Vita. Questo concetto che sembra ovvio. Tutti viviamo una volta che veniamo al mondo. Ma viviamo davvero? Questa è la storia di due persone comuni che scopriranno, in un giorno ordinario, che si sbagliavano. Che quella non era ancora "vita".

"Facendo un lungo tiro di sigaretta e bevendo velocemente l’ultimo goccio di sakè rimasto in casa, sbatté violentemente il bicchiere sul tavolo. Poi si passò una mano tra i capelli corvini. Quando beveva, i ricordi invece che abbandonarlo, ritornavano. Non voleva dimenticarsi delle sensazioni provate e che crescevano ancora dentro di lui."

Vanitas, re di un mondo oscuro, accompagna il suo docile servo Sora, in una delle notti più passionali della sua vita. Ma Vanitas non è un semplice amante... E' molto di più.

Vanitas è fatto di tenebre. Sora invece è pura luce. Ma nonostante questo, Sora si lascerà sedurre dalla tentazione?

Riku sorrise ancora una volta. Pensò che vedere quel ragazzino perso dalla gioia fosse la cosa più bella del mondo. Restò un attimo perplesso da quel pensiero, ma lui aveva le idee ben chiare. Sapeva già cosa provava in realtà per Sora. Infatti si avvicinò al suo viso prendendogli delicatamente il mento e sussurrandogli «Aspetta di ricevere il mio regalo» lo baciò con tenerezza sulle labbra.

Storia in prima persona. Sora racconta cosa sta vivendo in questo preciso momento. Sente il cuore cadere a pezzi mentre la pioggia gli bagna il volto e Riku si allontana... forse per sempre.

Velocemente si girò per guardare finalmente quel viso che non vedeva da troppi mesi. Riku. Era davvero Riku. Non era cambiato di una virgola, solo i capelli gli erano cresciuti di qualche centimetro. Senza pensarci un attimo si buttò su di lui facendolo cadere sulla sabbia.

Non terminò la frase perché Riku lo prese per il mento e lo fece voltare verso di lui. «Fidati, io non sbaglio mai.» Sussurrò a due centimetri dalle sue labbra. Sora poteva sentire il suo respiro caldo invadergli la bocca. «E ora lasciami fare. Lo sguardo che hai quando sei preoccupato è eccitante.»

Mangiare un gelato davanti a Riku non è mai stato così imbarazzante!

Aveva ancora fame, il suo corpo glielo stava urlando violento e pungente nel cervello. E più passavano i secondi, più il tormento aumentava. La voce del vampiro che era in lui lo aggrediva dall’interno e lo distruggeva.

Cosa potrebbe accadere secondo voi se Gokudera si rendesse conto che quella che prova non è semplice stima nei confronti del suo Decimo? Quel giorno era in ritardo, aveva fatto attendere il suo Juudaime, ma lui l'aveva accolto come sempre. Gokudera varca la soglia di quella casa come ogni volta, ignaro che quello sarebbe stato un giorno differente dagli altri...

Dalla finestra, un vento caldo e leggero gli sfiorava i morbidi capelli. Aprì piano gli occhi azzurri sentendo i primi raggi di sole filtrare fra le ciglia. Il tenue lenzuolo che lo copriva fino alla vita profumava di un dolce candore, come quello di un giglio appena sbocciato. Si girò sul fianco contemplando il cielo che quella mattina pareva di un celeste immaginario...