesso istituto ignari di quello sta per succedere. Scopriranno presto di possedere delle capacità straordinarie, che sconvolgeranno completamente la loro vita rendendoli dei giustizieri della legge e gli eroi della loro città. Verranno soprannominati “The four arrows” in quanto veloci e precisi come frecce.

HO SCRITTO QUESTA STORIA ANNI FA E E' UNA TRASHATA UNICA AHAH CI SONO MOLTI ERRORI E ALCUNE COSE NON HANNO SENSO QUINDI SE VOLETE LEGGERLA FATELO CON UNO 'SPIRITO LEGGERO'. VI CHIEDERETE PERCHE' NON LA CANCELLO, BEH E' PARTE DELLA MIA 'INFANZIA'
"Tu... tu sei ... sei la nuova ragazza che Luke Hemmings ha puntato" mi disse impaurita
"Oookaay, adesso calmati e spiegati" sbuffai, ma perchè sono tutti strani in questa cazzo di scuola?
[...]
"Ora mi spiegate che cazzo di problemi avete, perchè continuate a sorridere e ridere guardandomi?" tutta la mensa mi stava fissando, ma poco mi importava.
Si fece avanti il solito biondo, Luke se non ricordo male "Perchè sei uno schianto e hai un fondoschiena da paura" mentre diceva questo le sue mani passavano dai miei fianchi al mio sedere, che strinse tra le sue mani facendomi quasi male.
A quel punto gli tirai uno schiaffo che risuonò nel silenzio che continuava a regnare nella mensa.
[...]
"Allora facciamo così" riprese ad avvicinarsi, mi baciò il collo "io non ti porterò a letto" salì con i baci fino al mio lobo e sussurrò nel mio orecchio "finché non sarai tu a pregarmi di farlo".

Appoggio la testa sulle ginocchia e mi tappo le orecchie, sono stanca di tutti quegli insulti, minacce di morte che le fan gelose mi rivolgono ogni singolo giorno, come una tortura. Scuoto la testa in un tentativo disperato di cancellarle dalla memoria
-Liz- Luke mi poggia la mano sulla spalla, non mi curo di lui e continuo a piangere, sento il sapore delle lacrime sulle labbra gonfie di morsi
-davvero?- ha un tono canzonatorio, alzo appena il viso per vederlo, in fondo sono innamorata, e non posso evitare di rispondere a quel desiderio incontrollato che ho di lui, del suo viso dei suoi occhi, delle sue labbra
-Cosa c'é?- chiedo sbattendo le palpebre per eliminare le lacrime che mi offuscano la vista
-Non esistono solo loro, non ti odiano tutti- si inginocchia tra le mie gambe e con un dito mi costringe ad alzare il viso
-E cazzo vivi la vita ogni giorno, perché prima o poi sarà l'ultimo, non puoi star male per loro- lo sussurra cosi dolcemente che per un attimo mi sento meglio
-E poi sai che ho bisogno di te- quella voce bassa torna ancora, e mi fa impazzire, come la prima volta

- A che pensi?- chiese Michael notando il silenzio del migliore amico.
- A te- disse, ma subito dopo aggiunse – Mi piace come mi tocchi-
- C-cosa?- chiese Michael bloccandosi un attimo. La situazione si stava facendo strana.
- Hai capito, Mikey. Mi piace sentire le tue mani sul mio corpo-
- Anche a me piace sentire le tue mani sul mio corpo- prese un respiro profondo.