Azzardo una domanda di cui credo conoscere già la risposta, nonostante sia assurda e mostruosa: "In che anno siamo?"
"Nel 1775. Oggi è il 5 dicembre."
La sua risposta trova conferma in ciò che vedo: non ha armi da fuoco, tranne una pistola che funziona ancora a polvere nera. Non so che dire.
"Vi sentite bene?"
Sorrido amaramente. "No, Connor. Non sto affatto bene. Come può stare bene una persona che si trova nell'epoca sbagliata?"
Lui spalanca gli occhi, visibilmente sorpreso per quello che ho detto. "Come dite?? E da quale epoca proverreste?", mentre lo dice gli scappa da ridere.
"Sono nata nel 1994. Duecentocinquant'anni dopo di te."

Roma, Anno Domini 1503. Laura Boccanera non sapeva che per qualcuno era "la Farfalla", ma avrebbe imparato presto ad usare i suoi artigli.
Dal 2° capitolo: "Inconsciamente, aveva già deciso che sarebbe andata in quel luogo, quello che lui aveva chiamato il Covo, come se fosse un punto di riferimento fondamentale per il gruppo di persone di cui faceva parte. Sarebbe andata, per mantenere viva la scintilla che poteva dare un reale scopo alla sua finora inutile esistenza. Sarebbe andata anche per poterlo rivedere. Questo, se fosse stata completamente sincera con se stessa."

Mahel è un'allegra ragazza di 16 anni, il cui nome le è stato dato dalla madre, una scrittrice di libri per ragazzi, prendendo ispirazione da un personaggio delle sue stesse storie. Nonostante Mahel odi il suo nome, si ritroverà nell'universo delle fiabe di sua madre, per aiutare il co-protagonista Lagharta alla salvezza del mondo. Sembra una storia fantasy come le altre, ma non lo è... Perchè Lagharta non è un eroe come tutti gli altri. E odia Mahel dal più profondo del suo cuore.
Ho messo rating piuttosto alto, in quanto ci sarà la presenza di alcune scene abbastanza crude. Ringrazio in anticipo per la cortesia che chiunque vorrà riservarmi nel leggere ^^

Marcello rimase immobile a fissare l’asse dinanzi a sé per qualche minuto, senza osare spostare lo sguardo da quel misero pezzo di legno sospeso sul nulla.
Mosse il primo, incerto e minuto passo verso di essa senza dire una parola. Prese piano la mano di Violante, accarezzandole il palmo con le dita, più alla ricerca di conforto che di tenerezza.
Poi alzò gli occhi su di lei.
«Va bene», disse con un filo di voce. «Facciamolo.»
Sotto di lui c’era il niente. Davanti aveva la laguna, tutto attorno c’era Venezia.
Senza aggiungere una parola, strinse la presa sulla mano di Violante e si lasciò cadere.
|Seconda parte de “Il destino di Qayin”|

“Gaius! Aspettate! Cosa...?” esclamò il mago, squadrandolo come se fosse impazzito.
L’uomo ricambiò lo sguardo. “Perdonate l’ardire, ma... potrei sapere chi siete?”
“Sono io!” sbottò allora, allargando le braccia “Gaius! Che scherzo è mai questo?!” domandò retorico, battendosi il petto. “Non mi ricono-” Merlin boccheggiò incredulo, accorgendosi di colpo del florido seno che stava toccando, e lanciò un gridolino terrorizzato. Fu per istinto che raccattò il lenzuolo e si coprì alla bell’e meglio.
Gaius se ne stava sull’uscio, sbigottito anche lui.
“Merlin?” bisbigliò alla fine, come se dirlo ad alta voce fosse davvero troppo.
“Sì, sono io!” pigolò l’altro. “O almeno credo!”
“Che diamine ti ha fatto Ardof?!” l’interrogò l’archiatra.
(...) Merlin si coprì gli occhi con le mani, mugolando. “Come spiegherò questo ad Arthur?”
[Arthur x Merlin, of course!]
NB: nel cap. 80 è presente una TRASFORMAZIONE TEMPORANEA IN ANIMALE (Arthur!aquila) e può essere letto come one-shot nel caso in cui vi interessi questo genere di storie.

Il Tempo è un qualcosa di prezioso, affascinante. Tutti vorrebbero poterlo piegare ai propri voleri. E nelle maglie del ventunesimo secolo c'è chi può raggiungere quest'obbiettivo. Ma non sempre ciò che è stato pianificato fin nei minimi dettagli va come dovrebbe. Un attimo, e la situazione esplode. Letteralmente.
Dal tredicesimo capitolo:
- Nicolò Machiavelli – esordì immediatamente, sollevando al suo indirizzo lo stesso calice da cui aveva bevuto Della Rovere.
- Madonna – ribatté pronto l’uomo.
Stettero in silenzio ad osservarsi, Machiavelli serio e computo, Sophia con un discreto sorriso in volto.
Fu Machiavelli a rompere il silenzio.
- Si sono dette molte cose di voi, madonna – iniziò.
- Cose virtuose, voglio sperare – replicò con spirito Sophia.
- Se la virtù fosse considerata di qualche valore si direbbero cose virtuose. –

Tra personaggi che non cambiano mai i vestiti, mappe riciclate, qunari cornuti, elfi pandoriani, comprimari rincitrulliti e nemici ancora più idioti, Silado fa onore al suo nome concedendo generosamente le proprie grazie a chiunque le passi accanto. Nel tempo libero, inoltre, è una milionaria avventuriera eretica come tante altre al mondo. Ma con un fratello idiota. (Seguito di Pipone, il Mago dal Lungo Bastone)